domenica 30 marzo 2008

Lecco: picchiava i figli, arrestato padre-mostro

I DUE FIGLI DI 12 e 8 anni RINCHIUSI AL BUIO E AL FREDDO IN CANTINA

L'uomo è un muratore, trentenne, immigrato da un paese dell'Est europeo. Li maltrattava con oggetti acuminati

LECCO - Maltrattava sistematicamente e picchiava, anche con oggetti acuminati, i figli e li lasciava chiusi in cantina per ore e ore al freddo e al buio: di fronte alle contestazioni degli agenti che lo stavano arrestando, il genitore, immigrato da un paese dell'Est europeo, ha tentato di giustificarsi sostenendo che il suo fine era solo quello di educarli. L'uomo, indicato come il padre-padrone, è un muratore poco più che trentenne. È stato arrestato per sequestro di persona, lesioni e maltrattamenti in famiglia. I figli di 12 e 8 anni adesso sono stati trasferiti in una comunità protetta mentre nulla è stato detto, dagli investigatori della polizia di Lecco, a proposito della madre dei bimbi.

LA DENUNCIA DALLA SCUOLA - La vicenda è stata resa nota con una conferenza stampa in questura. La prima segnalazione era giunta dalla scuola, dove il più grande dei bambini si era presentato, il giorno dopo aver ricevuto una nota, con il volto tumefatto. Si trattava della punizione inflittagli dal padre. Il bambino veniva picchiato anche con oggetti acuminati e il fratellino, una volta sottratto alla famiglia il primo minore, sarebbe stato a sua volta maltrattato, rinchiuso, tra l'altro, in una cantina fredda e buia. Ora a occuparsi del caso sarà l'autorità giudiziaria lecchese.
29 marzo 2008

sabato 29 marzo 2008

Violenta figlia quattordicenne. Arrestato bracciante salentino

L'uomo è un bracciante salentino di 47 anni. Divorziato aveva avuto la figlia con se per le vacanze di Natale. Arrestato dai carabinieri non ha opposto alcuna resistenza

LECCE – Un bracciante salentino è stato arrestato stamane dai carabinieri con l’accusa di aver violentato la propria figlia di 14 anni. Le violenze sarebbero state compiute durante le scorse vacanze di Natale. L'uomo, che ha 47 anni e che è divorziato, aveva ottenuto la custodia della ragazza per un periodo di 15 giorni. Ed è stato in questo periodo che il bracciante, rimasto solo con lei (l'altro figlio più grande che vive con lui in quei giorni non c'era) l’ha costretta a compiere e a subire atti sessuali. Da questi abusi la quattordicenne usciva sconvolta. Appena si liberava delle attenzioni di suo padre scappava in lacrime a rifugiarsi nella sua camera. Dopo le feste di Natale la ragazza è tornata a casa di sua madre, ma non le ha raccontato nulla. La donna, tuttavia, preoccupata dal comportamento taciturno e teso della figlia, l'ha accompagnata in un consultorio familiare, dove la ragazza si è aperta, confidando tutto ad uno psicologo. La vicenda è stata così segnalata alla Procura che ha incaricato i carabinieri di svolgere le indagini. I militari hanno ricostruito i fatti sentendo diverse persone ed hanno accertato le ripetute violenze sessuali, aggravate dal fatto che erano compiute dal genitore su una ragazza minore di 16 anni. Nelle prime ore della mattina i carabinieri lo hanno rintracciato e arrestato prima che uscisse per andare a lavorare. L’uomo non ha opposto resistenza.
Gazzetta del Mezzogiorno 29/3/2008

PEDOFILIA: SI SPOGLIA IN WEB CON UN AGENTE PESAVA FOSSE UNA 11ENNE

Di Francesca Fortunato
Anche dietro un insospettabile impiegato 40enne di un’azienda, può celarsi il volto di un pedofilo. Un uomo, è stato arrestato grazie alla collaborazione tra la Polizia Postale e quella partenopea, che ne hanno seguito le tracce. L’impiegato cercava morbosamente una ragazzina catanese appena 11enne, conosciuta via web, la inseguiva tra le chat molestandola con domande volgari. I genitori, resisi conto della gravità della situazione, hanno sporto denuncia passando tutto nelle mani del sostituto procuratore Giancarlo Cascino, che ha autorizzato gli agenti ad avviare un’ indagine sotto copertura.Gli investigatori hanno anche avuto il sostegno del provider, in particolare Microsoft gestore del servizio chat, fondamentale per localizzare il pedofilo.Il maniaco, convinto di parlare con la ragazzina è arrivato a spogliarsi in webcam ma si trovava, invece, faccia a faccia con gli agenti. Arrestato, l’uomo ha lasciato una confessione al magistrato.
Julie 29 marzo 2007

Violentata per anni dal nonno, lo denuncia

29 marzo 2008
«Violentata dal nonno» In aumento la violenzasulle donne - Dario Freccero
Ha preso il coraggio a quattro mani e si è presentata insieme a una zia dalla polizia giudiziaria per raccontare un’infanzia da incubo. Era un segreto che non aveva mai raccontato a nessuno e probabilmente aveva fatto di tutto per cancellare dalla memoria. Forse ha parlato per evitare che il nonno ripetesse quelle violenze su un’altra cugina o magari è stata spronata da qualcuno venuto a conoscenza della sua esperienza terribile. Di fatto una ventenne che abita in riviera e lavora in un negozio ha denunciato agli inquirenti di essere stata violentata dal nonno per anni, praticamente per tutto il periodo in cui ha vissuto in casa sua, dall’infanzia fino all’adolescenza, senza mai ribellarsi né parlarne con nessuno.
Visibilmente imbarazzata, quasi mortificata per dover ammettere ciò che non si crede possibile, si è presentata agli inquirenti scoperchiando una pentola da brividi. Ha riferito delle attenzioni malate dell’anziano andate avanti per quasi tutti gli anni Novanta senza interruzioni. Ha parlato delle sue prime “avances” quando aveva poco più di sessant’anni (oggi ne ha oltre settanta) e lei appena sei e si era trasferita in casa dei nonni, in un comune del primo entroterra, perché davano più garanzie dei suoi genitori. E poi ha spiegato come il rapporto è proseguito, con il nonno che si infilava nel suo letto e le mostrava le parti intime, si masturbava, faceva altro e la invitava a guardare ma senza mai raccontare nulla a nessuno. Le diceva di non avere paura perché era solo una prova di quanto le volesse bene.
Lei sopportò tutto in silenzio, nei primi anni ignara poi via via sempre più sofferente e angosciata. «Era mio nonno, come potevo pensar male?». E’ andata avanti così almeno sei, sette anni. Solo crescendo ha iniziato a insospettirsi e capire che quelle attenzioni tanto normali non erano. L’incubo è finalmente finito quando lei, quasi maggiorenne, è uscita dal giogo dell’adulto e si è potuta liberare. Erano i primi anni Duemila. Ma sono passati ancora altri cinque anni prima che trovasse la forza di raccontare la verità e denunciare il nonno pedofilo. Lo ha fatto ora, a 22 anni, e in Procura dalla sua denuncia è scattata un’inchiesta a carico dell’anziano (A. P.) accusato di violenza sessuale su minore aggravata e continuata. Nei giorni scorsi il magistrato che coordina l’indagine ha disposto gli ultimi accertamenti facendo interrogare familiari e conoscenti. Trattandosi di fatti risalenti incombe il pericolo della prescrizione dei reati e per questo la Procura, nel ricostruire il comportamento dell’anziano, ha cercato di contestare tutte le aggravanti per evitare che la possa fare franca solo perché sono passati alcuni anni.

Adesso l’indagine è a una svolta. Nei giorni scorsi il pedofilo - che finora non si è difeso in alcun modo - ha ricevuto l’avviso di fine indagini che presuppone la richiesta di rinvio a giudizio. Presto comparirà davanti al giudice per le udienze preliminari con l’accusa tremenda di essere un orco che si è approfittato della nipotina. E scagionarsi, di fronte alle circostanziate denunce della giovane donna, non sarà facile.

Piacenza:violentò una ragazzina disabile, condannato

LIBERTA' di sabato 29 marzo 2008 > Piacenza
Resterà in carcere, disposto un primo risarcimento di trentamila euro per la famiglia della ragazza

Due anni e quattro mesi allo straniero che ha confessato

Ha confessato ed è stato condannato a due anni e quattro mesi. L'egiziano clandestino di 28 anni ha confessato davanti al giudice Gianandrea Bussi la violenza nei confronti di una giovanissima disabile piacentina nel settembre dello scorso anno, accuse che gli erano state contestate dai carabinieri e dalla procura della Repubblica. È stato invece assolto (per mancanza di querela per le lesioni subite da parte dei militari) dall'accusa di calunnia nei confronti dei carabinieri che lo avevano arrestato. Il giudice per l'udienza preliminare ha anche stabilito una provvisionale (risarcimento che viene deciso già con la condanna di primo grado) di trentamila euro nei confronti della famiglia della ragazza. Non è invece stata considerata legittima la costituzione di parte civile da parte dell'amministrazione comunale.
Il fatto che aveva portato all'arresto dello straniero era avvenuto nel settembre del 2007. La ventenne piacentina dopo aver trascorso la serata al cinema, stava tornando a casa quando si era imbattuta nell'egiziano che si era offerto di accompagnarla. La giovane aveva rifiutato l'invito ma l'egiziano aveva insistito e dal momento che lei non era in condizioni di opporsi, lui l'aveva portata nei giardini di via Giarelli. E qui aveva abusato sessualmente della giovane. Fino a ieri l'imputato aveva sempre negato la violenza, poi il ravvedimento e la confessione. Il pubblico ministero Letizia Platè ha sottolineato nella sua requisitoria la gravità del fatto e ha concluso con una richiesta di due anni e quattro mesi. Il difensore, avvocato Mauro Pontini, il minimo della pena. Alla difesa era stata in precedenza negata la richiesta di patteggiamento, possibile in caso di violenza sessuale solo nell'ipotesi di fatto lieve, cosa non ritenuta accettabile dal giudice. Il processo si è dunque svolto con il rito abbreviato, rito che consente di ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo. E il giudice ha condannato l'egiziano a due anni e quattro mesi. Come ha spiegato l'avvocato Pontini che lo assiste: «Ha riconosciuto come veritiera la versione fornita dalla ragazza, per tale ragione sono state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti alle aggravanti. La pena inflitta - ha aggiunto il difensore - riconduce il fatto, seppur nella sua gravità, su di un binario di equità, riconoscendo il pentimento dell'imputato e consentendogli l'accesso a pene sostitutive». L'egiziano rimane comunque in carcere.

Giustizia spagnola sotto inchiesta. Aveva due condanne pendenti per pedofilia il presunto assassino di Mari Luz

Giustizia spagnola sotto inchiesta: Santiago del Valle, presunto assassino della bimba di 5 anni, Mari Luz Cortes ritrovata senza vita lo scorso 7 marzo, aveva su di sé due condanne pendenti per pedofilia non seguite da ordini di detenzione del giudice. Un terribile e tragico errore di procedura che ha permesso all'uomo di uccidere MAri Luz, ricercata per 57 giorni prima della scoperta.57 giorni di ricerca della piccola Mari Luz, poi la tragica scoperta. L'intero Paese che ha seguito con commozione i funerali di Mari Luz, oggi si indigna. Per la vice presidente del governo spagnolo, Maria Teresa de la Vega "siamo davanti a un fatto gravissimo. Bisogna andare fino in fondo e applicare la legge ai responsabili".Il Paese che ha seguito commosso i funerali di Mari Luz, si indigna. Ieri, a Huelva, dove Mari Luz viveva e dove e' stato trasferito Santiago del Valle, per le strade e' stato il caos. Intanto prende piede l'ipotesi di un inasprimento delle pene per gli assassini pedofili.
Euro News 28 marzo 2008

SPAGNA:FOLLA CERCA DI LINCIARE PRESUNTO ASSASSINO DI MARI LUZ




Procura apre indagine: già condannato 2 volte, mai in carcere

Madrid, 27 mar. (Apcom) - La polizia spagnola ha dovuto caricare e sparare proiettili di gomma per disperdere una cinquantina di persone che volevano linciare Santiago del Valle, il presunto assassino della piccola Mari Luz Cortes, la bambina di cinque anni trovata morta lo scorso 7 marzo in un fiume vicino a Huelva (Andalusia). Lo hanno riferito oggi i media spagnoli: secondo le immagini diffuse dalla televisione, la folla ha cominciato a lanciare pietre e anche transenne contro gli agenti che hanno chiuso l'accesso al tribunale locale dove l'indagato è giunto oggi pomeriggio in un furgone della polizia.
Secondo l'agenzia Europapress, circa 600 persone sono state bloccate dagli agenti intorno alle 17, al momento dell'arrivo del convoglio, ma almeno 200 restano tuttora davanti all'edificio dove è stato fatto entrare il presunto omicida, e di queste circa 50 continuano a causare disordini: i pompieri hanno dovuto spegnere il fuoco appiccato ad alcuni cassonetti, mentre due giornalisti sono stati feriti dal lancio di oggetti.
Il caso di Mari Luz Cortes ha commosso la Spagna negli ultimi due mesi: la bambina era scomparsa lo scorso 13 marzo ed è stata oggetto di massicce operazioni di ricerca in tutto il paese e anche all'estero. L'ira della popolazione di Huelva sembra essere esplosa anche a causa del fatto che il presunto assassino, un vicino di casa della famiglia di Mari Luz, era già stato condannato due volte per reati di pedofilia, ma non ha mai scontato le pene. Del Valle era stato condannato una prima volta nel 2004 a due anni di carcere, poi sospesi a condizione di non commettere altri reati, per abusi su una bambina di nove anni; e nel 2005 a due anni e nove mesi di prigione per abusi sulla sua stessa figlia di cinque anni. Secondo 'El Pais' online, in quell'occasione gli era stata revocata la patria potestà eil suo ritardo mentale non era stato considerato come un'esimente completa, ma non sono chiari i motivi per cui l'uomo non è mai stato messo in prigione. Secondo la radio 'Cadena Ser', il procuratore capo di Siviglia ha ordinato l'apertura di un'indagine in merito.

