venerdì 29 febbraio 2008

TORINO:UN ALTRO PEDOFILO A PIEDE LIBERO FINALMENTE ARRESTATO

Pedofilia: Adescava i bambini, è libero. Riconosciuto da una vittima:"ma senza flagranza niente arresto"
E´ stato bloccato dalla polizia dopo 4 denunce. Filmati porno nel suo cellulare
Niccolò Zancan
Riconosciuto da una vittima: "Ma senza flagranza niente arresto" Torino.Testimone di Geova, quarant´anni, incensurato, capelli rossi ondulati, segni particolari: molti anelli alle dita e una passione perversa per i bambini. «Da un mese era diventato l´incubo di Madonna di Campagna - raccontano in un bar di via Breglio - i poliziotti lo hanno fermato sabato pomeriggio proprio qui davanti, alla fermata del pullman». Bloccato, portato in questura, riconosciuto da una vittima, ma denunciato a piede libero per tentata violenza sessuale nei confronti di minorenni. «Non essendoci la flagranza di reato non è stato possibile arrestarlo», spiegano gli investigatori. Ci sono però quattro denunce contro di lui. Una quinta sta per essere formalizzata dai genitori di un altro bambino. Incubi in fotocopia.
Il testimone di Geova girava su un´Alfa 147 nera con i vetri oscurati. Portava con sé una valigetta ventiquattrore e un telefonino pieno di filmati porno. Avvicinava i bambini davanti alle scuole, altre volte ai giardini del quartiere, offriva soldi - venti euro - mostrava le immagini, chiedeva se volevano salire in auto. Ha tentato di accarezzarli, in qualche caso. Erano giorni che gli agenti delle Volanti gli davano la caccia. Giorni di rabbia e preoccupazione per il quartiere. Pochi gli spunti investigativi da cui partire: l´auto scura e gli anelli. Da martedì - cioè il giorno dell´ultima denuncia - è stato un lavoro continuo: appostamenti, controlli, verifiche sulle persone con precedenti specifici. Nulla. Non c´era traccia dell´uomo con la valigetta. Poi un colpo di fortuna ha rotto gli equilibri. Sabato pomeriggio una vittima, un ragazzino di 13 anni, ha riconosciuto il maniaco mentre camminava nel quartiere. È stato prontissimo. Ha chiamato immediatamente il padre con il cellulare: «È lui, lo vedo, sono sicuro, è quello che ha cercato di farmi salire in macchina». Il padre ha avvertito il 113 e si è precipitato. La caccia è scattata subito. Un´ora più tardi il pedofilo è stato bloccato alla fermata del pullman. Stava salendo sul 75. Un personaggio inquietante. Non ha detto una parola. Non ha ammesso, ma neppure ha cercato di giustificarsi. Silenzio e sguardo basso. Non ha precedenti penali. Un vita da insospettabile. Lavoro in una carrozzeria ben avviata, casa in Strada Altessano. Abiti molto curati, pettinatura particolare, molti anelli vistosi alle dita. Quasi tutto il tempo libero lo dedicava all´impegno come testimone di Geova, almeno questo pensavano i suoi amici. Nessuno sospettava della sua doppia vita. Sabato sera il caso è finito sulla scrivania del pm di turno, Marcello Tantangelo. Sono in corso degli accertamenti. Controlli sui computer e sui telefoni. Il cellulare che aveva in tasca non conteneva filmati compromettenti. Nella valigetta c´era solo materiale divulgativo del suo credo religioso. Per ora, è stato fatto solo un riconoscimento. Quello del ragazzino che ha fatto scattare le ricerche. Una testimonianza sicura. Nessuna esitazione, con il particolare decisivo proprio di un anello descritto con precisione. Molti dettagli ora tornano anche nelle altre denunce. Mentre il padre di una vittima dice: «Ringrazio la polizia per l´intervento tempestivo, ma non siamo affatto contenti di sapere che quell´uomo è ancora in giro. Se si ripresenta davanti a scuola ci faremo giustizia da soli». ( L'Espresso Local 26 febbraio 2008)
www.bambinicoraggiosi.com

giovedì 28 febbraio 2008

Pedofilia, abusi sulle sorelline di Amandola:condannato a 8 anni lo zio

Il gip Alessandra Panichi accoglie la richiesta di rito abbreviato e la pena per il macedone G.Z., che aveva ottenuto una condanna a 13 anni, viene ridotta

Amandola, 28 febbraio 2008 - Condanna di otto anni e otto mesi di reclusione per G. Z., il macedone di 43 anni accusato di aver abusato sessualmente per anni di due delle tre nipoti minorenni, all'epoca ancora bambine, residenti ad Amandola, in provincia di Ascoli Piceno. La procura ascolana nel 2007 avviò un'inchieta che permise di mettere in luce i ripetuti episodi di violenza, e portò all'arresto di 11 persone in totale, fra cui sette indiani, un anziano italiano, e appunto il macedone.
Il gip Alessandra Panichi ha accolto la richiesta di rito abbreviato, e G. Z., che aveva ottenuto una condanna a 13 anni, si è visto ridurre la pena a otto anni e otto mesi. Il macedone era finito in carcere nel marzo 2007, dopo un anziano di Amandola arrestato con l'accusa di aver ottenuto effusioni a sfondo sessuale dalle minori, in cambio di regalini o piccole somme di denaro.

L'extracomunitario è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori, rispetto al reato più grave di violenza sessuale su persona in stato di inferiorità fisica e psichica prospettata inizialmente. Il pm Umberto Monti ha chiesto la condanna ad una pena di 20 anni, da ridurre a 13 anni e quattro mesi; per l'imputazione di atti sessuali su minori il magistrato aveva richiesto una condanna a 18 anni e sei mesi, da ridurre a 12 anni e quattro mesi. La difesa invece, sostenuta dall'avv. Roberto Stabile, aveva chiesto l'assoluzione con formula dubitativa. L'inchiesta a carico dei sette indiani è ancora in corso. L' italiano più anziano si trova invece agli arresti domiciliari.

Fratellini Gravina: Quando il parroco disse:"Indagate sulla madre"

di Dylan
Ho trovato questo articolo del giugno 2006 e mi sono venuti i brividi. Vorrei che le sciocchezze che dice il parroco in questa intervista, servissero da monito a tutti coloro che si sentono in dovere di "commentare" un caso giudiziario aperto, emettendo delle sentenze o insinuando dei dubbi su persone a caso.Il parroco dipinge il padre dei fratellini come un sant'uomo. Ma oggi sappiamo che loro non volevano stare con lui, perchè era violento, li picchiava. A uno dei due, le botte del padre avevano causato una lesione al ginocchio che non gli permetteva di camminare bene.(Italia sul 2-26 febbraio 2008-)

Da Repubblica del 18 giugno 2006

Il sacerdote osserva: "Questa donna è gelida, fredda, distaccata""E' come se questa cosa l'avesse studiata e realizzata"

Fratellini scomparsi a Gravina
Il parroco: "Indagate sulla madre"

Anche la nonna dei ragazzini aveva dato la stessa indicazione
Fratellini scomparsi a Gravina
Gli speleologi contribuiscono alle ricerche dei due fratellini

GRAVINA IN PUGLIA - Dopo la nonna di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini di 13 e 11 anni scomparsi dal 5 giugno, anche un sacerdote di Gravina in Puglia solleva dubbi sulla madre. "Per me bisogna indagare sulla mamma - ha detto don Michele Paternoster, parroco della chiesa di San Matteo - Questa donna è gelida, fredda, distaccata. E' come se questa cosa l'avesse studiata e realizzata". "Le piste sono due - afferma il parroco - o è stata la malavita o la loro mamma perché il papà li aveva già in affidamento e non avrebbe avuto alcun vantaggio a sottrarre i due ragazzini. Tuttavia, non mi risulta che a Gravina la malavita possa realizzare progetti di questo tipo". "Credo - aggiunge il sacerdote - che bisognerebbe fare ciò che il vescovo ha annunciato ieri, quando si è offerto di fare da mediatore per rintracciare i due fratellini. Ritengo che sia gli investigatori sia la magistratura debbano dire che non ci saranno conseguenze penali pesanti nei confronti di chi ha sottratto i due ragazzini e che la legge sarà interpretata in modo benevolo". Don Michele ha precisato che i fratellini non frequentavano la sua parrocchia: "Li ho visti passare solo qualche volta - ha detto - il piccolo lo ricordo, il grande no. La mamma non l'ho mai vista e non me la sento di esprimere giudizi, il padre so solo che è un grande lavoratore". "Spero - ha concluso - che questi ragazzini vengano recuperati e restituiti presto alla società civile". (La Repubblica 18 giugno 2006)
Articoli correlati:Fratelli Gravina, il pm: "Il padre socialmente pericoloso"

Lecce - Violentava le figlie e picchiava la moglie

LECCE – Un cittadino di nazionalità albanese, di 46 anni,è stato arrestato dalla polizia di Lecce con l’accusa di essersi reso responsabile di maltrattamenti in famiglia, percosse nei confronti della moglie di 41 anni, ed anche di violenza sessuale nei confronti delle due figlie, che oggi hanno 18 e 19 anni. Le due ragazze – secondo quanto accertato dagli investigatori - avrebbero subito gli abusi del padre fin da quando avevano 8 anni. I fatti si sarebbero ripetutamente verificati tra le mura domestiche, ma solo circa due mesi fa la donna ha trovato la forza di denunciare quanto avveniva in casa. L’uomo fa lavori saltuari e da tempo vive con la famiglia a Lecce. Le indagini, compiute dalla squadra mobile, si sono concluse con il provvedimento restrittivo disposto dal gip presso il Tribunale di Lecce. Non è stato reso noto il nome dell’uomo per tutelare e proteggere la famiglia.28/2/2008

Bari,stuprava le figlie: arrestato

Si tratta di un pregiudicato di 45 anni di Bari che avrebbe compiuto gli abusi sulle due bambine di 6 e 10 anni. Da giovane risulta avesse abusato anche la sorellina di 11 anni •

BARI - Un pregiudicato di 45 anni è stato arrestato dalla polizia per abusi sessuali che avrebbe compiuto nei confronti delle figlie, che all’epoca dei fatti avevano sei e dieci anni. Nel corso delle indagini è stato accertato che l’uomo, all’età di 22 anni, aveva abusato sessualmente anche della propria sorellina di 11 anni. L'arresto è stato fatto sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Dentamaro. L'arrestato, dal 2003 al 2004, in più occasioni, avrebbe abusato della figlia più piccola, di sei anni, costringendola a subire atti sessuali con la minaccia di gravi ritorsioni se la piccola non l’avesse accontentato. Al momento dell’arresto, l'uomo era ai domiciliari perchè nel gennaio del 2007 era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un reato analogo accertato dagli investigatori della squadra mobile: l’uomo, infatti, secondo gli elementi raccolti dagli investigatori avrebbe compiuto nel 2003 altri abusi e violenze sessuali nei confronti della figlia maggiore che all’epoca dei fatti aveva 10 anni.28/2/2008

Calcio Svizzera: scandalo sesso, Thun sospende 4 giocatori

Ginevra, 16:43

La squadra svizzera del Thun, al centro di uno scandalo per abusi sessuali di alcuni suoi giocatori su una quindicenne, ha annunciato oggi di aver sospeso con effetto immediato due calciatori della prima prima squadra e due dall'Under 21. La decisione è stata presa "nell'interesse del calcio svizzero", ha spiegato il club sul sito internet. L'inchiesta sullo scandalo si è chiusa lunedi scorso, non è ancora fissata una data per il processo. (28/02/2008) Spr
La Repubblica 28 febbraio 2008

Canicattì il Riesame sul caso di un altro pedofilo recidivo in libertà

Saranno i giudici del Tribunale del Riesame di Palermo a decidere se L.M 30 anni il pedofilo di Canicattì tornato in carcere nei giorni scorsi potrà tornare in libertà o meno. Ieri, mattina, davanti ai magistrati palermitani si è discusso il ricorso presentato dal legale di fiducia del trentenne, l’avvocato Diego Giarratana, con il quale chiede la remissione in libertà del suo assistito. I giudici al termine dell’udienza si sono riservati qualche giorno di tempo per depositare in cancelleria la propria decisione.
Al giovane canicattinese nei giorni scorsi era stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della Procura Generale della Corte d’Appello di Palermo che ha fatto aprire per lui nuovamente le porte del carcere agrigentino di contrada Petrusa dove si trova attualmente rinchiuso.
Lo scorso anno per il reato di pedofilia L.M. era stato condannato dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento Alberto D’Avico a tre anni e quattro mesi di reclusione, dopo aver chiesto il patteggiamento della pena. Il giovane, lo ricordiamo, in sostanza è accusato di avere praticato del sesso orale e di avere masturbato tre ragazzini che abitano nel suo stesso quartiere, contrada Giarre, tutti minorenni e di età inferiore ai 14 anni.
Carmelo Vella

Mio figlio a 5 anni costretto a fare l'accattone e mia moglie continua a prostituirsi in città

