lunedì 30 giugno 2008

Pedofilia, Roma: arrestato sacerdote. Sequestrati fimini porno

(archivio: omertà)

PEDOFILIA/ ABUSI IN ORATORIO, SACERDOTE ARRESTATO A ROMA. LA DENUNCIA DI SETTE VITTIME

di Roberta Lerici
Devo rilevare, purtroppo, l'ennesimo caso di abusi sui minori affidati a persone al "di sopra di ogni sospetto" e che restano coperte dall'anonimato, almeno per ora. La novità è che l'indagine sarebbe scattata, secondo La Repubblica, per la denuncia di un altro prete. Un segnale confortante per l'accusa mossa alla chiesa di essere sempre stata omertosa nei confronti delle devianze dei suoi sacerdoti. Un aspetto, invece, molto triste è che le vittime potrebbero essere più delle sette che hanno sporto denuncia. Gli abusi sarebbero stati commessi in oratorio, ma anche nei campi estivi o durante le gite. I bambini che venivano iscritti a questi campi estivi erano di solito figli di famiglie disagiate, che, probabilmente, credevano di fare del bene ai loro bimbi, non potendosi permettere delle vacanze. Il sacerdote è stato sospeso un mese fa per le chiacchiere che ormai si erano fatte troppo insistenti. Il problema, però, resta: da quanto giravano "queste chiacchiere?" E quanti bambini si sarebbero potuti salvare se qualcuno avesse parlato prima?

E' stato parroco a Selva Candida. Sequestrati filmini porno
Roma, 30 giu. (Apcom) - Abusi durante le ore d'oratorio, le gite in campagna, i campeggi estivi. Avvenuti negli ultimi dieci anni. Per l'accusa di violenza sessuale continuata e aggravata, è finito in carcere un sacerdote della parrocchia 'Natività di Maria Santissima', in via di Selva Candida, a Roma. Nei confronti del prete, R.C., 55 anni, è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare dal gip Andrea Vardaro, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Scavo. Già in passato il prete sarebbe stato rimosso, per un breve periodo, dal suo incarico, dopo alcune voci che lo chiamavano in causa per i fatti oggetto ora dell'inchiesta penale.
Gli abusi sarebbero avvenuti - stando all'atto d'accusa - tra il 1998 e il marzo scorso, a danno di almeno 7 minori. Anche se secondo chi indaga le vittime del sacerdote potrebbero essere di più. A dare il via all'indagine è stata la denuncia di un altro prete. Gli investigatori del nucleo operativo di via In Selci, poi hanno sentito i ragazzi che hanno raccontato le violenze subite quando frequentavano l'oratorio e le altre attività della parrocchia, e che oggi hanno ormai tra i 16 ed i 24 anni.
Gli abusi e le violenze, sarebbero avvenuti, in alcuni casi, nello stesso appartamento del prelato, all'interno della canonica. R.C., dopo esser riuscito ad accattivarsi le simpatie di alcuni bambini, che si stavano preparando a ricevere la prima comunione, li avrebbe invitati a pranzo o a cena, per poi vincerne le resistenze. In altri casi la scusa era quella di impartire lezioni private. Le violenze sarebbero avvenute anche nel corso dei campi estivi che il sacerdote, responsabile dell'oratorio, organizzava in località di montagna.
Il prete, secondo gli atti d'accusa, attirava i ragazzi nella sua dimora dietro la promessa di soldi, cd, dvd, capi d'abbigliamento. Il prete, inoltre, avrebbe fatto vedere ai bambini, prima degli abusi, film pornografici. Questi, inoltre, sarebbero stati trovati addirittura nell'appartamento del sacerdote, nel corso di una perquisizione.

Abusi sulle tre sorelline di Amandola: a processo pensionato di 69 anni

VIOLENZA SUI MINORI
Abusi sulle tre sorelline di Amandola:a processo un pensionato di 69 anni
Il processo si è aperto al tribunale di Ascoli ma è subito stato rinviato a settembre. Oltre ad Aliano, ai domiciliari, sono stati arrestati lo zio paterno delle minori, già condannato a otto anni di carcere, sette indiani e due italiani


Ascoli, 30 giugno 2008 - Il processo a carico di Aliano Re si è aperto oggi davanti al tribunale di Ascoli ma è subito stato rinviato a settembre. L'uomo, 69enne di Amandola, è accusato di aver abusato delle tre sorelline di Amandola.

Oltre ad Aliano, attualmente agli arresti domiciliari, sono stati arrestati lo zio paterno delle minori, già condannato a otto anni e quattro mesi di carcere, sette indiani e due italiani residenti fra Amandola e Comunanza.

Arrestato anche lui per violenza sessuale su minori nell'ambito di un'inchiesta su un giro di pedofilia, l'uomo è accusato di aver tentato di palpeggiare la bimba più piccola, che ora ha 11 anni, mentre con le sorelle maggiori sarebbe andato oltre: carezze reciproche in cambio di qualche regalino o piccole somme di denaro. La procura sta ancora svolgendo accertamenti sul ruolo della madre delle tre vittime, anche se nei mesi scorsi il pm Umberto Monti aveva smentito che la donna gestisse una sorta di 'mercato delle figlie'.
Il Resto del Carlino 30 giugno 2008

domenica 29 giugno 2008

Firenze, arrestato cingalese con l'accusa di aver violentato dodicenne

Saturday 28 June 2008
Firenze - Un cingalese di 32 anni è stato arrestato dalla squadra mobile di Firenze per il reato di violenza sessuale pluriaggravata nei confronti del ragazzino di appena dodici anni. L’arrestato lavorava come collaboratore domestico nell’abitazione della famiglia, benestante, del minore. I fatti contestati risalirebbero a febbraio 2007. L’uomo è accusato di aver compiuto atti sessuali nei confronti del ragazzo mentre fingeva di massaggiarlo. Dopo la denuncia dei genitori, personale della quarta sezione della squadra mobile fiorentina, diretta da Filippo Ferri, ha avviato le indagini che hanno portato all’arresto del cingalese in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dalle indagini è emerso che gli gli abusi sarebbero avvenuti più volte, nella stanza del minore e anche se in casa - un’abitazione piuttosto ampia – erano presenti i genitori che non si accorgevano di nulla. Quando gli espisodi si sono intensificati, il minorenne ha trovato la forza di ribellarsi iniziando a raccontare alla madre, un pò per volta, ciò che accadeva. I genitori hanno subito allontanato il domestico dalla casa e si sono rivolti ad un’associazione di volontariato, che li ha messi in contatto con la polizia. Durante i colloqui con il personale della mobile, a cui era presente anche un neuropsichiatria infantile, il dodicenne ha spiegato i fatti, mettendo gli agenti in condizione di procedere all’arresto del cingalese.
Radio nostalgia toscana 27 giugno 2008

"Violentata da mio padre", deporrà in aula sedicenne


"Violentata da mio padre", deporrà in aula sedicenne
di Giuseppe Recca

Comparirà in aula la sedicenne di Sciacca che accusa il padre di violenza sessuale. Lo ha disposto ieri il tribunale accogliendo la richiesta avanzata dal difensore del cinquantaduenne accusato di avere abusato nei confronti della figlia. Il cosiddetto "mezzo istruttorio” richiesto dalla difesa e collegato alla richiesta di rito abbreviato, è stato accolto dopo che in fase di indagini preliminari, il tribunale aveva negato l'incidente probatorio. La ragazza arriverà in aula il prossimo 21 luglio e sarà adeguatamente protetta, distante dall'aula udienza e in compagnia di un assistente sociale. Trattandosi di minore, è previsto che le domande siano fatte esclusivamente dal giudice, al quale spetta anche il compito di valutare le domande poste dai legali. Il padre, pescatore, dal febbraio dello scorso anno è sottoposto al provvedimento cautelare che gli vieta di venire in Sicilia.I fatti si riferiscono al periodo natalizio dello scorso mese di dicembre, quando una ragazzina accompagnata da alcuni amici si presentò al commissariato di polizia per denunciare, tra le lacrime, gli abusi ai quali il padre la costringeva da anni.

agrigento notizie 28 giugno 2008

Pedofilia Firenze: è don Roberto Berti il prete sotto accusa (foto)


Da Il Firenze di oggi 28giugno 2008
E’ DON ROBERTO BERTI, IL PRETE SOTTO ACCUSA
Il caso. Il processo canonico è cominciato dopo il racconto di un 22enne alla sua compagna Confessione alla fidanzata «Il prete ha abusato di me» Otto anni dopo la vittima ha avuto il coraggio di parlare. Blitz di Antonelli in paese: «Incontrò gli accusatori».
Il cardinale arrivò a sorpresa nella frazione quando le voci sulle molestie si facevano più insistenti Antonelli nel paese degli abusi “Ha incontrato gli accusatori” Tutto è partito dalla fidanzata di un 22enne: ha raccontato ai genitori la verità di loro figlio Stefano Brogioni stefano.brogioni@epolis.sm
A 22 anni si è liberato del peso che teneva dentro sfogandosi con la sua ragazza. E la fidanzata, sconvolta da quella verità così pesante, non ha potuto fare a meno di avvisare i genitori di lui. È grazie alla maturità di una ventenne che è stato avviato un procedimento canonico nei confronti dell’ex sacerdote della Ginestra, nel comune di Lastra a Signa. All’epoca dei fatti, il ragazzo aveva 14 anni. Il parroco, don Roberto Berti, che ha lasciato il paesino nel 2001, è sotto processo canonico ed è stato “congelato”, anche se ufficialmente, durante l’ultima messa officiata a San Mauro a Signa lo scorso primo giugno, ha fatto sapere ai fedeli di «andare a curarsi». Di sicuro, per il prelato, 52 anni, è stato un periodo davvero stressante, quello strani abitudini con i ragazzi si rincorrevano e si moltiplicavano, ora i discorsi cominciano a rimbalzare anche nella frazione abbandonata poche settimane fa. Insomma due paesi s’interrogano, allibiti ma non stupiti. Perché qualcuno sapeva. Sarebbero infatti almeno cinque le vittime che avrebbero avuto il coraggio di uscire allo scoperto, di riferire ai vertici della Diocesi quanto patito. Poi la Curia ha promesso provvedimenti nei confronti del sacerdote sotto accusa, confidando al tempo stesso nella riservatezza delle famiglie coinvolte. «Meglio non fare scandalo». Per questo tutti avrebbero assecondato il volere dei vertici ecclesiastici, che si sono subiti impegnati per rimediare ad eventuali soprusi. A correre in paese, nei giorni caldi, fu addirittura il cardinale Antonelli. Durante il blitz, si sussurra che abbia incontrato gli “accusatori”. Successivamente Antonelli ha incontrato il sacerdote incriminato. E il prete si è fatto da parte, accettando «prontamente di interrompere ogni servizio pastorale», precisa la Curia. Adesso però chi ha denunciato abusi all’autorità ecclesiastica potrebbe essere convocato in Procura. Il reato ipotizzato, anche se datato, non è prescritto che ha preceduto l’avvio del processo contro di lui. Con le accuse che sono piovute da più fronti. Perché se sotto il vecchio altare dal quale aveva predicato per più di dieci anni le voci sulle sue Sporco sotto il tappeto Marco Accorti Circolo UAAR Firenze All’insegna del promuovere per rimuovere il Cardinale Antonelli va a Roma, l’aggiunto Maniago sta facendo le valige, mentre Don Cantini si gode la pensione nel residence curiale del viale Michelangelo. Dunque ai piani alti si sta facendo pulizia, ma questa nuova denuncia di abuso sui minori svela quanto sudicio ci sia ancora sotto il tappeto della Curia fiorentina. Si prova disgusto e si inorridisce di fronte a misfatti come la pedofilia ed il genocidio, ma che dire quando di questi delitti si macchiano non dei depravati qualunque ma degli uomini di Chiesa? E gli abusi di Don Cantini non sono certo meno efferati di quelli di padre Seromba. Chi è costui? E’ un prete ruandese che sotto il nome di Don Atanasio è stato al servizio nella parrocchia di San Mauro a Signa e viceparroco a Montughi e accusato di crimini contro l’umanità per aver partecipato al genocidio dei Tutsi. Cosa c’entra con quest’ultimo caso? La soluzione è nella risposta a questa domanda: com’è riuscito ad arrivare nel ‘97 in Italia e diventare viceparroco? Mettendo il sudicio sotto il tappeto del silenzio. Come per Don Cantini. Se il Ruanda è lontano i nostri bimbi sono qui, nelle nostre case, vigiliamo. “Comportamenti riprovevoli” Lo dice la Curia ■ ■ Un’inchiesta aperta per «comportamenti riprovevoli di un sacerdote fiorentino in ambito sessuale risalenti agli anni novanta». Così la Curia ha confermato l’esistenza dell’inchiesta nei confronti del parroco. Nella nota la diocesi precisa anche che il sacerdote «sotto inchiesta» ha accettato prontamente di «interrompere ogni servi􀃵io pastorale». L’addio del sacerdote, comparso anche su alcuni quotidiani, era stato motivato da motivi di salute. Ma non era mai stato comunicato dell’avvio del procedimento ecclesiastico nei suoi confronti. Attualmente il parroco si troverebbe in un convento, in attesa di giudizio.
Il Firenze- 28/6/2008, 10:25

