martedì 13 gennaio 2009

Rignano, L'accusa del Pm : 'I bambini venivano indotti a giochi e atrocita' con la violenza'


Processo di Rignano: e' rinvio a giudizio per le insegnanti e l' autore tv


Le maestre si difendono: 'Le accuse sono infondate'
Roma - 'I bambini sono stati indotti con l'uso della violenza o minacce di danni fisici o di morte a praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuale'. Questa è stata l'accusa del pm Marco Mansi nei confronti degli insegnanti Marisa Pucci, Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e dell'autore tv Gianfranco Scancarello indagati di aver abusato sessualmente di 21 bambini , tra i 3 e i 5 anni, della scuola «Olga Rovere» di Rignano Flaminio. 'Gli alunni - ha scritto la procura - venivano sottoposti a giochi a sfondo sessuale tra loro o con gli stessi indagati, denominati, secondo quanto riferito dalle giovani vittime, 'il gioco della puntura' e 'il gioco del pisello', nel corso dei quali i bambini subivano penetrazioni o dovevano toccare i genitali degli adulti'. La difesa ha smentito sostenendo che parti dell'accusa del pm Marco Mansi erano già state precedentemente smantellate: 'Si tratta di fatti - hanno aggiunto gli avvocati degli indagati - che sono stati già ritenuti infondati dal tribunale del Riesame di Roma, dalla Cassazione e che non hanno trovato riscontro neanche nelle dichiarazioni fatte dai bambini in sede di incidente probatorio'.Per le tre maestre e l' autore televisivo potrebbe scattare il rinvio a giudizio.
13/1/2009
Fonte:http://www.voceditalia.it
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sabato 3 gennaio 2009

Pedofilia, Pino La Monica: la sorella scrive al sindaco di Reggio Emilia


«Pino, sfruttato e poi abbandonato»

la Gazzetta di Reggio — 28 dicembre 2008 pagina 17 sezione: CRONACA
Non si ferma l’azione mediatica in difesa di Pino La Monica, l’educatore agli arresti domiciliari accusato di atti di pedofilia nei confronti di ragazzine che frequentavano i suoi corsi di teatro. Stavolta, in campo, non c’è il comitato nato per difendere l’attore, bensì sua sorella che firma una lunga lettera indirizzata al sindaco Graziano Delrio, al quale Elena La Monica chiede un incontro. Anche per far chiarezza su alcune accuse precise che la signora La Monica muove proprio al primo cittadino di Reggio. «A distanza di nove mesi dall’arresto di Pino - scrive Elena - credo sia giunto il momento per noi familiari di avere dei chiarimenti rispetto ad atteggiamenti tenuti da Lei in prima persona, dagli assessori che con Pino hanno collaborato e dall’Amministrazione comunale in generale. Come famiglia e come cittadini ci siamo sentiti veramente abbandonati da tutte quelle figure che avrebbero dovuto tutelarci. Nessuno si è recato a trovare Pino, né in carcere dove ha trascorso ben due mesi, né a casa, anche solo per capire come può sentirsi una persona innocente accusata di un reato così grave. La sua vita e la sua carriera - scrive ancora la sorella di Pino - sono state spazzate via senza ritegno, nel giro di poche ore, senza prove e senza che nessuno svolgesse alcun tipo di indagini. Tra le altre cose - si legge sempre nella lettera indirizzata a Delrio - lei in prima persona e altri suoi collaboratori avete usato la sua professionalità, le sue idee, la sua competenza nelle scuole di ogni ordine e grado, in progetti comunali importanti come il Ccr e “Miglia Verdi” e per tante altre attività che lei conosce meglio di me. Non è giunta alla mia famiglia alcuna manifestazione di solidarietà o sostegno, anche solo a livello umano». Poi la sorella di La Monica rivela un episodio di questi giorni: «Lei - dice sempre rivolta al sindaco - inoltre saprà che Pino è stato molto male e ha tuttora problemi di salute dovuti a questa storia e alle pesanti restrizioni a cui è sottoposto; ebbene nessun medico è venuto a visitarlo, neanche il suo medico di base sebbene sollecitato dai miei genitori; il giorno di Natale abbiamo dovuto chiamare la guardia medica e finalmente dopo nove mesi a Pino è stata provata la pressione e gli sono stati controllati i parametri vitali».