Pedofilia, maestro teatro: Ma quali molestie? Erano gichi educativi

Ma quali molestie? Erano giochi educativi
Si difende il giovane docente accusato di aver molestato alcune bambine nella scuola media di Correggio
REGGIO EMILIA (27 MAR. 2008) - E' un fiume in piena P. L. M., l'insegnante arrestato una settimana fa dai carabinieri a Reggio Emilia per violenza sessuale su minori: oggi l'animatore delle scuole reggiane, che ha 34 anni, è stato interrogato per quattro ore dal Pm Maria Rita Pantani e ha confutato gran parte delle principali accuse.

Secondo quanto si è appreso dai suoi legali Vainer Burani e Mario Di Frenna, l'uomo sostiene che i giochi particolari che l'educatore animava con i piccoli studenti, tra i quali cinque bambine delle medie che - per l'accusa - sarebbero state palpeggiate dal giovane regista, farebbero parte dei protocolli di convenzione stipulati con i vari istituti scolastici. I giochi sarebbero finalizzati ad incentivare la capacità comunicativa e la disponibilità verso gli altri, a predisporre contatti emozionali tra le persone.

Tra essi, il 'nascondino', la 'formichina' e modi diversi di rapportarsi, per esempio evitando di spintonarsi, sostituendo le spinte con gli abbracci. L'insegnante-attore pare non abbia negato l'ultima delle accuse che gli sarebbero state formulate, quella di aver ospitato una ragazzina nel cortile di casa propria, ma soltanto - avrebbe sostenuto - per curare i fiori.

Il giovane, che è stato anche regista del corteo storico matildico, avrebbe pure invitato ragazzi a casa di un amico per la preparazione di uno spettacolo. Quanto al ritrovamento sul suo computer di casa di alcune immagini a contenuto pedo-pornografico, tre delle quali sarebbero state scaricate da internet, Il docente avrebbe ammesso in parte le sue responsabilità affermando però che le foto gli sarebbero servite per preparare ricerche e uno spettacolo contro la pedofilia. I difensori del regista hanno chiesto per il giovane gli arresti domiciliari.

Spetterà al Gip decidere. Intanto, dopo l' interrogatorio, l'educatore è tornato in carcere, dove gradisce rimanere nello stato di isolamento in cui si trova e che gli permette di leggere i suoi libri. Per la prossima settimana sono stati annunciati alcuni incidenti probatori.
Emilia Net 27 marzo 2008

Articoli su Pino La Monica:

Pedofilia: Nuove denunce contro il maestro di teatro La Monica

Pedofilia, maestro teatro: forse è nato il "computer pedofilo"

Le bimbe confermano abusi davanti al Gip

Il molestatore era il nonno adottivo di una delle due vittime

Ponzano - Le due ragazzine di 11 e 12 anni molestate dal 65enne di Ponzano, hanno confermato, in sede di incidente probatorio, le loro accuse così come avevano fatto scrivendo una lettera indirizzata alla psicoterapeuta che svolgeva un corso di educazione sessuale organizzata dalla scuola e dall’Ulss.
La bambine sono state interrogate ieri da un neuropsichiatra infantile del Ca’ Foncello alla presenza del gip Umberto Donà. Le due ragazzine in pratica, hanno riferito che l’uomo metteva loro le mani addosso. Ma c’è un altro documento che confermerebbe gli atti di molestia: un bigliettino scritto dall’undicenne alla compagna che affermava che l’uomo le metteva le mani sulle parti intime. L’uomo accusato di pedofilia è il nonno acquisito della dodicenne.
Era riuscito a conquistarsi la fiducia dei genitori delle due ragazzine e pertanto aveva la possibilità di trascorrere molto tempo in compagnia della nipote adottiva e della sua compagna. E così il sessantacinquenne accompagnava le ragazze a scuola in auto, restava a farle compagnia quando mamma e papà dovevano assentarsi. Le ragazzine erano state minacciate di non dire nulla ai genitori. Fortunatamente entrambe hanno però trovato il coraggio di confidare le loro pene prima ad una compagna di classe e poi alla psicoterapeuta
Oggi Treviso 27 marzo 2008

mercoledì 26 marzo 2008

Turismo sessuale, prostituzione minorile: «Dormo sulla spiaggia, qui arrivano clienti»

Come cambiano le mete e le abitudini dei «predatori»

Josìa, dodicenne a Santo Domingo, dove la prostituzione è alla luce del sole


DAL NOSTRO INVIATO
SANTO DOMINGO (Repubblica Dominicana) — «La notte, quando non piove, dormo con gli altri sulla spiaggia, sotto le palme. Ogni tanto qualche turista ci avvicina nel buio. Che cosa vuole da noi? Rapporti orali, sexo por atrás». Josìa ha occhi verdi e capelli scoloriti dal sole, il sopracciglio tagliato da una cicatrice, «una manganellata della polizia », dice. Josìa vive sulle strade di Boca Chica, si porta indosso tutto ciò che possiede: un paio di pantaloncini da basket infilati sui jeans, una t-shirt lisa, in tasca una moneta da 25 pesos, meno di un dollaro. Josìa parla di sesso anale («por atrás») con l’indifferenza di chi nella vita ha già provato molto. Josìa ha 12 anni.

I Bimbi Sperduti di Santo Domingo dormono sulle sabbie immacolate di un’Isola- che-non-c’è: quella dei resort a 5 stelle e dei viaggi all inclusive, dove il ritmo del merengue scandisce giornate fatte di sole, mare e piña colada. Un’isola che esiste per i 4 milioni di stranieri che ogni anno sbarcano nei suoi aeroporti, ma non per gli 8,9 milioni di abitanti di un Paese che vanta l’11˚ posto nella classifica mondiale della disoccupazione, un Pil pro capite di 8.220 dollari (contro i 28.530 italiani), il 40% della popolazione di età inferiore ai 15 anni. I bambini vittime di sfruttamento sessuale sono almeno 35mila, chiunque può portarseli a letto per un pugno di dollari, dai 10 ai 30 dicono le stime. Per un turista, il prezzo di una cena. Per un dominicano, la paga di una settimana.

Sulla spiaggia di Las Terrenas, nel nord della penisola di Samanà, si sente parlare quasi solo italiano. Giovani coppie con figli, comitive di pensionati, villette immerse nel verde. Nessuno sembra far caso al turista sessantenne che amoreggia con due ragazzine, a mollo nell’acqua trasparente. Abbracci, carezze, baci appassionati. I costumi scollati rivelano seni inesistenti, i fianchi sono appena pronunciati. Non hanno più di 14 anni. A Boca Chica, nel sud del Paese, l’ora dello «struscio » scatta alle 7, quando il buio cala su sdraio e ombrelloni. Davanti ai pub di Calle Duarte sfrecciano i motorini. A bordo, turisti di mezza età che rallentano di fronte alle dodicenni in minigonna ferme sui marciapiedi. Niente bordelli in stile Bangkok: qui il mercato della carne avviene alla luce del sole, senza pudori o sensi di colpa; per il gruppo di trentenni romani alle prese con un cuba libre al bancone del bar, l’adolescente con le treccine che si lascia accarezzare le gambe con sguardo assente è solo un piacevole elemento d’arredo.

Del resto, l’all inclusive è la formula che, da queste parti, va per la maggiore. «I turisti valutano le opportunità: ci sono la barriera corallina, la Zona Coloniál (il centro storico di Santo Domingo, patrimonio dell’umanità, ndr)... e poi, perché no, si può fare sesso con minorenni», commenta amara Maria Elena Asuad, che per l’Unicef segue i progetti di contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori nella Repubblica. «Quando si parla di questo problema, il focus è sempre sull’Asia. Ma oggi le rotte si sono spostate». Le nazionalità «sotto accusa»? Sempre quelle, in ogni angolo dell’isola: Italia, Germania, Francia, Canada. Qualche svizzero, pochi americani. Da Puerto Plata a Boca Chica, Punta Cana, Samanà: «Tutti i luoghi dove c’è una spiaggia e un intorno urbano sono a rischio», spiega Camilo Medina, della Fondación Azúcar. Nella sede scalcagnata dell’associazione, a Las Terrenas, gli scaffali sono carichi di fascicoli su casi di violenza a danno di minori; a farla da padroni sono i «turisti della seconda casa, che stanno qui 3-4 mesi, stabiliscono un rapporto di fiducia con la famiglia... Ma denunciarli è quasi impossibile: se la legge (la 136/2003) è buona, le politiche di attuazione sono inefficienti». Perché per un arresto servono le prove. E prima ancora, una denuncia. «Ma guardi che qui le ragazze si sviluppano presto — sbotta Nathalie, una francese sui 35 anni che a Las Terrenas gestisce un’agenzia turistica —, sono loro che si offrono ai turisti...». «Un ex diplomatico italiano —ricorda la Asuad— mi disse: meglio, così gli danno qualche soldo per mangiare, no?». In Calle del Carmen i bambini giocano nei canali di scolo, le strade sono fiumi di fango, le baracche si appoggiano esauste alle recinzioni di ville hollywoodiane. Una ragazzina in tacchi alti e hot pants candidi aspetta nel buio.

A Santo Domingo, le statistiche dicono che la clientela dei «baby prostituti» è in maggioranza nazionale. A Boca Chica, l’associazione Caminantes accoglie i niños de la calle fuggiti da un padre stupratore, una madre prostituta. «Ma qui vediamo uomini camminare per il barrio sventolando mazzette di euro, resort dove le turiste si portano in camera ragazzini di 14-16 anni — racconta la responsabile, Denisse Pichardo —. È inutile: lo straniero che viene qui lo fa per il sesso. Per i responsabili del settore, l’85% dei turisti sono famiglie; ma lo chieda ai dipendenti, cosa capita nelle stanze...». Quanto a quello, basta sfogliare le pagine del Listín Diario: «In un hotel di Boca Chica hanno scoperto un turista che realizzava pellicole porno con minori », ricorda il caporedattore Tomás Aquino Méndez. Dieci anni fa, stesso luogo, un italiano è stato ucciso da un 13enne che imbottiva di droga, filmando gli abusi. «Dopo sei anni di galera è venuto da noi. Completamente impazzito », dice Denisse.

Allo scalo internazionale Las Américas, chi sbarca è accolto da un cartello: «L’uso di minori per prostituzione e pedopornografia è punito con il carcere (fino a 10 anni) e multe (fino a un milione di pesos)». È uno dei risultati del lavoro della Commissione interistituzionale contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori (che riunisce governo e Ong, Unicef e Ilo, associazioni del turismo, polizia...). I fronti aperti sono molti, dalla campagna realizzata con Unicef, Ecpat e cooperazione italiana alle 9 «case di accoglienza » per minori a rischio, alle convenzioni con hotel e guide turistiche. Perché «l’abuso sessuale è un crimine. Ignorarlo pure», ricorda uno spot in tv. Alle 19.30, ai tavolini del Café Las Flores, in piena Zona Coloniál, un americano sui 65 anni, occhialini dorati e barba da Babbo Natale, circonda con un braccio la vita di una ragazzina di 14, forse 15 anni. Il flusso di turisti prosegue oltre, lo sguardo fisso sui negozietti di sigari e souvenir.

