lunedì 29 dicembre 2008

Tentata violenza su dodicenne: arrestato orco a Enna

(ASCA-VIVIENNA) - Enna, 29 dic - I Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina (En) hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Liborio Cristian Scarlata, 24enne di Caltanissetta, per il reato di tentata violenza sessuale aggravata ai danni di una dodicenne. L'arresto e' stato notificato all'interno del Carcere Paglierelli di Palermo dove Scarlata si trova recluso dal giugno scorso perche' condannato per altri due episodi di violenza sessuale compiute ai danni di altri due giovani donne in Caltanissetta.

RIGNANO FLAMINIO: NEVICA IN SILENZIO SULL'ASILO OLGA ROVERE

DI Roberta Lerici

Ho evitato di parlare del caso di pedofilia di Rignano Flaminio negli ultimi tempi, perchè si attendono le conclusioni delle indagini e non ci sono novità sul fronte giudiziario da segnalare. Sul fronte umano, le cose da segnalare sarebbero tante. Come i disturbi dei bambini che non passano, come le cure a cui alcuni di loro continuano ad essere sottoposti. Come il grande rammarico per i bambini che stanno male e non vengono curati, pensando che "poi passerà". Ho pubblicato tanti articoli in cui diversi psicologi, psichiatri, ed esperti ribadiscono con forza che il trauma da abuso sessuale subito nell'infanzia non guarisce da sè, ma va curato con apposite terapie e non mi stancherò mai di ripeterlo.
Oggi su questo sito ha lasciato un messaggio la mamma di un ex ospite della comunità di don Gelmini. Dice che non aveva creduto a suo figlio quando le diceva delle attitudini dell'ex prete e si rammarica per non aver creduto a suo figlio già grande, non certo un bambino di tre anni. Eppure, parte dell'opinione pubblica stenta a credere che un bambino possa aver vissuto tanto orrore senza che nessuno se ne sia accorto in tempo. Bisognerebbe studiare i motivi per cui l'orrore che di colpo ti si presenta così vicino da poterlo toccare, si tende ad allontanare dalla mente, trovando mille giustificazioni ai comportamenti anomali dei bambini. La paura che l'orrore sia vero, è superiore alla capacità di taluni di gestirlo. La grande paura dei genitori, diventa incapacità di leggere i segnali, diventa analfabetismo di ritorno, e cecità totale. Così oggi pensavo a quel medico che parlava di "abusi dolci" e dell'impossibilità di dimostrarli. Oltre a domandarmi come mai medici generici parlino di cose che non conoscono, e trovino anche qualcuno che diligentemente trascrive le loro dichiarazioni senza senso, rilevavo con orrore, che la maggior parte degli abusi sui bambini non lasciano segni evidenti, altrimenti, la carriera di quel tipo di pedofili verrebbe troncata sul nascere da qualche medico del pronto soccorso. E, quindi, parlare di "abusi dolci indimostrabili" è come ammettere che si possa abusare un bambino tranquillamente e farla franca. Meno male che, per ovviare a questo problema, la testimonianza dei bambini è considerata fonte di prova nel nostro ordinamento giudiziario. Ma, evidentemente, questo particolare deve essere sfuggito a quel medico che, oltre a non sapere nulla degli affetti degli abusi sui bambini, non conosce neanche la giurisprudenza in proposito.
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R. Lerici 28 dicembre 2008- http://www.bambinicoraggiosi.com/

mercoledì 24 dicembre 2008

Bambini abusati: cosa si rischia a non farli curare


Biancardi: "Mai arrendersi davanti a un bambino"
In questi mesi sta girando l'Italia per presentare “La cicogna miope”: un successo per certi versi inaspettato, capace di portare il tema della violenza in famiglia e dei modi per riparare il trauma subito fuori anche fuori del pubblico degli addetti ai lavori. Maria Teresa Pedrocco Biancardi, psicologa psicoterapeuta oggi attiva a Bologna, è stata fondatrice a Venezia dei tre Consultori diocesani e del Ctb-Centro per la tutela del bambino e la promozione del benessere familiare; da anni impegnata nella formazione degli operatori della tutela, è autrice di numerosi studi sulle interazioni familiari.