Abusi su figlia, arrestato 37enne

3/1/2009

Approfittava dell'assenza della moglie

Da tre anni, approfittando dell'assenza della moglie, abusava della figlia di 15 anni. Un uomo di 37 anni è stato arrestato dai carabinieri di Quarto (Napoli). Le presunte violenze andavano avanti da tre anni. In un'occasione l'aggressione alla ragazza sarebbe avvenuta in presenza del fratello, anch'egli minore. Dopo la denuncia, la vittima, la madre e il fratello sono stati subito allontanati dall'uomo.

(Don) Gelmini: sotto processo, può contare su una valigia di denaro da Berlusconi con la benedizione del sindaco di Amelia


AMPLIATA LA COMUNITÀ DI AMELIA: ACQUISTATI 25 ETTARI DAL COMUNE GUIDATO DAL CENTROSINISTRA

Berlusconi «rilancia» l'amico Pierino Al prete inquisito l'unica chiamata natalizia del Cavaliere. Che gli ha donato fondi per una comunità in Thailandia

«Don Pierino stai sicuro che vai via con una valigia piena come si deve». Per rilanciare, poi: «Ora che te ne parti per la Thailandia ci penserò io a provvedere al tuo viaggio» .La valigia è piena.

ROMA — Ieri, certo, gli mancava il «Don» davanti al nome, almeno in via ufficiale. E durante la tradizionale messa di Santo Stefano nel suo Molino Silla, ad Amelia, è dovuto rimanere in un angolo, stretto nella sua tonaca da chierichetto, non più da prete. Ma poi basta. Anzi, molto di più. Pierino Gelmini è tornato in pista, con la sua verve rinvigorita e le parolacce che gli scappano fra i sorrisi per dar colore alle sue prediche, laiche, per carità, ma ancora più sferzanti che prima. Prima delle accuse. Prima che, un giorno d'estate dello scorso anno, la procura di Terni tirasse fuori dai faldoni una raffica di capi d'accusa contro Don Pierino Gelmini, oggi 84 anni, da oltre 45 anni a capo delle sue Comunità Incontro, roba di assistenza a tossicodipendenti e disperati. Accuse pesanti: molestie sessuali ai ragazzi della sua comunità. Uno, due, sette, dieci. Cinquanta accusatori. Il processo è ancora in piedi, Pierino Gelmini è stato rinviato a giudizio. Ma è dal marzo scorso, ormai, che l'udienza preliminare si trascina tra rinvii e dilazioni. E Pierino Gelmini sembra aver messo tutto già alle spalle. Se lo scorso Santo Stefano fu un brutto Santo Stefano per il Don che aveva ancora la tonaca (poi lasciata per non abbandonare la guida della comunità), quest'anno la festa per le dimissioni annuali dei ragazzi di Amelia non ha avuto soltanto l'enfasi e la ribalta dell'unica telefonata natalizia pubblica del presidente del Consiglio. Nuovi terreni per Pierino Gelmini: 25 ettari comprati per quasi un milione di euro direttamente dal comune di Amelia, con la benedizione del sindaco Giorgio Sensini, di centrosinistra. Archiviati nella storia i tempi delle battaglie con l'allora sindaco Luciano Lama (nel più tradizionale stile Peppone e Don Camillo), oggi Pierino Gelmini può ospitare in prima fila alle sue manifestazioni il nuovo sindaco Sensini. E vantare l'apertura di due nuove comunità nel Lazio, una in provincia di Frosinone. «Verrò ancora a bussare per chiederti qualcosa», ha detto ieri Pierino al telefono con un Berlusconi che non si è fatto certo pregare: «Don Pierino stai sicuro che vai via con una valigia piena come si deve». Per rilanciare, poi: «Ora che te ne parti per la Thailandia ci penserò io a provvedere al tuo viaggio» .La valigia è piena. La festa impazza. Anche un piccolo concerto ieri dal palco della Comunità Incontro, Amedeo Minghi e la voce di Rita Forte, subito dopo i discorsi di Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri, ospiti fissi di Pierino Gelmini, sempre. E poi le corse sul palco e le commozioni dei ragazzi che hanno finito il percorso nella comunità: Pierino Gelmini ha carezze e parole per tutti. E una battuta per i giudici: «Sono sempre parziali, non sanno bene quello che fanno». Ma non lo hanno fermato. Andrà in Thailandia per aprire altre due nuove comunità Pierino Gelmini (oltre alle 260 che ha già in giro per il mondo), mentre dalla sua Amelia sta lavorando ad un progetto di rete satellitare planetaria, un network della solidarietà che metterà nelle mani di Alessandro Meluzzi. «Ho intenzione di lanciare anche una grande campagna contro la droga », spiega Pierino Gelmini che non avrà più il «Don», non l'abito dei sacramenti. Ma che ha messo su un milione di punti luce per addobbare la collina davanti alla sua comunità con una scritta, neanche fosse Las Vegas: «Abbiamo un sogno, realizziamolo». Corriere della Sera Alessandra Arachi 27 dicembre 2009

