29 marzo 2008
«Violentata dal nonno» In aumento la violenzasulle donne - Dario Freccero
Ha preso il coraggio a quattro mani e si è presentata insieme a una zia dalla polizia giudiziaria per raccontare un’infanzia da incubo. Era un segreto che non aveva mai raccontato a nessuno e probabilmente aveva fatto di tutto per cancellare dalla memoria. Forse ha parlato per evitare che il nonno ripetesse quelle violenze su un’altra cugina o magari è stata spronata da qualcuno venuto a conoscenza della sua esperienza terribile. Di fatto una ventenne che abita in riviera e lavora in un negozio ha denunciato agli inquirenti di essere stata violentata dal nonno per anni, praticamente per tutto il periodo in cui ha vissuto in casa sua, dall’infanzia fino all’adolescenza, senza mai ribellarsi né parlarne con nessuno.
Visibilmente imbarazzata, quasi mortificata per dover ammettere ciò che non si crede possibile, si è presentata agli inquirenti scoperchiando una pentola da brividi. Ha riferito delle attenzioni malate dell’anziano andate avanti per quasi tutti gli anni Novanta senza interruzioni. Ha parlato delle sue prime “avances” quando aveva poco più di sessant’anni (oggi ne ha oltre settanta) e lei appena sei e si era trasferita in casa dei nonni, in un comune del primo entroterra, perché davano più garanzie dei suoi genitori. E poi ha spiegato come il rapporto è proseguito, con il nonno che si infilava nel suo letto e le mostrava le parti intime, si masturbava, faceva altro e la invitava a guardare ma senza mai raccontare nulla a nessuno. Le diceva di non avere paura perché era solo una prova di quanto le volesse bene.
Lei sopportò tutto in silenzio, nei primi anni ignara poi via via sempre più sofferente e angosciata. «Era mio nonno, come potevo pensar male?». E’ andata avanti così almeno sei, sette anni. Solo crescendo ha iniziato a insospettirsi e capire che quelle attenzioni tanto normali non erano. L’incubo è finalmente finito quando lei, quasi maggiorenne, è uscita dal giogo dell’adulto e si è potuta liberare. Erano i primi anni Duemila. Ma sono passati ancora altri cinque anni prima che trovasse la forza di raccontare la verità e denunciare il nonno pedofilo. Lo ha fatto ora, a 22 anni, e in Procura dalla sua denuncia è scattata un’inchiesta a carico dell’anziano (A. P.) accusato di violenza sessuale su minore aggravata e continuata. Nei giorni scorsi il magistrato che coordina l’indagine ha disposto gli ultimi accertamenti facendo interrogare familiari e conoscenti. Trattandosi di fatti risalenti incombe il pericolo della prescrizione dei reati e per questo la Procura, nel ricostruire il comportamento dell’anziano, ha cercato di contestare tutte le aggravanti per evitare che la possa fare franca solo perché sono passati alcuni anni.
Adesso l’indagine è a una svolta. Nei giorni scorsi il pedofilo - che finora non si è difeso in alcun modo - ha ricevuto l’avviso di fine indagini che presuppone la richiesta di rinvio a giudizio. Presto comparirà davanti al giudice per le udienze preliminari con l’accusa tremenda di essere un orco che si è approfittato della nipotina. E scagionarsi, di fronte alle circostanziate denunce della giovane donna, non sarà facile.
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