Ha cinque anni compiuti da poco e non può vedere suo padre altrimenti lo picchiano. Ora vive con la madre in città, nella casa dei nonni, e lo costringono a fare accattonaggio. È la storia tristissima di un bimbo nato a Vercelli cinque anni fa da una coppia di lametini. Lui è un operaio emigrato da tanto tempo ed ha 36 anni, lei era andata a vivere da lui dopo il matrimonio ed ha 24 anni. Dopo qualche anno sotto lo stesso tetto l'operaio scopre che mentre lui era in fabbrica sua moglie si prostituiva. Riceveva i suoi clienti in casa, in un paesino della provincia di Vercelli, e dopo aver messo il piccolo a nanna s'intratteneva con gli avventori e si faceva pagare. Ma il paesino è piccolo, e la gente anche nel Nord mormora tanto. Fino a che al povero operaio non arriva questa voce: tua moglie è una prostituta. Il giovane viene a saperlo addirittura da gente che ha pagato per mettersi sotto le lenzuola del suo letto. Col bambino nella culletta, a un passo da dove avvenivano le prestazioni della signora. L'operaio ha parlato con la moglie, ma lei ha continuato a fare il mestiere. Soprattutto perchè la sua famiglia a Lamezia non ha un reddito fisso, suo padre lavora quando capita, la madre è casalinga. E lei doveva provvedere a mandare qualche soldo a casa, visto che il salario dell'operaio bastava per sopravvivere. Un giorno la mamma prende il figlio e sparisce da casa, abbandona il marito e torna nella sua città, dai suoi genitori. L'operaio però non accetta il fatto che gli è stato portato via il bambino, anche perchè viene a sapere che la pratica della prostituzione nella famiglia dei suoceri è molto in voga. Sembra addirittura che al consultorio comunale la stessa famiglia sia conosciuta per alcuni casi di pedofilia. «Lo sto sapendo solo adesso, dopo aver indagato a fondo», confessa l'operaio alla Gazzetta del Sud, «perchè quando ho sposato mia moglie ero a conoscenza soltanto dello stato di indigenza della famiglia». Così è cominciata la lotta tra padre e madre per avere il bambino in affidamento. «Non vedo mio figlio da sette mesi, e non è giusto. Per Natale ho dovuto pagare 100 euro a mio suocero per fare consegnare un giocattolo al bambino, e per portarlo al circo me ne avevano chiesto altri 70». Racconta il papà ferito: «Le ultime parole che ho sentito da mio figlio sono state: papà devo stare zitto sennò stasera quando torno a casa prendo tante botte. Lo picchiano, gli fanno fare l'elemosina per strada, io invece qui a Vercelli voglio mandarlo all'asilo e poi farlo studiare e crescere come gli altri bambini». La battaglia giudiziaria intraprese dal giovane marito tradito non sta andando per il verso giusto. Al tribunale dei minorenni di Catanzaro c'è un'istanza per far dichiarare la decadenza della potestà della madre sul bambino, ma i giudici si devono ancora pronunciare. Mentre a Vercelli lunedì scorso il tribunale ha adottato un provvedimento che dispone l'affidamento del piccolo alla madre, ma il padre può vedere suo figlio «a piacimento» previo avviso della madre. Ha anche deciso che il marito separato deve versare 300 euro al mese alla moglie per il mantenimento del bambino. Ma l'avvocato Nicola Veneziano, difensore dell'operaio, annuncia l'appello. «Inutile dire che quando torno a Lamezia nessuno mi fa avvicinare a mio figlio, vengo minacciato, e sono costretto a farmi scortare da amici e parenti volenterosi», dice il padre spaventato non per la sua incolumità ma per quella del suo piccolo. L'operaio però continua a inseguire il suo sogno di riavere il figlio: «Credo nella giustizia, e prima o poi riuscirò a tirarlo fuori da quell'inferno dove gli stanno rubando l'infanzia». In sintesi Un bambinodi cinque anni è finito in una lotta giudiziaria tra due coniugi lametini separati. Il marito accusa l'ex moglie di prostituirsi, e denuncia che nella famiglia dei genitori dov'è andata a vivere si pratica la pedofilia. Martedì scorsoil tribunale per i minorenni di Vercelli ha affidato il bimbo a sua madre, ma il padre farà appello. Davanti al tribunale per i minorenni di Catanzaro è pendente un'altra istanza del padre per riavere suo figlio.

Pedofilia: Maestro di danza e maniaco.

L´arresto dopo la denuncia di uno dei ragazzi che vivono in provincia.L´indagato stava aprendo una nuova scuola

s.p.Violenze su due allievi davanti al figlio di tre anni
Gli abusi avvenivano in casa del ballerino che attirava le vittime offrendo lezioni extra Il bambino costretto a vedere le molestie abita già da mesi solo con la madre
Il maestro di ballo latino-americano aveva conquistato la fiducia dei suoi giovani allievi, proponeva anche lezioni extra, a casa sua, per i più volenterosi. Ma era solo una scusa per molestare i ragazzi. La squadra mobile l´ha arrestato con l´accusa di aver abusato di un quindicenne e di un tredicenne, suo parente. In un´occasione, sarebbe stato testimone obbligato il figlioletto del maestro di ballo, che ha 3 anni. Per questa ragione, l´uomo, un trentenne che ufficialmente svolge la professione di operaio, è accusato non solo di violenza sessuale ma anche di corruzione di minore. «La scuola di danza aveva avuto inizialmente un grande successo - spiega il commissario capo Rosaria Maida, che dirige la sezione minori della Mobile - nel paese della provincia palermitana dove era sorta, nel 2003, era presto diventata un punto di riferimento per i più giovani, considerata anche la gran moda di questo tipo di balli». Ma poco a poco, qualcosa è cambiato. Sono stati i genitori di alcuni ragazzini ad accorgersi che durante le lezioni di salsa e merengue, ospitate in una palestra, avveniva qualcosa di strano. Il quindicenne e il tredicenne hanno raccontato, prima a mezze frasi, poi chiaramente. Una denuncia è partita presto, destinatari la Procura di Palermo e la polizia. Era il dicembre scorso. Ma la notizia dell´indagine è corsa veloce nel piccolo centro di provincia, e il maestro ha deciso di chiudere in tutta fretta la scuola di ballo. Di recente, il trentenne stava riaprendo la scuola in un´altra cittadina, ma non ne ha avuto il tempo. È arrivato prima il provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip Antonella Consiglio, sollecitato dal sostituto procuratore Claudia Caramanna. Il giudice delle indagini preliminari non ha avuto dubbi sul racconto dei due ragazzini, già ascoltati a lungo dagli psicologi e dai poliziotti della squadra mobile, nella speciale sala allestita alla caserma Boris Giuliano per le audizioni dei più piccoli, fra pareti colorate e giocattoli. La stanza colorata della squadra mobile è l´unica realtà di questo tipo esistente in Italia per indagini così delicate.Il maestro di ballo è stato fermato dagli agenti della squadra mobile ieri mattina, all´alba. Non ha detto nulla. Sarà comunque chiamato a difendersi davanti il giudice delle indagini preliminari, per l´interrogatorio di garanzia. La sua posizione resta molto delicata, soprattutto per l´episodio che riguarda il figlio: ormai da mesi, il bambino non vive comunque con il padre, da quando l´operaio si è separato dalla moglie. Le indagini della sezione minori proseguono. Durante le perquisizioni a casa del maestro di ballo è stato sequestrato l´elenco dei suoi alunni, che si sono alternati dal 2003 a oggi. La Procura ritiene che un ulteriore giro di audizioni potrebbe fare emergere altri episodi di abusi. Le indagini di pedofilia hanno dimostrato che talvolta nei piccoli centri di provincia è ancora più difficile la denuncia da parte delle vittime. Proprio due settimane fa, la Procura e i carabinieri erano riusciti a far emergere un´altra brutta storia solo dopo sei mesi dalle violenze: quando il tam tam in paese si era fatto ormai pesante, una giovane si era confidata con un´amica, che l´aveva aiutata a trovare la strada del riscatto, scegliendo la denuncia. Lui, l´insospettabile maestro di salsa e merenghe, aveva davvero conquistato la fiducia di tutti, degli alunni e soprattutto dei genitori, che erano felici di quella nuova attività tanto alla moda, in realtà l´unica un po´ diversa in un contesto di provincia che continua a non offrire molto ai più giovani.
(Espresso Local 28 febbraio 2008)

PEDOFILIA; PESCARA, ABUSAVA FIGLIA DI 3 ANNI: ARRESTATO 38ENNE

Uomo già condannato in 2002 per stessa violenza su primo figlio

Roma, 28 feb. (apcom) - Un 38enne di Montebello di Bertona, in provincia di Pescara, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Penne con l'accusa di violenza sessuale nei confronti della propria figlia secondogenita di tre anni. L'uomo era stato già condannato nel 2002, in via definitiva, per un analogo episodio di violenza nei confronti del suo primo figlio.
L'arresto è stato disposto dal gip del tribunale di Pescara dopo le indagini a seguito di una segnalazione dei servizi sociali del comune di Montebello di Bertona. La piccola da un po' di tempo si comportava in maniera anomala evidenziando "allarmati atteggiamenti sessualizzati" sia in famiglia che a scuola.
I ripetuti episodi di violenza sessuale si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2007 e i primi giorni del 2008. La bambina è stata allontanata dal nucleo familiare. Il pm Gennaro Varone, titolare dell'inchiesta, aveva disposto nei giorni scorsi una serie di colloqui con un gruppo di esperti proprio per verificare se la bambina avesse subito violenza.

mercoledì 27 febbraio 2008

Arrestato due volte l’italiano ucciso a Santo Domingo

Prima detenzione illegale di arma da fuoco, poi violenza sessuale e atti di libidine su minori
di Stefania Moretti
MONTEROMANO – Nuovi particolari emergono su Maurizio De Guidi, il 57enne trovato morto nella sua casa a Puerto Plata, a nord di Santo Domingo. L’uomo era stato condannato nel 1996. Precisamente doveva rispondere di violenza sessuale e atti di libidine su minori. Il tribunale di Perugia, dove il processo fu spostato a seguito di una serie di ricorsi e ricusazioni, lo condannò a 6 anni, pena poi ridotta in Appello a 2 anni e 8 mesi. La prova che lo inchiodava erano le centinaia di filmini porno che De Guidi teneva in casa e che avevano per protagonisti studenti minorenni di Monteromano. I minori venivano ripresi durante “giochi erotici” che si svolgevano in un locale di De Guidi. Ogni filmato veniva poi venduto illegalmente. La condanna a De Guidi aveva fatto scalpore a Monteromano e dintorni. Il paese si era spaccato tra innocentisti da una parte e colpevolisti dall’altra. Oltre alla vicenda dei filmini porno, il 57enne era stato arrestato in passato per detenzione illegale di arma da fuoco. I carabinieri lo avevano sorpreso in possesso di una pistola. Ultimamente trascorreva 6 mesi a Puerto Plata e 6 mesi a Monteromano. Qui aiutava la sorella a gestire un bar di loro proprietà nel centro del paese. De Guidi è stato ucciso tre giorni fa, da una coltellata alla gola. Si indaga ancora sull’identità dell’assassino. Per ora, il principale indiziato resta il giovane haitiano con cui l’uomo avrebbe avuto una relazione.
atlantide magazine 28 febbraio 2008

Tentata violenza sessuale. Arrestato dai carabinieri

Aveva tentato di abusare di due giovani minorati psichici: è finito agli arresti domiciliari per l'insana passione A.L., un vedovo 80enne di Santa Croce di Magliano. L'ottuagenario è stato fermato ieri sera dai carabinieri della stazione del luogo, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Larino. In considerazione della sua veneranda età, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. Le indagini condotte dall'Arma hanno fatto emergere una realtà di degrado culturale, nella quale si inquadrano i due episodi contestati all'arrestato, accaduti nello scorso mese di novembre. Nelle due occasioni l'anziano, dopo aver convinto due giovani affetti da minorazioni psichiche a seguirlo nella sua abitazione, aveva tentato di abusare sessualmente di loro. Gli inquirenti sono convinti che quanto evidenziato sia solo la punta di un iceberg e stanno cercando di raccogliere elementi probatori su episodi simili accaduti in passato, aventi sempre come protagonista l'arrestato. La difficoltà è sempre quella di rompere il muro di omertà e di vergogna che circonda questo tipo di avvenimenti.