Gabriela Jacomella
Corriere della Sera 25 marzo 2008

Don Gelmini: chiesto il rinvio a giudizio

«Processate don Gelmini» Il pm parla di una rete politica
Marzo 26, 2008 at 7:47 am (Cronaca, abusi sessuali sui minori, abusi sessuali.) (chiesto rinvio a giudizio, don gelmini, intercettazioni, prometteva aiuto da berlusconi, rete politica, trenta testimonianze, vittime attendibili)

Dopo un anno chiusi gli accertamenti. L’ex sacerdote: attendo sereno
Il testimone: mi prometteva l’aiuto di Berlusconi
e Imposimato



ROMA — Una decina di ragazzi sarebbero stati costretti a subire le sue attenzioni, obbligati a soddisfare i suoi desideri particolari. Tra loro, anche due giovani che all’epoca dei fatti erano minorenni. La Procura di Terni chiede il rinvio a giudizio di don Pierino Gelmini. Un anno dopo l’avvio degli accertamenti sul suo conto, sollecita il processo per il fondatore della comunità Incontro per violenza sessuale.

I magistrati ritengono dunque attendibili i racconti di quegli ospiti della struttura di Amelia, in Umbria, che cercavano di uscire dalla tossicodipendenza e hanno affermato di essere stati «molestati, palpeggiati, costretti ad atti sessuali». E chiedono che vengano giudicati anche i collaboratori più stretti, Giampaolo Nicolasi e Pierluigi La Rocca. Li accusano di favoreggiamento per aver tentato di convincere i testimoni a ritrattare.
«Pressioni in cambio di soldi », dice l’accusa. E per sostenere la fondatezza di questa circostanza elenca i viaggi e i contatti con le presunte parti lese. Ma chiede anche il processo per Patrizia Guarino, la madre di uno dei ragazzi che avrebbe subito le violenze. La donna avrebbe avvertito don Gelmini delle indagini in corso e avrebbe poi accettato denaro per condizionare il figlio. In particolare è stata trovata traccia di un vaglia online di 500 euro.

A mettere nei guai il sacerdote sono state le testimonianze di oltre trenta persone che hanno raccontato come don Gelmini li chiamasse nella sua stanza e poi li inducesse a partecipare a giochi erotici. Ma poi si è deciso di inserire nel capo di imputazione soltanto gli episodi che, secondo l’accusa, «erano certamente provati».
Nelle carte depositate al termine delle indagini c’è il verbale di Michele Iacobbi, 34 anni, il principale accusatore di don Pierino, che all’epoca era agli arresti domiciliari presso la comunità. È stato lui a presentare la prima denuncia. E ha accusato il sacerdote di aver sfruttato anche le sue amicizie politiche per convincere lui e gli altri giovani tossicodipendenti a soddisfare le proprie esigenze.
«Mi disse — ha messo a verbale Iacobbi — che siccome io ero accusato di mafia lui poteva parlare con Berlusconi, con Taviani e anche con l’ex senatore Imposimato per farmi avere una pena più lieve». La sua testimonianza è stata ritenuta pienamente attendibile e nel capo di imputazione a don Gelmini viene contestato di aver violentato i ragazzi «minacciando di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti e promettendo favori tramite dette conoscenze». Una tesi che il difensore Filippo Dinacci ha contestato nella sua memoria sottolineando la «completa infondatezza delle denunce presentate».

Agli atti del processo i pubblici ministeri hanno allegato anche numerose intercettazioni telefoniche. Il «filtraggio » delle telefonate per don Gelmini — che non possiede un apparecchio cellulare — viene fatto dai collaboratori più stretti e, come sottolinea l’accusa, «la precedenza viene data ai parlamentari e agli altri graduati della Guardia di Finanza e dell’esercito» con i quali il fondatore di Incontro «è in contatto».

Fiorenza Sarzanini
Corriere della Sera 26 marzo 2008

Abusi su allieve corso di teatro, si cercano altre vittime

Gli investigatori chiedono la collaborazione dei genitori delle studentesse di teatro

Solidarietà dei colleghi dell’attore-educatore Pino La Monica accusato di pedofilia. L’insegnante resta rinchiuso nel carcere della Pulce REGGIO. Potrebbero esserci altre ragazzine costrette a subire abusi dal loro insegnante di recitazione, il 35enne Pino La Monica arrestato giovedì sera. Ne sono convinti carabinieri e polizia postale che, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, stanno conducendo le complesse indagini. Proprio i carabinieri chiedono ora la massima collaborazione da parte dei genitori delle studentesse che, in vari comuni della provincia, hanno frequentato i corsi di teatro tenuti dall’attore, fondatore dell’Officina Teatro Incanto. Collaborazione per chiarire se altri episodi di violenze, oltre ai cinque denunciati, siano accaduti o se quei comportamenti tenuti verso alcune allieve delle scuole medie correggesi Andreoli-Marconi siano stati equivocati.
Indizio-chiave nelle indagini è il computer dell’insegnante, sequestrato nella sua abitazione di Codemondo soltanto poche ore prima l’arresto. Nel pc gli inquirenti hanno trovato files contenenti un’ottantina di fotografie pedopornografiche, alcune raffiguranti anche atroci stupri su minori, scaricate dal web e in cui l’indagato non compare mai.
In quel computer - che non si esclude possano aver avuto accesso anche altre persone - i poliziotti della Postale hanno trovato anche un’altra serie di fotografie - una settantina in tutto - in cui l’insegnante di teatro appare con alcune bambine che hanno frequentato i suoi corsi di recitazione. Immagini che non lascerebbero trasparire nulla di morboso, ma che per il pm inquirente potrebbero assumere un significato equivoco alla luce dei racconti delle ragazzine della scuola media correggese.
Cinque allieve del corso extracurricolare tenuto da Pino La Monica nell’istituto correggese hanno infatti raccontato di essere state costrette dal loro insegnante a toccarlo nelle parti intime durante giochi al buio avvenuti al termine delle lezioni.
Il racconto delle ragazzine, dagli 11 ai 13 anni, è stato raccolto prima dalla psicologa della scuola e quindi, in audizioni protette, dalla psicologa nominata dal sostituto procuratore inquirente Maria Rita Pantani. Un doppio «passaggio» fondamentale per verificare l’attendibilità delle presunte vittime.
Da quanto emerso, non sarebbe però stato riscontrato alcun elemento tale da far credere che le cinque allieve abbiano ingigantito i particolari raccontati o in qualche modo equivocato il comportamento del loro insegnante.
Mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà da amici e colleghi all’attore-educatore, Pino La Monica resta rinchiuso nel carcere della Pulce.
Solo dopo la pausa festiva, il difensore dell’educatore 35enne - l’avvocato Mario Di Frenna - è intenzionato a chiedere il trasferimento del proprio assistito agli arresti domiciliari.( Gazzetta di Reggio 23 marzo 2008)

Parla il padre del maestro di teatro dopo la visita in carcere:«Pino è provato ma sereno»

REGGIO. «Mio figlio è innocente e spero che quando tutto questo sarà finito e la sua innocenza sarà sancita dai tribunali, la stampa gliene darà atto. Ho fiducia nella giustizia e nelle forze dell'ordine che nella circostanza si sono comportate con grande discrezione. Non posso dire altrettanto degli organi di informazione che hanno semplicemente sbattuto il mostro in prima pagina».
Francesco La Monica, il padre di Pino si sforza di essere sereno. E forse lo è un po' di più, ora che ha potuto parlare con il figlio in carcere. Dalla sua casa di Codemondo risponde al telefono con gentilezza, ma senza nascondere il disappunto per come è stato dipinto il figlio.
«Mio figlio è provato - dice - come lo sarebbe chiunque prova per la prima volta l'esperienza del carcere. E' in isolamento, per via dei reati di cui è accusato: in carcere le cose vanno così. Eppoi c'è il timore che compia qualche gesto inconsulto: per questo non ha nè lacci nè cinture, nemmeno le coperte».
A consolare i genitori dell'educatore, ci sono i tanti attestati di stima che in queste ore stanno arrivando a casa dei La Monica.
«In questi due giorni il telefono è stato rovente. Lei non ci crederà ma tutti hanno avuto soltanto parole di stima verso Pino e il suo lavoro. E non solo da Reggio, ma anche da altre parti d'Italia, dove Pino ha lavorato e dove evidentemente ha avuto modo di farsi apprezzare».
Gli diciamo anche dei tanti messaggi che sul nostro sito sono arrivati dagli amici di suo figlio e Francesco se ne compiace: «Io ho ricevuto soltanto telefonate, dal momento che anche il mio pc è stato posto sotto sequestro. Domani (oggi, ndr) è Pasqua e credo che io e la mia famiglia usciremo da questa casa in cui abbiamo vissuto questi tre giorni d'inferno».
Dopo aver parlato con i genitori, Pino La Monica ha incontrato il legale che lo assiste, l'avvocato Mario Di Frenna.


«L'ho trovato sereno - sottolinea l'avvocato al termine del lungo colloquio in carcere -. Stanco, certo, ma relativamente tranquillo. Era felice di aver potuto salutare i suoi familiari alla vigilia della Paqua e mi ha confidato di essere fiducioso che alla fine la verità salterà fuori».
L'avvocato sta seguendo l'evolversi dell'inchiesta ed è intenzionato a chiedere, non appena sarà possibile, una perizia di parte sul pc sequestrato all'educatore.
«Mi ha detto - spiega il legale - di aver visitato siti dedicati alla pedofilia, ma solo per compiere specifiche ricerche per uno spettacolo sulla violenza sui minori. La prova di tutto questo sarebbe nel fatto che, non appena si è reso conto di essere finito in siti proibiti, ha cancellato immediatamente quei file. Si spiegherebbero così quelle immagini nella memoria del suo computer».
(24 marzo 2008)

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La Gazzetta di Reggio 25 marzo 2008

domenica 23 marzo 2008

Teramo: violenza sessuale su minori, arrestati coniugi

21 Marzo 2008, 13:10

TERAMO - Due coniugi sono stati arrestati dalla Polizia di Teramo con l'accusa di maltrattementi e violenza sessuale ai danni di due minori, un bambino di 13 e una bambina di 10 anni. La coppia, che vive in un paese del teramano, aveva spesso in custodia i due bimbi, figli dei loro vicini di casa. Le indagini sono durate sei mesi. (Agr)

TENTA ABUSI SU UN RAGAZZO DI 14 ANNI, ARRESTATO A CASERTA

All'uomo gli investigatori contestano altre violenze
21/3/2008 15:53

CASERTA - Agenti della Squadra Mobile hanno arrestato il custode di uno stabile in costruzione nella periferia di Caserta per abusi sessuali su minori.L'uomo di 60 anni e' accusato di aver tentato di abusare, lo scorso mese, di un ragazzo di 14, adescato con un pretesto e condotto in uno stabile in costruzione. Al custode gli investigatori contestano di aver tentato abusi anche su una ragazza di 12 anni e aver compiuto atti su una di 13; a denunciare gli episodi la mamma di una delle due ragazze.
Caserta Oggi 22 marzo 2008

sabato 22 marzo 2008

MOLESTIE CONTRO LE ALUNNE, ARRESTATO MAESTRO DI VICO EQUENSE

Sotto i banchi o sotto la cattedra, al buio, con il pretesto di creare giochi, un insegnante toccava si faceva toccare nelle parti intime dalle bambine, durante le lezioni. Aveva costretto cinque alunne fra gli 11 e i 13 anni a compiere e subire atti sessuali, è stato arrestato per violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico.Pino L.M. 34 anni, napoletano di Vico Equense, è residente con i genitori a Codemondo, frazione alle porte di Reggio, dove ha fondato l´associazione "Officina Teatro Incanto". Aveva pubblicato su internet il suo curriculum di operatore culturale: "Attore, regista, animatore di laboratori teatrali per la scuola, esperto di problematiche sociali e ambientali; di integrazione e disagio; mediatore culturale, coordinatore del consiglio circoscrizionale dei ragazzi del Comune di Reggio".Da anni è a contatto con migliaia di ragazzi nelle scuole, anche nella provincia emiliana, adesso ogni collaborazione è stata interrotta. Negli ultimi mesi l’insegnante lavorava nella scuola media di Correggio, vicino al Modenese, con un progetto di teatro. È lì che avrebbe commesso gli abusi, cominciati sembra dal mese di novembre.I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione, sequestrando novanta foto hard, scaricate da internet, di bimbe e ragazzine coinvolte in rapporti sessuali con adulti. Il pm Maria Rita Pantani ha ottenuto l´ordinanza di custodia cautelare in carcere, poche ore dopo la perquisizione domiciliare.Giovedì sera l’uomo era stato chiamato in caserma per dire dove sarebbe stato rintracciabile a Pasqua, lì però gli è stato notificato anche il provvedimento d’arresto. Ieri davanti al Pm si è avvalso della facoltà di non rispondere, l´avvocato chiederà gli arresti domiciliari.La Procura di Reggio aveva ricevuto lo scorso mese una segnalazione di abusi proveniente però da un comune della Val d´Enza, al confine con la provincia di Parma. Un genitore aveva ricevuto le confidenza della figlia, a conoscenza delle violenze sessuali pur senza esserne coinvolta direttamente. Quattro delle cinque presunte vittime sono già state interrogate dal Pm in forma protetta.Le indagini proseguono con l´esame di computer, dvd e scritti dei bambini, per verificare se altre giovanissime siano finite nel mirino dell´educatore. Tramite il suo blog, già oscurato, il prof riceveva decine di mail di adolescenti. "Sono un uomo felice, ottimista, amo il mio lavoro e anche comunicare - aveva scritto -. Vivo con tutto l´entusiasmo che mi trasmettono i miei allievi. Insieme per costruire un futuro migliore". Parole che ora suonano beffarde.(dalla rete)

