martedì 12 febbraio 2008

LISSONE. ADESCA IL COGNATO E LO VIOLENTA

Lo aveva avvicinato sotto falso nome in chat, poi il drammatico epilogo

Lissone - L'orco che non ti aspetti era addirittura in casa. Un giovane lissonese ha subito le minacce, le pesante avance, le intimidazioni di uno sconosciuto che lo ha costretto a un rapporto omosessuale. Quell'uomo, ora condannato a sei anni di carcere, era suo cognato.La sentenza è stata pronunciata mercoledì dal collegio presieduto dal giudice Giuseppe Airò. D.B., trentenne residente in città, è stato condannato a sei anni e otto mesi di carcere, oltre al pagamento di un risarcimento danni di 50mila euro, per violenza sessuale. Abusi che l'uomo aveva perpetrato nei confronti del fratello di sua moglie, appena maggiorenne. Una storia agghiacciante, caratterizzata da pratiche sadomasochistiche e minacce al giovane di svelare alla famiglia le sue inclinazioni sessuali se non avesse soddisfatto le richieste del cognato. Fino alla decisione di raccontare tutto e di denunciare il trentenne. Ne è seguito un lungo iter processuale (rigorosamente a porte chiuse), che ha avuto come momento culminante il confronto tra il giovane e il marito della sorella. Di fronte ai giudici l'imputato ha negato: il diciottenne sarebbe stato consenziente, ma l'accusa ha smontato il castello della difesa.
Il Giornale di Monza 12 febbraio 2008

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