lunedì 4 febbraio 2008

Omicidio Capodimonte: Melaragni ai domiciliari.Ha ucciso per errore

Melaragni è credibile: ai domiciliari

Il gip accoglie la tesi della difesa. «Ha ucciso per errore, ci sono tutti i riscontri»
Svolta decisiva per l’omicidio di Capodimonte. Omicidio che risulta collegato a un drammatico episodio di violenza subìto dallo sparatore alcuni mesi fa: una “punizione” per aver sfidato una banda di romeni, con la quale era entrato in conflitto dopo aver avviato una relazione con una loro connazionale che faceva l’entraneuse.Il giudice per le indagini preliminari ha creduto a quanto Settimio Melaragni ha sostenuto da subito, dopo aver ucciso con la sua pistola Daniela Nicoleta Hatmanu: «Avevo paura che qualcuno fosse entrato ancora in casa, è stato un tragico errore». E così ieri, dopo l’interrogatorio in carcere da parte del gip, l’agente immobiliare ha ottenuto gli arresti domiciliari nella casa materna. L’iniziale accusa di omicidio volontario potrebbe tramutarsi in omicidio colposo, «se non in legittima difesa putativa», come sostiene il suo legale difensore Valter Billi.La ricostruzione dei fatti accaduti nella notte tra mercoledi e giovedì scorsi, nell’abitazione di Melaragni a Capodimonte, appare oggi completa. Il racconto fornito dall’uomo ha trovato i riscontri, alcuni dei quali già in possesso degli inquirenti. I quali sapevano perchè Melaragni avesse installato un impianto di allarme nella sua villetta in località Pratino, e soprattutto perchè avesse chiesto e ottenuto da poco il porto d’armi.Lo scorso ottobre Melaragni, da poco separato dalla moglie, è stato vittima di un’aggressione in casa. Apparentemente una rapina in appartamento, di quelle tipiche delle bande di slavi violenti. Invece si è trattato di una vera spedizione ai suoi danni; Melaragni aveva perso la testa una romena conosciuta da poco, amica di Daniela, che per tutta risposta lo aveva plagiato per ottenere tutto il possibile da quella relazione. Fino a drogarlo e a far entrare in casa i complici, che hanno violentato Melaragni dopo avergli preso soldi e oggetti preziosi.Fino all’avvertimento: «Non ci denunciare o torniamo». Invece l’uomo aveva detto tutto ai carabinieri. Da qui gli incubi e le notti agitate, la paura che la banda potesse tornare come quella notte. Soprattutto quella notte lì, quella della scorsa settimana quando Daniela Hartmanu era appena tornata dalla Sicilia, dove si era trasferita apparentemente per allontanarsi dalla banda di connazionali. Anche lei con un passato nei night, sembrava avere intenzioni diverse da quelle dell’amica verso Melaragni: «Con Daniela avremmo vissuto insieme», ha ripetuto quest’ultimo gli inquirenti per sgombrare il campo di un possibile movente. «Anzi, il gip Gaetano Mautone ha assicurato una decisa accelerazione delle indagini relative ai fatti di ottobre», ha rimarcato ieri l’avvocato Billi.Intanto si attendono riscontri da perizia balistica e autopsia, disposti dal sostituto procuratore Laura Centofanti titolare dell’inchiesta. Un tragico errore, una fatalità dunque. Ma forse anche un segnale del destino: Melaragni ha ucciso per sbaglio quella donna che, in qualche modo, gli doveva cambiare la vita.
Il Messaggero 3 febbraio 2008

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