giovedì 21 febbraio 2008

Belgio sotto choc: accusato di pedofilia l’avvocato delle vittime di Dutroux

paolo.manzo Giovedì 21 Febbraio 2008 alle 13:58
Detenzione di materiale pornografico a carattere pedofilo. La procura di Liegi accusa l’avvocato Victor Hissel, dopo che giovedì 14 febbraio una perquisizione aveva portato al ritrovamento di foto e video pedopornografici. Solo l’ennesimo caso di pedofilia in Belgio? Niente affatto perché Victor Hissel è lo stesso avvocato che nel 1996 assunse la difesa delle famiglie Russo e Lejeune, i genitori di Julie e Mélissa, le due bambine di otto anni rapite, violentate, filmate e lasciate morire di fame incatenate al letto in una stanza della casa dal loro aguzzino e carnefice, Marc Dutroux, alias il “mostro di Marcinelle”.
All’epoca fu uno scandalo mondiale che, oggi, torna a galla proprio perché vede coinvolto, ma questa volta sul banco degli imputati, lo stesso avvocato che ai funerali di Julie e Mélissa parlò durante la messa e scoppiò a piangere diventando un’icona del Belgio sano che combatte contro il male rappresentato da Dutroux.
La cattura del “mostro di Marcinelle” sconvolse il paese perché portò alla luce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale per lo sfruttamento sessuale dei minori. Un’organizzazione che, si disse all’epoca, coinvolgeva anche politici, poliziotti e magistrati. Molte accuse ma nulla o quasi fu provato in sede giudiziaria. Oggi il Belgio è di nuovo disorientato perché l’eroe antipedofilia del 1996 si vede coinvolto negli stessi turpi traffici che diceva di combattere. Proprio in queste ore la procura di Liegi sta decidendo se indagare Hissel anche per diffusione di materiale pedofilo. Se lo facesse, l’avvocato rischierebbe ben più dell’anno di carcere previsto dal codice belga in caso di semplice detenzione di foto e video pedopornografici. Hissel è stato “pizzicato” nell’ambito di una vasta operazione internazionale, battezzata Koala, che ha portato all’arresto di decine di persone in tutto il mondo. Il suo nome figurava infatti in una lista assieme agli indirizzi elettronici di pedofili che visitavano siti o ricevevano video e immagini pedopornografiche. Dal canto suo Hissel non è voluto entrare nel merito delle accuse della procura e ha detto che sta “analizzando i fatti che gli sono addebitati”.
Panorama 21 febbraio 2008

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