sabato 1 marzo 2008

Abusi su una 13enne, arrestato a Voghera

Paolo Fizzarotti

Operaio in manette dopo la condanna per le violenze sulla figlia della convivente

VOGHERA. Quando abitava a Lodi ha abusato della figlia della sua convivente per oltre due anni, da quando la ragazza aveva appena 13 anni. Poi la madre ha scoperto tutto e l’ha buttato fuori casa, dopo averlo denunciato alla polizia. In breve le indagini hanno confermato che era tutto vero e il processo è andato avanti: finchè è giunta la pesante condanna per violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di minore. Romeo M., 43 anni, ha cercato rifugio in Oltrepo, ma la polizia lo ha rintracciato e arrestato.Romeo M. (il cognome viene omesso per tutelare la ragazza violentata, che oggi ha 21 anni) ha abusato della figliastra dal 2000 al 2002. Il lodigiano era un uomo in fuga: da circa un mese e mezzo abitava a Voghera, in via Angelini, nella zona del rondò Carducci. Prima era stato diversi mesi a Godiasco, e prima ancora a Stradella. Il lodigiano si spostava spesso, proprio per cercare di non essere troppo rintracciabile dalla polizia: trovava lavoro come operaio generico; poi, dopo alcuni mesi, abbandonava casa e occupazione per rifugiarsi in un luogo diverso. E’ probabile che l’operaio si sia reso conto ben presto che la sua situazione giudiziaria era delicata e che il processo si stava mettendo male per lui: tanto che non ha assistito alle udienze finali del dibattimento. Finchè nelle scorse settimane il tribunale di Lodi lo ha condannato a tre anni e otto mesi di reclusione per il reato infamante di violenza sessuale continuata ai danni di minore, con le aggravanti del fatto commesso nell’ambito familiare e dei maltrattamenti in famiglia. Romeo M. però, era già uccel di bosco, lontano da Lodi. La legge ha fatto il suo corso, finchè il 22 febbraio il tribunale di Lodi ha deciso di emettere un ordine di custodia cautelare in carcere per l’uomo, probabilmente in considerazione della gravità del reato e del rischio che lo facesse ancora ai danni di qualcun’altro. A quel punto la squadra mobile della questura di Lodi ha iniziato attivamente a cercare l’operaio, che però era scomparso nel nulla: non lo hanno trovato a nessuno dei domicili conosciuti. Nelle loro ricerche gli uomini della mobile lodigiana sono arrivati a Stradella, dove Romeo R. era stato diversi mesi: poi ne hanno perso definitivamente le tracce. A quel punto sono intervenuti i colleghi del commissariato di Voghera, agli ordini del vicequestore Mauro Zampiero, che in pochi giorni di indagini hanno trovato le sue tracce a Godiasco: ma quando sono arrivati i poliziotti hanno scoperto che Romeo M. era già sparito da un mese e mezzo. La fuga del lodigiano, comunque, era agli sgoccioli. In breve gli agenti hanno scoperto che Romeo M. si era trasferito e lavorava a Voghera. La polizia ha preferito non andare sul luogo di lavoro: lunedì pomeriggio, verso le 15, si sono appostati davanti alla casa dell’uomo, in via Angelini. Quando l’operaio è rincasato al termine del turno di lavoro lo hanno bloccato e lo hanno ammanettato. Ora è stato già trasferito nel carcere di Lodi: lo hanno rinchiuso in isolamento, per evitare le «attenzioni» che gli altri detenuti di solito riservano ai pedofili.
(Espresso 28 febbraio 2008)

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