Pedofilia: la curia rimuove un sacerdote fiorentino dall’incarico . La testimonianza shock di una delle vittime

Da Il Firenze, venerdì 27 giugno 2008

Pag. 1 Il caso. Processo canonico per un sacerdote sospettato di aver approfittato di alcuni adolescenti
«Molestie sui ragazzini» la Chiesa rimuove il prete
A denunciare quanto accaduto alla Curia un genitore. La testimonianza choc di una vittima: «Era nel letto nudo, mi abbracciò e mi chiese di fare altrettanto»
Da don Cantini ai festini hard, ecco gli ultimi scandali. P.18-19 Pag. 18
Il caso. Nuove ombre sulla Curia fiorentina: la condotta di un parroco finisce sotto processo canonico
Sacerdote accusato di molestie la chiesa lo rimuove dall’incarico
La denuncia è partita dal padre di un ragazzo. ma non si è rivolto alla magistratura
■ Motivi di salute, un forte esaurimento nervoso, la stanchezza per un anno pastorale molto intenso. Così è stato raccontato ai fedeli. Ma dietro alla rimozione di un sacerdote dalla parrocchia di una piccola frazione della provincia di Firenze, ci sarebbe ben altro: un processo ecclesiastico, cominciato dopo che alcune famiglie hanno puntato il dito verso il prete, accusandolo di aver abusato dei loro figli, minorenni all’epoca dei fatti. Nuove ombre sulla Curia fiorentina, a pochi mesi di distanza dallo scandalo don Cantini. Anche stavolta, quei ragazzini di allora, oggi sono diventati adulti. E soltanto adesso hanno trovato il coraggio di confessare quanto avrebbero subìto. LE MOLESTIEIE IN ESAME􀁤 infatti, sarebbero collocate tra l’inizio degli anni 􀀣ovanta - quando il parroco, adesso poco più che cinquantenne, era stato appena ordinato - e la fine del 2001, periodo in cui venne trasferito ad un’altra chiesa, dove è rimasto fino a poche settimane fa. A far conoscere il caso direttamente ai vertici locali della Diocesi sarebbe stato un genitore, venuto “casualmente” a sapere di quanto suo figlio avrebbe patito. Il padre-coraggio ha anche cercato 􀂻e in parte trovato􀂼 il sostegno di altre famiglie del paese, per denunciare i fatti alla magistratura. Denuncia che però non è stata formalizzata. Forse per la paura del giudizio altrui, che ha sempre accompagnato la vicenda da quasi vent’anni a questa parte, o forse per la mediazione di un alto Ministro di culto, avvenuta durante un recente blitz nel piccolo centro, duemila anime, dove si sarebbero verificati gli abusi. L’arrivo del porporato nei giorni della processione annuale, meno di un mese fa, ha colto tutti di sorpresa, spiazzato perfino gli stessi adepti, che altrimenti avrebbero preparato una diversa accoglienza. Fra l’altro in paese si sussurra che quella del rappresentante partito improvvisamente da Piazza San Giovanni non sarebbe stata una semplice visita, ma una vera e propria missione per risolvere una questione in ebollizione. 􀀣onostante l’epicentro dello scandalo disti pochi chilometri dal capoluogo, si sarebbe fermato addirittura a dormire nell’abitazione dell’attuale parroco e avrebbe incontrato anche gli “accusatori”. Prima di quella visita, inoltre, alcuni di questi “ex adolescenti”, oggi poco più che ventenni, sarebbero stati “convocati” in parrocchia. Probabilmente si è trattato di un vertice per valutare l’entità del problema, anche se sul contenuto del confronto è calata quella cortina fatta di imbarazzi e mezze ammissioni che spesso accompagna casi come questo. In paese circolavano infatti tante voci, in parte sopite dopo il suo primo allontanamento, ma che sono tornate alla ribalta in seguito alla “rimozione” del sacerdote dal suo incarico. Molte le allusioni a strane condotte del parroco, al suo atteggiamento con i maschietti, alla sua influenza su alcuni ragazzi, ai suoi rapporti con certe famiglie: prima ottimi, poi, irrimediabilmente compromessi. Il prelato si è ritirato in un convento, su ordine della Curia. Protetto, in attesa di giudizio. Della faccenda si sarebbe occupato un alto Ministro di culto, arrivato a sorpresa nella piccola frazione
Il racconto. Aveva quattordici anni ed era in gita con gli altri adolescenti della parrocchia
“Nudo nel letto mi abbracciava”. Confessione choc di una vittima
«Mi ritrassi e gli dissi: ho sonno. Il giorno dopo gli chiesi di cambiare stanza»
Stefano Brogionistefano.brogioni@epolis.sm
«Arrivammo all’albergo in Val di Fassa e quando fu il momentodi assegnare le camere mi disse: tu dormi con me. Allora di andare a letto mi infilai il pigiama, lui invece entrò sotto le lenzuola completamentenudo. Mi abbracciò e mi chiese di essere abbracciato, ma io mi ritrassi. Gli dissi: “Ho sonno”. E non andò avanti. Il giorno dopo gli chiesi di cambiare camera, gli feci notare che non mi sentivo a mio agio con lui».
E’ IL 1991, ed in un matrimoniale, assieme al parroco, c’è un ragazzinodi 14 anni. E’ passato tanto tempo ma il ricordo di quel momento, nella testa di questo 14enne, è ancora vivo. «Allora non mi resi conto che ciò che mi era stato fatto era molto grave. Adesso sì». Lui ha frequentato la parrocchia fino al raggiungimento della maggiore età. Partecipando al catechismo,al trekking, alle gite parrocchiali d’estate. Tutte occasioni in cui le famiglie del paese affidavano i loro figli al parroco. Ma sarebbero state proprio queste le situazioni “preferite” dal sacerdote per allungare le mani. Oltre a tanti comportamenti insoliti. «Ricordo la prassi della doccia. Conla scusa che eravamo molti, ce la faceva fare tutti insieme. Lui erasempre nudo, e noi ragazzini, in fila, nudi pure noi, aspettavamoche ci spruzzasse l􀃎acqua addosso. Ogni occasione era buona per spogliarsi: sempre durante le gite in montagna, finì che ungiorno, dopo pranzo, ci bagnammo con i gavettoni. Con il pretesto di non stare bagnati, altrimenti ci saremmo ammalati, impose a tutti quanti di to-glierci gli indumenti». Una personalità forte, che faceva presa su molti giovani. «All’inizio anche sui genitori, che lo vedevano come il parrocomoderno, estroverso, che stava bene con i ragazzi. In effetti parlavamolto con noi, i discorsi cadevano anche sul sesso. 􀀱icordo che aveva un forte controllo nei nostri confronti: riusciva a far piangere una ragazzina semplicemente dicendole: piangi!, oppure aveva scatti d’ira violenti,talvolta era perfino manesco, soprattutto con i più ribelli»
Il dato Dal 1990 al 2001in quella chiesa ■ ■ Il parroco è rimasto nellapiccola frazione nella quale vengono denunciate le molestie per più di dieci anni. Alla fine del 2001 venne trasferito in un’altra frazione, sempre dellaprovincia di Firenze.
La chiave
1 I viaggi in montagna■ ■ Ogni estate, durante la sua permanenza nel piccolo centro, il parrocoorganizzava viaggi in montagna. In alcune occasioni anche gite piùintime, con due-tre ragazzi, per fare trekking.
2 Con lui in cameraIn albergo o in tenda, il sacerdote dormiva sempre assieme a qualcuno dei suoi ragazzi. «Entrò nel letto nudo, mi abbracciò e mi chiese di fare altrettanto. Il giorno dopo chiesi di cambiare stanza», racconta un “ex ragazzino” di allora.
3 La fiducia delle famiglie■ ■ Le famiglie del paese vedevano di buon occhio il parroco: alla sua primaassegnazione, amava mescolarsi con i ragazzi e parlare molto con loro. Con il passare degli anni, però, sono cominciate le prime voci.
I precedenti.
Le accuse della Regina della Pace, le rivelazioni choc sui festini: gli ultimi scandali Don Cantini e Maniago una bufera dietro l’altra
Da Don Cantini ai festini hard di monsignor Maniago. Uno scandalo dopo l’altro, che ha investito la Curia fiorentina.È il settembre del 2007, e due quotidiani nazionali, La Stampa e il Corriere della Sera, escono con una rivelazione choc: c’è un testimone che accusa il vescovo ausiliario di aver partecipato a incontro hard, forse sul litorale toscano. Chiesa e Proura sono uno di fronte all’altro. In molti gridano alla gogna mediatica, i magistrati provano a raccogliere i pezzi dell’indagine,«gravemente compromessa dalle rivelazioni», come sottolineò l’allora capo della procura, Ubaldo Nannucci.Nel calderone finisce di tutto: gestione scorretta del patrimoniodella parrocchia, Maniago che conoscerebbe il “vizietto” di don Cantini e passa oltre. Prima del grande accusatore di Maniago sono arrivate le lettere degli “ex ragazzi” di Santa 􀀱egina della Pace. Aprile, Pasqua. Le accuse,come macigni in uno stagno di silenzi e mezze certezze, sono da brividi: abusi sessuali sui minori, plagio, coercizione. Alla bufera, ma soltanto dopo, il cardinale Antonelli rispose così:«Nell’estate del 2005 mi è pervenutoun dossier di lettere firmate, con accuse di gravi delitti nei confronti di don Lelio. Dopo ponderata valutazione, ho deciso un primo intervento. Hochiesto e ottenuto la rinuncia scritta all’ufficio di parroco, permettendo a don Lelio di andare ad abitare in una casa isolata a Mucciano nel Mugello,senza alcun incarico pastorale. Essendo don Lelio ultraottantennee malato ed essendo i fatti a lui contestati ormai lontani nel tempo e giuridicamente prescritti, ritenevo che questo primo provvedimento, almenoprovvisoriamente, avrebbe potuto bastare. Dopo qualche mese mi sono reso conto che bisognava affrettare altri provvedimenti. Alcuni degli accusatorimi sono venuti a trovare e altri li ho chiamati io stesso. Ho costatatola loro sofferenza che si era riacutizzata dopo tanti anni».■
7/06/2008 - Rimosso dalla curia sacerdote fiorentino. Nei confronti del religioso sarebbe stato avviato un processo ecclesiastico per abusi sui minori.
Il sacerdote, scrive oggi il quotidiano Il Firenze, su ordine della curia si e’ ritirato in convento in attesa di giudizio. Le molestie sarebbero collocate tra l’inizio degli anni Novanta, quando il parroco, oggi poco piu’ che cinquantenne, era stato appena ordinato e la fine del 2001, quando e’ stato trasferito ad un’altra chiesa dove e’ rimasto fino a poche settimane fa. A far conoscere il caso ai vertici della diocesi, scrive sempre ‘Il Firenze’, sarebbe stato un genitore venuto a sapere ‘casualmente’ di quanto era accaduto al figlio. La denuncia non e’ stata pero’ formalizzata davanti alla magistratura. Secondo quanto dichiarato sul giornale da uno dei giovani, allora minorenne, il sacerdote si infilava nudo nel letto dei ragazzi e faceva la doccia nudo assieme a loro. Nelle scorse settimane un alto rappresentante della diocesi si e’ recato nella parrocchia ed ha incontrato gli accusatori. Poi il parroco e’ stato rimosso. In diocesi e’ ancora aperta la vicenda di don Lelio Cantini, il sacerdote 85enne accusato da alcuni fedeli di abusi sessuali e psicologici, su cui anche la procura fiorentina ha aperto un’inchiesta.
Fonte: EPOLIS- Laici forum community 27 giugno 2008