Violenze a figlia per sette anni:arrestato 45enne a Lecce

Un uomo gia' condannato per abusi sessuali ai danni dell'ex amante, e' stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale nei confronti della figlia, che oggi ha 18 anni. Le violenze erano cominciate quando la ragazza aveva undici anni, e sono proseguite sino alla scorsa estate. L'uomo, un 45enne di Nardo' (Le), e' stato denunciato dalla figlia solo due mesi fa. Per farla sottostare alle violenze, che avvenivano in casa quando la madre ed i due fratelli non c'erano, il padre minacciava la figlia, in qualche caso anche con un coltello alla gola. L'arresto e' stato ordinato dal gip Ercole Aprile su richiesta del sostituto procuratore, Maria Cristina Rizzo. (AGI) - Lecce, 22 mar. -

venerdì 21 marzo 2008

Pedofilia Isernia:il Riesame deciderà sulla scarcerazione degli zii

L'indagine della Squadra mobile di Isernia fece scattare gli arresti domiciliari

Abusi, parola al Riesame

ISERNIA È stata discussa ieri presso il tribunale di Campobasso, sezione riesame, dinanzi ai giudici Calabria, Sabusco, Quaranta, l'istanza di scarcerazione avanzata dall'avvocato Francesco Del Basso per uno dei due indagati per violenza sessuale nei confronti di minori.
Sempre in mattinata il Riesame ha esaminato l'istanza che riguarda la madre delle presunte vittime, una 14enne e un bambino di 11 anni. La donna, infatti, anch'ella difesa dall'avvocato Francesco del Basso, è stata oggetto di un provvedimento di revoca della potestà genitoriale emesso dal Pm Alfredo Mattei che ha coordinato le indagini condotte dalla sezione minori della Squadra mobile di Isernia. Indagini che hanno portato, lo scorso 5 marzo, all'emissione dei provvedimenti cautelativi nei confronti di due fratelli, di 60 e 64 anni, indagati per presunti abusi nei confronti dei nipoti. Attualmente i due si trovano agli arresti domiciliari. L'avvocato Francesco De Basso, proponendo la richiesta di scarcerazione, qualche giorno fa, si è detto convinto della innocenza del suo assistito. La vicenda ha preso avvio dai racconti che i due minori, già allontanati da casa dall'ottobre del 2006 per motivi legati all'indigenza familiare ed ospitati attualmente in comunità, avrebbero fatto agli psicologi. Dallo scenario venuto fuori da quei racconti è scaturita l'indagine. Durante gli interrogatori di garanzia gli indagati hanno sempre respinto ogni addebito. Il Gip Luigi Cuomo, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva tuttavia confermato gli arresti domiciliari per i due. L'udienza di ieri si è svolta a porte chiuse. Al termine della stessa l'avvocato Del Basso ha parlato in riferimento al proprio assistito (l'altro indagato è invece difeso dall'avvocato Ugo D'Onofrio) di «indizi che avrebbero dovuto essere meglio verificati in sede di indagine». Il padre dei due minori, che attualmente vivono lontano da casa, nonché fratello dei due indagati, è deceduto a seguito di una grave malattia nell'agosto del 2007. Secondo quanto dichiarato dagli inquirenti nella conferenza stampa seguita alla notifica delle misure restrittive cautelative i presunti abusi sarebbero avvenuti in cambio di denaro. Ma la difesa contesta fermamente ipotesi e scenari che prefigurerebbro situazioni di degrado sociale. La parola sulla scarcerazione passa, a questo punto, ai giudici del Riesame che dovranno decidere entro tre giorni. Per quanto riguarda, invece, la posizione degli indagati e il corso dell'indagine, si attende la decisione del magistrato in merito all'archiviazione o all'eventuale rinvio a giudizio.
Il Tempo R.M. 21 marzo 2008

mercoledì 19 marzo 2008

Vicenda Schmitten (FR): carcere per tre dei sei imputati

È terminato oggi a Tafers (FR), il processo intentato a sei uomini accusati di aver commesso diversi atti sessuali con tre ragazze minorenni a Schmitten (FR), una vicenda che aveva destato scalpore in tutta la Svizzera. Tre dei sei imputati sono stati condannati alla detenzione fra 42 e 18 mesi, due a pene pecuniarie, uno è stato assolto.
La pena più pesante è stata inflitta al principale imputato, uno svizzero di origine turca di 21 anni riconosciuto colpevole di stupro e abusi sessuali aggravati fanciulli. Il ragazzo aveva attirato una minorenne nella sua abitazione, dov'era stata abusata da altri giovani.
Mentre il fratello maggiore del ragazzo è stato scagionato, una pena di 36 mesi di carcere - di cui 12 da scontare -è stata inflitta ad un altro giovane, di 22 anni. Un terzo, della medesima età, è stato condannato a 18 mesi di detenzione con la sospensione condizionale per quattro anni.
Nei riguardi di uno svizzero di 48 anni e di un serbo di 39 - accusati di aver beneficiato di prestazioni sessuali da parte di due ragazze quindicenni - il tribunale ha deciso pene pecuniarie, seguendo in questo modo le richieste della pubblica accusa. L'inchiesta sui fatti accaduti principalmente nell'estate del 2005 aveva coinvolto complessivamente dieci persone. Due giovani di 21 anni sono stati condannati in precedenza a 180 ore di lavori di pubblica utilità per atti sessuali con fanciulli. (ats)

Pedofilia/13enne violentata e ricattata

Pedofilia: 13/enne violentata e ricattata
Un giovane di 23 anni del Lodigiano intimidiva una ragazzina conosciuta in un’area ricreativa con la minaccia di divulgare le immagini di un video compromettente, in cambio chiedeva anche 700 euro

Per due anni avrebbe abusato di una ragazzina di appena 13 anni, filmandone i comportamenti compromettenti e ricattandola per non divulgarli. Lui, un 23/enne del Lodigiano, ora è agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, produzione di materiale pedopornografico e tentata estorsione.Tutta sarebbe cominciato nel 2005 quando il giovane si trovava in un’area ricreativa per ragazzi e aveva convinto la ragazzina a seguirlo in una zona nascosta per poi palpeggiarla e in parte denudarla. Questo sarebbe stato solo l’inizio della tormentata vicenda che si sarebbe protratta per anni. La ragazza infatti era stata tenuta sotto scacco dal 23/enne dietro la minaccia di rivelare l’accaduto ai genitori della piccola. La “relazione” a suo dire sarebbe iniziata con il consenso della 13/enne, consenso peraltro illegale in Italia dove è necessario avere almeno 14 anni per prendere decisioni in materia di sesso.Uno dei numerosi atti sessuali che la vittima è stata costretta ad avere sotto la soggezione psicologica è stato anche filmato dal giovane. Filmato poi usato dal 23/enne per chiedere 700 euro alla ragazza per non divulgarlo. All’ennesima minaccia però la 13/enne ha confidato tutto ai genitori che hanno denunciato il fatto ai carabinieri di Codogno (Lodi). Grazie alle successive perquisizioni poi i militari hanno trovato nella abitazione del ragazzo il filmato compromettente ancora salvato su un telefono cellulare. Mentre dalle intercettazioni telefoniche è risultato che il giovane aveva riavvicinato la vittima per chiederle di cambiare la versione dei fatti e progettare un’ipotetica fuga in Sudamerica.
19/03/2008 09:14

Sospetti di pedofilia alla RSR: la giustizia scopre file

Alcuni file informatici sequestrati sul computer di un collaboratore della Radio della Svizzera romanda tre settimane fa (RSR) sono a carattere pedopornografico: contengono immagini di ragazze di 12 o 14 anni di "età apparente" in "pose erotiche". Il possesso di simili foto è punibile, precisa il giudice istruttore incaricato della vicenda in un comunicato.La maggior parte delle 250-300 fotografie sequestrate sono giudicate non rilevanti dal punto di vista penale. L'interessato afferma di non aver realizzato che il contenuto di alcune foto registrate sul suo computer personale e afferma che il trasferimento sul computer di lavoro alla RSR è stato involontario, precisa ancora il comunicato.La magistratura vodese ha sequestrato il 29 febbraio diversi file informatici in seguito a svariati articoli di stampa, secondo cui un informatico della RSR ha tentato invano nel 2005 di attirare l'attenzione della direzione sull'esistenza di materiale pedofilo nel computer di un collaboratore dell'emittente radiofonica.L'informatico è stato licenziato per violazione del segreto professionale mentre il dipendente che aveva scaricato i documenti è tuttora alle dipendenze della RSR. La direzione dell'emittente aveva spiegato di aver sottoposto all'epoca i file all'esame di esperti che hanno giudicato i documenti non di natura pedofila.La direzione della RSR non ha commentato la notizia. Il direttore Gérard Tschopp ha detto all'ATS che esaminerà il comunicato del giudice istruttore. Per l'avvocato dell'informatico licenziato, la nota conferma la versione del suo cliente. Il legale chiede quindi alla RSR di reintegrare l'ex dipendente. "Il mio cliente ha trovato i file contenenti le foto alla RSR. Non sono mica arrivate da sole", ha detto. Resta da capire come mai la direzione della RSR non abbia denunciato il collaboratore che ha scaricato le immagini.ATS

Cassazione:condanna a 15 mesi per "mano morta" in autobus

La Suprema Corte ha confermato la sentenza contro un uomo di Trapani che aveva palpeggiato la propria vicina di posto

ROMA - In autobus aveva palpeggiato ripetutamente la coscia della sua vicina di posto: per questo dovrà scontare una pena a un anno, tre mesi e 15 giorni di reclusione per violenza sessuale. A stabilirlo è stata la Cassazione, che ha confermato la sentenza della Corte d'Appello di Palermo. La Suprema Corte ricorda che perché si possa configurare il reato "la violenza richiesta non è soltanto quella che pone il soggetto passivo nell'impossibilità di opporre tutta la resistenza voluta, tanto da realizzare un vero e proprio costringimento fisico, ma anche quella che si manifesta nel compimento insidiosamente rapido dell'azione criminosa, così venendosi a superare la contraria volontà del soggetto passivo". Infatti l'uomo condannato, Andrea V., 57 anni, di Trapani, era finito sotto processo per avere commesso, sulla corriera Palermo-Trapani, una "pluralità di atti sessuali", palpeggiando insistentemente la coscia della donna, che aveva avuto un'immediata reazione, allontanandosi dal posto occupato e chiamando il fratello al telefono per raccontargli quanto era accaduto. All'arrivo del pullman il fratello della ragazza aveva rimproverato vivacemente Andrea V., ottenendo da questi la promessa che il fatto non si sarebbe ripetuto. La denuncia della donna è comunque scattata e la Suprema Corte oggi ha confermato la condanna, rigettando la richiesta d'annullamento per via della mancata reazione 'plateale' della vittima. (19 marzo 2008)

SESSO E DROGA CON MINORENNI:IN SEI AI DOMICILIARI

Parma, 22:02

Padri di famiglia tra i 50 e i 60 anni, per lo piu' commercianti, insospettabili. Ma con un vizietto inconfessabile: le ragazzine. E' questo l'identikit dei sei uomini per cui il gip di Parma ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Pesantissime le accuse: violenza sessuale di gruppo anche nei confronti di minorenni, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I sei, un rappresentante di vini, uno di cancelleria, un idraulico e tre pensionati, organizzavano festini a luci rosse con giovani parmigiane, anche minorenni, alle quali veniva fatta assumere eroina. I sei uomini sono finiti agli arresti nell'ambito dell'inchiesta della procura di Parma che ha portato all'arresto l'anno scorso dell'idraulico Franco Livraga, che gestiva in tre appartamenti lo squallido giro di ragazzine, trattate come schiave e costrette a prostituirsi. L'uomo infatti, a quanto hanno appurato i pm, ricattava le giovanissime, per lo piu' studentesse, con i filmini dei loro rapporti, minacciando di mostrarli ad amici e genitori. I sei uomini arrestati erano "clienti" delle ragazzine di Livraga: per gli appuntamenti pagavano fino a 150 euro la prima volta, poi soltanto 25-30 euro. E proprio per estorsione un giovane marocchino che tormentava una delle ragazze, chiedendo soldi in cambio del suo silenzio, era gia' stato condannato in abbreviato a 4 anni.
La Repubblica 19 marzo2008 ore 22.00

martedì 18 marzo 2008

A giudizio un maestro di ippica. Per violenza sessuale su una minore

(ANSA) - FIRENZE, 18 MAR - Violenza sessuale su minore. Con questa accusa il gup del tribunale di Firenze Improta ha rinviato a giudizio un insegnante di ippica.Si tratta del titolare di un maneggio in provincia di Firenze di 49 anni, accusato di aver abusato di una sua allieva minorenne. Il processo iniziera' il 12 febbraio del 2009. La famiglia della quindicenne si e' costituita parte civile. I fatti al centro dell'inchiesta sarebbero avvenuti nel dicembre del 2005, quando la ragazza aveva 15 anni.

