lunedì 10 marzo 2008

Villorba(TV) Quattro bimbe violentate dal professore

Gravissime accuse contro un ex insegnante di Villorba (Tv):gli stupri venivano consumati nelle case dell’uomo, sotto gli occhi di suo figlio
Quattro bimbe violentate dal professore
L’orribile segreto svelato da una delle vittime in una lettera alla mamma
L’inchiesta della Squadra Mobile ha portato alla luce un gravissimo caso di pedofilia

«Scusa mamma, sono stata violentata». E’ una lettera disperata, scritta nella notte del 18º compleanno, a squarciare il velo sugli abusi sessuali subiti da quattro bambine (tre trevigiane e una bellunese) per anni. A prendere coraggio è una delle quattro vittime, oggetto di abuso quando avevano tra i 7 e i 13 anni. L’«orco» è un sessantenne di Villorba, ex insegnante, amico delle famiglie delle bimbe. Le violenze, sfociate talvolta in veri e propri rapporti sessuali, si sono consumate all’insaputa dei genitori, durante incontri e feste tra le famiglie, che spesso si riunivano nella case del sessantenne a Villorba.La lettera della diciottenne ai propri genitori ha squarciato un velo su una realtà inaspettata e sconvolgente. Immediate le indagini svolte tra agosto e settembre scorso dalla sezione specializzata sui reati contro i minori della squadra mobile di Treviso guidata da Riccardo Tumminia. Ieri la Procura di Belluno ha emesso a carico del sessantenne di Villorba un’ordinanza di divieto di dimora nelle province di Treviso e Belluno. L’uomo accusato di pedofilia, ha insegnato per anni in un istituto superiore di Treviso, oggi è imprenditore titolare di un’azienda. Durante l’insegnamento aveva avuto problemi giudiziari. Senza però conseguenze, aveva continuato a condurre una vita con larghe possibilità economiche. Approfittava delle riunioni tra le famiglie per appartarsi con le figlie degli amici. Si spostava nella stanza dei ragazzi con la scusa «di farli divertire» e invece abusava ora dell’una ora dell’altra bambina che all’epoca avevano tutte tra i 7 e i 13 anni. Ma non solo. Obbligava uno dei suoi figli, della stessa età delle bimbe, a guardare. Gli abusi si sono ripetuti per 7-8 anni, man mano che le bambine crescevano, verso i 14 anni si ribellavano e minacciavano di raccontarlo ai genitori. Solo di fronte al timore di essere smascherato «l’orco» si ritraeva, ma obbligava comunque le sue vittime al silenzio, minacciandole.A rompere il silenzio, solo alcuni anni dopo le violenze, è una della ragazzine, convinta anche dal fidanzato. Lo fa con una lettera rivolta ai genitori, scritta nella notte del diciottesimo compleanno. Parole accorate, scritte piangendo che tirano fuori un dolore trattenuto per undici anni e violenze subite per sette. Parole di scuse ai genitori si intrecciano al racconto. La ragazza confessa di avere pensato di suicidarsi tagliandosi le vene, ma di avere trovato la forza di reagire solo grazie all’amore per la nonna, venuta a mancare qualche tempo prima della confessione nella lettera. Immediata la denuncia dei genitori che hanno fatto scattare le indagini. Si è presto arrivati ad identificare le quattro vittime degli abusi, oggi le ragazzine sono quasi tutte maggiorenni. Alcune non sapevano che anche le amiche avevano subito le stesse attenzioni morbose. Le indagini della polizia hanno dato loro speranza e coraggio di parlare. Anche se gli abusi terminavano quando avevano 14 anni, il loro disagio nascosto era continuato anche dopo. Questo gli inquirenti lo hanno capito dagli sms che una delle ragazze ha scritto all’autrice della prima lettera-denuncia. «Grazie di cuore - scrive - per aver tirato fuori questo macigno, mai avrei potuto pensare che quello che è accaduto a me potesse accadere ad altre, tanto meno a te, e chissà a quante. Col tuo gesto salverai molte vite. Quell’uomo non è degno di chiamarsi uomo».
(La Tribuna di Treviso 09 marzo 2008)

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