martedì 24 giugno 2008

Pedofilia Rignano: incidente probatorio 24 giugno 08. Tutti gli articoli


CASO RIGNANO: BIMBO CONFERMA ACCUSE, 'BRUTTA ESPERIENZA A CASA DELLA MAESTRA PATRIZIA'
Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - Parla di una "brutta esperienza vissuta a casa della maestra Patrizia" un bambino di 6 anni, interrogato oggi dal gip di Tivoli Elvira Tamburelli nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi subiti da 21 bambini fino al 2005 nella scuola materna 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio (Roma). Oggi, con l'aiuto della psicologa Marilena Mazzolini, una delle psicologhe che ha fatto le perizie sui bambini insieme con la neuropsichiatra infantile Angela Gigante e con la psicologa Antonella Di Silverio, il gip Tamburelli ha interrogato il bambino (e' il 14° di quelli sottoposti a perizia). All'audizione del bambino hanno partecipato gli avvocati di parte civile Franco Merlino e Antonio Cardamone e alcuni dei difensori del 7 indagati che sono le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, il marito della Del Meglio Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti e il benzinaio Kelum Weramuni De Silva. (segue)
(Saz/Ct/Adnkronos)

24-GIU-08 15:22


Rignano, un bimbo di 6 anni accusa: "A casa della maestra ci scattavano le foto"


Il piccolo ascoltato nel tribunale di Tivoli.
Gli avvocati di parte civile: «Confermate le accuse». La difesa: «Fuorfiante la raccolta delle testimonianze»
Note di Roberta Lerici
Spero che Pier Luigi Battista, abbia modo di leggere questo articolo pubblicato dallo stesso giornale (Il Corriere della Sera) sul quale stamattina è apparso un suo editoriale in cui dava per "inesistente" il caso di pedofilia di Rignano Flaminio. Riguardo i commenti della difesa, ricordo che tutti i bambini hanno età diverse e molti dei loro genitori non si conoscevano neppure tra loro. Si continua a discutere sulle metodologie usate per porre le domande, ma non ci si domanda come mai tutti i bambini affermino di essere stati portati a casa delle maestre e siano in grado di descriverle nei particolari.
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ROMA - «Ci portarono a casa della maestra Patrizia e ci fecero delle foto».


Sono le accuse a due ex insegnanti della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio, fatte da un bambino di sei anni ascoltato nel tribunale di Tivoli, tramite incidente probatorio, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni dei minori dell'istituto.


IL RACCONTO - Rispondendo alle domande del gip Elvira Tamburelli per il tramite della psicologa Marilena Mazzolini, il piccolo avrebbe raccontato di essere stato condotto «a casa della maestra Patrizia (Del Meglio, ndr) con la sua macchina nera insieme con altri bambini» ed avrebbe descritto i giochi che sarebbero stati fatti in quella abitazione. Il bambino ha parlato di foto scattate e ha definito quell'occasione come una «brutta esperienza». «C'erano tanti pupazzi - ha aggiunto - c'era un uomo con il viso coperto e con il quale giocavano ad acchiapparella e altro. C'era anche la maestra Marisa (Pucci, ndr)». Il bambino avrebbe descritto la casa e una piscinetta gonfiabile che si sarebbe trovata nel giardino.


LE REAZIONI - «Con buona pace di tutti coloro che pensavano che l'indagine fosse finita - hanno detto gli avvocati di parte civile Franco Merlino e Antonio Cardamone - oggi si registra un ulteriore sviluppo dell'impostazione accusatoria che vede confermato il coinvolgimento di alcuni indagati». I difensori degli indagati hanno invece sottolineato come «ancora una volta» il metodo di raccolta della testimonianza abbia indotto il piccolo a dire quello che il suo interlocutore «voleva sentirsi dire». Forse anche in seguito alle proteste dei legali, nelle scorse udienze, il gip ha disposto che a raccogliere le testimonianze sia la dottoressa Mazzolini e non più la neuropsichiatra Angela Gigante, che guida il collegio di periti nominati.
LA SCARCERAZIONE - Nella vicenda giudiziaria sono indagate sette persone: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, l'autore tv Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese Da Silva. Tutti sono stati scarcerati nell'ottobre scorso, una decisione confermata dalla Cassazione secondo la quale «allo stato delle investigazioni - si leggeva nelle motivazioni - è consentito rilevare che, se vi sono state violenze sessuali (ipotesi non scartata dal Tribunale), esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce». In pratica la Suprema Corte invitava gli inquirenti che si stanno occupando del caso a seguire una pista diversa da quella in base alla quale i presunti abusi sarebbero avvenuti in ambito scolastico. Secondo la Cassazione inoltre i genitori dei bambini vittime dei presunti abusi avrebbero, in qualche modo, esercitato una certa influenza sui bambini. Corriere della Sera 24 giugno 2008
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Stampa e Rignano Flaminio: l'istinto dell'ignoranza





Rignano, interrogato bimbo di sei anni: "A casa della maestra ci facevano le foto"
ROMA (24 giugno) - Ha parlato di foto scattate a casa della maestra Patrizia e di giochi che venivano organizzati nella sua abitazione il bimbo di sei anni ascoltato oggi nel tribunale di Tivoli, tramite incidente probatorio, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni dei minori della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. «Ci portarono a casa della maestra Patrizia e ci fecero delle foto», ha detto il bimbo rispondendo alle domande del gip Elvira Tamburelli, in presenza della psicologa Marilena Mazzolini. Il piccolo ha affermato di essere stato condotto a casa della maestra Patrizia Del Meglio con la sua macchina nera insieme con altri bambini, ha descritto i giochi che sarebbero stati fatti in quell’abitazione, ha parlato di foto scattate, sempre a casa della maestra, e ha definito quell’occasione come una “brutta esperienza”: «C’erano tanti pupazzi - ha aggiunto - c’era un uomo con il viso coperto e con il quale giocavamo ad acchiapparella e altro. C’era anche la maestra Marisa». Il bambino avrebbe inoltre descritto con dovizia di particolari la casa, parlando di una piscinetta gonfiabile che si sarebbe trovava nel giardino.
Gli avvocati: indagine ancora aperta. «Con buona pace di tutti coloro che pensavano che l’indagine fosse finita - hanno detto gli avvocati di parte civile Franco Merlino e Antonio Cardamone - oggi si registra un ulteriore sviluppo dell’impostazione accusatoria, che vede confermato il coinvolgimento di alcuni indagati». Nel pomeriggio l’audizione di un altro bambino.
Nella vicenda giudiziaria sui presunti abusi a Rignano sono indagate sette persone: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, l’autore tv Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese Da Silva.

Fonte Il messaggero

domenica 22 giugno 2008

ONU: "STUPRO, ARMA DI GUERRA"

ONU: "STUPRO, ARMA DI GUERRA" 21/06/08
Una storica sentenza del Consiglio di sicurezza rovescia la prospettiva: lo stupro non è un'inevitabile effetto dei conflitti armati, ma un vero e proprio strumento di guerra.
Junko Terao
Sabato 21 Giugno 2008 «In guerra, a volte, è più pericoloso essere una donna che essere un soldato». Marianne Mollman, Human Rights Watch, che ha definito «storica» la risoluzione 1820, che condanna lo stupro come arma di guerra, approvata ieri dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dice una verità dimostrata dai fatti. Nei conflitti più recenti – a partire dalla ex-Yugoslavia, passando per il Rwanda, la Sierra Leone, la Liberia, la Colombia, il Perù, per arrivare all’Iraq e all’Afghanistan – la violenza su donne e bambine è stata usata sistematicamente come vero e proprio strumento di terrore per punire, umiliare e dominare i civili e distruggere le comunità o i gruppi etnici.Questa risoluzione, proposta dagli Stati uniti, sostenuta da 30 paesi - tra cui l'Italia - e approvata ieri all’unanimità dai 15 membri del Consiglio di sicurezza, segna un cambio di prospettiva fondamentale: lo stupro non è un effetto della guerra, ma un’arma usata da chi la guerra la fa. Una vera e propria tattica bellica, impiegata da criminali rimasti spesso impuniti. Fino ad ora, infatti, la violenza sessuale sulle donne era per lo più considerata come un’ inevitabile, per quanto terribile, conseguenza dei conflitti armati. E’ dall’istituzione dei tribunali criminali internazionali per l’ex-Yugoslavia e per il Rwanda che le cose hanno cominciato a cambiare e molti colpevoli sono stati condannati per l’uso dello stupro come strumento di genocidio, tortura e crimine contro l’umanità.Un rischio, quello a cui sono esposte le donne nelle zone di guerra, che spesso continua anche dopo la fine del conflitto: sono in molte, infatti, a dover subire violenze nei campi profughi o ad essere discriminate nei programmi di ricostruzione. Come in Afghanistan, per esempio, dove la fine della guerra non ha determinato un aumento nella partecipazione delle donne alla vita pubblica. In particolar modo per quelle che vivono fuori dalla capitale, la caduta dei Talebani non ha portato a un miglioramento della loro condizione di sicurezza, e il risultato è la loro esclusione dall’esercizio dei loro diritti fondamentali e dalla ricostruzione del paese. O in Iraq, dove buona parte della popolazione femminile vive ancora segregata in casa per paura delle violenze. Anche per questo, la risoluzione 1325, approvata nel 2000, con cui si riconosceva il ruolo fondamentale delle donne nei processi per la costruzione della pace e della sicurezza, ha avuto diverse carenze nella sua messa in atto.Da allora un gruppo di ong - una ventina di associazioni che si occupano di diritti umani in generale o di violenza contro le donne - ha lavorato sul tema «donne, pace e sicurezza», facendo lobby sui governi perché si arrivasse, ieri, ad un’ approvazione della risoluzione col più ampio consenso possibile. Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International - che faceva parte del gruppo di lavoro – esprime «soddisfazione per il fatto che anche il Consiglio di sicurezza si occupi di un tema già dibattuto in molte sedi, riconoscendo che fermare la vi[/ACM][TXT]olenza sulle donne è fondamentale per la costruzione della pace». Dal punto di vista giuridico non cambierà molto, ma, secondo Noury, «gli effetti della risoluzione si tradurranno - sul piano della prevenzione - in maggiore attenzione sul campo e in un aumento della collaborazione delle ong nel meccanismo di reporting delle violenze registrate alle agenzie dell’Onu». Inoltre, «adesso che l’organo più influente dell’Onu individua lo stupro come tattica di guerra, i governi saranno più condizionati». Nel testo della risoluzione non mancano le ombre, «per esempio – sottolinea Noury – manca l’istituzione di un meccanismo specifico di monitoraggio del fenomeno e di un supervisore speciale», ma nel complesso sono molti i punti che le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani hanno trovato soddisfacenti: come il riferimento alla necessità del coinvolgimento delle donne, a livello decisionale, nello sviluppo di meccanismi di prevenzione e risoluzione dei conflitti, di mantenimento della pace e della sicurezza e di peace-building a fine conflitto. O la richiesta che il segretario generale Ban Ki-moon stenda, entro il 30 giugno 2009, un rapporto sulle situazioni di conflitto armato in cui la violenza sessuale è stata ampiamente e sistematicamente perpetrata contro i civili. Un documento che contenga, tra le altre cose, delle proposte di strategie per limitare l’esposizione di donne e bambine a tali violenze; che fissi dei riferimenti per misurare i progressi nella prevenzione della violenza sessuale; che fornisca informazioni sulle azioni intraprese dalle parti in causa nei conflitti per rendere effettive le loro responsabilità, in particolare ponendo immediatamente e completamente fine a tutti gli atti di violenza sessuale e prendendo misure appropriate per proteggere donne e bambine. Un’ultimo punto degno di nota è la richiesta di rafforzare la «tolleranza zero» verso gli abusi sessuali da parte del personale Onu, finito in più occasioni sotto accusa. Uscito anche su il manifesto