Cosa insegna questo libro?

Insegna che in ogni persona, anche piccola, c'è un'umanità che reagisce anche agli eventi più tragici e può essere aiutata a crescere. Non ci si può arrendere mai davanti a un bambino, anche se devastato da certe esperienze. Tuttavia le condizioni per aiutarlo sono rigorosissime.

Quali sono?

Una terapia formalizzata, di tipo psicologico, competente: non può farlo uno psicologo qualunque, ma deve essere un esperto dei problemi dell'infanzia e non solo sul piano teorico. Deve anche avere la capacità di entrare in modo empatico nel vissuto del bambino. Da questo punto di vista è geniale l'idea avuta dalla psicologa che aveva in cura Chiara, di istituire una “scatola dei rifiuti tossici”, dove la ragazza avrebbe dovuto inserire i bigliettini con scritte le parole o le situazioni che la turbavano. Un'altra condizione è una famiglia capace di entrare nel dolore del bambino e di non cogliere i comportamenti disturbati come un semplice capriccio, una cattiveria, l'espressione di un'aggressività, ma come segnale di dolore, di un dolore terribile; e di rispondere quindi con un'accettazione senza riserve. Una terza condizione è la presenza di qualcuno che sostenga la famiglia in questo difficile percorso.

Insegna anche qualcosa in negativo?

Sì: qui c'è una bambina che non è stata ascoltata e ha dovuto far passare tanti anni senza essere presa sul serio, al punto da passare per deficiente. Che il quoziente intellettivo sia passato da 42 a oltre 80 dice invece che le potenzialità c'erano e non sono state comprese. E poi ci sono i danni fatti, in una fase del percorso, dalla scuola, che non ha offerto il sostegno necessario.

Una famiglia che “ripara”: che cosa significa?

Ripara le ferite del trauma. Il comportamento di Chiara è il comportamento di tutti i traumatizzati: e nella maggioranza dei casi - come si legge in “Vite in bilico”, la più ricca ricerca fatta in Italia sulle conseguenze post traumatiche dei maltrattamenti e degli abusi sessuali - l'esito può essere la prostituzione, la tossicodipendenza, la devianza. Tra le caratteristiche di una famiglia che ripara c'è una grande coesione di coppia (fatta di complicità, del saper prendere decisioni comuni, di saper superare le crisi aiutandosi a vicenda). E' un gioco di squadra, in cui anche la nonna ha avuto il suo ruolo. E poi c'è un contesto più ampio, in cui anche l'apporto del parroco non è stato da poco. La sua squisita sensibilità, la capacità di capire e accogliere Chiara così com'era, ha offerto alla coppia Sperase un grosso aiuto nel percorso di riparazione dal trauma. E' un sistema a centri concentrici: e ogni cerchio deve fare la sua parte. Chiara non sapeva leggere l'orologio quando è arrivata nella prima comunità che l'ha accolta: ha imparato lì. Ma il senso del tempo l'ha imparato in famiglia. Ci vuole un tempo di terapia intensiva e totale, ma poi è la famiglia che completa il percorso.

Quanti sono i casi che, come questo, vanno a buon fine?

Tutti i casi che ho visto io di bambini maltrattati, eccetto due: un ragazzo di 17 anni, preso troppo tardi, che poi non ha finito gli studi, ha avuto lavori provvisori e precari, ha avuto un figlio troppo presto e si è lasciato andare a piccoli gesti delinquenziali; e una ragazzina, schiacciata dalle scaramucce tra due tribunali, che hanno impedito che andasse in affidamento. Per il resto le storie tragiche che sono recuperate sono continue. La caratteristica di questo caso è che la madre affidataria ha scritto un diario; e che poi la famiglia è stata seguita attraverso uno scambio di e-mail. Si vede il di più che la famiglia, quando è seguita, può dare rispetto alla comunità, anche la più professionalizzata.

