Il prof ammette e resta in cella
ROSARIA CAPACCHIONE La prima volta fu per curiosità, una curiosità da sociologo. Voleva scoprire le modalità di accesso ai siti proibiti, seguire il percorso dei pedofili lungo le strade virtuali della rete. Arrivare ai programmi peer-to-peer era stato quasi un gioco da ragazzi, digitare la parola magica che apriva le porte dell’inferno quasi un gesto meccanico. Poi, la folgorazione. Un lampo che ha illuminato la parte nascosta di se stesso, e l’interesse per quelle immagini di bambini e di bambine in pose lascive, oggetto di attenzioni sessuali da parte di adulti, da accademico e scientifico è diventato morboso. Una, dieci, cento. Alla fine sono diventati quasi settemila le foto e i filmini amatoriali della sue mediateca segreta, fotogrammi duplicati più volte sui dischetti di backup necessari a ripristinare le funzioni del computer, infettato mille e mille volte da virus e spyware che infestato le reti di scambio dei files. Non erano settantamila le foto sequestrate in casa del professor Pasquale Corrado, nel signorile condominio di via Roma, a Caserta. Ma uno zero mancante non cambia la gravità dell’accusa, e cioè di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità, che martedì mattina lo ha portato in carcere. Un’accusa pesantissima, come grave è stato ritenuto il quadro indiziario. Il gip Giuseppe Provitera, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha infatti confermato la misura cautelare ordinata dal pm Antonella Cantiello all’esito della perquisizione effettuata dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caserta. Pasquale Corrado, dunque, resta in cella. Le ammissioni fatte durante l’interrogatorio, alla presenza dell’avvocato Gennaro Iannotti, non hanno fatto altro che confermare quanto emerso dalla perquisizione. Ma, ha dichiarato, di quel materiale ha fatto esclusivo uso personale: né scambi né, tanto meno, commercio. Contestazioni che gli sono state invece fatte dalla Procura di Siracusa, titolare del processo-madre poi trasferito a Santa Maria Capua Vetere. Ha negato, inoltre, di aver mai cercato di avvicinare bambini nella vita reale. E ha escluso (ma questo fatto non è oggetto di contestazione nel fascicolo della Procura sammaritana) di aver fotografato o filmato i suoi studenti con intenzioni malevole. Il materiale trovato a casa sua sarebbe, cioè, la semplice documentazioni di normali gite scolastiche o di cameratesche riunioni con i suoi allievi, magari a conclusione dell’anno scolastico. A conclusione dell’interrogatorio, il suo difensore - che aveva chiesto un’attenuazione della misura cautelare - ha presentato istanza di riesame al Tribunale di Napoli. Ma l’inchiesta non è ancora conclusa. Tra i nominativi segnalati dalla Procura di Siracusa, che stavano controllando la rete peer-to-peer intercettando lo scambio di fotogrammi pedopornografici, ci sarebbe anche un altro casertano sul quale il pm Cantiello sta indagando in queste ore. E anche l’ufficio di Siracusa non si è fermato. Ieri, i carabinieri di Trento hanno perquisito l’abitazione di un operaio di Arco, sposato e padre di un figlio, e con un precedente specifico alle spalle. Il computer è stato sequestrato. Come tutte le 110 persone coinvolte negli accertamenti, è indagato per associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico».
GLI ORCHI SULLA RETE
L’insegnante di informatica era stato arrestato martedì
Nel pc migliaia di immagini pedopornografiche
L’inchiesta della Procura di Siracusa, che ha dato origine all’indagine di Pasquale Corrado, nasce da una segnalazione del Telefono Arcobaleno, l’orgaizzazione onlus che dal 1996 si occupa della tutela dei bambini vittime di abusi sessuali ad opera di organizzazioni internazionali di pedofili. L’associazione si occupa del monitoraggio della rete web, raccogliendo segnalazioni dagli internauti.
venerdì 15 febbraio 2008
Pedofilia web/Professore arrestato:"Foto vietate? Prima la curiosità, poi il vizio"
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