Torino - Nel Cpt di C.so Brunelleschi gli abusi non sono finiti

Ad un mese dalla tragica morte di Hassen ancora nessuna versione ufficiale dei fatti
di Verena Tonelli
L’ultima segnalazione è del 19 giugno:Alcuni giornalisti sono entrati nel Cpt per intervistare i detenuti. Alla domanda "che cosa mangiate?" i detenuti hanno risposto "psicofarmaci". Una volta spente le telecamere, una donna che lavora all’interno del Cpt, non si sa se con una divisa bianca, blu, o verde mimetico, ha minacciato uno degli intervistati dicendogli: "tu parli troppo, anche al telefono. E la prossima volta che ritorno, tu non ci sarai." E non si tratta certamente di un augurio di pronta scarcerazione.
E’ trascorso meno di un mese dalla tragica morte di Hassen Fathji, il giovane ragazzo tunisino deceduto nel CPT di Corso Brunelleschi a Torino e ancora si torna a parlare proprio di questo centro. Ancora una volta, i motivi riguardano le violazioni dei diritti dei detenuti, le presunte violenze, le minacce e i soprusi a danno dei migranti che si trovano rinchiusi al suo interno. Dopo settimane di silenzio intorno a quel drammatico fatto, vogliamo riproporre uno sguardo su ciò che accade dietro i muri del CPT di Torino, e che, con tutta probabilità, accomuna le storie dei tanti migranti rinchiusi nei centri sparsi sul territorio italiano.
Si apprende così della storia di un altro immigrato tunisino, sposato in Italia con una donna romena e con un figlio, che secondo le testimonianze avrebbe perso l’udito da un orecchio in seguito agli schiaffi inferti dal personale di polizia perché si era opposto all’espulsione iniziando uno sciopero della fame: “Chi rompe viene preso, ammanettato, portato di là, dove non ci sono telecamere, e giù botte”. Questa purtroppo non è l’unica testimonianza del ricorso alla violenza da parte del personale di sicurezza, ma solo una tra le tante voci che cercano di richiamare l’attenzione su quello che accade all’interno di questi centri, lontano dagli occhi di tutti.
Sono tanti i racconti di presunti abusi e violenze, di persone ammanettate e condotte in quella che Orsola Casagrande, ha definito la “stanza dei pestaggi”. Come racconta in un suo recente articolo: “Questa stanza dei pestaggi è ricorrente nelle storie di tanti e non solo nel centro torinese.Anche negli altri cpt infatti i detenuti raccontano di essere stati portati ammanettati in una stanza e lì pestati a sangue: fare denuncia è difficile e comunque molto spesso la stessa denuncia non ha seguito”.A queste violenze fisiche si aggiungono quelle psicologiche, oltre alle conseguenze derivanti dalle espulsioni che proprio in questi giorni stanno avvenendo nei confronti dei migranti reclusi a Torino, alcuni dei quali erano stati testimoni della morte di Fathji. In alcuni casi sembra che non siano nemmeno state espletate le procedure di identificazione con il rischio di rimandare questi migranti in Paesi diversi da quelli di origine.
I gravi avvenimenti che continuano a rendere protagonista il centro di nuova generazione di Torino, portano a dover fare alcune altre considerazioni. Primo, proprio la disposizione della struttura stessa, divisa in 3 zone (una sezione femminile e due maschili, la zona rossa e la zona blu, divise prevalentemente su base etnica e oggi sovraffollate) crea delle aree buie, nascoste agli occhi delle telecamere interne e degli altri detenuti, che permettono una grande libertà di azione al personale di guardia.Secondo, il personale di sorveglianza risulta avere una discrezionalità che va ben oltre quella prevista dal regolamento. Se infatti il personale dell’Ufficio immigrazione sembra attenersi a questo in modo corretto, le Forze di Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza presenti nel centro, sono spesso protagonisti degli abusi e delle violenze denunciate dai migranti, sintomo questo di un’eccessiva libertà discrezionale e assenza di controllo. Tutto ciò avviene spesso sotto gli occhi indifferenti del personale della Croce Rossa che si occupa della gestione del centro, già resasi protagonista in senso negativo nella vicenda di Fathji e che a volte, lungi dal sostenere almeno dal punto di vista sanitario i bisogni dei detenuti, si dimostra negligente se non addirittura complice nel calpestare i diritti dei migranti.Infine, è stata da poco firmata una convenzione tra il CPT e il SERT che ha permesso il modificarsi della composizione dei reclusi poiché anche persone tossicodipendenti possono essere trattenuti al suo interno. Senza dubbio questo comporta nuovi problemi da fronteggiare, oltre a permettere maggiori soprusi da parte del personale di controllo verso questi soggetti ancora più deboli e ai margini.
Le vicende descritte sembrano incastrarsi perfettamente nel clima generale di “paura dello straniero” creato soprattutto dalle notizie mediatiche e dal parallelo aumento delle risposte repressive da parte del governo nei confronti della questione immigrazione. Clima e misure che non riguardano solo l’Italia, ma che purtroppo stanno prendendo piede in tutta Europa. Proprio in questi giorni è infatti stata approvata la Direttiva Europea sui rimpatri che aumentando i mesi di detenzione nei CPT e non prevedendo misure a tutela di categorie deboli (anche i minori possono essere detenuti, anche se non accompagnati, come pure le vittime di tratta ecc.) rischia di abbassare notevolmente gli standard, già minimi, di tutela dei migranti.
Con l’approvazione della Direttiva rimpatri si è messo al centro la lotta alla clandestinità, sono state incentivate le misure repressive volte a fermarla (anche se la loro efficacia è costantemente messa in discussione dall’inarrestabilità dei processi migratori), senza tuttavia prevedere delle misure positive riguardanti i canali autorizzati di ingreso, né delle garanzie nei confronti degli stranieri. Si è guardato al fenomeno migratorio come pericolo da contrastare e i diritti umani sono stati relegati in una posizione marginale se non completamente assenti dentro un quadro normativa che prevede una disciplina di carattere speciale per gli stranieri. Il rischio è che anche Paesi con standard più elevati in materia di immigrazione si sentano legittimati ad abbassarli. Certe cose non accadono solo a Guantanamo.
Fonte meltingpot.org
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Morte al CPT di Torino - Intervista all’Avv. Gianluca Vitale in visita alla struttura Cpt di Torino – La Croce Rossa non cura i malori fino a quando non finiscono le proteste Torino, presunte violenze ai danni di un immigrato del Cpt «In quel cpt una stanza dei pestaggi»
[ venerdì 20 giugno 2008 ]

sabato 21 giugno 2008

Abusi a disabile per tre anni, arrestato pensionato


Un 39enne, disabile e invalido per una patologia psichica, è stato costretto a subire gli abusi e le continue violenze sessuali di un 74enne per oltre tre anni

Matera, 21 giugno 2008 - Per oltre tre anni, un 39enne della provincia di Matera, disabile e invalido per una patologia psichica, è stato costretto a subire gli abusi e le continue violenze sessuali di un pensionato di 74 anni.
Ieri pomeriggio, dopo accurate indagini, l'arresto dell'anziano ad opera dei carabinieri. Il pensionato, peraltro noto ai carabinieri perchè già arrestato per l'incendio di un'autovettura, approfittando della malattia e dell'impossibilità a poter reagire del 39enne, lo costringeva minacciandolo a seguirlo all'interno del garage della propria abitazione o in campagna dove abusava di lui. In più occasioni, dopo la violenza, minacciava di nuovo la vittima affinchè non parlasse di quanto accaduto.
I carabinieri, raccolte alcune voci, hanno così avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Matera, acquisendo validi elementi sul grave fatto di violenza. Ieri pomeriggio la svolta: i militari, dopo l'ennesimo servizio di appostamento nei pressi dell'abitazione del pensionato, sono riusciti a sorprenderlo e bloccarlo mentre irretiva ancora il disabile. La vittima, dopo i controlli medici e le necessarie cure, è stato affidato ai parenti. L'arrestato, ha anche confessato i precedenti casi di violenza, ed ora si trova nel carcere di Matera.
Quotidiano.net 21 giugno 2008

venerdì 20 giugno 2008

Palermo: abusava di ragazzino di 14 anni, arrestato oste

venerdì 20 giugno 2008
Il titolare di un'osteria e' stato arrestato a Palermo con l'accusa di aver abusato di un ragazzino minore di quattordici anni, pagandolo dopo ogni incontro e avviandolo anche al consumo di cocaina. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia della vittima, che oggi ha 16 anni e che si e' convinto a parlare dopo colloqui con volontari che operano nel sociale. L'identita' dell'arrestato, che ha 45 anni ed e' pregiudicato, non e' stata resa nota per tutela del minore. La vicenda si e' svolta in un quartiere periferico di Palermo, dove l'indagato e' titolare di una mescita di alcolici. Gli abusi sarebbero cominciati per strada, in una zona appartata del quartiere, e in seguito l'oste avrebbe invitato il ragazzino nel retrobottega della taverna e a casa, dove gli avrebbe anche offerto cocaina. Per comprare il silenzio della vittima, l'uomo gli avrebbe dato dopo ogni incontro somme variabili tra i 15 e i 70 euro e gli avrebbe regalato capi di vestiario, ma lo avrebbe anche intimidito minacciandolo di raccontare tutto agli amici. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere e' stata emessa dal gip Marco Mazzeo, su richiesta del pm Marcello Viola, ed eseguita da poliziotti, carabinieri e finanzieri della sezione di P.G. della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo.

