giovedì 13 marzo 2008

Pedofilia:violentò per anni la figliastra dodicenne

IN TRIBUNALE - UN MOSTRO TRA LE MURA DI CASA
Tradito dai video nella memoria del suo computer
Violentò per anni la figliastra dodicenne

La costringeva a vedere film porno e a fare altrettanto con lui, riprendendola con una web-camScoperto dal fratello della vittima, arrestato, adesso rischia dieci anni di carcere

CITTADELLA. Un reato gravissimo. Mostruoso. Un reato che per il pubblico ministero padovano Antonella Toniolo va sanzionato con fermezza. Ecco perché ieri il magistrato ha chiesto la condanna a dieci anni di carcere e al pagamento di una multa di 20 mila euro per M.F., quarantaduenne artigiano dell’Alta Padovana, finito sotto accusa per violenza sessuale continuata e aggravata perché compiuta nei confronti di una dodicenne convivente. La figlia della propria compagna: poco più che una bambina costretta, per quasi un anno e mezzo, a vedere film pornografici e a «replicare» con il patrigno le scene erotiche, ripresa da una webcam collegata al computer dell’uomo. Spetterà al gup Nicoletta De Nardus pronunciarsi sulla richiesta del pm, che per il calcolo della pena è partita da 12 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale, saliti a 15 con le aggravanti, ridotti a 10 in quanto l’imputato ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Rito che prevede la riduzione di un terzo della pena. La decisione non c’è ancora: l’avvocato Gianni Morrone - difensore di M.F., non presente in aula - ha sollecitato un rinvio dell’udienza all’8 aprile (data della sentenza). La difesa, infatti, sta trattando il risarcimento dei danni con la parte civile, l’avvocato Maria Stella Cicognani che tutela la ragazzina. È stata una requisitoria di quasi un’ora quella del pm Toniolo. Nessun dubbio sulla colpevolezza dell’imputato, confermata da due video hard scaricati da M.F. nel suo computer. Due video che hanno consegnato agli investigatori la verità dei rapporti tra patrigno e figliastra. «Le voglio bene. Sono innamorato. Per me lei è tutto...», si era giustificato l’artigiano nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, all’indomani del suo arresto. Per la pubblica accusa l’unico problema era la quantificazione della pena: 10 anni sono stati ritenuti proporzionali alla gravità delle accuse e alla pericolosità sociale dell’imputato che, nel 2004, aveva iniziato a convivere con la nuova compagna e i suoi due figli, la dodicenne e il fratello quattordicenne. Il 31 dicembre 2006 era stato il ragazzo a scoprire il segreto della sorella, giocando sul computer del patrigno che vietava a tutti di avvicinarsi al suo Pc. Aveva visto i due video. E aveva chiesto spiegazioni. La madre l’aveva scoperto così e il primo di gennaio si era presentata dai carabinieri per la denuncia. L’inchiesta è andata avanti a tempo di record: quattro giorni più tardi, l’arresto di M.F.. La donna e i due figli si sono trasferiti in un altro paese.
( Il Centro 13 marzo 2008)

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