Fonte www.bambinicoraggiosi.com


Atti sessuali su una bambina:"Se non dici niente ai tuoi genitori ti porto a vedere un bel posto".

"Quel cinquantenne è colpevole"

Grosseto, 30 dicembre 2008 - "Se non dici niente ai tuoi genitori ti porto a vedere un bel posto". Avrebbe detto così, all’amichetta di sua figlia, un cinquantenne di origine marocchina residente nella zona nord della provincia, nel maggio del 2005. Ma di quella bambina, che aveva appena nove anni, aveva già abusato, secondo quanto ricostruito sulla base delle testimonianze, e di quanto raccontato dalla bimba stessa. Una mattina di aprile, lei era andata a casa dei vicini per giocare la sua amichetta. Lei però era ancora a letto. La mamma e i fratelli erano in ospedale, dal pediatra. In casa, con la figlia, c’era solo il padre. L’uomo le aveva mostrato l’amichetta, che ancora dormiva nel letto matrimoniale. Era entrato nel letto e aveva invitato la bambina a seguirlo. Sotto le coperte l’aveva toccata, sul seno. L’aveva baciata.

Lei aveva avuto paura, si era alzata per andare in bagno, poi al ritorno aveva svegliato l’amica, di fronte alla quale lui non aveva voluto ripetere quanto fatto pochi minuti prima. Poi, con una scusa, era uscita, tornando a casa. La prima a sentire questa storia è stata un’altra amica, più grande, che ha subito detto alla bimba di raccontare tutto ai genitori. E in questo modo sono partiti gli accertamenti, da parte degli psicologi dell’unità di salute mentale per l’infanzia della Asl, che hanno poi comunicato la segnalazione di un presunto episodio di abusi sessuali alla Procura. La bambina è stata ascoltata da due periti nominati dal giudice. Ha ripercorso quei momenti. Ha raccontato di altri episodi, in cui l’uomo le avrebbe proposto di andare con lui per vedere dei giochi nuovi, ogni volta con la richiesta di non dire niente a nessuno. Né ai suoi genitori, né alla sua amica. Un racconto al quale il giudice ha creduto, sulla base dei riscontri ottenuti dalle testimonianze. La Procura aveva messo in dubbio la natura sessuale di quelle carezze, arrivando a chiedere l’assoluzione. Come del resto la difesa dell’imputato, che ha addebitato il racconto della bambina a una 'suggestione', il cui scopo sarebbe stato quello di ottenere maggiori attenzioni da parte dei genitori, che dopo aver inveito contro il vicino di casa le avevano proibito in tutti i modi di rivedere sia lui sia sua figlia. Particolari di natura sessuale che la bambina avrebbe frainteso, in un contesto che, tra specialisti e periti, avrebbe creato una situazione tale da spingere la bambina su un piano diverso da quanto realmente avvenuto. Una tesi che non ha però convinto il giudice Pietro Molino, che ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Antonio Senatore di procedere al rito abbreviato, condannando alla fine lo straniero a un anno, un mese e dieci giorni per atti sessuali su minore. La pena è stata poi sospesa con il beneficio della condizionale, ma resta il risarcimento per la parte civile, ovvero la bimba vittima degli «atti sessuali» rappresentata di fronte al giudice dai suoi genitori. Una provvisionale di trentamila euro, per il momento, in attesa che sia il Tribunale civile a decidere sulla questione. R.B. La Nazione 30 dicembre 2008

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