Quale l'atteggiamento migliore in una famiglia che si rende disponibile a divenire affidataria o adottiva?

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Parma: in manette insegnante di nuoto pedofilo sorpreso ad abusare bimbo di tre anni



PARMA - Sopreso da una maestra in uno stanzino mentre abusava di un bambino di tre anni. Arrestato un insegnante parmense di educazione fisica di 31 anni. L'uomo e' stato gia' allontanato dalle scuole dove aveva lavorato nei mesi scorsi. L'atteggiamento dell'uomo che aveva un contratto di libero professione per insegnare educazione fisica, aveva insospettito alcuni genitori che avevano già fatto alcune segnalazioni, ma solo il 16 ottobre scorso è stato sorpreso in una scuola privata.Il giudice gli ha dato i domiciliari.
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Abusi sulla nipotina: arrestato insospettabile zio materno

24 dicembre 2008 -

CESENA - E' stato sorpreso dalla madre mentre stava palpeggiando sul divano di casa la nipotina 13enne. Un incensurato di 44 anni è stato arrestato giovedì dai Carabinieri con l'accusa di violenza sessuale. La vittima ha anche confessato altri due simili episodi consumati nell'agosto scorso. L'uomo, difeso dagli avvocati Raffaella Ricciardi e Raffaele Pacifico, si trova in carcere in attesa della convalida dell'arresto. Le indagini sono state coordinate dal pm Marco Forte.

L'episodio si è consumato martedì tra le mura di una villetta su due piani di un comune della valle del Rubicone. Al primo piano vi abita la 13enne insieme alla madre (separata dal padre della vittima) e la sorella più grande; mentre al secondo la nonna e lo zio materno. E l'abuso si sarebbe consumato nel cuore del pomeriggio proprio nell'appartamento al secondo piano.

Secondo quanto ricostruito, la tredicenne aveva appena finito i compiti. E mentre la nonna stava riposando, lei si è messa a guardare la tv. Qui è stata avvicinata dallo zio, che le ha tolto la maglietta palpeggiandole e baciandole il seno. A scoprire la violenza è stata la nonna, incredula di quanto i suoi occhi avevano visto. Quest'ultima ha poi raccontato il tutto alla madre della minorenne, che ha deciso di denunciare il fratello.

Giovedì è stato arrestato dai Carabinieri. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura di Forlì Marco Forte stanno vagliando altri due episodi nei quali la tredicenne avrebbe subito lo scorso agosto simili abusi.
romagnaoggi.it 24 dicembre 2008

EBOLI ABUSI SU UNA BAMBINA, ARRESTATO 69ENNE. GESTIVA SCUOLA MATERNA


La piccola era affidata alla sua vigilanza e custodia, quale gestore di scuola materna del luogo

Il mattino del 17 dicembre 2008, i Carabinieri della Compagnia di Eboli hanno tratto in arresto, in prossimità dello svincolo autostradale della città, Antonino ROCCA, di 69 anni, in esecuzione dell’ordine per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, in quanto deve espiare cinque anni e sei mesi di reclusione per pedofilia, per avere, in Eboli, commesso per circa un biennio, su di una bambina minore degli anni 10, ripetuti e continui atti sessuali, consistiti nell’abbassarle i pantaloni e le mutandine, toccandola poi nelle parti intime, scoprendo, a sua volta, la parte inferiore del proprio corpo, mostrando il pene in erezione, che tentava anche di far toccare dalla bambina. L’arrestato commetteva i fatti dall’autunno 1999 al febbraio 2001, allorché la piccola era affidata alla sua vigilanza e custodia, quale gestore di scuola materna del luogo. La sentenza di condanna, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno il 31 giugno 2006, veniva confermata dalla Corte di Appello di Salerno il 16 novembre 2007 e la Cassazione, in data 11 novembre 2008, ha rigettato il ricorso del condannato, rendendo esecutiva la sentenza, con decisione definitiva. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto alla casa circondariale di Salerno. Positano news 17 dicembre 2008