Repubblica dominicana, sgozzato viterbese 53enne

Si segue la pista omosex. La sorella: no, è rapina

SANTO DOMINGO (26 febbraio) - E' un barista di Monte Romano, un piccolo centro della Maremma Viterbese, Maurizio De Guidi, l'uomo di 53 anni trovato morto nella suo alloggio a Puerto Plata, nel nord della Repubblica Dominicana. Dal 1997, De Guidi, comproprietario con la sorella Anna di un bar sulla strada principale di Monte Romano, trascorreva 6-8 mesi l'anno nell'isola caraibica e il resto nel paese d'origine. Accanto al suo corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato il coltello con il quale è stato sgozzato e la foto di un giovane haitiano, con cui la vittima avrebbe avuto una relazione. Secondo la polizia dominicana, proprio il giovane sarebbe il principale indiziato dell'assassinio, tanto che è ricercato in tutta l'isola. Gli inquirenti ritengono che il movente del delitto sia sessuale e che sia maturato negli ambienti omosessuali che l'italiano avrebbe frequentato. Nel 1997 De Guidi era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale e atti di libidine su minori. Mentre ricopriva la carica di presidente della squadra di calcio del paese, infatti, fu arrestato su ordine della Procura della Repubblica di Civitavecchia nell'ambito di un'inchiesta su un giro di giochi erotici con minorenni di entrambi i sessi, che De Guidi avrebbe organizzato in un locale isolato di sua proprietà, alla foce del fiume Mignone, nei pressi di Tarquinia. In primo grado, il tribunale di Perugia, dove il processo fu spostato a seguito di una serie di ricorsi, De Guidi venne condannato a sei anni di carcere. Successivamente, la Corte d'Appello ridusse la pena a 2 anni e 8 mesi. In precedenza, l'uomo aveva subito un altro arresto per detenzione illegale di una pistola, che fu trovata dai carabinieri in suo possesso. Subito dopo la condanna definitiva, De Guidi decise di trasferirsi nella Repubblica Dominicana, dove aveva l'opportunità di lavorare per un amico, titolare di un'avviata attività commerciale. Il riconoscimento ufficiale del corpo sarà compiuto entro dopodomani da alcuni amici di De Guidi e dal suo socio in affari. La sorella Anna ancora non sa se avviare le pratiche per il rimpatrio della salma. «Prima di decidere - ha detto - vorrei capire se Maurizio avrebbe preferito essere sepolto lì, dove aveva scelto di vivere, o a Monte Romano». La donna ha anche annunciato di aver nominato un legale con il compito di seguire da vicino le indagini della polizia dominicana sulla morte del fratello. «Non credo - ha detto ancora - che l'assassinio di Maurizio sia a sfondo sessuale e che lui frequentasse ambienti omosessuali. Credo invece che sia stato ucciso durante un tentativo di rapina o da un balordo sorpreso a rubare in casa sua». Secondo la donna, inoltre, non sarebbe vero che il fratello scelse di passare la maggior parte dell'anno nell'isola dominicana dopo la condanna per violenza sessuale su minori. «Aveva sempre desiderato di vivere ai Caraibi - ha concluso - e non appena ne ha avuto l'opportunità lo ha fatto. L'inchiesta sui presunti abusi sessuali non centra nulla».
Il Messaggero 27 febbraio 2008

PEDOFILIA: PALERMO, MAESTRO DI BALLO ABUSA DI DUE ALLIEVI DAVANTI AL FIGLIO PICCOLO

Palermo, 27 feb.- (Adnkronos) - Con l'accusa di avere abusato sessualmente di due allievi anche alla presenza del figlio ancora piccolo, la Squadra mobile di Palermo ha arrestato all'alba di oggi un maestro di ballo di trent'anni. L'uomo, secondo quanto ricostruito dalla Sezione specializzata per i reati sui minori, avrebbe compiuto violenze sessuali su due ragazzini di 13 e 15 anni che frequentavano la sua scuola in un piccolo centro del palermitano. Sono state le due piccole vittime a denunciare il loro istruttore di ballo. I piccoli sono stati ascoltati dagli investigatori alla presenza degli psicologici. Gli abusi sessuali sarebbero avvenuti nella palestra dove i due giovanissimi andavano per imparare a ballare. Il provvedimento di custodia cautalere e' stato emesso dal gip del Tribunale di Palermo Antonella Consiglio, che ha accolto la richiesta del pm Claudia Caramanna. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle 11.30 negli uffici della Squadra Mobile.
(Ter/Gs/Adnkronos)
27-FEB-08 08:18

PEDOPORNOGRAFIA: PRIMO GIORNO DA IMPIEGATO PER IL PROFESSORE PEDOFILO

E' iniziata questa mattina alle ore 8,30 la "nuova" vita da impiegato di Marco Farchey, il professore di musica valdostano che dopo essere stato condannato un anno fa per pedopornografia perche' aveva scaricato e richiesto immagini proibite dal computer della scuola media di Gressoney-Saint-Jean dove insegnava e successivamente sospeso dall'incarico, giovedi' scorso era stato reintegrato tra i docenti dal giudice di lavoro di Aosta. Dopo le immediate prese di posizione sulla decisione, ieri il presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta Luciano Caveri e l'assessore all'istruzione Laurent Vierin gli hanno proposto un'altra occupazione, fuori dal mondo della scuola. Il docente, ha accettato di lavorare per il medesimo stipendio (1600 euro mensili) nel centro dell'impiego di Verres, ad una quarantina di chilometri da dove insegnava. Frachey questa mattina si e' presentato puntuale negli uffici dell'ex collocamento per iniziare un lavoro che manterra' almeno sino a sentenza definitiva. Il professore contro la sentenza di primo grado che lo aveva condannato ad oltre 2 anni di carcere e tremila euro di multa, considerando attendibili le prove scoperte dalla polizia postale di Bari che aveva avviato le indagini, ha annunciato ricorso in appello. Ma se entro la fine del 2008 non ci saranno le sentenze di secondo ed eventualmente di terzo grado, i reati che gli erano stati contestati nel 2001 cadranno in prescrizione. (AGI) - Aosta, 26 feb. -

VIOLENZA SESSUALE: EX SEGRETARIO LEGHISTA CONDANNATO A BERGAMO

(AGI) - Bergamo, 26 feb. - Due anni di reclusione con la condizionale e un risarcimento di 6mila euro per violenza sessuale: questa la condanna inflitta dal tribunale di Bergamo a Franco Colleoni, per anni segretario provinciale della Lega Nord. Il tutto e' partito dalla denuncia di una militante di 42 anni che ha raccontato di essere stata palpeggiata con aggressivita' al termine di una serata trascorsa insieme insieme in un locale per discutere della sua proposta di aprire una sezione giovanile della Lega che comprendesse tutti i comuni della Valle Imagna. Alla fine della serata Colleoni si era offerto di riaccompagnare a casa la donna ma lungo il percorso si era fermato in una piazzola e le aveva toccato il seno con violenza, facendole anche proposte oscene. La donna era era riuscita con una scusa a far scendere l'uomo dall'auto, poi aveva raggiunto il posto di guida ed era partita lasciando il segretario leghista a piedi. Poi si era confidata con il compagno di partito che le aveva presentato Colleoni, e che aveva inviato a Colleoni un sms manifestando la sua disapprovazione. Una visita al pronto soccorso aveva confermato la presenza di lividi. Sms e referto sono stati i punti cardine del'accusa. Colleoni ha sempre negato tutto. Ora presentera' appello. (AGI)

Repubblica Domenicana:l'italiano ucciso era condannato per pedofilia

Presidente della squadra di calcio del paese del Viterbese
Originario di Monte Romano
Puerto Plata, Repubblica Dominicana, 26 feb - Maurizio De Guidi, l'italiano ucciso a tre giorni fa a Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana, era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale su minori. L'uomo era originario di Monte Romano: nel 1997 era presidente della squadra di calcio del paese. Venne arrestato su ordine della Procura di Civitavecchia, nell'ambito di un'inchiesta su un giro di giochi erotici con minorenni che lo stesso De Guidi avrebbe organizzato in un locale di sua proprietà e che sarebbero stati anche filmati.

martedì 26 febbraio 2008

Canicattì: torna in carcere pedofilo

A distanza di due anni, dal suo primo arresto, torna nuovamente in carcere L.M 30 anni di Canicattì finito nei guai con la giustizia a causa di una vicenda che lo vede accusato di abusi sessuali su minori. Al giovane canicattinese è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della Procura Generale della Corte d’Appello di Palermo che ha fatto aprire per lui nuovamente le porte del carcere agrigentino di contrada Petrusa dove si trova attualmente rinchiuso. Lo scorso anno per questo reato L.M. era stato condannato dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento Alberto D’Avico a tre anni e quattro mesi di reclusione, dopo aver chiesto il patteggiamento della pena.
Il giovane, lo ricordiamo, in sostanza è accusato di avere praticato del sesso orale e di avere masturbato tre ragazzini che abitano nel suo stesso quartiere, contrada Giarre, tutti minorenni e di età inferiore ai 14 anni. Una storia che sarebbe andata avanti per un certo periodo di tempo sino a quando il padre di uno dei ragazzini molestati si sarebbe recato al commissariato di Canicattì e presentato una denuncia nei confronti di L.M che all’epoca dei fatti aveva 28 anni e che sarebbe affetto da alcuni disturbi psichici.
Agrigento notizie 26 febbraio 2008

lunedì 25 febbraio 2008

CASSAZIONE/ MAGO APPROFITTO' SESSUALMENTE DI CLIENTI: CONDANNATO

A sei anni di carcere per violenza sessuale

Roma, 25 feb. (Apcom) - Rischia il carcere e non può più esercitare il mago che ha rapporti sessuali con le clienti, approfittandosi della fiducia che gli viene data, dell'ingenuità o della fragilità di alcune persone che si rivolgono a lui in cerca di aiuto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 8381 del 25 febbraio 2008, ha respinto il ricorso di un mago che aveva lo studio a Brescia.
L'uomo, approfittando della fiducia di due clienti e delle loro debolezze caratteriali, le aveva convinte ad avere rapporti sessuali con lui. Per questo il Tribunale di Brescia lo aveva condannato a sei anni di reclusione per violenza sessuale. Stessa sorte in secondo grado. Fra l'altro, la Corte d'Appello lo aveva interdetto dal proseguire qualunque attività di quel tipo.
Così il santone ha fatto ricorso in Cassazione lamentando di non aver costretto le donne alle pratiche sessuali. Una scusa che non ha retto di fronte ai giudici del "Palazzaccio". Ai fini della condanna, infatti, non è necessaria una costrizione fisica all'atto sessuale ma è sufficiente esercitare una pressione psicologica su chi è, in quel momento, in condizioni di inferiorità.
"Il reato sessuale", si legge nelle motivazioni, "si è perfezionato alla stregua delle descritte modalità dell'azione poiché l'induzione punibile, attuata mediante l'abuso nei confronti del soggetto che si trovi in stato di infermità fisica o psichica, non si configura come attività di persuasione, cui corrisponde la volontaria adesione del soggetto più debole, bensì come vera e propria sopraffazione nei confronti della vittima, la quale non è in grado di aderire perché convinta, ma soggiace al volere del soggetto attivo, ridotta a strumento di soddisfazione delle sue voglie".

Condannato a tre anni di galera l'architetto pedofilo

Rinviati a giudizio anche i genitori della piccola, che erano in casa e non la hanno tutelata

MILANO (25/02/2008) - Condannato a 3 anni di reclusionee a 1200 euro di multa per pornografia minorile.Lui è un architetto di 61 anni che era stato denunciato dal fotografo a cui aveva fatto sviluppare le immagini di una bimba di 8 anni in pose pornografiche.Sono stati rinviati agiudizio anche i genitoridella piccola, che erano in casa quando sono state scattate le quattro fotografie pedopornografiche perchè, pur dichiarandosi all'oscuro di tutto, non avrebbero vigilato sulla sicurezza della loro bambina.L'episodio è avvenuto nel giugno 2006. Il fotografo incaricato da un cliente di sviluppare un rullino di fotografie, ha sporto denuncia quando ha scoperto che tra le fotografie c'erano quattro immagini a carattere pedopornografico che ritraevano una bambina. I poliziotti hanno bloccato il cliente quando si è recato nel negozio per ritirare le foto.L'architetto, oggi 61enne, è stato indagato in stato di libertà dal pubblico ministero Isidoro Palma per pornografia minorile, un reato che punisce chi sfrutta minorenni per produrre materiale pornografico con la reclusione da 6 a 12 anni di carcere.Gli investigatori hanno poi ricostruito che l'architetto conosceva i genitori della bambina, due rumeni, perché entrambi lavoravano per lui: il padre nel suo studio e la madre come donna di servizio.Hanno dunque interrogato la bambina ritratta e il fratellino, che hanno negato di aver subito atti di violenza sessuale.
Cronaca Qui Milano 25 febbraio 2008

ENCOMIO AI VIGILI URBANI PER L’OPERAZIONE ANTI-PEDOFILIA

Adescavano con false promesse degli studenti di scuole elementari e medie davanti alla sede del Consiglio comunale a Via Verdi, poi conquistata la loro fiducia, li conducevano in androni isolati di palazzi a pochi passi da Piazza Municipio per compiere abusi sessuali. Grazie però alla segnalazione dell’edicolante di Via Verdi, il signor Gennaro, i vigili urbani di Napoli sono riusciti dopo lunghi pedinamenti a far scattare le manette ai polsi degli “orchi”.Questa mattina nella sede del Consiglio comunale il presidente Leonardo Impegno ha insignito della medaglia al merito i vigili urbani Raffaele Napoli, Giovanni Ponti, Raffaele Esposito e Salvatore Grasso che hanno portato a termine l’operazione. Insignito della prestigiosa medaglia anche l’edicolante il signor Gennaro. Soddisfatto il presidente del Consiglio Comunale
Video Comunicazione 25 febbraio 2008 Leonardo Impegno