lunedì 17 marzo 2008

Villa Literno:gli affidano una minore, la violenta in auto

VILLA LITERNO. VITTIMA UNA QUATTORDICENNE, L’ABUSO SULLA STATALE

MARILÙ MUSTO Villa Literno. Era un amico di famiglia: faccia pulita e una fedina penale senza macchia. E invece, proprio lui, Biagio Paesano, pensionato di sessantotto anni di Giugliano in Campania, è stato sorpreso mentre violentava una minorenne che gli era stata affidata dalla sorella maggiore della vittima. È successo sabato sera, alle 20 circa, in una squallida piazzola di sosta della strada statale 7 Quater, al buio, in un momento di raptus e di follia. I carabinieri di Villa Literno avevano appena cominciato il turno di pattuglia in borghese per un servizio antidroga disposto dalla compagnia di Casal Di Principe, quando si sono avvicinati alla Ford sospetta, parcheggiata sulla corsia in direzione Pozzuoli, con due persone a bordo, pensando di trovarsi di fronte a due spacciatori. Quando hanno aperto lo sportello, invece, il loro volto è sbiancato: hanno subito bloccato l’anziano che, in preda al panico, si era rivestito ed era uscito dall’auto. Per la quattordicenne, residente a Qualiano, è stata la fine di un incubo. È scoppiata a piangere e ha raccontato ai carabinieri tutta la verità: la violenza era stata consumata sui sedili di una vecchia Ford Fiesta di proprietà dell’uomo; lì, l’anziano l’avrebbe costretta a compiere l’atto mediante l’uso della forza. E proprio lì, su quei sedili dove Paesano è stato colto in flagranza di reato, i carabinieri di Villa Literno hanno trovato tracce dell’abuso. Immediato è scattato l’arresto richiesto dal pm Giovanni Cilenti della procura di Santa Maria Capua Vetere per i reati di violenza sessuale su un minore e atti osceni in luogo pubblico. Accuse pesanti come macigni alle quali dovrà rispondere. Ora, Biagio Paesano, si trova rinchiuso in una cella d’isolamento del carcere sammaritano. Dalla perquisizione nella casa di Giugliano disposta dal magistrato, è emerso che il presunto pedofilo possedeva materiale pornografico audio visivo, attualmente sottoposto a sequestro, nascosto in una camera che, probabilmente, condivideva con la consorte. La minore, sconvolta e confusa, è stata affidata alla sorella maggiore e ai genitori, ma non si esclude che possa scattare la nomina di un giudice tutelare. Gli assistenti sociali si sono già attivati, mentre continuano le indagini per verificare se la violenza si sia verificata anche in altre occasioni e con altri minori.
Il Mattino 17 marzo 2008
Commento:
E' già la seconda volta in poco tempo che, nella stessa zona, i carabinieri colgono in flagranza di reato uomini che abusano di minori. Bisogna fare loro i complimenti.

domenica 16 marzo 2008

AFFIDANO 14enne A PENSIONATO DI 68 ANNI: ARRESTATO PER VIOLENZA SESSUALE

CASERTA - I carabineri di Casal di Principe hanno arrestato un pensionato di 68 anni mentre, con la forza, aveva costretto una 14 enne figlia di amici di famiglia a praticargli una prestazione sessuale in auto, in una piazzola di sosta della strada statale 7 bis. L'uomo, Biagio Paesano, di Giugliano (Napoli) è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale. La ragazzina gli era stata affidata dai genitori di quest'ultima in vista dei rapporti amichevoli e familiari con il presunto violentatore. (16 marzo 2008-15:18)

Abusi sessuali su minore:arrestato 62enne pugliese

In cella, su ordine della Procura, un pregiudicato pugliese. Violenza sessuale l'accusa per l'uomo fermato dai Carabinieri
Abusò di una bimba, arrestato
I fatti
Il sessantaduenne fu condannato a dicembre in Appello e rimesso in libertà
Cosimo Santimone
CAMPOBASSO Aveva abusato di una bambina. Di appena 11 anni. Aveva approfittato della sua tenerà età per soddisfare le proprie voglie. Le «attenzioni» nei confronti della piccola erano sempre più pressanti.

Fin quando non è stato colto in flagranza di reato dai militari. Per questo, un 62enne originario di Cerignola ma residente a San Giovanni in Galdo, piccolo centro alle porte di Campobasso, fu condannato in Corte d'Appello a Campobasso a 4 anni di reclusione ed all'interdizione per un lustro dai pubblici uffici. F.G.C. le iniziali dell'uomo accusato, come detto, di violenza sessuale. I fatti il 3 maggio del 2001. In quell'occasione il 62enne era «in compagnia» della piccola. Facendo leva sull'incapacità della bimba (a causa della tenera età) le prese la mano e cominciò a farsi accarezzare. Il resto è facile immaginarlo. In primo grado, i giudici del tribunale del capoluogo, lo avevano condannato a due anni di reclusione ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pena che è stata riformata «in peius» durante il secondo grado di giudizio. Dopo la condanna l'uomo tornò in libertà ma nella mattinata di ieri è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Toro che hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Campobasso. Il pregiudicato, tradotto subito dopo le formalità di rito presso la Casa Circondariale del capoluogo di Regione, dovrà espiare una pena di tre anni e mezzo di reclusione.
iL TEMPO 16/03/2008

FRATELLINI GRAVINA,SINDACO:”ABBIAMO BISOGNO DI ESSERE LASCIATI IN PACE”

“ABBIAMO BISOGNO DI ESSERE LASCIATI IN PACE”.IL SINDACO DI GRAVINA, RINO VENDOLA, ESORDISCE COSI' NELLA CONFERENZA STAMPA CONVOCATA IN MUNICIPIO DOPO I CLAMORI E LE POLEMICHE SEGUITI AL RITROVAMENTO DEI FRATELLINI PAPPALARDI.“PER QUASI DUE ANNI - DICE - HO COLTIVATO LA SPERANZA DI RITROVARLI VIVI.MA NON E' ANDATA COSI'.ORA LA VICENDA E' GIUDIZIARIA E DEVE RIMANERLO SENNO' LE REGOLE SALTANO”.“MI ASTENGO DA QUALSIASI GIUDIZIO SULLA PERSONA -PAPPALARDI- PERCHE' NON SPETTA A ME MA ALLO STATO DARLO.UNA FIACCOLATA SI PUO' FARE PER RIVENDICARE LE LIBERTA' DEMOCRATICHE.INVECE HO ASSISTITO ALLA VOLGARITA' DI PERSONE CHE HANNO APPROFITTATO DI PEZZI DI POPOLAZIONE INGENUA”.VENDOLA RICORDA DI ESSERE UN PADRE PARTICOLARE: TUTTI SANNO CHE HA PERSO UN FIGLIO UCCISO QUAND'ERA ANCORA PICCOLO.MA CHIEDE A GRAN VOCE CHE LA STORIA DEI FRATELLI TORNI A ESSERE UNA VICENDA DA ACCERTARE NELLE AULE GIUDIZIARIE E NON IN PIAZZA.POI CITA L'ORDINANZA PER LA MESSA IN SICUREZZA DEI VECCHI PALAZZI APPENA FIRMATA .“UN GESTO POLITICO PER INFORMARE E SOLLECITARE I PROPRIETARI”.
Telenorba 15/03/08 16:43:38

LECCE, MALTRATTAMENTI SU MINORE:ARRESTATO 33/ENNE RECIDIVO

uNA RACCAPRICCIANTE VICENDA DI MALTRATTAMENTI AI DANNI DI UN MINORE CHE HA PORTATO ALL’ARRESTO DI UN UOMO DI 33 ANNI SALENTINO.SPEGNEVA I MOZZICONI DI SIGARETTE ADDOSSO AD UN BIMBO DI 6 ANNI, FIGLIO DELLA CONVIVENTE, PER NON FARGLI FARE LA PIPÌ A LETTO.L'UOMO, RESIDENTE AL NORD, ERA GIA' STATO ARRESTATO A SETTEMBRE PER MALTRATTAMENTI IN DANNO DI FANCIULLI E LESIONI PERSONALI AGGRAVATE.LA MISURA ERA STATA SOSTITUITA CON L'OBBLIGO DI DIMORA NEL PAESE DI PROVENIENZA, DI NON FREQUENTARE PERSONE PREGIUDICATE E DI NON USCIRE DURANTE LA NOTTE.POICHÉ L'UOMO HA PIÙ VOLTE VIOLATO GLI OBBLIGHI IMPOSTI, E' FINITO NEL CARCERE DI LECCE.
Telenorba 15/03/08 18:57:08

venerdì 14 marzo 2008

Como: Sospetti di abusi su una bimba di 6 anni

Un sospetto caso di abuso su una bambina di soli sei anni è stato segnalato dal personale medico del Sant'Anna, che nei giorni scorsi ha visitato la piccola, accompagnata al pronto soccorso di via Napoleona dalla madre. L'episodio è stato subito riferito al Tribunale dei minori di Milano.Secondo le prime informazioni trapelate, sembra che nei giorni scorsi la madre della bambina abbia accompagnato la figlia al pronto soccorso di via Napoleona, preoccupata per alcune perdite di sangue sospette della piccola. La donna, residente in città e separata dal padre della bambina, avrebbe riferito che il problema si era verificato dopo che la figlia era stata assieme al papà per i periodici incontri con il genitore.La bimba, sempre secondo quanto trapelato nelle scorse ore, avrebbe anche raccontato alla mamma che il padre in più occasioni l'avrebbe toccata nelle sue parti intime. Dopo aver parlato con la donna e visitato la bambina, il personale del Sant'Anna ha ritenuto necessario segnalare l'accaduto alle forze dell'ordine, chiedendo la possibilità di fare ulteriori accertamenti per un sospetto caso di abuso.I fatti sono già stati segnalati alla Procura dei minorenni presso il Tribunale di Milano e alla Procura e questura di Como. Subito dopo la segnalazione da parte del personale sanitario le forze dell'ordine lariane sono intervenute per un primo colloquio con la piccola, effettuato da un'agente appositamente preparata per questo tipo di interventi.L'ospedale Sant'Anna, è bene ricordarlo, è uno dei soggetti istituzionali che ha aderito al protocollo d'intesa per gli interventi di prevenzione e il contrasto di maltrattamenti e abusi sui minori firmato a Como nel maggio scorso. Il documento prevede una procedura standard che viene attuata in ogni caso di sospetta violenza su un minore. In ospedale sono presenti inoltre operatori formati appositamente per intervenire in questi casi.

Corriere di Como Anna Campaniello

PEDOFILIA: SEQUESTRATI SITI WEB SPECIALIZZATI IN PEDOPORNOGRAFIA VIOLENTA

PEDOFILIA: SEQUESTRATI SITI WEB SPECIALIZZATI

venerdì, 14 marzo 2008 14:45

Siracusa, 14 mar. (Adnkronos) - Una galassia di siti internet illegali specializzata nella vendita di lungometraggi pedofili e' stata smantellata nel corso di un'operazione coordinata dal Procuratore della Repubblica aggiunto di Siracusa Giuseppe Toscano e scaturita da una dettagliata denuncia presentata dall'Associazione Telefono Arcobaleno presieduta da Giovanni Arena. Le complesse indagini eseguite dal Nit, il Nucleo Investigativo Telematico, hanno consentito di localizzare in Toscana e in Liguria i server principali dell'organizzazione criminale - ora oscurati - e le numerose altre pagine web pubblicitarie prevalentemente allocate negli Usa.
Le indagini proseguono in cooperazione internazionale in alcuni Paesi dell'ex Unione sovietica, dove sono stati identificati i beneficiari dei pagamenti derivanti dalla vendita illegale. ''L'operazione - spiega il pm Toscano - apre una volta ancora la finestra su uno degli aspetti piu' tragici del commercio pedofilo: si tratta dei cosiddetti 'extreme video', un genere purtroppo ben noto dedicato alle peggiori aberrazioni pedofile compiute su bambini e bambine di tenerissima eta'''.
Con i sequestri di oggi, sale a sei il numero dei siti internet pedofili sequestrati dal Nit in Italia in questo primo scorcio del 2008, i quali erano tutti allocati nel nord Italia, tra Lombardia, Toscana e Liguria. Si trattava di siti internet contrassegnati da una vendita frenetica di produzioni cinematografiche estreme, con volumi d'affari altrettanto floridi gestiti da organizzazioni criminali estese a livello mondiale, che esorbitano lo spazio territoriale dei singoli Stati e assumono i connotati di un fenomeno transnazionale. Ma le organizzazioni criminali pedofile possono esistere ed esistono solo perche' molti, moltissimi clienti acquistano, ed e' proprio su questo versante che si sta muovendo il Nit, identificando e sanzionando gli acquirenti di questo spropositato giro d'affari. Indagini sono in corso in Europa, Asia e America e coinvolgono le principali agenzie di intermediazione finanziaria.

