giovedì 14 febbraio 2008

ABUSI SULLE TRE SORELLINE AMANDOLA:GIUDICE RICUSATO DA AVVOCATI DIFESA

Giudice ricusato da due avvocati:avrebbe manifestato pregiudizio

Drammatica udienza al processo per gli abusi sessuali sulle tre sorelline di Amandola. Ascoltata la testimonianza di una di loro. E’ proprio in questa seconda fase che le contraddizioni emerse hanno provocato tensione

Fermo, 13 febbraio 2008 - Colpo di scena nell’incidente probatorio dedicato all’audizione protetta delle tre sorelline di Amandola vittime degli abusi sessuali di ben undici persone.

Gli avvocati Federico Valori e Rossano Romagnoli, difensori dell’ex muratore 68enne Aliano Re, hanno ricusato il giudice Alessandra Panichi. Secondo la versione fornita dai legali, il giudice avrebbe pronunciato una frase che evidenziava un certo pregiudizio nei confronti dell’imputato e disprezzo verso gli avvocati difensori.

Quella di ieri è stata un mattinata movimentata e interminabile per i protagonisti della vicenda processuale preliminare. Una mattina iniziata alle 8,30, con il forfait delle due sorelline più piccole e che si è snodata per circa sette ore nelle tre diverse stanze allestite nella questura di Ascoli Piceno.

In uno dei locali è stata ospitata la vittima delle violenze insieme allo psicologo nominato dal tribunale, il dottor Maurizio Pincherle. In un’altra stanza si è insediato il giudice e nell’altra ancora il pubblico ministero Umberto Monti e gli avvocati difensori. Le domande alla vittima, per evitare qualsiasi forma di contatto con accusa e difesa, sono state fatte per iscritto al giudice che, a sua volta, le ha poste alla ragazzina.

Il primo incidente probatorio ha riguardato i due imputati indiani difesi dall’avvocato Mariano Franchi, il secondo l’amandolese di 68 anni. E’ proprio in questa seconda fase che le contraddizioni, emerse nel corso dell’audizione della vittima, hanno provocato momenti di tensione.

A un certo punto il dottor Pincherle ha comunicato che la ragazzina era sfinita e non ce la faceva più e questo avrebbe ulteriormente peggiorato la situazione. Da qui lo scontro verbale tra la difesa e il giudice finito con la ricusazione.

"Abbiamo posto una serie di questioni – spiega l’avvocato Federico Valori – e sono state tutte respinte. Dalle domande fatte sono poi scaturite una serie di contraddizioni sui tipi di rapporti sessuali avuti con le vittime e sul periodo in cui sarebbero stati consumati. A quel punto abbiamo fatto notare la cosa al giudice, che ha reagito con un frase che reputo offensiva. Per questo motivo è scattata la ricusazione e l’istanza che sarà esaminata dalla Corte d’Appello di Ancona".

Valori sottolinea anche il clima che si è creato nella fase preliminare del processo: "Sembra che gli imputati siano destinati a essere condannati in partenza e poi c’è una fretta incredibile di chiudere la vicenda. Ribadisco che sarebbe meglio unificare tutti i tronconi dei procedimenti a carico degli undici incriminati. Sarebbe meglio anche per le vittime, che non dovrebbero così ripetere le stesse cose per più volte".
Il Tempo Fabio Castori

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