Pedofilia, Bologna: si aggrava la posizione del commesso della procura e catechista

- Emilia Romagna
L'inchiesta partita dalla denuncia del padre di un 15enne che ha raccontato di avere avuto rapporti sessuali con l'uomo
Bologna, commesso Procura arrestato per pedofilia: si aggrava posizione

Dagli accertamenti è emerso che l'indagato ha conosciuto in chat altri ragazzi di età inferiore ai 16 anni

Bologna, 19 giu. - (Adnkronos) - Si complica la posizione di S.M., il commesso cinquantenne della Procura di Bologna, nonche' catechista in una parrocchia del capoluogo emiliano, arrestato circa tre settimane fa con le pesanti accuse di violenza sessuale, detenzione di foto pedopornografiche e violenza privata. Dagli accertamenti tecnici effettuati dalla polizia postale e' emerso che l'uomo ha conosciuto in chat altri ragazzini di eta' inferiore ai 16 anni. Durante le conversazioni sarebbero stati toccati spesso argomenti a sfondo sessuale e a loro offriva ospitalita' a casa sua. Ora spetta al Nucleo di polizia giudiziaria della polizia presso la Procura capire se l'uomo chattava solamente con loro oppure li ha incontrati. Per la prossima settimana e' in programma un incontro degli investigatori, coordinati dal pm Luigi Persico, per sentire questi ragazzini. Il prossimo 25 giugno davanti al gip Bruno Perla verra' sentito con la formula dell'incidente probatorio, cosi' come chiesto dalla Procura, il ragazzino di 15 anni che ha accusato l'uomo ora in carcere. Il pm aveva chiesto anche che durante l'incidente probatorio venisse eseguita una perizia psicologica sul giovane da affidare a un esperto dell'eta' evolutiva. Ma il gip decidera' dopo l'incidente probatorio. Il 15enne e' un ragazzo straniero adottato da una famiglia bolognese e da anni ormai residente in Italia. L'uomo lo aveva conosciuto nella parrocchia del centro di Bologna dove in passato insegnava catechismo e dove ultimamente ricopriva cariche laiche e gli aveva fatto anche da padrino alla cresima. Con la famiglia del giovane pero' il rapporto si era incrinato. Nel dicembre del 2006 il padre presento' un esposto in cui veniva ipotizzato il tentativo di sottrazione di minore. Quella denuncia non ebbe seguito e nel giro di breve tempo il pm Persico e il procuratore capo Di Nicola chiesero e ottennero l'archiviazione. Diffidarono pero' il dipendente dal frequentare il giovane. Un provvedimento a cui l'uomo non ha ottemperato e che la famiglia ha scoperto all'inizio di maggio di quest'anno. Una sera il quindicenne e' rientrato tardi a casa e ha raccontato ai suoi familiari molto arrabbiati di essere rimasto fino a quell'ora a casa del cinquantenne che gli aveva mostrato alcune foto con uomini nudi che aveva sul suo computer. Il padre ha cosi' presentato un altro esposto alla sezione di polizia giudiziaria e sono partite le indagini che nel giro di tre settimane hanno portato alla custodia cautelare in carcere. Ad aggravare la sua posizione e' stato ovviamente il racconto dell'adolescente che agli inquirenti ha spiegato di avere avuto rapporti sessuali con l'uomo. Rapporti che alcune volte erano imposti e altre facilitati da regalini come ricariche telefoniche, soldi e altri oggetti che S.M. dava al giovane. Agli atti risulta che in qualche circostanza l'uomo ha minacciato il ragazzo ingiungendogli di non raccontare nulla di quanto accadeva perche', con le sue conoscenze, avrebbe anche potuto rispedirlo nell'orfanotrofio da cui qualche anno prima era stato preso in adozione.

giovedì 19 giugno 2008

VERONA: ABUSAVA DELLA FIGLIA DA 18 ANNI, ARRESTATO

Ha abusato sessualmente della figlia per 18 anni. Un operaio veronese di 53 anni e' stato arrestato dalla Squadra Mobile dopo un'indagine durata sei mesi, partita dalla denuncia della vittima degli abusi. Le indagini della polizia hanno delineato una situazione drammatica: la ragazza era costretta a rapporti sessuali con il padre anche tre, quattro volte a settimana fin da quando aveva 10 anni. La ragazza oggi ha 29 anni ed e' ricoverata in una struttura protetta dove viene seguita da uno staff di psicologi. La vicenda e' emersa quando la giovane, nei mesi scorsi, aveva deciso di lasciare la casa dei genitori e aveva confidato il suo terribile segreto a una amica. (AGI)

(19 giugno 2008 ore 17.54)

ABUSAVA DI 14ENNE UCRAINA, SETTANTENNE ARRESTATO A TODI

Sono state le domande mirate dei carabinieri di Todi a far si' che una quattordicenne ucraina, da quattro anni abitante in citta', riuscisse a raccontare delle violenze subite. Il suo aguzzino, un 69enne di origini campane ma che risiede da tempo a Todi, e' stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale continuata su minorenne, percosse e lesioni ed ora si trova nel carcere perugino di Capanne. L'uomo s'era guadagnata la fiducia della madre della ragazzina, spesso assente per lavoro, tanto da poter rimanere in casa con la figlia quando la donna non c'era. Proprio nell'ambiente che avrebbe dovuto essere il piu' sicuro, abusava dell'adolescente ed ha continuato a farlo finche' lei, che non ha mai trovato il coraggio di parlare con la madre o i compagni di scuola, ha iniziato a ribellarsi. L'epilogo della vicenda vede l'anziano perdere la testa e picchiare la ragazzina con un bastone, cosi' forte che la madre l'ha accompagnata dai carabinieri per la denuncia. I militari, insospettiti dall'atteggiamento impaurito della ragazza, sono riusciti a farla parlare. (AGI)

(19 giugno 2008 ore 17.51)

mercoledì 18 giugno 2008

Il pedofilo di Tradate aveva un altro garage degli orrori

Si tratta di uno dei peggiori casi scoperti in provincia di Varese negli ultimi anniAssume contorni sempre più inquietanti la vicenda del pedofilo arrestato a

TRADATE Non una sola stanza degli orrori, ma due: oltre a quella nella casa della nonna, in un Comune del tradatese, la squadra mobile di Varese ha scoperto un altro garage all’interno del quale il trentenne arrestato la scorsa settimana per violenza sessuale su minori (anche di anni 10), e produzione, detenzione e messa in circolazione di materiale pedopornografico.
Si aggrava insomma la posizione dell’operaio, accusato di avere abusato per anni (per lo meno dal 2000 ai giorni nostri), di bambini e ragazzini, riprendendo le scene raccapriccianti degli abusi e mettendole poi su internet per scambiarle con altri utenti, come lui pedofili.
Tra i tanti casi emersi nel corso degli ultimi anni nel Varesotto, quello scoperto alla squadra mobile di Varese è uno dei peggiori: perché le violenze sono tutte tristemente documentate dallo stesso violentatore, che aveva collezionato centinaia di riprese filmate che aveva poi riunito su tre dvd di produzione propria. Senza contare i 150 file dello stesso contenuto, scaricati sa internet.
Di fronte a queste contestazioni, inconfutabili, l’operaio ha cominciato a fare le prime ammissioni: dapprima, relative alle violenze su un bambino, poi anche sugli altri due scoperti e interrogati dalla squadra mobile di Varese.
Lo stesso atteggiamento che ha tenuto di fronte al giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Fazio: ma le sue ammissioni non sono andate oltre alle contestazioni che gli sono state mosse. Di fronte all’evidenza, insomma, non poteva negare, anche perché quei documenti terrificanti sono stati da lui stessi fabbricati.
La Provincia di Varese 17 giugno 2008

martedì 17 giugno 2008

FORLI', BOTTE E ABUSI SESSUALI SULLA FIGLIA DI 17 ANNI, FINISCE IN MANETTE UNO STRANIERO

A portare alla luce la vicenda una segnalazione anonima giunta ai servizi sociali di un probabile caso di disagio. Da qui è presto emerso il ben più grave quadro. L'uomo dovrà rispondere anche di sequestro di persona

Forlì, 17 giugno 2008 - Sono pesanti le accuse a carico di uno straniero di cinquant'anni arrestato oggi dalla Squadra mobile di Forlì: violenza sessuale, sequestro di persona, percosse e violenza privata. Il tutto si sarebbe consumato dentro le mura domestiche: dall'indagine pare che l'uomo sottoponesse la figlia di 17 anni a continue minacce, botte e ripetuti abusi.

Il 'padre-padrone', separato dalla moglie, apparentemente conduceva una vita normale, con un lavoro fisso. Ma in casa si celava il dramma. L'uomo - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - di fatto aveva sequestrato la figlia, che poteva uscire solo per frequentare, con profitto, la scuola. Per il resto doveva provvedere a tutte le incombenze domestiche. E poi, con cadenza settimanale, subire anche le voglie sessuali del padre.

A portare alla luce la vicenda una segnalazione anonima giunta ai servizi sociali di un probabile caso di disagio sociale. Da qui è presto emerso il ben più grave quadro. Le indagini hanno portato, durante una perquisizione domiciliare, al rinvenimento di preservativi usati, sottoposti all'esame del dna. Ora la giovane è stata affidata a una casa protetta fuori provincia.
Quotidiano.met 17 giugno 2008

Svizzera: Anziano abusava di due bimbe: condannato

L'uomo un pensionato luganese 73enne è stato condannato ieri per pedofilia, pornografia e diffamazione

Un pensionato ultrasettantenne di Pregassona è stato riconosciuto colpevole di atti sessuali con due bimbe di 14 e rispettivamente 8 anni. L'uomo era diventato amico di famiglia, faceva regali alle due bimbe, dava loro la paghetta e quando la madre era assente, gli erano affidate le due bimbe. E proprio in quelle occasioni l'uomo palpeggiava seni e zona genitale delle due sorelline, tentando pure di farsi masturbare da loro.I fatti sono accaduti nel 2006 e sono venuti alla luce un poco per volta. Per l'uomo questa è la seconda condanna sull'arco di una decina di anni.Ieri, il pensionato 73enne italiano è stato condannato per pedofilia, pornografia e diffamazione a Lugano. Novanta aliquote giornaliere di 30 franchi sospese per un periodo di prova di cinque anni, una multa di 1500 franchi e il versamento di mille franchi a testa alle due vittime più l’assunzione degli oneri derivanti dalle spese legali di parte civile. Questa, in sintesi, la pena decisa dal giudice della pretura penale Marco Kraushaar che ha confermato il decreto d’accusa. Ma ieri in Pretura l'uomo era assente, così come il suo avvocato difensore e Antonio Perugini, il procuratore pubblico che aveva emesso l'atto di accusa. Perugini era assente perché, per iscritto, aveva ribadito la validità del suo decreto. Il pensionato, prima ha chiesto il rinvio del processo per problemi di salute, poi ha tolto il mandato al suo avvocato, Stefano Camponovo. Infine, non si è presentato in aula.Ma il processo si è svolto regolarmente. Sono state sentite la madre, una sua amica, alla quale le bimbe si sono confidate e Silvia Torricelli, avvocato di parte civile. "Un recidivo specifico, che anche all'epoca aveva negato i fatti", ha dichiarato Torricelli in aula. Kraushaar ha ritenuto credibili le testimonzianze registrate in videocassetta delle due bambine, al contrario delle dichiarazioni rilasciate dal pensionato. Ma non è tutto, durante la perquisizione in casa dell'uomo, sono stati ritrovati filmati e foto di atti sessuali con animali e cono escrementi. Così oltre alla condanna per pedofilia, si è aggiunta pure quella di pornografia. L'uomo è stato inoltre condannato per diffamazione, dopo che aveva accusato due anni fa un medico di picchetto per mancata assistenza.
Ticino News 17 giugno 2008

lunedì 16 giugno 2008

Bimbe contese: Milla compie cinque anni, auguri dalla sua mamma e da questo blog


MILLA

Oggi, hai 5 anni, mia Cara.
Ti porto nel mio cuore come ti ho portato in me
Nel calore del mio grembo e del mio amore.

