sabato 3 gennaio 2009

Atti sessuali su una bambina:"Se non dici niente ai tuoi genitori ti porto a vedere un bel posto".

"Quel cinquantenne è colpevole"

Grosseto, 30 dicembre 2008 - "Se non dici niente ai tuoi genitori ti porto a vedere un bel posto". Avrebbe detto così, all’amichetta di sua figlia, un cinquantenne di origine marocchina residente nella zona nord della provincia, nel maggio del 2005. Ma di quella bambina, che aveva appena nove anni, aveva già abusato, secondo quanto ricostruito sulla base delle testimonianze, e di quanto raccontato dalla bimba stessa. Una mattina di aprile, lei era andata a casa dei vicini per giocare la sua amichetta. Lei però era ancora a letto. La mamma e i fratelli erano in ospedale, dal pediatra. In casa, con la figlia, c’era solo il padre. L’uomo le aveva mostrato l’amichetta, che ancora dormiva nel letto matrimoniale. Era entrato nel letto e aveva invitato la bambina a seguirlo. Sotto le coperte l’aveva toccata, sul seno. L’aveva baciata.

Lei aveva avuto paura, si era alzata per andare in bagno, poi al ritorno aveva svegliato l’amica, di fronte alla quale lui non aveva voluto ripetere quanto fatto pochi minuti prima. Poi, con una scusa, era uscita, tornando a casa. La prima a sentire questa storia è stata un’altra amica, più grande, che ha subito detto alla bimba di raccontare tutto ai genitori. E in questo modo sono partiti gli accertamenti, da parte degli psicologi dell’unità di salute mentale per l’infanzia della Asl, che hanno poi comunicato la segnalazione di un presunto episodio di abusi sessuali alla Procura. La bambina è stata ascoltata da due periti nominati dal giudice. Ha ripercorso quei momenti. Ha raccontato di altri episodi, in cui l’uomo le avrebbe proposto di andare con lui per vedere dei giochi nuovi, ogni volta con la richiesta di non dire niente a nessuno. Né ai suoi genitori, né alla sua amica. Un racconto al quale il giudice ha creduto, sulla base dei riscontri ottenuti dalle testimonianze. La Procura aveva messo in dubbio la natura sessuale di quelle carezze, arrivando a chiedere l’assoluzione. Come del resto la difesa dell’imputato, che ha addebitato il racconto della bambina a una 'suggestione', il cui scopo sarebbe stato quello di ottenere maggiori attenzioni da parte dei genitori, che dopo aver inveito contro il vicino di casa le avevano proibito in tutti i modi di rivedere sia lui sia sua figlia. Particolari di natura sessuale che la bambina avrebbe frainteso, in un contesto che, tra specialisti e periti, avrebbe creato una situazione tale da spingere la bambina su un piano diverso da quanto realmente avvenuto. Una tesi che non ha però convinto il giudice Pietro Molino, che ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Antonio Senatore di procedere al rito abbreviato, condannando alla fine lo straniero a un anno, un mese e dieci giorni per atti sessuali su minore. La pena è stata poi sospesa con il beneficio della condizionale, ma resta il risarcimento per la parte civile, ovvero la bimba vittima degli «atti sessuali» rappresentata di fronte al giudice dai suoi genitori. Una provvisionale di trentamila euro, per il momento, in attesa che sia il Tribunale civile a decidere sulla questione. R.B. La Nazione 30 dicembre 2008

1 commento:

danielsmth15 ha detto...

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