AUSTRALIA, ARRESTATI DUE RELIGIOSI: ABUSI PER 29 ANNI NEL COLLEGIO

È salito a cinque il numero di sacerdoti e religiosi, ex iinsegnanti e dipendenti di un esclusivo collegio cattolico iin Australia, accusati di più di 130 reati di pedofilia, commessi fra il 1963 e il 1992 su ragazzi fra 10 e 15 anni. Padre Phil Robson di 60 anni, ex insegnante e membro del consiglio di amministrazione, è stato arrestato ieri e imputato di cinque reati da agenti della task force che da mesi indaga su denunce di ex alunni del collegio di St. Stanislaus, nella città rurale di Bathurst, 200 km a ovest di Sydney. Gli altri incriminati finora includono un ex preside, un ex vice preside, un cappellano ed un capo dormitorio.

Tutti e cinque dovranno comparire in tribunale a Sydney venerdì prossimo. Finora sono state individuate 16 vittime e la polizia ha raccolto più di 100 deposizioni. Se si faranno avanti altre vittime, vi potranno essere altri arresti, ha detto il commissario Mick Goodwin che guida la task force. Gli ex alunni affermano di aver subito molestie e di essere stati costretti a commettere atti sessuali fra loro durante "ipnotiche" sessioni di preghiera in piena notte. Leggo online 17 dicembre 2008

lunedì 15 dicembre 2008

domenica 14 dicembre 2008

Fratellini Gravina/ Gip rinvia a febbraio udienza su archiviazione Pappalardi

Accettata la richiesta dell'avvocato difensore Angela Aliani

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Bari, 11 dic. (Apcom) - E' stata rinviata al 5 febbraio prossimo l'udienza per decidere sul ricorso della mamma di Ciccio e Tore Pappalardi sulla richiesta di archiviazione presentata dal Pm Antonio Lupo nei confronti di Filippo Pappalardi, il padre dei due fratellini.
La richiesta di rinvio era stata presentata ieri all'ufficio Gip dall'avvocato Angela Aliani, difensore dell'uomo, che aveva chiesto più tempo per prendere visioni dei nuovi atti, presentati dalla squadra mobile di Bari dopo il ritrovamento dei due fratellini il 25 febbraio scorso. Durante l'udienza di questa mattina l'avvocato Penna ha chiesto di poter visionare le immagini di un video che riprenderebbe l'interrogatorio di Filippo Pappalardi, risalente all'estate del 2006.
La richiesta è stata accettata dal Gip Giulia Romanazzi. Mentre il Pm Lupo, secondo quanto trapelato dall'udienza che si è svolta in camera di consiglio e quindi a porte chiuse, ha dichiarato che non risulta agli atti il video in questione, ma un altro risalente a maggio. Il 5 febbraio adesso il Gip, dovrà decidere se archiviare definitivamente le accuse a carico di Filippo Pappalardi. Mentre Rosa Carlucci, madre dei due bambini ha detto che vuole la verità sulla morte dei figli ed è disposta ad andare persino alla corte europea per vedere riconosciuti i suoi diritti.

Fratellini di Gravina, la matrigna li sognò in una grotta

venerdì 12 dicembre 2008
12 dicembre 2008 - Un mese dopo la scomparsa di Ciccio e Tore Pappalardi, avvenuta il 5 giugno 2006, la loro matrigna, Maria Ricupero, sognò che i due fratellini erano imprigionati in una grotta, nella quale Ciccio era morto e Tore le parlava, chiedendole aiuto. Il sogno, che risale al luglio 2006, fu rivelato dalla Ricupero alla polizia, verbalizzato e allegato agli atti dell'indagine. In particolare, subito dopo il sogno, la donna chiese di essere ascoltata da un funzionario di polizia al quale disse di aver "sognato Ciccio e Tore che erano finiti in una grotta". La cavità sotterranea - raccontò - "aveva le pareti arrotondate, simili a quelle del tunnel della metropolitana". E aggiunse: "Nel sogno Tore mi parlava e mi diceva che Ciccio era morto". "Io - sottolineò - affermai che stavo per arrivare, ma Tore mi disse: 'Mamma non venire, ormai e' troppo tardi'". La donna descrisse anche la posizione del corpo di Ciccio. Il racconto premonitore della donna, che fu fatto alla presenza di Filippo Pappalardi, che rimase sempre in silenzio, fu verificato dopo che, il 25 febbraio 2008, i cadaveri dei due fratellini di Gravina in Puglia (Bari) furono trovati nella cisterna di un palazzo disabitato. L'accertamento fu eseguito sia per verificare eventuali analogie (subito escluse) sia sulle caratteristiche della 'grotta' in cui furono trovati i corpi sia sulla posizione del cadavere di Ciccio. (Ansa)
Fondazione italiani ( venerdì 12 dicembre 2008 )