PELLEZZANO:violenza sessuale sulla nipotina in presenza dei suoi bambini di 2 e 7 anni

PELLEZZANO

Violenza sessuale sulla nipotina chiesto l’abbreviato

ANTONELLA BARONE Pellezzano. Ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato A.C., muratore di Pellezzano, accusato di aver violentato la nipote, che all'epoca dei fatti aveva appena 11 anni. Ma all'uomo è contestato anche l'ulteriore pesante capo d'imputazione del sequestro di persona, in quanto in diverse occasioni avrebbe costretto i suoi due bambini di sette e due anni, ad assistere mentre violentava la nipote. Ieri si è svolta dinanzi al giudice Giuliano Rulli l'udienza preliminare a cui era presente anche l'imputato, difeso dall'avvocato Marco Salerno, che dopo un periodo di detenzione in carcere, ora è ristretto agli arresti domiciliari, mentre la moglie e i figli hanno trovato rifugio presso la casa dei genitori della donna. Nel corso dell'udienza è stata anche formalizzata la costituzione di parte civile dei due bambini, figli dell'uomo, rappresentati e difesi dall'avvocato Alfonso Sarno e non si esclude che nella prossima udienza possa costituirsi parte civile anche la moglie. La nipote è stata accompagnata in Tribunale dal responsabile della casa famiglia dove è attualmente ospitata e dalla psicologa che la segue nel percorso di recupero, ma la ragazza in lacrime ha detto di non voler entrare in aula, in quanto avrebbe rivisto quello che evidentemente considera il suo aguzzino. Si tratta di una brutta storia di ripetute violenze sessuali di cui è accusato A.C. nei confronti della nipote, che poi avrebbe anche minacciato, dicendole di non raccontare nulla, altrimenti «poteva dire addio alla sua vita». L'inchiesta, avviata a seguito di una segnalazione da parte di Telefono Azzurro, è stata condotta dai pm Stefano Opilio e Cristina Giusti, che hanno portato alla luce una terribile vicenda consumatasi in una situazione di estremo degrado. Dalle indagini è emerso che l'uomo avrebbe usato violenza nei confronti della nipote con una frequenza almeno bisettimanale per ben tre anni, da luglio 2004 a gennaio 2007. Un vero incubo per la ragazzina, che la prima volta avrebbe subito violenza dallo zio in casa sua, proprio nella sua cameretta, dove l'uomo l'avrebbe sorpresa da sola e dopo averla spogliata l'avrebbe buttava sul letto, coprendole la bocca con la mano per evitare che urlasse, costringendola a subire un rapporto sessuale. Ma le violenze sarebbero poi continuate nel corso dei tre anni anche nella casa dell'uomo, dove A.C. avrebbe costretto anche i suoi figli, il bambino di 7 anni e la bimba di 2, ad assistere ai diversi rapporti sessuali consumati con la nipote. Secondo i risultati delle indagini l'uomo avrebbe portato i figli in cucina, chiudendo la porta a chiave, da qui la contestazione anche di sequestro di persona.
Il Mattino 14 marzo 2008

giovedì 13 marzo 2008

INTERNET E MINORI: attenti ai bambini, a cinque anni iniziano a navigare

INTERNET E MINORI
Attenzione ai bambini davanti al pc"A cinque anni iniziano a navigare"
A Palzzo Montani Antaldi si è svolto un incontro pubblico sul tema 'Prevenzione ai rischi del web per i minori' che ha messo in guardia sugli abusi perpertati nella rete. Dall'esplosione di internet ad oggi nelle Marche si sono registrate 2.200 denunce per pedofilia

Pesaro, 13 marzo 2008 - "Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura": l’incipit del primo canto dell’Inferno di Dante spiega chiaramente la pericolosità del web per i minori. L’incontro pubblico sul tema 'Prevenzione ai rischi del web per i minori', organizzata dal Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni) e dalla Polizia delle comunicazioni, svoltasi a Palazzo Montani Antaldi, è servita a delineare un quadro sugli abusi che ogni giorno vengono perpetrati via internet.

Lo slogan 'Adulti più informati, bambini più sicuri' lanciato da Giuliana Ceccarelli, preside dell’Istituto comprensivo 'Pirandello', Marco Moruzzi presidente di Corecom Marche e Maurizio Pierlorenzi, comandante del dipartimento marchigiano di polizia delle comunicazioni, ha fatto da sfondo alla discussione.

"Per noi è importante incontrare bambini, genitori e insegnanti delle scuole pesaresi — ha esordito Pierlorenzi — per spiegare gli atteggiamenti per una corretta educazione all’uso dei media. La prima regola è posizionare il computer in una stanza centrale dell’appartamento: questo strumento infatti non è il terzo babysitter, dopo cartoni animati e playstation. Inoltre, non deve passare l’idea che i bambini nella propria stanza possano fare quello che gli pare. Ancora, è utile stabilire un orario per l’uso del computer, sviluppando anche il dialogo su quello che si può trovare su internet. Parlare con i propri figli può aiutarli a non turbarsi davanti alla scoperta di immagini pornografiche".

Chiarite le prime regole di comportamento, Pierlorenzi è passato a spiegare il fenomeno della pornopedofilia: "Le vittime dei pedofili non sono i ragazzini di 13-14 anni, ma quelli sotto i sei anni che già navigano sul web. In base ad alcuni sondaggi, abbiamo scoperto che si comincia ad accedere alla rete a 4-5 anni, comunicando nelle chat tramite gli "emoticon", ovvero le faccine animate".

Nelle Marche si sono registrate, dall’esplosione di internet ad oggi, 2.200 denunce per pornopedofilia. "Noi crediamo di essere soli quando navighiamo su internet, ma in realtà ogni movimento viene registrato — incalza il comandante —. Consideriamo, poi, che i contratti telefonici sono a carico dei genitori, e la probabilità che i nostri figli accedano a siti a tariffazione aggiuntiva (simili agli 144 o 899, tanto in voga qualche anno fa, ndr) è molto alta".

La chat è un altro contenitore di persone poco raccomandabili: "Teniamo conto che nelle chat o nei blog gli interlocutori non sono persone fisiche, ma spesso 'mister X' che si cammuffano per adescare il primo che capita". Infine, attenzione ai pagamenti telematici con carta di credito: "C’è un’organizzazione di rumeni in grado di leggere i dati sulla base dei pagamenti fatti via web: diverse persone hanno trovato il proprio conto in banca svuotato". Questa l’amara conclusione di Maurizio Pierlorenzi su un tema che sta preoccupando non poco le famiglie pesaresi.
Pierpaolo Bellucci

Pedofilia: sequestrato sito internet

13 Marzo 2008, 10:52

CATANIA - L'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto ha scoperto un sito internet che aveva messo in vendita 30 dvd pedopornografici con abusi su bambini tra i 2 e i 12 anni. Dopo la segnalazione alla Polizia Postale e alla Procura della Repubblica di Catania il portale web è stato oscurato e sequestrato. Ma la vicenda è inquietante: il sito internet - di una nota azienda commerciale di Verona, del tutto ignara dei fatti - era stato "bucato" da alcuni pirati informatici stranieri - già identificati - che avevano inserito la "collezione" di dvd all'insaputa dei titolari del portale. Nei filmati sono riconoscibili 98 tra maschietti e femminucce e 45 adulti, tra i quali 12 donne. L'intera collezione era in vendita a 11.200 dollari, un singolo dvd a 350 dollari. Gli investigatori stanno ora identificando gli italiani che hanno acquistato illecitamente i dvd. (Agr)

Pedofilia:Cambogia condanna tedesco

Per aver abusato di una ragazzina di 14 anni

(ANSA) - PHNOM PENH (CAMBOGIA), 13 MAR -Un tribunale cambogiano ha condannato il tedesco Walter Munz a 15 anni di reclusione per abusi su una ragazzina di 14 anni. Il sessantunenne di Stoccarda era stato fermato l'anno scorso in una pensione di Phnom Penh ed accusato di abusi sessuali su una ragazzina che si prostituiva. L'imputato ha respinto le accuse e ha dichiarato che dava alla ragazza 60 dollari al mese per le tasse scolastiche e per il cibo. Ha anche preannunciato che presentera' appello contro la sentenza. 13 Mar 11:56

Pedofilia:violentò per anni la figliastra dodicenne

IN TRIBUNALE - UN MOSTRO TRA LE MURA DI CASA
Tradito dai video nella memoria del suo computer
Violentò per anni la figliastra dodicenne

La costringeva a vedere film porno e a fare altrettanto con lui, riprendendola con una web-camScoperto dal fratello della vittima, arrestato, adesso rischia dieci anni di carcere

CITTADELLA. Un reato gravissimo. Mostruoso. Un reato che per il pubblico ministero padovano Antonella Toniolo va sanzionato con fermezza. Ecco perché ieri il magistrato ha chiesto la condanna a dieci anni di carcere e al pagamento di una multa di 20 mila euro per M.F., quarantaduenne artigiano dell’Alta Padovana, finito sotto accusa per violenza sessuale continuata e aggravata perché compiuta nei confronti di una dodicenne convivente. La figlia della propria compagna: poco più che una bambina costretta, per quasi un anno e mezzo, a vedere film pornografici e a «replicare» con il patrigno le scene erotiche, ripresa da una webcam collegata al computer dell’uomo. Spetterà al gup Nicoletta De Nardus pronunciarsi sulla richiesta del pm, che per il calcolo della pena è partita da 12 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale, saliti a 15 con le aggravanti, ridotti a 10 in quanto l’imputato ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Rito che prevede la riduzione di un terzo della pena. La decisione non c’è ancora: l’avvocato Gianni Morrone - difensore di M.F., non presente in aula - ha sollecitato un rinvio dell’udienza all’8 aprile (data della sentenza). La difesa, infatti, sta trattando il risarcimento dei danni con la parte civile, l’avvocato Maria Stella Cicognani che tutela la ragazzina. È stata una requisitoria di quasi un’ora quella del pm Toniolo. Nessun dubbio sulla colpevolezza dell’imputato, confermata da due video hard scaricati da M.F. nel suo computer. Due video che hanno consegnato agli investigatori la verità dei rapporti tra patrigno e figliastra. «Le voglio bene. Sono innamorato. Per me lei è tutto...», si era giustificato l’artigiano nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, all’indomani del suo arresto. Per la pubblica accusa l’unico problema era la quantificazione della pena: 10 anni sono stati ritenuti proporzionali alla gravità delle accuse e alla pericolosità sociale dell’imputato che, nel 2004, aveva iniziato a convivere con la nuova compagna e i suoi due figli, la dodicenne e il fratello quattordicenne. Il 31 dicembre 2006 era stato il ragazzo a scoprire il segreto della sorella, giocando sul computer del patrigno che vietava a tutti di avvicinarsi al suo Pc. Aveva visto i due video. E aveva chiesto spiegazioni. La madre l’aveva scoperto così e il primo di gennaio si era presentata dai carabinieri per la denuncia. L’inchiesta è andata avanti a tempo di record: quattro giorni più tardi, l’arresto di M.F.. La donna e i due figli si sono trasferiti in un altro paese.
( Il Centro 13 marzo 2008)

Aretino arrestato in Cambogia per pedofilia

Si dichiara estraneo alla vicenda Fabio Cencini, l’aretino quarantatreenne finito in carcere in Cambogia con l’accusa di abuso sessuale su quattro bambine e due bambini di età compresa tra gli otto e i tredici anni. L’aretino in vacanza a Sihanoukville, importante località balneare della Cambogia, sarebbe stato trovato martedì notte mentre era in compagnia di un gruppo di bambini.Adesso Cencini si trova in carcere in attesa di processo.

Gravina, legale Pappalardi: dimostrerò che è stato un buon padre.