Abusa della sorella minorenne: arrestato

PAOLA DE STASIO Montella. Un ragazzo e sua sorella più piccola: dovrebbe essere il più tenero, il più complice dei legami affettivi. Ma in questa vicenda che balza agli orrori della cronaca non c'è spazio per i sentimenti di fratellanza. Lei una minorenne fragile, in balia di se stessa in un contesto familiare incapace di difenderla e guidarla viene oltraggiata, violentata da colui che forse avrebbe dovuto proteggerla più d'ogni altro: il fratello maggiore. A questa ragazzina, che è poco più di una bambina, le sofferenze hanno prosciugato le lacrime, fatto a brandelli l'adolescenza e marchiato il suo futuro con il sangue vivo dell'innocenza persa. Un incesto consumato e perpetrato tra l'indifferenza di tutti. E' accaduto a Montella. Data la delicatezza della vicenda gli inquirenti chiedono il più stretto riserbo. Il ventenne è stato arrestato ieri mattina, alle prime luci dell'alba: è accusato di violenza sessuale reiterata nei confronti della sorella minorenne. Ora è richiuso nel carcere di Sant'Angelo dei Lombardi. Le indagini sono state eseguite dagli agenti del commissariato di Sant'Angelo dei Lombardi diretti dal dottor Rocco Rafaniello. Una inchiesta coordinata dal procuratore capo della Procura di Sant'Angelo Antonio Guerriero e dal sostituto Patscot che hanno emesso l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del giovane, il gip Marcello Rotondi ha dato esecuzione all'ordinanza di arresto. Della vicenda si stanno occupando i servizi sociali, non è stato affatto facile trovare collaborazione nello spaccato familiare in cui si è consumata. Una storia che emerge dai recessi più oscuri d'un uomo, dal fondo più fondo dove rimestano istinti insani, osceni, impulsi che fanno smarrire ogni briciolo di razionalità e di coscienza. Una storia che è anche figlia dell'ignoranza, della mancanza di regole. A render ancora più penoso un fatto già di per sé così inquietante è la condizione di ritardo di cui è affetta la ragazzina. Questa situazione pare andasse avanti da tempo, da più d'un anno il fratello abusava della ragazzina. Per farla stare zitta la picchiava selvaggiamente e la minacciava. Poi qualcuno ha avuto pietà per questa sfortunata adolescente, c'è stata una denuncia che ha dato il via alle indagini. E' iniziata la difficile fase dei riscontri, dell'acquisizione delle testimonianze, delle perizie mediche. Gli inquirenti non rivelano particolari in merito alla denuncia, i contorni restano per ora sfumati sia per la delicatezza del caso e sia perché le indagini ancora non possono dirsi completamente concluse e potrebbero rivelare altri sconcertanti elementi.
Il Mattino 24 febbraio 2008

sabato 23 febbraio 2008

Pedofilia: arrestato operaio di Missaglia (Lecco)

Pedofilia: arrestato operaio nel Lecchese
23 Febbraio 2008, 21:03

LECCO - Un operaio di 35 anni, di Missaglia (Lecco), è stato arrestato con l'accusa di tentata violenza sessuale continuata a danno di minori, atti osceni e porto illegale di coltello. Secondo quanto si è appreso l'uomo è stato riconosciuto da 9 bambini di età compresa tra i 9 e i 12 anni come colui che in più occasioni si era appostato nei pressi delle scuole e delle fermate dell'autobus, esibendo le proprie parti intime e tentando di far salire in auto i minori mostrando anche un coltello. L'uomo, padre di famiglia e genitore di una minorenne, è stato trasferito in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria. (Agr)

PEDOFILIA: BELGIO, 10 ANNI A UOMO CHE FILMAVA LE FIGLIE

(ANSA) - BRUXELLES, 19 FEB -
Un giudice belga ha condannato a 10 anni di carcere un
uomo che aveva ripreso le sue due figlie di nove e
11 anni in film pornografici a carattere pedofilo,
diffondendoli poi in tutto il mondo.
Il tribunale di Bruges ha condannato l'uomo, 37 anni, a
ulteriori 10 anni se il governo lo riterra' utile, secondo
quanto riferisce l'agenzia Belga. Lo strumento - eccezionale -
dell'aumento della durata di detenzione ha come obiettivo ''la
protezione della societa' contro le persone che hanno
commesso reati particolarmente aberranti'',
secondo quanto chiarisce il ministero della Giustizia.
La moglie del pedofilo e' stata condannata a due anni
di carcere per ''negligenza''.
I fatti risalgono al 2004, ma sono emersi nel 2006 in
Australia, in seguito alla scoperta di una videocassetta a
carattere pedofilo con una bambina che parlava olandese.
Questo particolare ha condotto gli inquirenti fino all'uomo,
Pascal T., padre della vittima, che e' stato arrestato.
In casa sua e' stato trovato uno studio improvvisato dove
riprendeva le due ragazzine, spacciando poi le immagini a
un complice di nazionalita' italiana, arrestato lo scorso
autunno insieme ad altre 90 persone nell'ambito
dell'operazione antipedofilia denominata 'Koala'.

venerdì 22 febbraio 2008

Arrestato pedofilo a Comacchio: viaggiava in compagnia di amici

Viaggiava tranquillamente sulla Romea in compagnia di amici

Comacchio. Pedofilo arrestato dai carabinieri di Comacchio. Ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, i militari della radiomobile hanno fermato sulla Romea, all’altezza di San Giuseppe di Comacchio, durante una normale attività di controllo alla circolazione stradale, una Fiat Ducato con a bordo tre stranieri. È bastata una breve ricerca negli archivi informatici dell’Arma per accorgersi che uno di loro, A.V.M. le iniziali del croato di 48 anni residente a Sermide (in provincia di Mantova), era stato colpito da un ordine di carcerazione emesso dalla procura di Mantova risalente al 9 gennaio 2008.
L’uomo doveva espiare una pena definitiva di 5 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale su minori. Per il croato sono scattate subito le manette e si sono aperte le porte del carcere dell’Arginone di Ferrara.

FROSINONE:STUPRA RAGAZZA E BAMBINO, ARRESTATO

Stupra ragazza e bambino, arrestato
Un uomo di 45 anni è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale per aver stuprato una ragazza di 18 anni e un bambino. Il provvedimento di custodia cautelare, emesso dal pm della Procura della Repubblica di Cassino, è stato eseguito oggi dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo. L'uomo, che abita in un piccolo paese a sud di Frosinone, secondo quanto accertato dagli investigatori, nei giorni scorsi, approfittando della conoscenza delle vittime, le ha avvicinate e le ha quindi violentate. Sui particolari della vicenda gli investigatori mantengono il più stretto riserbo. Sono stati i familiari della ragazza e del bambino, del quale non è stata resa nota l'età, a denunciare ai carabinieri la violenza. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere di Cassino.
Ansa 22 febbraio 2008

ARRESTATO OPERAIO ACCUSATO DI VIOLENZA SU FIGLIA DI 4 ANNI: VICINI LO CHIAMANO BESTIA.

PIGNATARO M. - Oggi è arrivato il provvedimento
22/2/2008 20:20

PIGNATARO MAGGIORE - Si era reso responsabile di violenza sessuale nei confronti della figlia di appena quattro anni: quarantatreenne finisce in carcere grazie al provvedimento emesso dalla competente autorità giudiziaria. Nel pomeriggio di ieri, in via Paolo Borsellino a Pignataro Maggiore, i militari della locale stazione dei carabinieri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni un uomo accusato di violenza sessuale aggravate continuata. Si tratta di Giuseppe Giudice, quarantatreenne di Pignataro Maggiore. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che concordava con le risultanze investigative degli uomini dell’Arma. I militari della Benemerita, infatti, dopo la denuncia presentata a carico di Giudice, hanno avviato le indagini del caso. Proprio grazie alle ricerche effettuate, hanno accertato che l’uomo, con la scusa di fare un gioco, obbligava la propria figlia di quattro anni ad avere rapporti sessuali completi. Le forze dell’ordine, nel corso delle indagini effettuate in questi mesi, hanno accertato che la vittima, per colpa degli sciagurati atti ai quali la costringeva il genitore, ha riportato serie lesioni agli organi genitali. Il malintenzionato, dopo gli accertamenti di rito, è stato rinchiuso nel carcere circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Quando gli uomini della Benemerita si sono recati all’abitazione dell’arrestato per eseguire il provvedimento, tutti i vicini di casa, mentre l’uomo veniva ammanettato e stava entrando nella gazzella, gli urlavano: “Bestia, bestia.. giustizia è stata fatta”.

AFRICA/GIBUTI- Don Sandro de Pretis: accolta istanza libertà provvisoria

Gibuti (Agenzia Fides)- È stata accolta la nostra domanda di libertà provvisoria di Don Sandro per motivi di salute e di questo ne siamo felici. Entro due o tre settimane dovrebbe svolgersi il processo. Siamo fiduciosi sul fatto che Don Sandro otterrà piena giustizia”. È la dichiarazione all’Agenzia Fides di Sua Eccellenza Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti, dopo la scarcerazione del Vicario, don Sandro Depretis, arrestato il 28 ottobre 2007, con accuse infamanti (vedi Fides 14/12/2007 e 18/1/2008).Secondo il settimanale diocesano la “Vita Trentina” appaiono ridicole le ipotesi che ventilerebbero un suo coinvolgimento in una rete di pedofilia, in seguito alla scoperta di una serie di sue fotografie in cui appaiono anche bambini. Si tratta infatti delle stesse foto che don Sandro, all'inizio dell'estate scorsa, portò alla redazione di “Vita Trentina” per arricchire l'archivio fotografico, povero di immagini originali del Corno d'Africa. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2008 righe 13 parole 164)

PEDOFILIA: GIUDICE REINTEGRA IN AULA PROF CONDANNATO/ MA PER LASCIARE INSEGNAMENTO LUI CHIEDE LA PROMOZIONE

(di Enrico Marcoz) (ANSA) - AOSTA, 22 FEB - Condannato per diffusione di immagini pedopornografiche e sospeso dall'insegnamento, è stato riportato sulla cattedra da una sentenza del giudice del lavoro di Aosta. E ora chiede una promozione per lasciare le aule. Una vicenda paradossale, che si intreccia sul filo della giurisprudenza, con protagonista un insegnante valdostano. Tutto è iniziato nell'ottobre 2001 quando, in seguito ad un'indagine della polizia di Bari, M.F., di 45 anni, insegnante di musica con la passione per la tromba, si è ritrovato il nome iscritto nel registro degli indagati per diffusione, divulgazione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico. Secondo gli inquirenti scambiava foto e chattava con pedofili utilizzando il computer della scuola media dove lavorava, nella bassa Valle d'Aosta. Immediato il provvedimento disciplinare con sospensione cautelare. L'inchiesta interna si era conclusa con una sospensione di sei mesi come sanzione. Trascorso il periodo, l'insegnante è tornato in classe. E lì è rimasto fino all'aprile del 2007 quando, con decreto dell'assessore regionale all'istruzione, è stato nuovamente sospeso "a titolo cautelativo". Provvedimento motivato dall'esigenza di "attendere una pronuncia giudiziaria definitiva". Solo pochi mesi prima, infatti, al professore erano stati inflitti due anni di carcere dal Tribunale di Aosta nell'ambito dell'inchiesta sulla pedopornografia. "Abbiamo subito fatto ricorso contro la sospensione professionale - ha spiegato l'avvocato Giuseppe Greppi, che difende il professore - e il giudice del lavoro di Aosta ieri ci ha dato ragione. E' stato un errore della pubblica amministrazione che ha cercato di punire due volte il mio cliente per lo stesso fatto". "Abbiamo tentato una conciliazione - ha aggiunto - ma ci è stato sempre risposto che non c'erano posti disponibili. Adesso, dopo la sentenza a noi favorevole, ci dicono che i posti ci sono ma il mio cliente li accetterà solo se sono premianti, ovvero promozioni". Una richiesta che ha fatto trasalire l'assessore regionale all'istruzione, Laurent Vierin: "Sono indignato, spero proprio che il professore stia scherzando". Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sottolineando che "si può essere reinseriti in funzioni diverse da quelle dell'insegnamento". "Il ministro parla di una sentenza che non conosce - ha replicato il presidente della Regione Valle d'Aosta, Luciano Caveri, annunciando il ricorso in Appello contro la decisione del giudice del lavoro - dato che nel dispositivo non sono poste alternative ma il reintegro nel suo incarico. Noi abbiamo fatto delle proposte che non sono state accettate". L'insegnante questa mattina ha ripreso possesso della sua cattedra in sette classi, dalla prima alla terza media. L'accoglienza è stata 'freddina' solo da parte di qualche collega. Ai ragazzi è stato spiegato che "é stato sospeso - ha detto la dirigente - per aver diffuso immagini illegali via internet e basta". Nessuna protesta, almeno per il momento, da parte dei genitori. "Mi aspetto comunque qualche chiamata già domani" ha commentato sconsolata la direttrice. (ANSA).

