mercoledì 26 marzo 2008

Abusi su allieve corso di teatro, si cercano altre vittime

Gli investigatori chiedono la collaborazione dei genitori delle studentesse di teatro

Solidarietà dei colleghi dell’attore-educatore Pino La Monica accusato di pedofilia. L’insegnante resta rinchiuso nel carcere della Pulce REGGIO. Potrebbero esserci altre ragazzine costrette a subire abusi dal loro insegnante di recitazione, il 35enne Pino La Monica arrestato giovedì sera. Ne sono convinti carabinieri e polizia postale che, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, stanno conducendo le complesse indagini. Proprio i carabinieri chiedono ora la massima collaborazione da parte dei genitori delle studentesse che, in vari comuni della provincia, hanno frequentato i corsi di teatro tenuti dall’attore, fondatore dell’Officina Teatro Incanto. Collaborazione per chiarire se altri episodi di violenze, oltre ai cinque denunciati, siano accaduti o se quei comportamenti tenuti verso alcune allieve delle scuole medie correggesi Andreoli-Marconi siano stati equivocati.
Indizio-chiave nelle indagini è il computer dell’insegnante, sequestrato nella sua abitazione di Codemondo soltanto poche ore prima l’arresto. Nel pc gli inquirenti hanno trovato files contenenti un’ottantina di fotografie pedopornografiche, alcune raffiguranti anche atroci stupri su minori, scaricate dal web e in cui l’indagato non compare mai.
In quel computer - che non si esclude possano aver avuto accesso anche altre persone - i poliziotti della Postale hanno trovato anche un’altra serie di fotografie - una settantina in tutto - in cui l’insegnante di teatro appare con alcune bambine che hanno frequentato i suoi corsi di recitazione. Immagini che non lascerebbero trasparire nulla di morboso, ma che per il pm inquirente potrebbero assumere un significato equivoco alla luce dei racconti delle ragazzine della scuola media correggese.
Cinque allieve del corso extracurricolare tenuto da Pino La Monica nell’istituto correggese hanno infatti raccontato di essere state costrette dal loro insegnante a toccarlo nelle parti intime durante giochi al buio avvenuti al termine delle lezioni.
Il racconto delle ragazzine, dagli 11 ai 13 anni, è stato raccolto prima dalla psicologa della scuola e quindi, in audizioni protette, dalla psicologa nominata dal sostituto procuratore inquirente Maria Rita Pantani. Un doppio «passaggio» fondamentale per verificare l’attendibilità delle presunte vittime.
Da quanto emerso, non sarebbe però stato riscontrato alcun elemento tale da far credere che le cinque allieve abbiano ingigantito i particolari raccontati o in qualche modo equivocato il comportamento del loro insegnante.
Mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà da amici e colleghi all’attore-educatore, Pino La Monica resta rinchiuso nel carcere della Pulce.
Solo dopo la pausa festiva, il difensore dell’educatore 35enne - l’avvocato Mario Di Frenna - è intenzionato a chiedere il trasferimento del proprio assistito agli arresti domiciliari.( Gazzetta di Reggio 23 marzo 2008)

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