L’avvocato Angela Aliani diffonderà foto e video dei momenti felici di Ciccio e Tore col padre

“Non ha mai detto bugie e il tempo lo dimostrerà”. L’avvocato Angela Aliani, avvocato difensore di Filippo Pappalardi ribadisce la sua linea, dopo l’accusa nei confronti del papà dei bambini di Gravina di averli abbandonati a se stessi. Mentre Pappalardi, da ieri agli arresti domiciliari, continua a chiedere di poter vedere i resti dei figli, l’avvocato Aliani non esclude di fare ricorso contro la decisione del Gip Romanazzi che comunque ha prodotto la scarcerazione dell’uomo. “Non c’erano prove di omicidio –ribadisce l’avvocato- e non ci sono nemmeno di abbandono”. Pappalardi insomma “è stato un padre come tutti, un buon padre” ha detto il legale, preannunciando che diffonderà , per dimostrarlo, foto e video che raccontano momenti familiari felici che dimostrano il suo attaccamento ai piccoli.La compagna di Pappalardi, Maria Ricupero, oggi non ha voluto parlare con i giornalisti, mentre la mamma di Ciccio e Tore, Rosa Carlucci, “vuole giustizia, vuole che si faccia chiarezza” come ha fatto sapere il suo compagno che risponde al cellulare.Intanto gli alunni delle scuole di Gravina e alcuni amici di Filippo Pappalardi vogliono ricordare, insieme con un’associazione di Paolo del Colle, i due bambini con una partita di calcio che si svolgerà il 21 marzo in paese.
12/03/2008

Gravina.L'ordinanza del Gip: Francesco aveva capito che il padre poteva ucciderlo
Pappalardi incastrato da microspie

Gravina.Ciccio e Tore, parla la mamma:

"I miei figli sono vivi"
Gravina:"Occultamento dei corpi perfetto"
Gravina, la lunga notte di Pappalardi

Gravina, "i fratellini fuggivano dal padre"

Fratellini Gravina, il Questore: «Le accuse contro il padre, restano»

Ricerche fino in Romania: 20 mesi di false piste

PEDOFILIA: PRATO, GENITORI 17 BIMBI ABUSATI DA BIDELLO CHIEDONO DANNI

fonte www.bambinicoraggiosi.com

Firenze, 12 mar. (Adnkronos)
I genitori dei 17 bambini che dieci anni fa subirono violenze sessuali da parte del bidello di un asilo di Prato, chiederanno i danni allo Stato e al Comune. Le violenze, scrive oggi il 'Corriere Fiorentino', sono avvenute in un asilo della provincia. In una stanzetta dell'asilo, i bambini venivano violentati, sottoposti a giochi umilianti e poi fotografati. Durante gli abusi erano presenti anche degli adulti mascherati che non sono mai stati identificati. Le maschere sono poi state trovate all'interno dell'asilo.Oggi i genitori di quei bambini, il piu' piccolo aveva 3 anni, il piu' grande 5, chiedono un risarcimento al Comune e al ministero della Pubblica Istruzione. La causa dovrebbe aprirsi il 16 aprile prossimo davanti al tribunale civile di Firenze. Il bidello e' stato condannato a 9 anni, pena confermata anche in secondo grado e in Cassazione.

GLI ABUSI NELLE SCUOLE MATERNE:
Il caso di questo asilo di Prato, è il secondo che si conclude con la condanna definitiva di un bidello. L'altro è quello dell'asilo di Calabritto, che si è concluso con la condanna definitiva di un bidello-autista a sei anni e 8 mesi. Nessuno dei processi in corso in altre città (Brescia, Verona, Vallo della Lucania, Bergamo ecc.) è ancora arrivato al terzo grado di giudizio.
Gli elementi che accomunano i vari casi sono, comunque questi:
Abusi sugli alunni filmati o fotografati
Coinvolgimento del personale scolastico
Presenza di adulti mascherati mai identificati

L'avvocato Elena Zazzeri ha rappresentato tutte le 17 famiglie dell'asilo di Prato. Qui troverete una sua intervista, rilasciata sul caso di Rignano Flaminio:
http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=autori/Elena_Zazzeri/intervistadire

Canada/Abusi, accuse a 12 scuole per sordi

EDMONTON - La prima di molte azioni legali su presunti abusi fisici e sessuali su studenti sordi è stata depositata ieri a Edmonton.L’avvocato Tony Merchant ha dichiarato che la causa contro l’Alberta School for Deaf potrebbe essere solo parte di una class action che toccherebbe ben 12 istituti dello stesso tipo in tutto il Paese. Secondo l’avvocato di Regina, l’azione legale prenderebbe in considerazione gli oltre 61.500 studenti che hanno frequentato queste scuole tra il 1955 e il 1996.Mechant ha spiegato che i bambini sordi erano le “vittime ideali”per i presunti abusi a causa delle loro difficoltà comunicative.Secondo la denuncia depositata presso la corte di Edmonton, agli studenti della scuola dell’Alberta veniva raramente permesso di tornare a casa durante l’anno scolastico, e in questo modo i bambini non avevano modo di ottenere aiuto dalle proprie famiglie.Inquietante la lista degli abusi forse subiti dagli studenti, che sarebbero stati frustati, picchiati, bastonati, strozzati e colpiti con oggetti di ogni genere, mentre altri sarebbero stati vittima di molestie sessuali, compreso lo stupro.
Corriere Canadese 12 marzo 2008

Branco stupra dodicenne. Cinque ragazzi in manette

Prima un ragazzino le ha rubato il cellulare chiedendole in cambio della restituzione un rapporto sessuale.

Poi, dopo il rifiuto della bambina di 12 anni, ha escogitato un piano con altri 4 ragazzi, tre minorenni. Insieme, nel dicembre scorso, hanno portato la vittima in un casolare alle porte di Palma di Montechiaro, provincia di Agrigento e l'hanno violentata a turno. Una storia drammatica nata alla periferia del paese del Gattopardo, chiarita dalla polizia di Stato che all'alba ha arrestato gli ultimi tre componenti del branco dei presunti stupratori: Francesco Amato e Calogero Castronovo, entrambi di 19 anni, e un ragazzo di 17 anni. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata e sequestro di persona in concorso, per aver stuprato la dodicenne. Gli altri due indagati, entrambi sedicenni, erano stati arrestati nel mese di febbraio. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state firmate dal gip del tribunale di Agrigento Alfonso Malato e dal giudice per le indagini preliminari per i minorenni Maria Rosaria Gerbino. Gli investigatori hanno spiegato nella giorntata di ieri i particolari della vicenda nel corso di una conferenza stampa nella questura di Agrigento. Nel dicembre scorso, pochi giorni dopo il furto del telefonino e il rifiuto di rapporti sessuali, la ragazzina sarebbe stata attirata in una trappola, poi caricata su un'auto e portata in un casolare di campagna. I giovani avrebbero quindi abusato di lei dandosi il cambio. La violenza è stata raccontata dalla vittima ai genitori e la ragazzina ha fatto anche nome e cognome di alcuni dei suoi presunti stupratori. Gli indagati e la dodicenne si conoscevano bene: erano stati, vivendo nella stessa zona, compagni di giochi. A febbraio scattò la prima parte dell'operazione. Gli stessi poliziotti, all'alba di ieri, hanno eseguito le altre tre ordinanze di custodia cautelare in carcere che si vanno ad aggiungere alle altre due già eseguite. Sono pertanto in tutto cinque i ragazzi finiti in carcere nell'ambito di una vicenda decisamente squallida che presenta ancora aspetti controversi. La piccola vittima dello stupro di gruppo adesso è seguita da uno psicologo.
Il Giornale 12 marzo 2008

mercoledì 12 marzo 2008

Taranto: nonno e padre condannati per violenza sessuale

11 Marzo 2008, 19:16

TARANTO - Per gli abusi su due bambine, una delle quali affetta da deficit mentale, sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione il convivente della nonna delle bambine, di 50 anni, e a 5 anni e 4 mesi il padre 35enne delle piccole. Uno zio acquisito, di 23 anni, aveva già patteggiato due anni e mezzo di reclusione. Gli abusi si sarebbero protratti per alcuni anni. Il primo caso risalirebbe al periodo in cui le piccole avevano 8 e 5 anni. (Agr)

Familiari abusarono di bimbe, tre condanne

La prima Corte d'Appello di Milano conferma le condanne di primo grado
Familiari abusarono di bimbe, tre condanne
Gli abusi, da parte del padre, del nonno e dello zio, si erano ripetuti tra il 1998 e il 2002, quando la famiglia viveva a Busto Arsizio

MILANO - La prima Corte d'Appello di Milano ha confermato le condanne che in primo grado il Tribunale aveva inflitto al padre, al nonno e allo zio per abusi sessuali su due sorelline che, all'epoca delle violenze, avevano 10 e 11 anni. In primo grado il Tribunale aveva inflitto 4 anni al padre, e 2 anni e 6 mesi agli altri due imputati. Gli abusi si erano ripetuti tra il 1998 e il 2002, quando la famiglia viveva a Busto Arsizio (Varese). In aula il sostituto procuratore generale Gianni Griguolo ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado e la Corte, dopo un'ora di Camera di consiglio, ha ribadito le condanne.
11 marzo 2008

martedì 11 marzo 2008

Violenza sessuale: due anni a 80enne per molestie su tre bambine 11/03/2008 - Il Gup del Tribunale di Arezzo ha condannato a 10 anni e due mesi di rec

11/03/2008 - Il Gup del Tribunale di Arezzo ha condannato a 10 anni e due mesi di reclusione un ottantenne aretino accusato di sequestro di persona e atti sessuali su tre bambine di meno di 14 anni.L'anziano, che ha patteggiato la pena, era accusato da tre bambine che risiedono in un piccolo centro della provincia. Le piccole hanno sempre dichiarato che l'ottantenne le aveva portate in una ex scuola per sottoporle a palpeggiamenti e attenzioni morbose. Gli episodi risalgono a due anni fa. L'anziano era rappresentato dagli avvocati Mario Cherubini e Donata Pasquini.
Toscana TV 11 marzo 2008

Violenza sessuale: due anni a 80enne per molestie su tre bambine 11/03/2008 - Il Gup del Tribunale di Arezzo ha condannato a 10 anni e due mesi di rec

11/03/2008 - Il Gup del Tribunale di Arezzo ha condannato a 10 anni e due mesi di reclusione un ottantenne aretino accusato di sequestro di persona e atti sessuali su tre bambine di meno di 14 anni.L'anziano, che ha patteggiato la pena, era accusato da tre bambine che risiedono in un piccolo centro della provincia. Le piccole hanno sempre dichiarato che l'ottantenne le aveva portate in una ex scuola per sottoporle a palpeggiamenti e attenzioni morbose. Gli episodi risalgono a due anni fa. L'anziano era rappresentato dagli avvocati Mario Cherubini e Donata Pasquini.
Toscana TV 11 marzo 2008

LECCE: IN MANETTE 43ENNE PER VIOLENZA SESSUALE SU FIGLIE

(PRIMA) LECCE – E’ stato arrestato per violenza sessuale, minacce, maltrattamenti in famiglia, percosse e lesioni personali. L’accusato è un uomo di 43 anni. Secondo i primi accertamenti avrebbe violentato le sue due figlie per dieci anni. Denunciata anche la moglie dell'uomo, che era a conoscenza dei fatti ma non ha mai detto nulla. (PRIMA)

Padre Fedele:"La suora è stata comprata"

«Volevano impadronirsi dell'oasi francescana»

L'ex francescano, accusato di stupro nei confronti di una religiosa, si difende

MILANO - «La suora è stata comprata». Lo ha detto Padre Fedele Bisceglia, accusato di stupro, intervenuto oggi nel corso del programma televisivo di Canale 5 «Mattino Cinque».
Padre Fedele (Ap)
L'ex frate francescano, espulso dall'ordine e adesso solo sacerdote, si sta preparando per l'inizio del processo che lo vede imputato come presunto violentatore di una suora ospite dell'Oasi Francescana, da egli stesso fondata e diretta a Cosenza. Il processo inizierà martedì prossimo, 11 marzo, nel tribunale di Cosenza.
L'ACCUSA - Padre Fedele è apparso calmo e rilassato, in abito sacerdotale. «Lei ha solo firmato quello che altri le hanno presentato», ha detto Padre Fedele, parlando della sua accusatrice. «Lo dico - ha aggiunto - dall'alto del mio sacerdozio e sono profondamente convinto che la giustizia umana farà luce». Padre Fedele ha poi affermato: «Se qualcuno ha avuto la disgrazia di essere stuprata, si ricorderà l'anno, il giorno, il minuto e il luogo. Questa mia consorella non ricorda neanche il mese. Quando c'è un interesse economico - ha detto infine Padre Fedele, riferendosi a presunti complotti orditi ai suoi danni e che avrebbero mirato a sollevarlo dalla direzione dell'Oasi Francescana - allora si perde la testa. L'ho realizzata in un anno e mezzo e ha fatto gola a molte persone. In più sono stato, sono e sarò sempre il difensore dei poveri e degli ammalati di mente. Mi riferisco all'Istituto Papa Giovanni XXIII (la struttura per malati psichici di Serra d'Aiello che versa in gravi condizioni igienico-strutturali, ndr), da me molte volte visitato. E io volevo entrare a farne parte, donando anche il mio contributo».