Don Mauro Stefanobi ancora in difesa:"Mai avuto atteggiamenti equivoci"

giovedì 21 febbraio 2008

Si è difeso ancora. Anche se il presidente della Corte – Alessandro Bianchi – lo ha spesso incalzato nel chiedere spiegazioni su una lettera da lui fatta firmare ad un suo parrocchiano sul contenuto di videocassette donate alla casa parrocchiale di Laglio. Tra quelle videocassette ce n’era anche una – che lui giura di non avere mai visto – a contenuto pornografico. Don Mauro Stefanoni ha spiegato e parlato a lungo rispondendo alle domande che gli sono state poste – stamane in Tribunale a Como – dai suoi difensori, ma anche da parte civile e Pm Isella. Ha tenuto e precisare ancora una volta che non ha mai tenuto comportamenti equivocabili con la giovane vittima della presunta violenza sessuale – reato per il quale è a processo – ed ha confermato di non avere mai usato il computer per chattare. Ed ancora:”Sono a disposizione per una nuova perizia medica su di me per mettere fine a questa pazzesca commedia”.A dare poi nuovo vigore alla tesi della sua estraneità dall’infamante accusa che gli rivolge la Procura sono poi sfilati diversi testimoni citati direttamente dai suoi legali: alcuni residenti a Laglio che hanno giurato sull’assoluta irreprensibilità del religioso. Come pure don Carlo Puricelli, attuale parroco di Argegno, che ha escluso di avere mai fatto comunicazioni alla Curia o al vescovo sui presunti abusi di don Mauro. Si riprende lunedì prossimo con altri testi della difesa. Il presidente Bianchi ha disposto la citazione in aula di ben 15 persone.
Ciao Como 22 febbraio 2008

Varese - L'uomo, che oggi ha 81 anni, attirò la bambina in un locale caldaia Violenza sessuale su bambina: condannato a 6 anni

Varese - L'uomo, che oggi ha 81 anni, attirò la bambina in un locale caldaia

Il tribunale di Varese (collegio presieduto dal giudice Giovanni Polidori) ha condannato a 6 anni di reclusione un anziano di 81 anni. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale ai danni di una bambina di 9 anni a cui faceva da “baby sitter” nel 2001. E’ stato altresì condannato all’interdizione dai pubblici uffici e al versamento di una provvisionale stimata in 70mila euro per la bimba e 20mila euro ciascuno per i due genitori. L’episodio si consumò in un ambiente familiare, come spesso accade nei casi di violenza su minori, di un paese del Varesotto. La bimba era sovente ospitata a casa dell’uomo, un lontano parente della piccola che lei stessa chiamava “zio”. Ma in una occasione, lui attirò la piccola nel locale caldaia della casa, si masturbò davanti a lei e la palpeggiò nelle parti intime. Qualche giorno dopo, la bambina parlando disse in casa che non avrebbe più voluto andare a trovare lo “zio”, i genitori si insospettirono e venne fuori la vicenda. La denuncia fu conseguente e, tra indagini preliminari e processo di primo grado, si è arrivati solo oggi a una sentenza che conferma le tesi dell’accusa (in aula rappresentata dal pm Tiziano Masini) e della parte civile (Renato Prestinoni).
L’imputato non andrà in carcere data la tarda età; la ragazzina, invece, sta ancora cercando di ristabilirsi pienamente dalla brutta avventura: non è nemmeno riuscita a rendere testimonianza in dibattimento per lo choc subito dall’episodio.

Varese News Venerdi 22 Febbraio 2008R.R.

Pedofilia, tallonato dalla polizia. Si teme possa colpire di nuovo

TORONTO - «Siamo preoccupati per la pubblica sicurezza». Con queste parole il detective Gord Whealy ha spiegato la decisione della polizia di rilasciare tre foto di Junior Spencer. L’uomo, condannato a due anni e mezzo per distribuzione, produzione e possesso di materiale pedopornografico, scontata la sua pena è tornato in libertà ieri. Ma il timore che l’uomo possa colpire la comunità ha spinto la polizia, autorizzata a seguirne le mosse per i prossimi dieci anni, a chiedere aiuto alla comunità per sapere gli spostamenti dell’uomo, chiamando il 911. Secondo le forze dell’ordine il ricercato avrebbe l’abitudine di avvicinarsi ai bambini tra gli otto e i 14 anni dopo aver stretto delle relazioni con le loro famiglie.
22 febbraio 2008

Chiesa cattolica. La più grande diocesi degli stati uniti dichiara fallimento per far fronte a spese legali

21 Febbraio 2008
La più grande diocesi cattolica statunitense, quella di Fairbanks in Alaska, ha avviato la procedura fallimentare per far fronte alle spese legali derivanti dalle molestie sessuali perpetrate da preti pedofili. Sono circa 150 i casi giudiziari che la Chiesa cattolica deve affrontare in quella Diocesi. Gli abusi sessuali avrebbero avuto luogo fra gli anni ’50 e ’80.
Già a novembre 2007, un ordine cattolico in Alaska aveva accettato di risarcire ben 50 milioni di dollari a più di 100 nativi per abusi commessi da preti gesuiti.
Quella di Fairbanks si aggiunge così ad un lungo elenco di diocesi statunitensi che, pur di evitare migliaia di cause pubbliche in cui gli imputati non erano solo i singoli preti pedofili ma anche le gerarchie che li avevano protetti, stanno faticosamente cercando di risarcire bonariamente le proprie vittime.
Altre diocesi Usa in procedure fallimentari sono quelle di: San Diego, Davenport, Tucson, Spokane, Portland.
Mi chiedo solamente per quale motivo debba essere io a dare queste notizie nel Paese dove l’informazione sulla Chiesa cattolica è sempre attentissima e approfondita. Il Papa appare in televisione più del presidente del Consiglio, e per invitare qualcuno a questa o a quella trasmissione della tv pubblica basta la telefonata di un cardinale. E l’ampio spazio dedicato all’informazione politico-religiosa (quasi esclusivamente cattolica) pare trovare giustificazione proprio nella presunta superiorità morale delle istituzioni cattoliche. È forse questo mito che si cerca di proteggere?

Donatella Poretti brianzapopolare.it

AVELLINO, 50ENNE ABUSA DELLA NIPOTE MINORE DI 15 ANNI: ARRESTATO

Dopo la denuncia della mamma e le dichiarazioni della giovane
28 min fa

Roma, 22 feb. (Apcom) - Nelle prime ore del mattino i Carabinieri della Stazione di Cervinara, in provincia di Avellino, hanno arrestato per violenza sessuale aggravata un cinquantenne con l'accusa di aver ripetutamente abusato della nipote (la figlia del fratello), minore di 15 anni.
Era stata la madre della ragazza a denunciare il cognato alle forze dell'ordine per gli abusi sessuali nei confronti della figlia che, fidandosi del rapporto di parentela, subiva le violenze dello zio.
I Carabinieri hanno immediatamente informato la Procura della Repubblica di Avellino che, assumendo la direzione delle indagini, ha seguito l'operato dell'Arma disponendo tutti gli accertamenti necessari alla ricerca della verità. I riscontri sono giunti in breve tempo confermando gli indizi a carico dell'uomo, anche grazie alle stesse dichiarazioni della giovane vittima.
L'ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Avellino, Daniela Cortucci, su proposta del sostituto procuratore della Repubblica di Avellino, Aquilina Picciocchi.

giovedì 21 febbraio 2008

I segni dell’abuso sui minori. Come si riconoscono, cosa guardare, come interpretare.

Come valutare i disagi dei minori e come interpretarne i segni.
E’ questo un interrogativo di grande attualità in un contesto sociale e mediatico che da un lato tende a fare di qualsiasi minimo sospetto un evento mediatico costruito sul sensazionalismo e sul sospetto mentre molto spesso, intorno molti di noi, ci sono molte realtà sommerse di violenza ed abusi a volte invisibili ed a volte ignorati. E’ abbastanza rara la denuncia di un minore che abbia subito maltrattamenti o peggio abusi sessuali, ed è ancora più difficoltoso ottenere una deposizione della vittima che sia chiara, coerente e particolareggiata come richiede l’esigenza processuale e, contemporaneamente, affidabile, completa e priva di qualsiasi condizionamento come si prefiggono gli psicologi giuridici.

LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA Non esistono inoltre dei metodi scientifici univoci che, basandosi solo su delle dichiarazioni, permettano di distinguere la verità dalla menzogna, o di interpretare in modo incontrovertibile la dichiarazione di un minore. La psicologia è una scienza che non offre certezze matematiche, come ben sanno gli psicologi, così come al diritto non è applicabile il metodo scientifico, come invece pretendono i giuristi. La psicologia giuridica consente di ottenere una rappresentazione verosimile della mente, il diritto pretende la certezza in ogni ambito, anche nei sentimenti e nell’imperscrutabilità della mente umana. Le attuali tecniche di ascolto, le conoscenze della psicologia della testimonianza, le metodologie d’intervista cognitiva e strutturata, le tecniche d’indagine, le metodologie di ricerca, raccolta e valutazione delle prove, possono produrre spesso risultati differenti a parità di situazione. I minori, in particolare, sono un microcosmo in continua evoluzione, molto diversi gli uni dagli altri ed in continua evoluzione anche in breve distanza di tempo, di conseguenza un metodo o un atteggiamento adatto a un bambino può non esserlo per un altro. Per le stesse ragioni non si può affermare con certezza che una determinata procedura, per esempio in un certo paese, che prevede un particolare trattamento del minore, sia più efficace di un’altra poiché i minori vivono in una specifica cultura, anche giuridica, ne conoscono le caratteristiche e sono in grado, nei limiti della loro esperienza, di comprenderla. Una procedura perfettamente accettabile per il minore di un paese potrebbe quindi apparire traumatizzante al minore di un’altra cultura. Inoltre bisogna tutelare il minore anche dal procedimento penale, poiché le audizioni, spesso ripetute, le esigenze della difesa ed il recupero mestico dell’evento abusante rinnovano il trauma e possono esporre il minore ad ulteriori violenze. Nei casi di presunto abuso sessuale, in particolare, è fondamentale assicurare prima di ogni altra cosa uno standard minimo di tutela in una situazione che vede il minore completamente nelle mani di figure adulte. La tutela del minore è in parte garantita da speciali regole procedurali ma soprattutto può essere assicurata da un atteggiamento comprensivo nei suoi confronti, frutto dell’attività di tutti gli operatori che interagiscono con il minore e che hanno una profonda conoscenza e comprensione della situazione in cui egli si trova. La regola fondamentale da seguire in tutti i procedimenti che coinvolgono un minore è che, alla fine, indipendentemente dal risultato, il minore dovrebbe trovarsi in una situazione migliore di quanto non fosse all’inizio del procedimento stesso.
I segni fisici dell’abuso, qualunque esso sia, attivo (maltrattamenti ed abusi sessuali) o passivo (incuria, disuria e ipercuria), possono essere anche molto labili, difficili da riconoscere, difficili da dimostrare e soprattutto difficili da accettare. Ma i segni fisici possono anche essere del tutto assenti, ma il fatto che durante un accertamento medico non si riscontrino lesioni o segni di violenza non significa che l’abuso non sia avvenuto. Al contrario, nella maggiorparte dei casi non rimane traccia evidente dell’abusoa livello fisico, prima di tutto perché spesso l’accertamento medico avviene tardi rispetto al momento dell’abuso mentre le prove, come per esempio le tracce biologiche, durano molto poco e, proprio per il collegamento con l’abuso, generalmente sono rimosse dalla stessa vittima (con il lavaggio, la medicazione, ecc.). Per comprendere i riscontri medici è necessario conoscerne i limiti. Nei casi di maltrattamento in particolare, si deve considerare che non tutte le violenze lasciano segni evidenti, come ad esempio le percosse effettuate con alcuni particolari strumenti (corde bagnate o giornali ad esempio) o in alcune particolari condizioni, inoltre le ecchimosi e gli ematomi, tranne rari casi, durano pochi giorni. Nei casi più efferati, l’abuso può essere perpetrato coscientemente e preordinatamene in un modo tale da non lasciare traccia o comunque da lasciare delle lesioni che rimangono evidenti solo per brevissimo tempo. Anche negli abusi sessuali non sempre sono riscontrabili evidenti segni o tracce, si pensi ad esempio agli atti di libidine in genere ed a tutte le pratiche sessuali che non prevedono necessariamente la penetrazione ed inoltre è possibile osservare delle lesioni che si possono far risalire certamente ed esclusivamente ad un rapporto con penetrazione, escludendo incidenti, infezioni e malformazioni, solo se l’accertamento avvenga entro tre mesi dall’abuso. È perciò chiaro che l’accertamento medico deve essere sempre il primo intervento d’indagine, da eseguire nel più breve tempo possibile, poiché anche se negativo non esclude assolutamente l’abuso e le eventuali obiettività rilevate dal medico potrebbero rivelarsi utili per l’accusa, anche se si trattasse di prove non incontrovertibili e non si potesse escludere che la lesione potrebbe essere dovuta a un incidente o a una malattia. Si deve però considerare che la visita rappresenta un ulteriore stress per il minore e che la maggior parte dei bambini prova anche un forte disagio durante questo tipo di accertamento, la visita infatti, così come la necessità di denudarsi, può ricordare l’abuso subito. Per questa ragione è estremamente importante che la visita si svolga nella forma più appropriata, che il medico possieda non solo le conoscenze mediche necessarie, ma conosca anche le possibili reazioni del minore. In alcuni casi è opportuno o anche necessario che il minore venga preparato psicologicamente all’accertamento medico. Anche la trascuratezza e l’incuria non determinano necessariamente stati fisici inequivocabilmente ascrivibili all’abuso passivo. E’ molto difficile rinvenire soggetti trascurati al punto da essere evidentemente denutriti, ad esempio. In generale in tutti questi casi non è facile e frequente che si presenti un chiaro rapporto di causa ed effetto per il quale le conseguenze dell’abuso sono chiaramente e certamente riferibili ad un comportamento abusante e ad un soggetto che può esserne ritenuto responsabile.
Infine è importante distinguere tra il concetto di prova e di parere dell’esperto. Infatti Le prove consistono in qualunque lesione o segno riscontrato sulla vittima, mentre le conclusioni che l’esperto trae sulla base della sua conoscenza ed esperienza non costituiscono delle prove, ma piuttosto una valutazione di queste, e quindi la corte non è obbligata a tenerne conto. Il parere dell’esperto è un ausilio per il lavoro di valutazione delle prove, ma non costituisce di per sé una prova. E’ noto che il giudice in base al principio della libera valutazione delle prove, può condurre una valutazione indipendente di tutte le prove del caso, anche se spesso il giudice, non possedendo una conoscenza approfondita in campi quali la medicina, l’economia, le scienze legali, forse si affida fin troppo al parere e all’autorevolezza di un esperto ma egli rimane sempre il “peritus peritorum”.
I SEGNI PSICOLOGICI DELL’ABUSO Anche se mancano segni fisici, non mancheranno certamente i segni psicologici. Le conseguenze dell’abuso riguardano funzioni psicologiche ed adattive quali l’organizzazione del Sé, la regolazione degli affetti, lo sviluppo dei pattern di attaccamento, lo sviluppo dell’autostima, le relazioni con i coetanei e l’adattamento sociale. Gli esiti clinici dell’abuso e della trascuratezza risultano variabili ed incostanti e si manifestano in funzione dei fattori di rischio e protettivi presenti nel soggetto e nell’ambiente familiare e sociale, interpretabili alla luce della psicopatologia dello sviluppo . Per dare alcuni riferimenti agli operatori sul campo riportiamo di seguito alcuni indicatori di cambiamento comportamentale che si caratterizzano clinicamente per essere tipici, sebbene non costituenti prova certa ed assoluta, per i casi di abuso:
FINO A 6 ANNI DI ETA': - Disturbi del sonno - Disturbo condotte alimentari - Lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali) - Preoccupazioni insolite - Paure immotivate - Rifiuto nel mostrare il corpo nudo - Esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo) - Isolamento familiare/sociale - Aggressività contro adulti/coetanei - Autolesionismo - Interesse sessuali e comportamentali sessualizzati inappropriati all'età, masturbazione compulsIva - Particolari caratteristiche del gioco
DAI 6 ANNI IN POI: - Disturbi del sonno - Disturbo condotte alimentali - Lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali) - Preoccupazioni insolite - Paure immotivate - Rifiuto o compiacenza nel mostrare il corpo nudo anche in situazioni mediche, reattività al contatto fisico - Esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo) - Aggressività contro adulti/coetanei - Autolesionismo - Interessi sessuali inappropriati all'età, masturbazione compulsiva, comportamenti sessuali promiscui - Passività, inibizione del pensiero - Depressione, isolamento - Difficoltà scolastiche - Oppositività, provocatorietà - Fughe Comportamenti immaturi, regressione fasi evolutive precedenti - Tentativi di suicidio.
Massimiliano MANCINI (già Dirigente di Polizia Locale, Docente e consulente nelle materie giuridiche e criminologiche)
Fonte: http://www.bambinicoraggiosi.com/