Sei la freschezza di una rosa,
Sei timida e ribella,
Sei la dolcezza ed una meraviglia,
Sei due note di musica che ci piace canticchiare.

Ti hanno strappato a me come si sradica un fiore.
Ti hanno rubato la tua infanzia e stroncato la tua innocenza.

Tu, mia Cara, volevi diventare una farfalla
Per provare il miele dei fiori del giardino degli Angeli.

Altri hanno deciso diversamente …
E hanno preferito bruciare le tue ale
Ed imprigionarti nella gabbia dell’inferno.

Ma io sono la tua MAMMA
Che ti ama con tutto il suo essere !
E una mamma, non abbandona MAI le sue bambine.

Saro’ sempre li’ per te e la tua sorella.

Saro’ il vostro cerotto
Per curare le vostre ferite,

Saro’ la vostra melodia
Per addormentarvi la sera,

Saro’ il vostro clown
Per farvi ridere,

Saro’ il vostro sole
Per riscaldare i vostri inverni freddi,

Saro’ il vostro pennello
Per dipingere i colori della vostra vita,

Saro’ il vostro pane
Per nutrire il vostro avvenire,

Saro’ la vostra roccia,
Per potere resistere alle tempeste,

Saro’ il vostro albero,
Per potere ripararvi quando piove,

Saro’ il vostro bastone
Sul quale appoggiarvi quando i vostri passi sarano insicuri,

Sono e rimanero’ SEMPRE la vostra mamma cara !

Per proteggervi ed allontanare il male affinchè
Ogni giorno
Possiate provare le carezze della mia dolce luce d’AMORE…

All’infinito,
Per la vita,
E aldilà…

TI AMO MILLA,

Mamma Maria-Pia MAOLONI,
Il 14 giugno 2008

http://salvarefionaemilla.blogspot.com/

Bimbe contese, nullo il rimpatrio in Belgio. Lo ha deciso la Corte di Cassazione



San Benedetto del Tronto Il decreto era stato emesso dal Tribunale dei Minori di Ancona nel maggio 2007 e le bimbe erano state affidate al padre e portate in Belgio, dove sono ancora oggi.

Maria Pia Maoloni
Maria Pia Maoloni attende che la Corte di Appello di Mons in Belgio ritorni sui suoi passi e riveda la sentenza con la quale ha affidato le sue piccole, Fiona e Milla di nove e quattro anni, al padre. Da oltre un anno non le vede e forse ora l'atteso incontro si avvicina.
Difatti la Corte di Cassazione di Roma ha annullato il decreto di rimpatrio delle bambine emesso dal Tribunale dei Minori di Ancona a maggio dello scorso anno.La Maoloni aveva accusato l'ex marito di presunte molestie sessuali nei confronti della figlia maggiore e lui aveva risposto con una denuncia per alienazione parentale.A giugno si terrà a Mons l'appello contro l'affido a favore dell'ex marito che potrebbe però essere rimandato perché sul capo della Maoloni che dovrebbe essere presente in tribunale pende un mandato di cattura per sottrazione di minori valevole in Belgio.
Nel 2006 infatti la donna venne a Castignano con le sue figlie avendo il diritto di farlo. Quando per la questione dell'accusa di molestie è stata fermata in Italia, non ha potuto ricondurre le bimbe in Belgio. Mentre nella nostra nazione non è stata accusata di sequestro, in Belgio la situazione è diversa: se la Maoloni mette piede lì sarà arrestata.
Per il successo in Cassazione l'avv. Gabriella Ceneri, che insieme al collega Carlo Taormina ha la tesi difensiva, dichiara: "Questa sentenza mi ha dato grande soddisfazione morale, perché ha ribadito quanto avevamo già fatto presente al Tribunale dei Minori di Ancona, con l'eccezione preliminare del giudicato della Corte di Appello. Cioè il Tribunale dei Minori non avrebbe potuto pronunciarsi sulla domanda di rimpatrio, in quanto si era formato il giudicato a seguito della pronuncia della Corte di Appello di Ancona, non impugnata da Antonini, padre delle bambine. Opinione condivisa dal Procuratore dei Minori, il dott. Pastore".
san benedetto oggi 11/06/2008

Abusa e fa prostituire romena di 14 anni

Era stata la mamma, che lavora come badante a Latina, tre mesi fa, a convincerla a lasciare la Romania, dove viveva con i nonni dopo essere stata abbandonata dal padre, e a seguirla in Italia. E per lei, una ragazzina di 14 anni, è cominciato l’inferno. Il compagno della mamma, Tarita Mihai, muratore di 43 anni, romeno anche lui, l’ha violentata in più occasioni e l’ha costretta a prostituirsi. Gli abusi avvenivano in una tenda montata tra le dune della spiaggia di Sabaudia. È lì che gli agenti della squadra nautica della questura di Latina, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni su uno strano via vai di persone, lo hanno sorpreso venerdì sera mentre nudo, all’interno del giaciglio, stava abusando della ragazzina. Subito sono scattate le manette con l’accusa di violenza sessuale su minore e sfruttamento della prostituzione. La donna era ignara di tutto. Si era fidata del convivente, affidandogli la figlia mentre era al lavoro. L’uomo invece, in sua assenza, aveva ripetutamente abusato della ragazzina, fino a quando non è stato arrestato in flagranza.La polizia ha arrestato anche un altro romeno e un cittadino italiano che costringevano una romena a prostituirsi sotto un cavalcavia della via Pontina. La donna, arrivata in Italia con la promessa di un lavoro, viveva in una roulotte, priva di servizi igienici. Ogni mattina veniva prelevata da un cittadino di Latina e scaricata lungo la Pontina dove era costretta a lavorare anche dieci ore. Entrambi gli uomini sono stati arrestati per sfruttamento della prostituzione.
mila euro in banca da donare per costruirsi una casa e diventare residente stabile.
Il Giorno 15 giugno 2008

PEDOFILIA: MADRE E ZIA VENDONO 13ENNE, ARRESTATE

Botricello (Catanzaro), 10:50
PEDOFILIA: MADRE E ZIA "VENDONO" 13ENNE, ARRESTATE
Un pensionato di 65 anni, G.R., e' stato arrestato dai carabinieri della stazione di Botricello, in provincia di Catanzaro, nell'ambito di un'inchiesta su presunte attenzioni sessuali subite da una ragazzina di 13 anni. Nell'ambito di queste indagini, lo scorso mese di marzo, sono finiti in manette la mamma della giovane, L.S., e la zia, R.S., oltre a un pensionato ultraottantenne che si trova agli arresti domiciliari. Al termine delle indagini, durante diversi mesi, i carabinieri hanno ricostruito l'attivita' messa in atto dalle due donne, che avrebbero venduto la tredicenne per incontri sessuali in cambio di qualche decina di euro. Il sessantacinquenne e' stato arrestato dopo che i carabinieri, nel corso delle indagini, che proseguono per identificare le persone coinvolte nel giro, hanno fatto vedere alla giovane alcune fotografie, tra le quali avrebbe riconosciuto l'uomo tra quelli con cui avrebbe avuto incontri sessuali. Un'indagine complessa, sia nella fase iniziale, sia in quella ancora in corso, considerato anche che gli incontri sarebbero avvenuti sia nell'abitazione della giovane, sia nelle case di alcuni clienti.

sabato 14 giugno 2008

Abusò di tre figlie, condannato a 15 anni



Per dieci anni ha violentato le tre figlie, ancora bambine o adolescenti. Adesso i prossimi 15 li passerà dietro le sbarre. La giustizia lo ha condannato a tre lustri di carcere.

È una storia turpe quella commessa da quest’uomo, oggi 46 anni, di origini pugliesi, ex appartenente alla Sacra corona unita e adesso collaboratore di giustizia.
Dal 1993 sino al 2003 ha costretto le sue figlie a cose inenarrabili. E loro hanno dovuto subire di tutto. Oggi queste ragazze hanno 24, 18 e 16 anni, ma quello che hanno provato non potranno mai dimenticarlo per il resto della loro vita. E pensare che la storia sarebbe andata avanti ancora chissà per quanto tempo se la primogenita non avesse avuto il coraggio di confidarsi con la polizia e far emergere gli abusi sessuali del padre verso le tre figlie.


Il caso è esploso quando la famiglia - dopo essere stata anche a Verbania e Genova - è arrivata ad abitare alla Spezia secondo un preciso programma di protezione attuato a beneficio del padre che aveva cominciato a collaborare con la giustizia. La più grande si accorse che le sorelle minori avevano un comportamento scostante verso il genitore. Ricordandosi delle molestie subite quando era appena adolescente chiese loro se avevano ricevuto le stesse attenzioni.
E le ragazze le confidarono gli abusi e le violenze sessuali subite nel corso degli anni. Solo a quel punto scattò la denuncia con l’appoggio della madre che non si era mai accorta di nulla perchè, lavorando, stava spesso fuori casa.
Il processo è stato lungo, drammatico ed alta tensione. Durante le varie udienze le ragazze - costituitesi parti civili e tutelate dall’avvocato Maurizio Sergi - hanno raccontato le violenze subite. Sconcertanti nella loro crudezza. Per citare solo quelle pubblicabili: rapporti orali e poi veri e propri stupri, in auto, dopo aver costretto una delle tre, all’epoca dodicenne, a bere alcolici per non farla connettere. Nel dibattimento ci sono stati più volte contatti ravvicinati fra l’uomo e le tre figlie con le ragazze che hanno urlato sempre il loro disgusto nei confronti del padre, ovvero di colui che avrebbe dovuto proteggerle dai pericoli della vita e che invece si era trasformato in un mostro.
Ieri, il verdetto. Il collegio giudicante, composto da Marta Perazzo , presidente, Giuseppe Pavich e Mario De Bellis, giudici a latere, con la pubblica accusa rappresentata da Raffaella Concas, non ci ha impiegato molto a condannare il quarantaseinne.