SOMMA VESUVIANA: PARENTE ACQUISITO VIOLENTA BIMBA PICCOLISSIMA

13-12-2008 ore 22:59
SOMMA VESUVIANA: VIOLENTA UNA BIMBA
SOMMA VESUVIANA - Una comunità scioccata, indignata, mortificata, che non parla d'altro. Non riesce a darsi pace per atti di violenza su un minore perpetrati tra le mura domestiche. E dire che un bimbo dovrebbe sentirsi al sicuro nella sua abitazione più che in ogni altro luogo. E dire che un bimbo dovrebbe sentirsi protesto da familiari, di sangue o acquisiti, così come da persone considerate amiche. Di fronte, a certe storie orribili, non esistono differenze di classe, di cultura. Possono,perpetrarsi, ovunque. Questa volta la vittima innocente di molestie a sfondo sessuale è una piccola di pochissimi anni. I genitori non si era accorti di niente. In loro assenza, sarebbero state perpetrate le violenze. La verità sarebbe venuta a galla solo per una casualità, pare per un malore della bambina, costretta a ricevere cure che avrebbero evidenziato anche segni di abuso. Il carnefice sarebbe un parente acquisito, che, a seguito di accertamenti sarebbe stato arrestato all'inizio di dicembre 2008. Dalle forze dell'ordine nessun commento. E' noto che preferiscono non soffermarsi su questo genere di notizia. In una realtà piccola di provincia, dove si finisce per conoscersi tutti, anche solo di vista, un'eccessiva dovizia di particolari consentirebbe, infatti, una troppo rapida identificazione del "bruto" di turno, ma, conseguentemente anche della vittima, con una aggiunta del danno alla beffa: oltre ad aver subito violenza, dovrebbe accettare d'essere marchiata a vita. L.M.
Link articolo:http://www.marigliano.net/img/5875.php

BRUCIÒ VIVA BIMBA DI 9 ANNI: TROVATO MORTO IN CARCERE

Era stato accusato di un delitto orribile. Vincenzo Coratella, di 27 anni, aveva ricevuto l’ergastolo (pena definitiva) per l’omicidio di Graziella Mansi, una bimba di appena 9 anni. Il giovane è stato trovato morto nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, dagli agenti di polizia penitenziaria durante una ronda di routine intorno 4 del mattino. La storia, a suo tempo, fece scalpore a livello nazionale. Il 19 agosto del 2000, quando Coratella aveva soltanto 19 anni, insieme ad altre cinque persone, attirò in una feroce trappola la bimba, a Castel del Monte, non lontano da Andria. “Ci sono dei cuccioli nel bosco”, le avrebbero detto gli aguzzini, portandocela con tutta l’ingenuità della sua giovanissima età, e arrivando poi ad un tentativo di violenza sessuale e infine a bruciarla viva su un tappeto di foglie secche. Una fine orrenda, per la povera vittima. Una situazione raccapricciante. Il corpo senza vita è stato trovato nella sua cella. Coratella si trovava da solo. Con la cintura di un accappatoio si sarebbe legato ad una branda per farla finita. Almeno questo potrebbe essere il quadro in cui è avvenuto il decesso, avvenuto nel corso della nottata, sebbene da parte degli investigatori vi sia il massimo riserbo e non si escluda alcuna pista. Coratella – come detto - faceva parte di un gruppo più nutrito di giovani, che agirono quella sera, tutti condannati in via definitiva: Pasquale Tortora, di 28 anni (scelse il rito abbreviato) ricevette 30 anni di carcere. Ergastolo per tutti gli altri: oltre a Coratella, Giuseppe Di Bari (27enne) Domenico Margiotta (25enne) e Michele Zagaria (29enne). Nelle fasi processuali emerse che l’adescamento avvenne ad opera di Tortora ad adescare la bimba, mentre si trovava ad una fontanella pubblica a riempire d’acqua un secchio. Poi, l’avrebbero presa in consegna gli altri quattro, di cui fu proprio Tortora a svelare i nomi. Il processo si concluse nel novembre del 2004 con il pronunciamento della Corte di Cassazione.
Fonte: Lecce Prima 14 dicembre 2908