Pedofilia: tutti i casi di un febbraio nero, e l’ultimo arrestato commercia in articoli religiosi.

di Roberta Lerici

Oltre cinquemila segnalazioni e centinaia di casi accertati ogni anno, un'enormita'.
Bambini che, dal primo anno di vita sono vittime di abuso, molestie sessuali.
Il caso di Agrigento e' solo l'ultimo di una realta' di squallore e nefandezze
sulle quali si aprono squarci a ogni latitudine. Ma sono tanti i casi che non vengonoalla luce perche' mai denunciati, spesso per vergogna o mancanza di fiducia nella giustizia.
Un aumento della pedopornografia online negli ultimi cinque anni del 131% e una schiera di “insospettabili” scoperti a produrre o scambiare migliaia di immagini pedopornografiche. Tra loro professionisti, insegnanti, allenatori, sacerdoti , operai, impiegati, bidelli, e tanti bravi padri di famiglia. (Ansa-Telefono Arcobaleno-quotidiani)

Nel giorno in cui a Rignano Flaminio alcuni relatori si incontreranno per discutere di veri e falsi abusi, pubblico un elenco degli orrori subiti dai minori negli ultimi trenta giorni, ovvero dalla fine di gennaio 2008. In un periodo in cui dappertutto si lancia l’allarme per l’aumento incontrollato del numero di bambini che subiscono abusi, mi sembra quanto mai fuori luogo parlare di “falsi abusi”, soprattutto se a promuovere queste iniziative sono Vittorio Apolloni, il cui figlio, Valerio, è stato recentemente condannato per pedofilia nell’inchiesta sugli abusi sessuali a danno di alunni della scuola materna Bovetti di La Loggia (To) e l’associazione “ragione e giustizia”, ex comitato pro indagati di Rignano Flaminio, che contesta un’inchiesta ancora in corso.
Comunque, siccome la nostra è una democrazia, ognuno è libero di parlare di ciò che vuole. Così come, ognuno è libero di non perdere tempo, e continuare a lottare affinché nel nostro paese la tutela dei minori vada finalmente ad occupare il primo posto nell’agenda politica italiana.

Ecco un riepilogo dei casi registrati da questo e da altri siti internet negli ultimi 30 giorni:http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/184

Pedofilia:molesta il figlio, indagato insospettabile dirigente della Provincia di Trento

Il bambino accusa il padre di averlo sottoposto ad attenzioni morbose per alcuni anni

Non c'è pace per il Trentino. Risalgono a pochi giorni fa gli arresti di Terlago per abusi sessuali su tre bambini collegati alla scoperta di un gruppo di pedofili che adescavano ragazzini in chat. In quel caso è stata la mamma di uno dei bambini a scoprire il giro. In quel caso sono stati arrestati tre uomini. Oggi, invece la notizia che un dirigente della Provincia di Trento è indagato per presunti abusi sul figlio continuati negli anni. Ecco l'articolo, ecco l'ennesimo "insospettabile" che ha distrutto l'infanzia al proprio figlio senza che nessuno se ne accorgesse. Spero che i visitatori di questo sito, oltre alle notizie di cronaca, leggano anche i documenti che parlano dei sintomi dell'abuso. Conoscerli, avrebbe fatto bene anche a questa mamma di Trento. (Dylan)

TRENTO. Un dirigente della Provincia di Trento è indagato con l’accusa di violenza sessuale ai danni del figlioletto. Un’ipotesi pesantissima, quella formulata dal pubblico ministero Alessandra Liverani che nelle scorse settimane ha chiesto al gip Marco La Ganga l’incidente probatorio per poter raccogliere le dichiarazioni del bambino con l’ausilio di un consulente. I fatti si sarebbero svolti nell’arco di due o tre anni, all’insaputa della madre del bambino che ha denunciato tutto al Tribunale dei minori nello scorso settembre, quando il piccolo ha trovato il coraggio di dirle tutto.Questa non è la solita storia di pedofilia che nasce e si sviluppa in un ambiente degradato. L’uomo che è finito sotto inchiesta per violenza sessuale sui minori è uno stimato dirigente della Provincia. Contro di lui ci sono le dichiarazioni e il comportamento del figlio che, fin da quando era molto piccolo, ha sempre rifiutato di rimanere solo con il padre. Le indagini del pubblico ministero Alessandra Liverani sono partite in settembre, dopo che la mamma del bambino ha presentato denuncia al Tribunale dei minori. Il racconto della donna è allucinante, anche se deve essere ancora confermato dagli accertamenti degli inquirenti.Nella denuncia si legge di un rapporto tra padre e figlio difficile fin dai primi momenti e peggiorato con il crescere del piccolo. Una situazione che la donna non riusciva a capire. Il bambino non voleva rimanere solo con il padre. Una situazione che è peggiorata con il passare del tempo, fino a diventare quasi insopportabile nel marzo 2005, quando il bambino era ancora molto piccolo. Da quel momento il bimbo prese perfino a rifiutarsi di mangiare nella stessa stanza del padre. Per molto tempo, la donna ha creduto che fosse dovuta al fatto che il padre non giocava mai con il figlio, preferendo parcheggiarlo davanti alla televisione piuttosto che giocare o parlare con lui. Però, nel marzo dell’anno scorso le cose sono precipitate. Il bambino, aveva iniziato a sporcarsi. La madre sulle prime ha creduto che si trattasse di un’influenza intestinale, ma neanche varie cure somministrate dal pediatra sono riuscite a risolvere il problema. La cosa è andata avanti per qualche mese finché il bambino non è scappato a casa della nonna. Da quando ha cambiato casa, il bambino ha smesso di sporcarsi.A quel punto, la madre ha cercato di far tornare il piccolo a vivere insieme con il padre, ma il bambino non ne ha voluto sapere. Ed è stato in quel momento che ha rivelato alla madre di aver subito attenzioni particolari da parte del padre. Secondo il bimbo, l’uomo avrebbe anche compiuto alcuni atti sessuali alla sua presenza. Non solo, il piccolo ha detto di essere stato molestato varie volte quando andava a dormire con i genitori nel lettone. La madre, nella denuncia al Tribunale dei minori, afferma di non essersi mai accorta di nulla. Il racconto del bambino è stato raccolto dalla polizia giudiziaria e il pm ha ritenuto di chiedere un incidente probatorio per congelare la prova in vista di un eventuale processo.
(Espresso Local 21 febbraio 2008)

Belgio sotto choc: accusato di pedofilia l’avvocato delle vittime di Dutroux

paolo.manzo Giovedì 21 Febbraio 2008 alle 13:58
Detenzione di materiale pornografico a carattere pedofilo. La procura di Liegi accusa l’avvocato Victor Hissel, dopo che giovedì 14 febbraio una perquisizione aveva portato al ritrovamento di foto e video pedopornografici. Solo l’ennesimo caso di pedofilia in Belgio? Niente affatto perché Victor Hissel è lo stesso avvocato che nel 1996 assunse la difesa delle famiglie Russo e Lejeune, i genitori di Julie e Mélissa, le due bambine di otto anni rapite, violentate, filmate e lasciate morire di fame incatenate al letto in una stanza della casa dal loro aguzzino e carnefice, Marc Dutroux, alias il “mostro di Marcinelle”.
All’epoca fu uno scandalo mondiale che, oggi, torna a galla proprio perché vede coinvolto, ma questa volta sul banco degli imputati, lo stesso avvocato che ai funerali di Julie e Mélissa parlò durante la messa e scoppiò a piangere diventando un’icona del Belgio sano che combatte contro il male rappresentato da Dutroux.
La cattura del “mostro di Marcinelle” sconvolse il paese perché portò alla luce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale per lo sfruttamento sessuale dei minori. Un’organizzazione che, si disse all’epoca, coinvolgeva anche politici, poliziotti e magistrati. Molte accuse ma nulla o quasi fu provato in sede giudiziaria. Oggi il Belgio è di nuovo disorientato perché l’eroe antipedofilia del 1996 si vede coinvolto negli stessi turpi traffici che diceva di combattere. Proprio in queste ore la procura di Liegi sta decidendo se indagare Hissel anche per diffusione di materiale pedofilo. Se lo facesse, l’avvocato rischierebbe ben più dell’anno di carcere previsto dal codice belga in caso di semplice detenzione di foto e video pedopornografici. Hissel è stato “pizzicato” nell’ambito di una vasta operazione internazionale, battezzata Koala, che ha portato all’arresto di decine di persone in tutto il mondo. Il suo nome figurava infatti in una lista assieme agli indirizzi elettronici di pedofili che visitavano siti o ricevevano video e immagini pedopornografiche. Dal canto suo Hissel non è voluto entrare nel merito delle accuse della procura e ha detto che sta “analizzando i fatti che gli sono addebitati”.
Panorama 21 febbraio 2008

Pedofilia Reggio Emilia:muore il padre del bambino violentato. Era indagato anche lui per pedofilia

PROCESSO CON IL GIALLO

Una morte misteriosa. Avrebbe dovuto testimoniare in tribunale sulle molestie nei confronti del figlio di sette anni da parte di un parente. Ma è deceduto in circostanze tutte da chiarire, anche lui accusato dello stesso tipo di delitto