Il Secolo XIX

giovedì 12 giugno 2008

Rignano, altri 4 bimbi idonei a testimoniare. Le psicologhe:"Sintomi di abuso e nessun segnale di suggestione"


Le psicologhe: «Riscontrati sintomi di abuso»

ROMA (11 giugno) - Nuove testimonianze nella vicenda dei presunti abusi sessuali ai danni di minori relativamente alla scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. Altri quattro ex alunni (tre femmine ed un maschietto) della scuola sono stati giudicati idonei a testimoniare nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla magistratura di Tivoli. Erano cinque i bambini sottoposti ad indagine psicologica, ma uno di loro non è stato ritenuto in grado di rendere testimonianza, perché il piccolo è estremamente chiuso ed introverso. I quattro fanno parte del gruppo dei 21 per i quali il gip Elvira Tamburelli, su richiesta del pm Marco Mansi, ha disposto l'audizione. Il 19 giugno prossimo si terrà un udienza a Tivoli per la discussione della perizia svolta sui bambini. Finora sono 17 i minori periziari. Degli ultimi quattro, due necessitano di una proroga prima del giudizio finale, mentre per altri due sono in corso gli esami. Ad affermare la capacità a rendere dichiarazioni sono state la neuropsichiatra infantile Angela Gigante e le psicologhe Marilena Mazzolini e Antonella Di Silverio, in una relazione di circa trecento pagine. In particolare le esperte hanno riscontrato sintomi di abuso e non hanno individuato alcun segnale che facesse pensare che fossero stati suggestionati. Nella vicenda giudiziaria sono indagate sette persone: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, l'autore tv Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese Da Silva.
Il Messaggero 11 giugno 2008

Canada,violenze sui nativi:il governo ammette abusi su 150.00 bambini


L'intervento del primo ministro Stephen Harper durante il 'Discorso dal Trono'
Il governo ha ammesso che abusi fisici e sessuali erano stati compiuti in 132 scuole su oltre 150mila bambini
Previsto risarcimento di due miliardi di dollari
Il Canada chiede scusa ai nativi “Risarciremo abusi e violenze”
I bimbi indigeni venivano strappati alle famiglie e costretti all’integrazione

WASHINGTON - Passo storico del Canada. Per la prima volta nella storia del Paese degli aceri, il governo ha chiesto ufficialmente scusa agli indiani nativi delle cosiddette Prime Nazioni (Inuit, Meticci) per gli abusi compiuti su centinaia di migliaia di loro, e per le violenze di cui sono stati vittima almeno 150 mila bambini indigeni. Il primo ministro Stephen Harper nell'ambito del suo 'Discorso dal Trono', che si tiene in Canada ogni anno per la chiusura dell'anno parlamentare, ha presentato alle comunità indiane native le scuse di Stato per una vicenda dai contorni inquietanti.

L'OLOCAUSTO CANADESE - Una decina di anni fa il governo ammise che abusi fisici e sessuali erano stati compiuti in 132 scuole del Canada su oltre 150mila bambini delle Prime Nazioni, strappati alle famiglie e rinchiusi nelle cosiddette «scuole residenziali». Violenze subite dai nativi canadesi a partire dall'inizio del XIX secolo, quando vennero rinchiusi centinaia di migliaia di indigeni, per lo più bambini rapiti alle loro famiglie. Nelle scuole furono costretti a parlare solo inglese, a dimenticare la propria cultura e a rinunciare alla loro religione per professare la religione cattolica. E avrebbero subito violenze fisiche e sessuali, elettroshock, sterilizzazioni. Molti sono morti per tali trattamenti. Le scuole residenziali sono state chiuse a partire dal 1969, ma l'ultima solo una decina di anni fa, nel 1996. Alcuni studiosi parlano di un vero e proprio «olocausto canadese» nascosto dalla storia e per anni negato. Fino a quando, dopo aver avviato un'inchiesta, il governo ha cominciato ad ammettere le proprie responsabilità, fino a decidere a settembre di stanziare quasi due miliardi di dollari come compenso per gli aborigeni.

IL REVERENDO ANNETT - Da allora ad oggi sono stati risarciti oltre 64mila nativi, ma hanno chiesto il compenso più di 92mila. Le scuse di Stato fanno seguito all'istituzione di una Commissione per la Verità e la Riconciliazione, insediatasi il 1° giugno, che ha il compito di esaminare tutti i singoli casi. Tra le figure più attive nel denunciare l'olocausto canadese il reverendo Kevin Annett, 64 anni, autore del documentario «Nascosto dalla Storia», dove denuncia altro che oltre il 95% dei 2 milioni di indiani nativi che vivevano sulla West Coast canadese sono stati uccisi, mentre ne sono morti altri 10 milioni per le condizioni di vita estreme a cui erano stati costretti. Oggi i nativi rimasti, secondo Annett, sono solo 20 mila.

11 giugno 2008

mercoledì 11 giugno 2008

Abusi sessuali su una studentessa durante le ripetizioni

L'adolescente ha raccontato che il marito della sua insegnante l’avrebbe costretta a subire le sue attenzioni. Ora verrà avviata un'indagine sull’ipotesi di violenza ai danni di una minorenne. L'uomo non ha alcun tipo di precedente

Macerata, 10 giugno 2008 - Le ore di lezione trasformate in un inferno, fatto di abusi sessuali, ricatti e segreti. E’ quanto avrebbe subito una studentessa di un centro sulla costa, in casa dell’insegnante che doveva darle ripetizioni private. Del caso ora si sta occupando la procura di Macerata, dopo che la mamma della ragazzina ha presentato una denuncia ai carabinieri.

La vicenda sarebbe iniziata durante il passato anno scolastico. I genitori della ragazzina, iscritta al biennio delle superiori, decisero di farle prendere alcune lezioni private da una insegnate in pensione, molto conosciuta e stimata in città. Così sono iniziate le ripetizioni, nel pomeriggio, nell’appartamento della professoressa.

Ben presto però, gli appuntamenti sarebbero divenuti odiosi alla ragazzina, tanto da spingerla a chiedere ai genitori di interrompere le ripetizioni. All’inizio la giovane non voleva dire cosa le avesse reso intollerabili quegli appuntamenti di studio. Ma poi, sollecitata dalla madre, alla fine la studentessa ha preso il coraggio a quattro mani e le ha raccontato cosa stava subendo: nell’appartamento, l’adolescente avrebbe avuto a che fare con il marito dell’insegnante, che l’avrebbe costretta a subire le sue attenzioni non richieste.

L'anziano le avrebbe imposto di toccarlo, e gli abusi si sarebbero ripetuti più volte. L’uomo avrebbe trovato ogni volta il modo di restare solo con lei, e sarebbe riuscito a convincerla a non raccontare a nessuno quello che facevano insieme, avendo gioco facile grazie alla vergogna scatenata nella giovane.

Dopo aver rivelato tutto alla madre, l’adolescente avrebbe voluto parlarne con la professoressa, per chiederle di tenere il marito lontano da lei. Ma ai genitori questa non è sembrata la strada migliore da seguire, hanno quindi consultato l’avvocato Massimo Pistelli e, su suo suggerimento, si sono rivolti alla stazione dei carabinieri, per presentare una denuncia circostanziata sull’accaduto.

La segnalazione è stata poi tempestivamente inviata alla Procura di Macerata, e ora verrà avviata un’indagine sull’ipotesi di violenza sessuale ai danni di una minorenne. Il marito dell’insegnate non ha alcun tipo di precedente penale.

Ma a quanto sembra qualche voce stava iniziando a circolare in città. Voci comunque che potrebbero rivelarsi del tutto infondate, esattamente come la denuncia. Su questo potranno fare luce solo le indagini della magistratura, anche se in questo genere di reati di solito non ci sono testimoni che possano confermare o smentire le accuse.
Il Giorno Paola Pagnanelli 10 giugno 2008

Abusi:Disabile costretta a rapporti contro natura


STORIE DI ABUSI E SOPRUSI - In tribunale i terribili retroscena della vicenda che risale a 5 anni fa

Daniela Scano
Il processo a una coppia di Valledoria che ospitava in affidamento la ragazza SASSARI. Stavano a guardare e ridevano. Nella fragile memoria di una ragazza disabile risuonano ancora le risate sconce che accompagnavano un dolore fisico insopportabile. «È stato Book» fu, nel 2003, la sua risposta a chi le chiedeva chi le avesse provocato devastanti lacerazioni intestinali. Book era il cane della coppia alla quale la giovane, anima infantile imprigionata per sempre in un corpo di adulta, era stata affidata insieme al fratello e alla madre. Malati come lei e bisognosi, quanto lei, di assistenza. Un processo sta svelando i retroscena di una storia di abbandono e di soprusi.
Deceduta la madre nelle more della vicenda giudiziaria, cominciata cinque anni fa con la segnalazione alla Procura della Repubblica degli esperti del Cim di Castelsardo, la giovane disabile è una delle due presunte vittime di una coppia di Valledoria che avrebbe commesso abusi sessuali e maltrattamenti insieme con il figlio quindicenne della donna.
Il ragazzo è uscito dalla scena processuale con una sentenza di non imputabilità per vizio totale di mente emessa, qualche tempo fa, dal tribunale per i minorenni. Sarebbe stato lui, secondo le accuse con la complicità della madre trentanovenne e del patrigno settantatreenne, ad aizzare il cane di casa contro la parente malata. Teatro degli abusi, l’abitazione dove la famiglia di disabili viveva sotto osservazione degli assistenti sociali e degli esperti del Cim. Eppure passarono mesi prima che la giovane rivelasse ciò che accadeva tra le mura domestiche: botte, punizioni spietate, docce bollenti al fratello, frustato con il guinzaglio del cane se provava a ribellarsi. «La ragazza parlava dei suoi padroni - ha raccontato una testimone - perché lei e sua madre trascorrevano il tempo occupandosi delle faccende domestiche».
Ieri mattina il collegio giudicante presieduto dal giudice Plinia Azzena (a latere Guido Vecchione e Giuseppe Grotteria) ha ascoltato le deposizioni della psichiatra che ebbe in cura la ragazza dopo la denuncia e la responsabile della comunità protetta dove la giovane disabile vive da quando è stata sottratta alla coppia affidataria. Fu in un ambiente finalmente rasserenante che la giovane trovò il coraggio di descrivere le sevizie subite per mesi insieme con il fratello. Torture fisiche e psicologiche e l’allucinante storia del cane usato come strumento di tortura sessuale. Racconto, ha spiegato ieri la testimone, indirettamente confermato dalle lesioni certificate dai medici che visitarono la ragazza.
La responsabile amministrativa della casa di accoglienza ha detto che, prima di confidarsi, nel dicembre del 2003 la ragazza dovette vincere le resistenze omertose di sua madre. Non si sa se a causa di questa influenza negativa sulla figlia, la donna venne affidata a un altro istituto dove si è spenta qualche tempo fa senza avere mai più rivisto i suoi ragazzi, che vivono separati. I loro interessi vengono curati da un amministratore di sostegno, l’avvocato Vittoria Sechi, che sta seguendo il processo con l’avvocato di parte civile Pietro Piras. La coppia di imputati, enrambi contumaci, è difesa dall’avvocato Ettore Licheri.
Ieri il legale ha controinterrogato le testimoni citate dal pubblico ministero Michele Incani. La psichiatra che curò la ragazza disabile ha detto di avere pensato immediatamente, al momento del ricovero, che la paziente avesse subito abusi sessuali. «Era molto agitata e manifestava disagio nel parlare delle sue esperienze familiari - ha raccontato la dottoressa -. Ricordo che si rivolgeva alle infermiere facendo loro apprezzamenti che, evidentemente, aveva sentito da altri». La psichiatra conosceva, perché era stata ricoverata nel suo reparto, anche la donna che aveva «accolto» la ragazza con la madre e il fratello. Questa situazione della donna non impedì che le venisse affidata dai servizi sociali del paese di residenza una famiglia di disabili mentali.