sabato 13 dicembre 2008

Mantova: violenza sessuale, parroco a processo

Mantova: violenza sessuale, parroco a processo
11 Dicembre 2008, 22:40

MANTOVA - Rinviato a giudizio per violenza sessuale e falso ideologico il parroco della chiesa di San Leonardo a Mantova, Walter Mariani, 60 anni. Il prete è accusato di aver preteso favori sessuali da tre donne extracomunitarie in cambio di un aiuto per rinnovare il permesso di soggiorno. Le violenze, che risalgono a due anni fa, secondo la procura si sarebbero consumate in sacrestia. A far partire le indagini sono state le denunce delle stesse vittime. Il parroco ha sempre respinto le accuse. La prima udienza si terrà il 29 maggio 2009 in Tribunale a Mantova. (Agr)

venerdì 12 dicembre 2008

«La Monica resta ai domiciliari: è socialmente pericoloso»


la Gazzetta di Reggio — 06 dicembre 2008 pagina 19 sezione: CRONACA Ancora novità dal versante giudiziario, mentre nel tardo pomeriggio una fiaccolata per le vie del centro storico è stata organizzata per chiedere la libertà di Pino La Monica: è la sintesi dell’ennesima giornata di forti contrapposizioni sul caso dell’educatore-attore 35enne accusato di abusi sessuali da una decina di minorenni che avevano frequentato i suoi corsi.
IN TRIBUNALE. Per quanto concerne il delicato «passaggio» dell’udienza preliminare, da ieri c’è una data certa: si terrà il 29 gennaio, davanti al gup Riccardo Nerucci. Sono state notificate anche le motivazioni del provedimento con cui il Riesame di Bologna ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata da La Monica tramite l’avvocato difensore Francesco Miraglia. Il Riesame non ha ritenuto un elemento-chiave gli otto mesi di misure restrittive (fra carcere e arresti domiciliari) già affrontati dal 35enne, rimarcando invece che La Monica è pericoloso socialmente e non ha sinora abbracciato un percorso terapeutico per tenere a freno l’istinto pedofilo a cui - secondo i giudici bolognesi - sarebbe predisposto. Una conclusione che certamente si scontra con la dichiarazione d’innocenza sempre sostenuta dall’educatore.
MANIFESTAZIONE. E che il 35enne sia innocente lo credono e l’hanno espresso pubblicamente anche ieri i fondatori del Comitato «Insieme per Pino» che hanno organizzato una fiaccolata di protesta partita intorno alle 18 da viale Umberto I e conclusasi in piazza Prampolini. Una quarantina le fiaccole accese che hanno attraversato il centro, con il corteo aperto da due striscioni: «Pino libero subito» e «Innocente fino a prova contraria». Una fiaccolata con alcune soste intermedie e il momento culminante sviluppatosi (fra canti e letture di poesie) sotto il municipio. Parole forti dal Comitato: «Abbiamo gridato la nostra indignazione, ci batteremo con tutte le nostre forze affinché la giustizia sia davvero uguale per tutti. Ci recheremo ovunque per far sentire la nostra voce». (t.s.)

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