Reggio Emilia, 21 febbraio 2008 - Un'infanzia tragica. Se le accuse saranno confermate, ci troviamo davanti alla vicenda spaventosa di un ragazzino che a sette anni avrebbe subito violenza sessuale da un lontano parente nella Bassa e che poi, trasferitosi con la famiglia nel Sud, avrebbe di nuovo ricevuto pesanti attenzioni e maltrattamenti da parte del padre. Con un ulteriore, sconvolgente colpo di scena: lo scorso giugno, infatti il padre della vittima è morto in circostanze che gli investigatori ritengono misteriose. Quel padre, domani, avrebbe dovuto testimoniare al tribunale di Reggio, al processo per presunta pedofilia che vede vittima il nipote e che giunge alla seconda udienza dibattimentale. Deporrà soltanto la madre. E con lei i carabinieri che hanno condotto le indagini e gli assistenti sociali. Questa terribile vicenda di infanzia violata, ora al vaglio del tribunale, risalirebbe a sette anni fa, tra il 2001 e il 2003. Sotto accusa un parente di 23 anni - difeso dall’avvocato Domenico Noris Bucchi e dalla collega Antonella Leone - - che grida la sua innocenza. Avrebbe, secondo la ricostruzione dell’accusa, sottoposto a violenza sessuale il bambino portandolo in un luogo appartato, poco distante dalla sua abitazione. Una violenza ripetuta, fino a quando il bambino si confidò con la madre chiedendo aiuto. Conseguente, ecco la denuncia ai carabinieri e l’avvio immediato delle indagini, coordinate dal pm Lucia Russo. Col passaggio del sostituto procuratore alla procura della Repubblica di Parma, il caso fu preso in carico dalla collega Maria Rita Pantani. E’ scattato infine il rinvio a giudizio del giovane parente ed è cominciato il dibattimento che domani giungerà alla seconda udienza. In aula sono chiamati a testimoniare i familiari del ragazzino, oggi quattordicenne, le assistenti sociali e i carabinieri che condussero le indagini. E il ragazzino verrà chiamato in futuro a raccontare quanto subì in una delicatissima audizione protetta. Ma alla vigilia della nuova udienza si apprendono altri due fatti sconvolgenti. Il primo è che anche il padre era stato denunciato per pesanti attenzioni nei confronti del figlioletto e di maltrattamenti a lui e ai suoi due fratelli. Il secondo è che lo scorso giugno il padre è stato trovato morto in circostanze misteriose nella città del Sud in cui la famiglia era andata ad abitare tre anni fa dopo quei drammatici avvenimenti. Nei mesi scorsi, parlando della resunta violenza avvenuta nella Bassa, il criminologo Lino Rossi, che aveva visitato il bambino alcuni anni fa come consulente della procura, ebbe a dichiarare: «E’ una vicenda bruttissima, maturata in un ambiente caratterizzato dalla povertà. Per il bambino è stata un’esperienza dolorosissima. Nella relazione ho spiegato che il bambino è assolutamente attebndibile. Ora viene costantemente seguito, ma ha sofferto tantissimo e per lui i problemi psicologici non sono certo risolti».
Il Resto del Carlino 21 febbraio 2008

Pedofilia: Brindisi, arrestato commerciante articoli religiosi

Un commerciante di articoli religiosi è stato arrestato nella notte dai carabinieri del Nucleo Operativo di Brindisi con l’accusa di pedofilia. La piccola vittima non aveva ancora 12 anni
BRINDISI – Un commerciante di immagini e di oggetti sacri è stato arrestato la scorsa notte a Brindisi dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale su un minorenne. E' Pierangelo Salvaro, di 53 anni, di Turi, in provincia di Bari dove gestisce la propria attività commerciale. Secondo l’accusa, la scorsa estate, mentre era in vacanza a Villanova di Ostuni, nel brindisino, l’uomo avrebbe abusato di un ragazzino. L’accusa nei suoi confronti è di violenza sessuale, aggravata dal fatto che allora la piccola vittima non aveva ancora 12 anni.
Gazzetta del Sud 21/2/2008

Enna: Interrogatori sulla violenza sessuale subita dalle due sorelle

Enna. Sono durati circa un’ora e 40’ gli interrogatori di Angelo Leonardo Lo Vecchio, 68 anni, e dei genitori delle due minori, che sono agli arresti domiciliari perché accusati il primo di violenza sessuale nei confronti della ragazza sedicenne, ed i secondi di abbandono morale e materiale delle due figlie minorenni. Il Gip Pasqualino Bruno, alla presenza del Pm Marcello Cozzolino, ha voluto interrogare prima i genitori delle due sorelline, alla presenza del difensore, avvocato Michele Baldi, e successivamente Angelo Leonardo Lo Vecchio, il gestore del bar del palazzo di giustizia, alla presenza dei due avvocati difensori Giampiero Cortese ed Alessandro Faraci. Molto confuse e contraddittorie le risposte dei due genitori, che, angustiati da problemi finanziari, e dalla presenza di altri figli minori, riuscivano con grande difficoltà ad avere il controllo della situazione perché il primo problema era quello della sopravvivenza, soprattutto materiale, essendo il padre impegnato nei cantieri di servizio, mentre la madre, che ha difficoltà di deambulazione, è costretta a rimanere a casa per accudire agli altri figli. Una situazione familiare di grande precarietà morale e materiale, per cui era difficile che si potesse tenere il controllo di due ragazzine, che volevano ad ogni costo stare fuori. Più articolate e più precise le risposte di Angelo Leonardo Lo Vecchio, che ha confessato di avere avuto due contatti sessuali con la ragazza sedicenne, che non sapeva quale era la sua età, che era consenziente, quindi non c’è stata violenza sessuale, che non conosceva lo status di ritardo psichico della ragazza, mentre ha escluso che ci fossero stati contatti con la quattordicenne, che conosceva solo superficialmente. In effetti, ed è stato anche accertato dalle indagini degli agenti della Mobile, la ragazza quattordicenne, non ha mai avuto rapporti sessuali con uomini, ci sono stati dei tentativi, ma sono falliti tutti. Sulla base delle dichiarazioni fatte da Angelo Leonardo lo Vecchio, i due avvocati Cortese e Faraci, è probabile che tra oggi e domani presentino richiesta di rito abbreviato. Gli agenti della Mobile, coordinati dal vice questore aggiunto,Tito Cicero, continuano le loro indagini per identificare coloro i quali hanno avuto rapporti sessuali con la sedicenne. Intanto sia i due genitori che il gestore del bar del palazzo di giustizia rimangono agli arresti domiciliari.
Vivi Enna il 21/02/2008 alle 09:27:30

mercoledì 20 febbraio 2008

Pedofilia : polizia spagnola pubblica sul web foto di pedofili

di Gabriella Mira Marq
Foto di presunti pedofili pubblicate on line al fine di chiedere la collaborazione dei cittadini per scovarli.
E' quanto fatto dalla Guardia Civile spagnola, che ha inserito le fotografie - tratte da fotogrammi di video pedofili - sula sua pagina web, chiedendo ai cittadini aiuto per l'identificazione degli uomini che vi compaiono. Gli uomini che appaiono nelle fotografie sembrano - dai tratti somatici - appartenenti a diverse etnie.
I video - in cui, e' stato spiegato, si consumano abusi sessuali su minori - sono frutto di diverse indagini della polizia spagnola, ma nonostante gli sforzi fatti in precedenza dagli investigatori, non e' stato possibile risalire all'identita' dei protagonisti di tutte le violenze. Da qui la scelta di pubblicarle in Internet e di destinare un indirizzo di posta elettronica (delitti telematici) alle segnalazioni da parte dei cittadini che ritengano di aver riconosciuto qualcuno nelle immagini.
E' la prima volta che viene presa in Spagna una simile misura. In Norvegia si era proceduto alla pubblicazione on line delle fotografie di uomini colpevoli di violenze domestiche, allo scopo di evitare ad altre donne una brutta avventura.
A scopo di identificazione, ivece, era stata l'Interpol a diffondere in rete, nello scorso ottobre, le fotografie di un pedofilo, Christopher Paul Neil, che aveva manipolato le sue immagini per impedire il riconoscimento. Grazie alla collaborazione cittadini, lo si pote' identificare e arrestare in meno di una settimana.
Osservatorio sulla legalità e sui diritti 20 febbraio 2008

Rometta Superiore (Me): Chierichetto pedofilo condannato a nove anni di carcere

20/02/2008
Rometta Superiore: chierichetto pedofilo condannato a nove anni di carcere
Una condanna fra le più pesanti inflitte a Messina per un pedofilo. La seconda sezione del Tribunale ha condannato a nove anni di reclusione un ventenne giovane che due anni fa a Rometta Superiore violentò due bambini di 5 ed 8 anni. I giudici hanno accolto quasi interamente le tesi dell'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Claudio Onorati che aveva chiesto la condanna a nove anni e mezzo.La tremenda vicenda ha lasciato il segno nei due bambini ancora in cura presso uno psicologo.I fatti avvennero nel novembre di due anni fa. Il giovane, all’epoca diciottenne e chierichetto nella parrocchia di Rometta Superiore, conduesse i due bambini in campagna e li violentò. Furono le stesse vittime, fra le lacrime, a raccontare tutto ai genitori che presentarono denuncia ai Carabinieri di Rometta. I Militari dell'Arma, al comando del maresciallo Francesco Risitano, avviarono le indagini. Furono sequestrati gli abiti dei bambini sui quali vennero trovate tracce del diciotteenne. Gli uomini del Ris di Tremestieri ricavarono il DNA che inchiodò il pedofilo alle sue responsabilità. Il giovane fu arrestato con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata. Oggi, dopo un periodo trascorso in carcere, si trova in una comunità dov'è seguito da un pool di esperti.
Tempo Stretto 20 febbraio 2008

Violenze sessuali su una dodicenne: Arrestati genitori e padrino

Gli abusi da parte del padrino di battesimo sarebbero continuati per circa sei mesi fino alla denuncia, seppur tra molte ritrosie, della piccola vittima. Il padre e la madre avrebbero acconsentito alle violenze sessuali

Palermo, 20 febbraio 2008 - Per oltre sei mesi avrebbe subito in silenzio le violenze sessuali del padrino di battesimo, poi la piccola vittima, di appena dodici anni, ha raccontato tutto ed è scattato l'arresto dell'uomo e dei genitori che avrebbero acconsentito alle violenze sessuali. È il terribile scenario dell'ennesimo vicenda di pedofilia che, questa volta, è accaduta a Palermo. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato i genitori naturali ed il padrino di battesimo.

Le indagini, che sono state dirette dal pm di Palermo Adriana Blasco, mentre le misure cautelari sono state ordinate dal gip Roberto Conti, hanno portato alla luce situazioni drammatiche di degrado familiare ed ambientali e il timore di eventuali ritorsioni nei confronti della minore. Le tre ordinanze, sono state eseguite dai Carabinieri della Stazione Palermo Brancaccio che si sono avvalsi della collaborazione di Assistente dell'Unità Organizzativa Emergenze Sociali del Comune di Palermo. Le violenze accertate dagli investigatori, si sono protratte per circa sei mesi fino a quando la giovane minore, seppure tra mille ritrosie, ha raccontato il terribile choc subito.
Quotidiano.net 20 febbraio 2008

Pedofilia Agrigento:l'avvocato accetta di difendere il piazzaiolo, a patto che non neghi i fatti

Caso più unico che raro. L'avvocato Cipolla ha accettato di difendere il pedofilo recidivo Iacono che due giorni fa, ad Agrigento, ha abusato di una bambina di quattro anni, solo se avesse ammesso le sue responsabilità. Leggendo un'altra agenzia, però, leggo che essendoci elementi probatori e non indiziari, come nel caso delle tre sorelline abusate in passato dal pedofilo, era preferibile non adottare una linea difensiva inutile. Sapete quali erano gli elementi indiziari nel caso precedente? La testimonianza della tre bambine. Per fortuna, il giudice di quel caso ha correttamente valutato come "prove" la testimonianza delle tre minori e così ci siamo risparmiati le autodifese degli imputati e le ormai inascoltabili tesi dei loro avvocati.
Ecco una lista di frasi pronunciate in famosi casi giudiziari recenti:
"La bambina si è fatta male da sola"
"Stavamo giocando ed è inciampata"
"La bambina ha frainteso i miei abbracci"
"Io sono un tipo eccentrico"
"La mamma della bambina soffre di turbe psichiche"
"La bambina ha troppa fantasia, quello che ha raccontato lo avrà visto in un film"
"Mi sono girato e l'ho persa di vista per dieci minuti, poi l'ho ritrovata"
"Il medico che ha visitato la bambina si sbaglia, va visitata da uno specialista di fama internazionale"
"La bambina nutre un grande affetto per me"
Dal canto suo, l'avvocato ha rinunciato anticipatamente ad adottare la seguente linea difensiva:
"La madre della bambina sperava di ottenere un risarcimento economico dall'imputato"
"Lo stupro è un indicatore di abuso aspecifico."
"Il fatto che il trauma subito dalla minore sia compatibile con l'abuso sessuale, nei fatti non dimostra che l'abuso sia realmente avvenuto"
"Non ci sono testimoni dell'abuso oltre alla bambina, la quale dimostra chiaramente di non essere un testimone attendibile"
Roberta Lerici- www.bambinicoraggiosi.com

Pedofilia Belgio: avvocato vittime Dutroux indagato per detenzione materiale pedopornografico

BRUXELLES - L'avvocato dei genitori di alcune delle piccole vittime del pedofilo Marc Dutroux è finito nel mirino della magistratura di Liegi in Belgio per detenzione di materiale pedo-pornografico.Gli inquirenti sono arrivati al legale Victor Hissel, che tuttavia, riferisce l'agenzia di stampa Belga, smentisce ogni accusa a suo carico, nell'ambito dell'inchiesta Koala, un'operazione internazionale antipedofilia partita dall'Australia e proseguita in Europa.L'avvocato Hissel nel 1996 aveva difeso le famiglie di Julie Lejeune e Melissa Russo, le due piccole di 8 anni violentate e lasciate morire di fame nella casa-prigione del mostro di Marcinelle e successivamente aveva tutelato anche la famiglia Marchal. La loro figla An, 17 anni, rapita da Dutroux e dai suoi complici, morì in condizioni altrettanto strazianti di quelle di Melissa e Julie. In quel periodo, ricorda ora l'agenzia Belga, Hissel aveva tenuto discorsi particolarmente virulenti contro la pedofilia.ATS
Corriere del Ticino 18 febbraio 2008

Rignano, Parte civile: "Nessuna svolta, piccola si difende negando tutto" .La bambina è risultata positiva alle benzodiazepine.

