giovedì 14 febbraio 2008

TREDOZIO: muratore processato per abusi sessuali su dodicenne

TREDOZIO – Accusa di violenza sessuale aggrava, mercoledì mattina, al Tribunale di Forlì. L’imputato è un muratore 50enne, accusato di aver molestato una ragazzina di 12 anni, cercando di baciarla e toccandole il petto. Il caso risale al 2003 ed è emerso grazie alla denuncia di un professore delle medie, allarmato dalla stessa madre della vittima, che gli aveva confidato che sospettava che alla figlia, chiusa in sé stessa, fosse successo qualcosa di terribile.
Da lì sono scattate le indagine che hanno portato i carabinieri a ricostruire la storia attraverso i racconti della ragazzina, sentita durante la scorsa udienza, in dicembre. Lo stesso giorno erano stati sentiti anche la madre e l’imputato, assistito dagli avvocati Sabrina Mancini e Lorenzo Valgimigli, che ha sempre negato ogni accusa. L’adolescente ha raccontato tra le lacrime le molestie subite, pur ammettendo spesso di non ricordarsi molti particolari, date e persone.
A porte chiuse (pm Alessandro Mancini), data la delicatezza del caso, ha ripercorso il giorno in cui aveva fatto entrare in casa il muratore, mentre era sola, perché lui doveva controllare i pavimenti. A chiederglielo era stata la madre che aveva bisogno di alcuni consigli, ma che non sapeva quando sarebbe venuto. E una volta entrato il 50enne avrebbe poi tentato di baciarla, stringendola in un angolo e andandosene solo quando la ragazzina si era messa ad urlare. Il secondo abuso a sfondo sessuale, sempre secondo quanto riportato dall’allora 12enne, era avvenuto nel negozio gestito dalla madre, dove ogni tanto la ragazza dava una mano. In quel caso lui le aveva palpato il seno, per poi allontanarsi tranquillamente.
Solo dopo tante insistenza della madre e di una delle sorelle, la ragazza avrebbe trovato la forza di raccontare quanto successo, anche se a piccole dose. E lì c’era poi stato l’intervento del docente che ha denunciato i suoi sospetti ai carabinieri. La ricostruzione della storia, però, non è stata facile, anche perché tutto è basato sui racconti della presunta vittima, sempre più sfumati col passare del tempo.
A questo si aggiunge la possibilità che, data la giovane età, possa essere entrata in gioco anche la suggestione. Proprio di questo si è parlato mercoledì in aula, con l’audizione di due specialisti, una del pm Alessandro Mancini, l’altro della difesa, che hanno relazionato sulla capacità di testimoniare della minorenne e sulla sua attendibilità.
Non è ancora ben chiaro chi e in che modo l’allora 12enne abbia raccontato qui momenti e se la madre, al colloquio con il professore che poi denunciò la sospetta violenza sessuale, fosse già a conoscenza dell’intera vicenda o avesse solo dei sospetti. Sono tante, ancora, le cose da chiarire in questo delicato caso giudiziario che culminerà alla prossima udienza, il 9 aprile.
lisa tormena forlì news 13 febbraio 2008

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