domenica 10 febbraio 2008

Pedofilia arresti Trento/ Gps, pedinamenti,video:così li hanno arrestati

Per Pedri, Romeri e Montagner presto un interrogatorio davanti ai pubblici ministeri

Luca Petermaier

Gli indizi contro i tre accusati per pedofilia che ieri davanti al gip hanno scelto il silenzio

TRENTO. Hanno scelto il silenzio i tre indagati. Davanti al gip di Verona (che li ha interrogati per rogatoria) Alberto Romeri, Fabrizio Montagner e Guido Pedri hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Scelta processuale scontata in una fase in cui gli stessi avvocati devono prendere visione degli atti con contezza. I tre indagati tacciono, ma per l’accusa parlano le carte dell’inchiesta frutto di un anno di indagine scrupolosa condotta sia con le tecniche investigative tradizionali sia con sistemi tecnologici all’avanguardia.Contro i tre indagati è stata raccolta una mole consistente di indizi ed elementi e forse è proprio per questo (per leggersi con cura le carte) che i difensori Stefano Daldoss (per Motagner), Nicola Degaudenz (per Romeri) e Lorenzo De Guelmi (per Pedri) hanno scelto la via del silenzio. E’ probabile che chiederanno nei prossimi giorni un interrogatorio con i pm Davide Ognibene e Alessia Silvi.Nel fascicolo d’inchiesta ci sono elementi indiziari di ogni natura. A cominciare dalle intercettazioni telefoniche. I tre indagati, per il vero, non erano grandi utilizzatori del telefono e quando lo facevano si guardavano bene dal parlare in modo esplicito dei propri incontri sessuali, soprattutto di quelli nel bosco di Terlago. Ci sono, però, molti sms che danno l’idea di come fosse proprio questo il metodo di comunicazione preferito, sopratto da Montagner.Di grande importanza per gli agenti della sezione di pg della polizia di Stato al fine di identificare gli indagati sono state le due telecamere piazzate nelle vicinanze dell’hotel Lilla di Terlago e la telecamera che gli agenti sono riusciti a sistemare perfino nel bosco, attaccata ad un albero. Grazie alle immagini raccolte è stato creato una specie di archivio fotografico sia delle targhe delle auto che delle facce dei frequentatori del bosco. Solo così, ad esempio, gli investigatori sono riusciti a risalire a Guido Pedri. La sua foto è stata riconosciuta da uno dei tredicenni vittime di Romeri come colui che - nell’occasione del rapporto sessuale di gruppo - ebbe con lui una prestazione.Ci sono poi i pedinamenti. Ore e ore passate alle calcagna dei tre indagati, per scoprire abitudini, spostamenti, luoghi di ritrovo di ciascuno. In qualche caso gli agenti di polizia si sono spinti fin dentro al bosco di Terlago, quando il segnale gps piazzato sulla macchina di Romeri diventava troppo debole.Per qualche settimana gli agenti coordinati dal vice questore Tiziana Pagnozzi hanno frequentato le rive del lago di Terlago e il bosco degli omosessuali. Passeggiavano a torso nudo, fingendosi interessati a ciò che avveniva tra i cespugli. Hanno potuto così vedere da vicino le facce degli «amanti del genere», capire come funzionava la “auto-organizzazione” interna di quel luogo misterioso. In qualche caso sono persino stati «abbordati», rifiutando gentilmente l’invito.Contro i tre indagati, però, più di tutti pesano come macigni le dichiarazioni delle presunte vittime, raccolte fin da subito con l’ausilio di una psicologa per non inficiarne la genuinità. Ciò che i ragazzini hanno dichiarato è stato pubblicato ieri dal nostro giornale ed è fin troppo chiaro.Ora ai difensori non resta che elaborare una strategia. Per Romeri e Pedri le vie d’uscita sembrano strette: ad accusarli c’è un tredicenne che li ha riconosciuti in foto fornendo dettagli molto precisi. Per Montagner le cose sono più complesse. Contro di lui ci sono i racconti di due quindicenni (quindi fuori dall’età per cui non vale neanche la manifestazione di volontà), uno dei quali, però, gli era stato affidato per motivi di studio. Per la legge, in casi come questo il limite dei 14 anni non vale. L’altra presunta vittima, invece, giura di aver subito pressioni psicologiche per cedere al rapporto e anche in questo caso, per la legge, l’età non conta.
(07 febbraio 2008)

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