Roma, 19 feb.08-da Apcom "Escludiamo che la bambina sia stata sottoposta a qualsiasi forma di induzione. Riteniamo che la piccola abbia risposto in questo modo come forma di difesa, in sostanza è stato un suo meccanismo. Non c'è alcuna svolta. La bambina cerca di evitare qualsiasi domanda e risposta sull'argomento e per questo riferisce di aver appreso tutto dalla mamma per evitare altri approfondimenti. Del resto anche in passato, durante gli incontri con i periti, la piccola ha messo in atto questo comportamento difensivo evitando di riferire episodi specifici". Così afferma l'avvocato Mirko Mariani, parte civile nel procedimento su una serie di presunti abusi e violenze sessuali avvenuti a Rignano Flaminio. Il legale è difensore di fiducia dei genitori della piccola che stamane ha testimoniato in incidente probatorio davanti al gip di Tivoli, Elvira Tamburelli. La bimba ha riferito che la madre le ha parlato di violenze. L'avvocato Mariani sottolinea invece: "Non dobbiamo comunque dimenticarci che la bimba è risultata positiva alle benzodiazepine dopo l'analisi tossicologica effettuata sui capelli". Sulla stessa linea i legali Antonio Cardamone e Franco Merlino, che spiegano: "Il fatto che la madre della piccola che è stata sentita oggi le avesse parlato, era circostanza già nota. Già nella perizia si ricavava questo dato. La stessa denuncia, tra tutte quelle degli altri genitori è quella più indiretta, in cui sono più presenti i sentito dire. A nostro avviso comunque anche dalla testimonianza di stamane vi è la conferma della sincerità e della realtà dei racconti fatti dai bimbi". I due penalisti, sottolineano poi che se si fosse assistito sinora al frutto di una serie di "induzioni e suggestioni", non c'era motivo che la lezione non dovesse esser ripetuta. Confermano la sincerità di tutti i piccoli, anche le parole della bimba ascoltata per circa due ore dal gip Tamburelli nel pomeriggio. Lei, tra le più piccole di quelle previste nell'incidente probatorio, ha richiamato al fatto che i piccoli della scuola 'Olga Rovere' venivano portati da una "scuola brutta" ad una "bella", e che dovevano "prendere le medicine" e "farsi fare le punture".
Fonte www.bambinicoraggiosi.com

PEDOFILIA:LA LEGGE E LE PROPOSTE PER COMBATTERLA

ROMA, 16 FEB - Oltre cinquemila segnalazioni e
centinaia di casi accertati ogni anno, un'enormita'. Bambini
che, dal primo anno di vita sono vittime di abuso, molestie
sessuali. Il caso rimbalzato oggi da Agrigento e' solo l'ultimo
di una realta' di squallore e nefandezze sulle quali si aprono
squarci a ogni latitudine. Ma sono tanti i casi che non vengono
alla luce perche' mai denunciati, spesso per vergogna o mancanza
di fiducia nella giustizia. Ma quando i responsabili vengono
individuati e arrestati la legge cosa prevede? Walter Veltroni
nei giorni scorsi ha gettato il sasso nello stagno e oggi
conferma, parlando all'assemblea costituente del Pd, l'impegno
nella lotta alla pedofilia: ''Le misure di repressione devono
essere le più severe possibili''.
In Italia la pedofilia come reato è stata disciplinata dalla
legge 66 del 15 febbraio 1996, 'Norme contro la violenza
sessuale'.
Successivamente e' stata emanata la legge 269/1998
che introduce ''Norme contro lo sfruttamento della
prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno
di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitu'
.
Secondo la legge un atto sessuale con un minore di 14 anni
anche se questo è consenziente è punito con 6 - 12 anni di
reclusione, che salgono a 7 - 14 se il bambino ha meno di 10
anni. Aggravanti ulteriori per il reo sono considerate la
parentela o l'aver in custodia il minore, ne vale ad attenuare
la gravita' del fatto l'eventuale non conoscenza dell'eta' della
vittima. Inoltre dal 2 marzo 2006 e' in vigore la legge n. 38
contenente 'Disposizioni in materia di lotta contro lo
sfruttamento sessuale dei bambini e la pedo-pornografia anche a
mezzo Internet'. La legge modifica la precedente normativa in
particolare la 269/98, adeguandola ai recenti accordi
internazionali e alla decisione quadro europea.
Oltre all'inasprimento delle pene viene ampliata la nozione di
pedo-pornografia e del suo ambito. Nel 2007 alla Camera e al
Senato sono state presentate circa dieci proposte di legge di
ulteriore inasprimento di pena per reati di pedofilia, in alcune
delle quali, come in quella di Stefano Pedica (Idv), si chiede
di ricorrere alla castrazione chimica per chi commette abusi
sessuali sui minori. Intransigenti anche Lega e FI. Il Carroccio
chiede di trattare la pedofilia alla stregua dell'omicidio.
Anche FI e' per la linea dura. Le azioni di contrasto suggerite
dal legislatore si riassumono sostanzialmente in tre filoni:
introduzione del reato di 'apologia' anche per la pedofilia;
piu' controlli e inasprimento delle condanne; modifica delle
procedure per le testimonianze dei minori.
REATO DI APOLOGIA - Ne chiedono l'introduzione nel nostro
ordinamento varie proposte di legge si intende cioe' punire con
il carcere da tre a cinque anni chiunque istighi a commetterlo.

INASPRIMENTO DELLE PENE-L'Italia dei Valori di Di Pietro ha presentato diverse proposte di legge per contrastare la pedofilia.Una di queste prevede l’ergastolo per chi si è macchiato di questo crimine. Saranno invece concessi sconti di pena a coloro i quali si sottoporranno volontariamente ad un trattamento ormonale per inibire la libido, lo scopo è far sì che il condannato, una volta libero, non ripeta la violenza.Con la proposta di"INTRODUZIONE NEL SISTEMA PROCESSUALE DELL'AZIONE COLLETTIVA RISARCITORIA", si potrà avere, come in America, la posibilità di promuovere cause collettive in tutti i campi (finanziario, sociale, etc.), quindi anche nei casi in cui si fosse in presenza di abusi perpetrati dallo stesso soggetto a danni di più persone.

IL MEDIATORE PSICOLOGICO - Nei provvedimenti depositati nei mesi
scorsi da An nei due rami del Parlamento si riforma la procedura
per l'ascolto dei minori nella fase delle indagini e in quella
dibattimentale. Si chiede che il minore sia sempre ascoltato da
uno psicologo o psichiatra seguito dal magistrato. Poi si
introducono l''obbligo di denuncia' e la sanzione per chiunque
''occulti, distrugga o alteri'' disegni o documenti che
potrebbero aiutare a individuare violenze e colpevoli.
Fonti ANSA e quotidiani 16 FEBBRAIO 2008

PEDOFILIA: HA RAPPORTI CON MINORI, OPERAIO CONDANNATO

(ANSA) - RAVENNA - E' di tre anni e sei mesi la condanna
inflitta ad Armando Oroteschini, l'operaio di 55 anni arrestato
dalla polizia a marzo nel suo appartamento di Lugo (Ravenna) con
l'accusa di atti sessuali con minorenni.
Nel rito abbreviato di stamattina, il pm Roberto Ceroni aveva
chiesto quattro anni. Il giudice Cecilia Calandra ha pero'
ritenuto l'uomo colpevole solo di uno dei due episodi
contestati.
Oroteschini era stato arrestato sulla base delle indagini
della squadra Mobile di Ravenna dopo i racconti di due
ragazzini, di 11 e 13 anni, che ai genitori avevano detto di
essere finiti al centro di strani giochi sessuali avvenuti
nell'abitazione dell'operaio. Accuse in parte confermate da
alcune fotografie esplicite trovate durante le perquisizioni.
Dopo aver passato sei mesi in una sezione speciale del
carcere di Reggio Emilia, l'uomo e' stato scarcerato
nell'ottobre scorso grazie all'esito della perizia psichiatrica
richiesta dal suo avvocato. Ora dovra' scontare la pena agli
arresti domiciliari seguendo un percorso di riabilitazione
lavorativo-terapeutico all'interno di una comunita' toscana.
(ANSA).

martedì 19 febbraio 2008

Il pedofilo recidivo: «Un raptus e l'ho stuprata» ma la madre disperata:"Non è stata violentata"

Le perizie mediche: un'aggressione bestiale

Il gip: «Trattamento farmacologico obbligatorio»

AGRIGENTO (18 febbraio) - «E' stato un raptus e l'ho violentata». Lo ha confessato al gip che lo interrogava, il pizzaiolo di Agrigento, Vincenzo Iacono, accusato di aver abusato di una bambina di 4 anni e arrestato venerdì notte dai carabinieri. L'interrogatorio è durato tre ore e mezza, e alla fine l'uomo ha ammesso di aver stuprato la bambina raccontando anche particolari che gli inquirenti definiscono «raccapriccianti». L'uomo resterà in isolamento in carcere per evitare che possa essere vittima di violenze da parte di altri detenuti. L'interrogatorio è stato effettuato nella casa circondariale di contrada Petrusa alla presenza del legale dell'indagato e del pm Adriano Scudieri. L'uomo, già condannato a 6 anni e 4 mesi per aver abusato in passato di tre sorelline di Aragona, era stato scarcerato nel marzo del 2005 per scadenza dei termini di custodia cautelare.La madre: mia figlia non è stata violentata«Mia figlia non è stata violentata. È stata soltanto molestata». La madre della bimba nega con forza anche di fronte all'evidenza delle perizie mediche, che parlano di una violenza «bestiale», e allastessa confessione dell'uomo. Quello della madre della bimba, che è separata e ha altri due figli, sembra il tentativo disperato di volere difendere a tutti i costi l'innocenza della piccola e, forse, anche il bisogno di esorcizzare i sensi di colpa. Il pizzaziolo e un lontano parente e la donna racconta di avergli creduto quando nel precedente processo si era proclamato innocente. «Mi aveva detto che tutte quelle accuse infamanti contro di lui erano false - spiega la donna - mi aveva giurato di essere stato assolto per insufficienza di prove. Io gli ho creduto, mi sono fidata. Adesso spero che resti a marcire in galera fino alla fine dei suoi giorni». Il padre della piccola attacca la magistratura: perché un uomo del genere era in libertà.Il gip: trattamento farmacologico obbligatorio. «I pedofili sono persone malate che dovrebbero essere sottoposte a trattamento farmacologico e a quelli che lo rifiutano dovrebbe essere allungata la custodia cautelare, fino a portarla a oltre due anni di carcere». E' questa proposta lanciata dal presidente dei gip di Agrigento, Luigi Patronaggio, commentando la vicenda del pizzaiolo di Agrigento. «Occorrerebbe trattare queste persone - aggiunge Patronaggio - come lo si fa per i tossicodipendenti, mettendoli sotto cura farmaceutica. Non penso alla castrazione chimica, ci sono altre vie di cura, ma a tutto ciò occorrerebbe pensare non solo quando scoppia il caso, e dunque si crea l'emergenza, ma a freddo, perché si tratta di reati gravissimi e di persone malate».
Osservatorio Minori: obbligo di cura per i pedofili. Certezza della pena e obbligo di cura per i pedofili. E' quanto chiede Antonino Napoli, vicepresidente e responsabile legale dell'Osservatorio dei diritti dei minori, presieduto dal sociologo Antonio Marziale, che propone la modifica dell'articolo 609 Nonies del codice penale. «Il nostro diritto penale sostanziale - evidenzia Napoli - non considera i reati sessuali, soprattutto contro i minori, come il frutto di turbe psichiche e, pertanto, non sono previste misure tese ad un trattamento sanitario. Quindi nessuna cura obbligatoria viene prevista per tali soggetti che, senza avere consapevolezza della loro devianza, potranno reiterare le condotte per cui sono stati puniti. In altri Paesi come la Gran Bretagna, la Danimarca, la Norvegia e gli Stati Uniti queste misure sono state già introdotte con efficaci risultati. Occorre che il Parlamento, nella prossima legislatura, intervenga. E' necessario imporre ai condannati per pedofilia un trattamento psicologico obbligatorio teso alla modifica del comportamento deviato per un periodo non inferiore alla durata della pena, una restrizione ai movimenti, di tenersi lontano da luoghi frequentati da bambini e non svolgere lavori che prevedano un contatto con essi per una durata non inferiore ad anni 5 dalla cessazione dell'esecuzione della pena, l'obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla loro residenza e sugli eventuali spostamenti per una durata non minore ad anni 5. Inoltre, serve un registro informatico, non pubblico ma accessibile alla polizia, in cui vengono inseriti i condannati per i predetti reati».
Il Messaggero 18 febbraio 2008

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