Processo a Padre Fedele. Scoperto film porno: "Il diavolo in convento"

28 marzo 2007 - 09:00

Il girone dei pornofrati

Scoperto un video hard amatoriale dal titolo "Il diavolo in convento". Potrebbe avere come protagonista Padre Fedele Bisceglia accusato di violenza sessuale a una suora di: BlogghissimoIl girone dei pornofrati Sono passati appena due giorni dalle ultime esternazioni di Papa Ratzinger, che - nella sua veste di vescovo di Roma, alla chiesa di Santa Felicita e Figli Martiri della borgata romana di Fidene - ha ricordato urbi et orbi a fedeli e non fedeli che l'Inferno non solo esiste ma è anche eterno.Non è dato sapere se ci siano connessioni (perlomeno ultraterrene) tra le dichiarazioni di Benedetto XVI e il fatto che sia comparso, tra gli atti dell'inchiesta che vede imputato Padre Fedele Bisceglia per violenza sessuale nei confronti di una suora, un filmino porno amatoriale intitolato "Il diavolo in convento". Protagonista presunto del video sarebbe proprio il frate cappuccino. Il sostituto procuratore di Cosenza, Claudio Curreli, avrebbe confermato le accuse ai giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro. Insieme al padre è coinvolto il segretario Antonio Gaudio. Il frate cosentino era divenuto famoso per la redenzione mediatica della pornodiva Luana Borgia (quest'anno di nuovo al lavoro al Mi-Sex, la fiera dell'erotismo di Milano), prima di essere coinvolto in quella brutta storia di stupro. Padre Fedele e il suo segretario si difendono e giustificano la presenza del video hard nel computer del convento dicendo di averlo scaricato dal web. Ma la compatibilità di entrambi con la figura maschile protagonista porterebbe a pensare piuttosto a un video girato proprio nel convento. Nel filmino si vedrebbe una donna che indossa un saio nero e delle calze corte. Se anche il frate dovesse sfuggire alla giustizia terrena, non riuscirebbe a farla franca in un quadro di giustizia più ampio, quella divina. Perché l'inferno esiste ed è eterno.
Blog Libero news 28 marzo 2007

Processo a Padre Fedele. Scoperto film porno: "Il diavolo in convento"

28 marzo 2007 - 09:00

Il girone dei pornofrati

Scoperto un video hard amatoriale dal titolo "Il diavolo in convento". Potrebbe avere come protagonista Padre Fedele Bisceglia accusato di violenza sessuale a una suora di: BlogghissimoIl girone dei pornofrati Sono passati appena due giorni dalle ultime esternazioni di Papa Ratzinger, che - nella sua veste di vescovo di Roma, alla chiesa di Santa Felicita e Figli Martiri della borgata romana di Fidene - ha ricordato urbi et orbi a fedeli e non fedeli che l'Inferno non solo esiste ma è anche eterno.Non è dato sapere se ci siano connessioni (perlomeno ultraterrene) tra le dichiarazioni di Benedetto XVI e il fatto che sia comparso, tra gli atti dell'inchiesta che vede imputato Padre Fedele Bisceglia per violenza sessuale nei confronti di una suora, un filmino porno amatoriale intitolato "Il diavolo in convento". Protagonista presunto del video sarebbe proprio il frate cappuccino. Il sostituto procuratore di Cosenza, Claudio Curreli, avrebbe confermato le accuse ai giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro. Insieme al padre è coinvolto il segretario Antonio Gaudio. Il frate cosentino era divenuto famoso per la redenzione mediatica della pornodiva Luana Borgia (quest'anno di nuovo al lavoro al Mi-Sex, la fiera dell'erotismo di Milano), prima di essere coinvolto in quella brutta storia di stupro. Padre Fedele e il suo segretario si difendono e giustificano la presenza del video hard nel computer del convento dicendo di averlo scaricato dal web. Ma la compatibilità di entrambi con la figura maschile protagonista porterebbe a pensare piuttosto a un video girato proprio nel convento. Nel filmino si vedrebbe una donna che indossa un saio nero e delle calze corte. Se anche il frate dovesse sfuggire alla giustizia terrena, non riuscirebbe a farla franca in un quadro di giustizia più ampio, quella divina. Perché l'inferno esiste ed è eterno.
Blog Libero news 28 marzo 2007

Prima udienza del processo a carico di Padre Fedele

11/03/08 - Cosenza
E' stata rigettata la questione preliminare sulla incompetenza funzionale e territoriale sollevata, nel dibattimento iniziato oggi, dalla difesa di padre Fedele ed Antonio Gaudio. La richiesta di incompetenza funzionale e territoriale è stata rigettata perché il magistrato dei Tribunale dei minorenni di Catanzaro non risulta nel ruolo di indagato. L'udienza sta ora proseguendo con la richiesta dell'ammissione delle prove da parte del pm CurreliI difensori di Padre Fedele Bisceglia e del suo segretario Antonio Gaudio, accusati di violenza sessuale nei confronti di una suora, sono pronti ad affrontare il dibattimento con "animo sereno e con fiducia". I difensori di Padre Fedele, gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso, al termine della prima udienza del processo hanno detto: "non eravamo d'accordo con un processo a porte chiuse perché pensiamo non potesse esserci nessun pregiudizio. Ma non ci meraviglia questa decisione perché processi del genere si svolgono a porte chiuse. Affronteremo il dibattimento con animo sereno e fiducioso". I difensori di Antonio Gaudio, gli avvocati Roberto Loscierbo e Tommaso Sorrentino, hanno evidenziato che "il processo è stato incardinato, la vera istruttoria inizierà dal 9 aprile in poi. Sicuramente sarà un processo lungo ma siamo certi che attraverso il vaglio dibattimentale proveremo l'assoluta innocenza di Gaudio".Il legale della suora che avrebbe subito le violenze sessuali da padre Fedele Bisceglia e dal suo segretario Antonio Gaudio, l'avvocato Marina Pasqua, ritiene che lo svolgimento del processo a porte chiuse è importante per "tutelare la riservatezza della vittima". "Il dibattimento a porte chiuse - ha aggiunto - è importante anche per evitare che un'eccessiva attenzione possa turbare la serenità dello svolgimento del processo". La delegata del centro antiviolenze 'Roberta Lanzino, Roberta Attanasio, che si e' costituita parte civile ha ricordato che "il valore politico della nostra costituzione di parte civile é significativo perché non intendiamo lasciare da sola la suora in questo processo. Non è la prima volta che il centro Lanzino si costituisce


parte civile in tali processi. Questa mattina abbiamo fatto un appello affinché ci si accosti a questo processo non con morbosità. Affronteremo il dibattimento con serenità, sperando che sia un clima condiviso da tutti. Abbiamo sostenuto la suora nella sua richiesta di processo a porte chiuse proprio per creare un ambiente più sicuro e tranquillo lontano da telecamere e morbosità. La nostra presenza sarà sempre accanto alla suora affinché vengano rispettate tutte le sue richieste". "Siamo soddisfatti da questa prima udienza - ha affermato il legale del centro Lanzino, avv. Giorgia De Gennaro -. Sono state accolte le nostre richieste, in primis quella di tutelare la suora".

SCANDALO IN CONVENTO / PARLA LA MADRE SUPERIORA "Suor Tania è stata violentata"

Parte il processo a padre Fedele"Non voglio fare la fine di Tortora"

Prima udienza del processo a padre Fedele Bisceglia accusato di violenza sessuale ai danni di una suora. "Qui si va alle calende greche, ma io ho 70 anni" , ha sbottato il frate. Commenta

Cosenza, 11 marzo 2008 - "Suor Tania è una donna forte e coraggiosa, che ha trovato il coraggio di parlare. Noi la stimiamo, l'appoggiamo e le crediamo". Lo ha detto ai giornalisti suor Tiziana, superiora generale delle Francescane dei Poveri, di cui fa parte la religiosa che accusa padre Fedele Bisceglia ed il suo segretario Antonello Gaudio di averla violentata. Suor Tiziana ha parlato con i giornalisti in occasione della prima udienza del processo, iniziato stamani a Cosenza. La presunta vittima, suor Tania Alesci, secondo la superiora dice il vero. "Abbiamo fiducia nell'operato dei giudici - ha detto - Adesso lei sta prendendo tutte le misure necessarie per questo processo di guarigione, perchè di questo si tratta. Non si rimane indenni dopo essere passati attraverso una vicenda simile".

"Io non voglio fare la fine di Enzo Tortora": lo ha detto Padre Fedele Bisceglia al termine della prima udienza del processo in cui è imputato per violenza sessuale ai danni di una suora. "Qui si va alle calende greche, ma io ho 70 anni", ha detto il frate. Alla domanda sul perchè ci sarebbe, secondo lui, un complotto ai suoi danni, ha risposto: "Perchè ho difeso 370 crocifissi! L'istituto Papa Giovanni l'ho difeso io! Ho difeso 18 ragazzi che dovevano essere commerciati. Ci sono soldi pesanti e c'è anche qualcosa di più serio: voi sapete che c'è la vendita degli organi, no?".
Quotidiano.net 11 marzo 2008

Pedofilia: Usa, Chiesa cattolica ha pagato 600 milioni di dollari

11 Marzo 2008, 15:24

ROMA - L'Arcidiocesi di Hartford, in Connecticut, ha accettato di pagare oltre mezzo milione di dollari a un ex chierichetto seviziato dal cappellano della Polizia di Stato, padre Stephen Foley, per evitare il procedimento penale e civile. Lo scorso anno le diocesi cattoliche statunitensi hanno pagato un totale di 609 milioni di dollari di risarcimenti (400 milioni di euro) alle vittime degli abusi sessuali commessi da centinaia di religiosi su minori. E' quanto emerge dal rapporto annuale sull'applicazione della 'Carta per la protezione dell'infanzià, secondo cui nel 2007 sono sono stati denunciati 689 casi di pedofilia che hanno coinvolto preti e suore, anche se la maggior parte si riferisce a eventi avvenuti anche decenni prima. (Agr)

Pedofilia, Villorba: prima degli abusi su quattro bambine, aveva già molestato 400 ragazze

L’imprenditore oggi accusato di aver abusato di quattro bambine era stato coinvolto in una sordida vicenda hard nel lontano 1993

L’orco aveva già molestato 400 ragazze

Rapporti completi nei colloqui a luci rosse: «Cerca la graffetta negli slip»L’inchiesta che aveva sconvolto Treviso si era chiusa nel nulla per le lacune della legge sulla violenza sessuale
L’orco di Villorba, accusato di aver abusato di quattro bambine, era già stato coinvolto in una brutta storia di molestie sessuali. Nel 1992 D. R., oggi sessantenne e all’epoca titolare di un’impresa commerciale di import-export a Treviso, era finito nel mirino delle forze dell’ordine perchè accusato di aver condotto test di assunzione a luci rosse. Circa quattrocento le vittime. «Cercami la graffetta negli slip, è un test americano», diceva alle aspiranti impiegate, tutte sotto i 25 anni, che avevano risposto al suo annuncio. Fino a quando una di queste non si è rivolta al sindacato smascherando gli agghiaccianti episodi. All’epoca ne uscì pulito dato che il codice penale, in materia di molestie sessuali, era del tutto lacunoso.Al suo annuncio pubblicitario avevano risposto in più di 400. Pochi i maschi, tutti scartati. Quasi tutte donne sotto i 25 anni con un diploma e la speranza di un lavoro. Di queste, molte se ne sono andate sconvolte dopo il primo approccio. Quelle che restavano lo facevano per ingenuità o per rassegnazione. La vicenda dei test d’assunzione hard, emersa nel dicembre del 1992, è tutta chiusa in quella che viene definita «una forma maniacale» dell’uomo. Le ragazze arrivavano al colloquio: c’era una prima fase di domande generiche, poi si passava al «test americano». Lui si infilava una graffetta negli slip, lei era costretta a fare altrettanto. Poi ciascuno doveva trovare quella addosso all’altro. Chi non la trovava pagava pegno ed era obbligato a spogliarsi: «Se non hai tabù con il sesso - diceva l’imprenditore - farò di te il mio braccio destro».Le ragazze che a questo punto non erano ancora scappate dovevano affrontare il terzo livello del colloquio a luci rosse: masturbazioni o rapporti orali anche se, a quanto era emerso, il maggior piacere lui lo traeva dalla vista del corpo nudo della ragazza o, a seconda di chi pagava pegno, dal fatto di mostrare il proprio. Per qualcuna poi l’assunzione era arrivata. Ma con questa erano arrivate nuove richieste. Tra i casi che avevano portato a galla questa triste vicenda, quello di una giovane che dopo due settimane si era licenziata perché lui pretendeva rapporti completi. E quello di una ragazzina, all’epoca dei fatti minorenne, che quei rapporti li aveva dovuti accettare perché la sua famiglia aveva bisogno dello stipendio per vivere e che cadeva preda di continue malattie per l’inconscio rifiuto a tornare a lavorare. «Vieni a letto con me altrimenti ti licenzio», era la formula che poi l’ha tradito.Alla polizia sono arrivati diversi esposti. Decine e decine di donne si sono presentate per confermare, ma nessuna ha voluto querelare per paura o vergogna verso il fidanzato, la famiglia o gli amici. La vicenda si è poi sostanzialmente chiusa con un nulla di fatto. E’ tornata a galla in questi giorni per una vicenda analoga che vede protagonista la stessa persona. L’uomo è ora accusato di pedofilia per gli abusi su quattro bimbe, denunciati da una di queste in una struggente lettera alla propria madre.
(Espresso Local11 marzo 2008)

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