lunedì 11 febbraio 2008

Sassari. "Non voglio stare con papà, abusa di me".Denunciato imprenditore

Sassari. Il bambino ha confermato tutto agli agenti. L’uomo si difende: non è vero
Denunciato dalla ex moglie un imprenditore. Avrebbe approfittato del figlio di sette anni


SASSARI. Deve difendersi da una della accuse più vergognose che vengano mosse nei confronti di un padre: quella di avere violentato a più riprese il figlioletto di appena sette anni. Un imprenditore sassarese di 33 anni è stato denunciato dalla ex moglie. Il bambino è già stato sentito in ambiente protetto dagli agenti della sezione minori della squadra mobile con l’ausilio di una psicologa della Asl.Il minore ha confermato tutto, ha aggiunto particolari, ha messo in evidenza quelli che gli specialisti hanno definito «segni tipici delle vittime di abusi sessuali». Il sostituto procuratore della Repubblica Gianni Caria, titolare della delicata inchiesta, ha chiesto al giudice delle indagini preliminari Gianni Delogu, l’adozione immediata delle misura cautelare nei confronti dell’uomo al quale è stato imposto il divieto di dimora nel territorio del Comune dove risiede il minore. Il provvedimento del giudice risale al primo febbraio, e ieri mattina l’imprenditore sassarese è stato accompagnato dai suoi legali (gli avvocati Antonio Secci e Mario Spanu) davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. L’uomo non si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha preferito chiarire ogni aspetto della vicenda. Così ha ripercorso tutti i passaggi e si è soffermato sui fatti contestati, alcuni gravissimi e difficili anche da raccontare.«Sono un buon padre per i miei figli - ha detto l’imprenditore rispondendo alle domande del giudice - non gli ho mai fatto del male». A conclusione dell’interrogatorio di garanzia, durato oltre un’ora, gli avvocati difensori hanno chiesto al gip l’attenuazione della misura cautelare per consentire al loro assistito di poter riprendere almeno l’attività lavorativa nella città della provincia dove risiede. Il giudice si è riservato di decidere e, nel primo pomeriggio, ha emesso un nuovo provvedimento che modifica leggermente il divieto imposto finora. Pur confermando la sussistenza delle gravi accuse scaturite dai fatti così come raccontati dal figlio minore dell’indagato, il gip ha deciso di ribadire il divieto assoluto di incontro del genitore con il figlio minore nell’abitazione e nei luoghi frequentati dal bambino e dai suoi familiari. La «licenza» di ingresso, quindi, è riferita solamente alla possibilità di espletare l’attività lavorativa.La storia di presunti abusi sessuali sul bambino di sette anni si inquadra in un ambiente familiare scosso dalla separazione dei genitori, segnato da litigi continui, anche eccessivamente violenti, spesso alla presenza dei due figli (entrambi minori). Una conflittualità risolta con la decisione della coppia di porre fine alla relazione. Succede, però, che a un certo punto la madre del bambino nota l’anomalo comportamento del figlio di sette anni che chiede di non voler più recarsi a casa del padre (così come stabilito dal giudice in fase di separazione). Convinto a frequentare ancora il genitore, il piccolo avrebbe però reiterato il rifiuto, evidenziando un crescente disagio. Avrebbe raccontato alla madre, infatti, di avere visto un film «con uomini e donne nude» insieme al padre e ad altre persone. La donna avrebbe percepito il malessere del figlio, che - mentre confidava certi particolari - sarebbe arrivato a colpirsi più volte la testa con i pugni. Nella casa del padre sarebbe avvenuta la violenza più grave, con il bambino che avrebbe riportato lesioni nella zona anale (riscontrate anche dal pediatra) e il genitore - secondo gli elementi emersi finora - avrebbe deciso di fare curare prima dalla nonna, la quale avrebbe utilizzato del borotalco.Sentito dagli specialisti della Sezione minori della squadra mobile della questura di Sassari, con l’ausilio di una psicologa del Glamm (Gruppo di lavoro sui maltrattamenti e gli abusi sui minori) dell’Asl, il bambino avrebbe confermato ogni cosa. Specificando anche la particolarità delle violenze subite. Il racconto del bambino è stato giudicato «attendibile e sincero», con la capacità di «tenere distinte le scene viste nel filmino dalle esperienze realmente vissute». Resta così in piedi la misura cautelare che impedisce all’indagato «di avvicinare la fonte di prova» e di «realizzare nuovi episodi criminosi». Il prossimo passo sarà quello dell’incidente probatorio.
(La Nuova Sardegna 10 febbraio 2008)

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