martedì 5 febbraio 2008

TRENTO, MAMMA DETECTIVE FA SCOPRIRE RETE PEDOFILI




TRENTO - A dare il via all'inchiesta di Trento, che ha portato all'arresto di tre persone accusate di pedofilia, è stata la madre di un ragazzo: accortasi che il figlio aveva qualche problema si è improvvisata detective. Ha cominciato a controllare i contatti internet. E' entrata in rete nelle chat utilizzando i nickname del figlio ed ha scoperto quella che si può definire la sua vita parallela. Il motivo dei turbamenti di cui si era accorta. In rete è stata contattata da un falso adolescente che ha fatto chiare allusioni sessuali. Ha quindi fornito all'interlocutore il suo numero personale di cellulare, fingendo che si trattasse di quello del figlio, e da quel momento ha cominciato a ricevere sms dal pedofilo. La donna ha retto il gioco e si è quindi presentata alla polizia postale. Di li è nata l'inchiesta che ha portato a scoprire questa realtà anche in Trentino. Gli uomini arrestati, Alberto Romeri, operaio di 51 anni residente a Nave San Felice; Guido Pedri, 64 anni di Cembra; e Fabrizio Montagner, 27 anni di Trento, insegnante supplente, saranno interrogati domani nel carcere di VeronaGli incontri avvenivano nei pressi del lago di Terlago, alla periferia di Trento, in una cava dismessa. Una località segnalata in internet come luogo di incontri per omosessuali ma anche per bisessuali. Lo confermano i motori di ricerca sul web e le segnalazioni degli abitanti che si erano resi conto di giri strani. Era diventato un luogo di appuntamenti omosex al buio. Qualcuno parla addirittura di decine di persone che si accoppiavano nudi in quell'angolo di lago che non era più frequentato dai normali visitatori. Uno dei tre arrestati è accusato di aver abusato per due anni di un ragazzo tredicenne. Secondo l' accusa l'uomo avrebbe abusato del minore costringendolo ad un rapporto orale. Ma nell'inchiesta citano episodi successivi, sino ad un ultimo appuntamento stavolta di gruppo, con la presenza di più persone. Nel marzo dello scorso anno vi sarebbe stato un incontro con un altro ragazzo, sempre di tredici anni. Tra i contatti in chat nell'inchiesta si parla anche di una ragazzina di 14 anni di Parma, con la quale ha conversazioni internet piccanti. L'uomo si vantava della cosa con amici. Nei confronti dell'insegnante l'accusa è legato alla richiesta di prestazioni hard in cambio di lezioni private tenute a casa sua, ma anche si aver cercato di adescare ragazzini sulle chat in internet.

Ansa 5 febbraio 2008 ore 13.50

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