(La Nuova Sardegna 11 giugno 2008)

venerdì 6 giugno 2008

Bambini venduti, nuove luci sull'inchiesta

06/06/2008

SALVATORE DE NAPOLI Nocera Inferiore. Novità nelle prossime ore su Luigia Giordano (nella foto) e l'inchiesta circa la compravendita di bambini. Alle porte ci sono interessanti sviluppi giudiziari e investigativi nelle inchieste che riguardano la 53enne di Corbara, considerata nell'operazione "Ladri di bambini" l'intermediaria nella vendita di Jessica, la neonata ceduta a marzo scorso da una famiglia di Rom a Napoli. E ci sono anche nuove inchieste pronte a dare frutti su fatti diversi da quelli finora contestati alla donna di Corbara. Questa mattina la quinta sezione della Corte di Cassazione deciderà sul ricorso presentato dal pm Amedeo Sessa della procura nocerina avverso la decisione del tribunale del Riesame di Salerno che aveva scarcerato la Giordano, suscitando clamore e interdizione nell'opinione pubblica, dopo che il suo arresto era stato convalidato dal Gip di Nocera Inferiore. Per il Gip Sergio De Luca, i sette arrestati dovevano rimanere in carcere essendo possibile che vendessero altri bambini «anche senza il consenso delle famiglie di origine. Ciò vale non soltanto per i cittadini stranieri…, ma anche e soprattutto per la Giordano». Il Riesame ha ritenuto che la bambina venduta non fosse stata avviata allo sfruttamento, quindi non poteva giustificarsi la misura cautelare invocata per la riduzione in schiavitù. Il Riesame ha deciso anche che non andavano arrestati i sette indagati neanche per il reato di alterazione di stato. Sul primo fronte investigativo si cerca una rumena con cui la Giordano sarebbe stata in contatto fino alla vendita di Jessica.
Il Mattino 6 giugno 2008

AUSTRALIA, Arrestati 70 pedofili, avevano creato un sito europeo: 12 milioni di click in sole 76 ore



Il massimo della pena e' di 10 anni di carcere

SYDNEY - Al termine di una vasta inchiesta durata sei mesi, la polizia australiana ha arrestato 70 persone, tutte accusate di scambio e visione di immagini pedopornografiche su internet. Quattro bambini sono stati allontanati dalle proprie case. Venti di queste persone devono gia' presentarsi davanti ai giudici. Fra le persone fermate anche un commissario di polizia e un insegnante.
Il commissario capo della polizia federale australiana, Mick Keelty, ha detto che l'inchiesta e' stata condotta grazie alla collaborazione della polizia di 170 paesi. Si prevedono numerosi altri arresti. Il massimo della pena prevista per il possesso di materiale pedopornografico e' di 10 anni di carcere.
Stando alle agenzie stampa il pedofilo era riuscito a creare un sito Internet con contenuti pedo-pornografici, sito che era

Tredicenne marocchina stuprata da un italiano di 30 anni con precedenti

Adescata davanti a scuola
L’ha attirata a casa sua e l’ha violentata. Lei è rimasta incinta. La vittima è una ragazzina marocchina di 13 anni. Lo stupratore è un italiano di 30 anni, Gaetano Calicchio, che è stato arrestato all’alba dagli agenti della Squadra mobile di Milano, con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

La vicenda è avvenuta nel febbraio scorso. Calicchio ha avvicinato la ragazzina davanti alla scuola media di Gratosoglio e l’ha convinta a seguirlo nel suo appartamento dicendole che lì avrebbe trovato sua madre e suo fratello. Una volta a casa, il trentenne ha abusato della ragazza, intimandole poi di mantenere il segreto su quanto era successo.
Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la madre della vittima. La donna, 42 anni e un lavoro come colf, ha deciso di portare la figlia in un consultorio, dove i medici si sono accorti della gravidanza. Da qui si è risaliti allo stupro. La ragazza ha deciso di abortire.
Dalle indagini della Mobile sono emersi altri abusi su minori compiuti dall’uomo tra il 2007 e il 2008: un tentato stupro su una ragazzina di 14 anni e una violenza sessuale su una 15enne, entrambe adescate col pretesto di fumare uno spinello.
Domani Calicchio sarà interrogato dal gip e dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e spaccio di stupefacenti.
Fonte: wildgreta.wordpress.com

Imperia: pedofilo dal gup per filmino girato con ragazzino

Pedofilo dal Gup per filmino porno girato in hotel
06 giugno 2008

Dal giudice mercoledì prossimo per violenza sessuale un imperiese di 66 anni
Un filmino pornografico girato in un anonimo albergo svizzero insieme con un ragazzino minore di 14 anni e poi decine e decine di fotografie di adolescenti scattate in giro per la città. Una sorta di archivio pedopornografico che è costato la denuncia alla procura della Repubblica di Imperia per Leo M., un uomo di 66 anni che abita nel capoluogo.
La storia risale a quattro anni fa e l’11 giugno approderà davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Imperia, Domenico Varalli. L’uomo deve rispondere di violenza sessuale su minore. L’udienza, anche per la delicatezza del caso, si terrà a porte chiuse nell’aula del Gup al quale potrà presenziare, oltre all’imputato, anche il suo avvocato difensore, Fabio Folpini.
I fatti vennero alla luce perché un agente della guardia di Finanza fu attirato dai particolari atteggiamenti dell’uomo, che girava per Imperia con un macchina fotografica e scattava foto a ragazzini insieme ad altri coetanei, seduti sulle panchine, sui sellini dei motorini, davanti alle scuole. Una situazione finita all’attenzione anche del sostituto procuratore della Repubblica, Filippo Maffeo, che aveva deciso di indagare a fondo sulle abitudini di quest’uomo. Una perquisizione a casa aveva fatto saltare fuori non solo le foto, ma soprattutto quel video che lui stesso aveva girato insieme con un ragazzino in una stanza di un hotel in Svizzera dove era stato in villeggiatura. Tutto il materiale era stato ovviamente sequestrato e finito in un voluminoso dossier. L’inchiesta è arrivata poi al capolinea. Il pm Maffeo ha tirato le somme dell’attività d’indagine chiedendo il rinvio a giudizio dell’uomo che ora dovrà presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare.

Non è la prima volta che in tribunale a Imperia approdano fatti del genere. Il prossimo 7 ottobre sarà processato con la formula del rito abbreviato D.L., 50 anni. L’uomo avrebbe indotto un ragazzino di Imperia a fotografarsi le parti intime e a inviargliele con il cellulare. Poi, faceva altrettanto e con lo stesso sistema inviava le sue foto osé al minore. Una storia di pedofilia venuta a galla il mese scorso quando l’uomo è comparso davanti al Gup, Fabio Favalli, che lo ha rinviato a giudizio. L’uomo, difeso dall’avvocato Tito Schivo, dovrà rispondere di “induzione all’esibizione pornografica”: rischia fino a 12 anni di carcere.
Il Secolo IXX

domenica 1 giugno 2008

Condanna don Mauro Stefanoni, la difesa:"Non siamo stati tutelati dalla Corte"


Botta e risposta tra legali del prete e parti civili

L'avvocato di don Mauro: «Le cose in appello andranno diversamente»

(da.c.) Il giorno dopo la sentenza di condanna a 8 anni di carcere e a 180mila euro complessivi di risarcimento, condanna inflittagli dal Tribunale di Como che lo ha giudicato colpevole di violenza sessuale ai danni di un minore, l’ex parroco di Laglio, don Mauro Stefanoni, resta chiuso nel suo silenzio. Non parla, il sacerdote. Anche per obbedire a una precisa richiesta della Curia. Il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, è tornato da Roma soltanto ieri, nel primo pomeriggio. Dopo una settimana trascorsa nella capitale per seguire i lavori dell’assemblea della Conferenza episcopale - lavori chiusi giovedì sera con un’udienza del Pontefice - si è subito ritirato in seminario per scrivere il breve saluto rivolto in Duomo, poche ore dopo, al suo predecessore, monsignor Alessandro Maggiolini, festeggiato per il 25° anniversario dell’ordinazione episcopale. Nei prossimi giorni è attesa l’apertura della cosiddetta “inchiesta canonica”, procedura disciplinare ribadita come necessaria proprio in questi giorni, e proprio durante l’assemblea della Cei, dal segretario generale dei presuli italiani, monsignor Giuseppe Betori.«I vescovi - ha detto Betori - sanno benissimo che non appena c’è la notizia di possibili devianze da parte di sacerdoti debbono aprire un’inchiesta canonica. E iniziare così immediatamente un cammino di indagine ecclesiastica sull’oggetto».Dopo i tentennamenti di Maggiolini, finito addirittura nel registro degli indagati della Procura per un presunto favoreggiamento di don Mauro, “avvisato” - secondo le accuse che i pm rivolgono alla Curia - dell’inchiesta in corso a suo carico, da piazza Grimoldi si attende una virata di rotta. Una svolta che non piacerebbe affatto alla difesa di don Mauro. Dice l’avvocato Guido Bomparola, legale dell’ex parroco di Laglio: «Mi auguro che la Curia non prenda alcun provvedimento contro il mio assistito che in appello sarà sicuramente assolto. Non esiste più la presunzione d’innocenza' I vescovi sanno benissimo che si sta sparando sulla Croce Rossa, non neghiamo che alcuni fatti accadano ma noi insistiamo sul fatto che don Mauro sia completamente innocente».Bomparola torna poi sul processo e insiste sul giudizio duro, già espresso più volte, sul comportamento della Corte presieduta da Alessandro Bianchi. «Non mi sono sentito tutelato fino in fondo come avvocato difensore, in appello le cose saranno diverse».A Bomparola replica uno dei legali di parte civile, Leonardo Ortelli: «Abbiamo assistito a uno scontro quasi fisico tra il pm e la difesa. L’accanimento di cui parla Bomparola, tuttavia, non esiste. L’istruttoria dibattimentale è composta da 3.600 pagine, 3mila delle quali riempite con le osservazioni, le opinioni e le parole della difesa».
Corriere di Como 31 maggio 2008

COSENZA: RAGAZZINA DENUNCIA VIOLENZA SESSUALE, INDAGINI DEI CARABINIERI

Cosenza, 31 mag. - (Adnkronos) - Una ragazzina di 12 anni ha denunciato ai carabinieri di aver subito una violenza sessuale da parte di tre ragazzi a Cassano Jonio, nel cosentino. L'episodio si e' verificato ieri e la vittima lo ha denunciato oggi. In caserma ha fornito la sua versione dei fatti e i militari dell'Arma si sono messi subito al lavoro per verificare gli elementi forniti. Sulle indagini vige il piu' stretto riserbo. E' trapelata solo l'eta' dei ragazzi che avrebbero tra i 12 e i 14 anni.
(Ink/Zn/Adnkronos)

Violenze sessuali: arrestato nel foggiano per abusi su 13enne

FOGGIA - Accusato di violenza sessuale nei confronti di una 13enne un giovane di Serracapriola, in provincia di Foggia. L'uomo, 28 anni, è stato arrestato dai carabinieri. L'episodio risale a ieri sera. La ragazzina, avvicinata dai carabinieri mentre camminava in strada piangendo, ha confessato di essere stata violentata da un ragazzo che conosceva e con il quale era uscita per un giro in auto. Il 28enne ha ammesso il rapporto, dichiarando però che era stato consensuale. (Agr) 31 Maggio 2008, 15:09

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