martedì 11 marzo 2008

Pedofilia, Villorba: prima degli abusi su quattro bambine, aveva già molestato 400 ragazze

L’imprenditore oggi accusato di aver abusato di quattro bambine era stato coinvolto in una sordida vicenda hard nel lontano 1993

L’orco aveva già molestato 400 ragazze

Rapporti completi nei colloqui a luci rosse: «Cerca la graffetta negli slip»L’inchiesta che aveva sconvolto Treviso si era chiusa nel nulla per le lacune della legge sulla violenza sessuale
L’orco di Villorba, accusato di aver abusato di quattro bambine, era già stato coinvolto in una brutta storia di molestie sessuali. Nel 1992 D. R., oggi sessantenne e all’epoca titolare di un’impresa commerciale di import-export a Treviso, era finito nel mirino delle forze dell’ordine perchè accusato di aver condotto test di assunzione a luci rosse. Circa quattrocento le vittime. «Cercami la graffetta negli slip, è un test americano», diceva alle aspiranti impiegate, tutte sotto i 25 anni, che avevano risposto al suo annuncio. Fino a quando una di queste non si è rivolta al sindacato smascherando gli agghiaccianti episodi. All’epoca ne uscì pulito dato che il codice penale, in materia di molestie sessuali, era del tutto lacunoso.Al suo annuncio pubblicitario avevano risposto in più di 400. Pochi i maschi, tutti scartati. Quasi tutte donne sotto i 25 anni con un diploma e la speranza di un lavoro. Di queste, molte se ne sono andate sconvolte dopo il primo approccio. Quelle che restavano lo facevano per ingenuità o per rassegnazione. La vicenda dei test d’assunzione hard, emersa nel dicembre del 1992, è tutta chiusa in quella che viene definita «una forma maniacale» dell’uomo. Le ragazze arrivavano al colloquio: c’era una prima fase di domande generiche, poi si passava al «test americano». Lui si infilava una graffetta negli slip, lei era costretta a fare altrettanto. Poi ciascuno doveva trovare quella addosso all’altro. Chi non la trovava pagava pegno ed era obbligato a spogliarsi: «Se non hai tabù con il sesso - diceva l’imprenditore - farò di te il mio braccio destro».Le ragazze che a questo punto non erano ancora scappate dovevano affrontare il terzo livello del colloquio a luci rosse: masturbazioni o rapporti orali anche se, a quanto era emerso, il maggior piacere lui lo traeva dalla vista del corpo nudo della ragazza o, a seconda di chi pagava pegno, dal fatto di mostrare il proprio. Per qualcuna poi l’assunzione era arrivata. Ma con questa erano arrivate nuove richieste. Tra i casi che avevano portato a galla questa triste vicenda, quello di una giovane che dopo due settimane si era licenziata perché lui pretendeva rapporti completi. E quello di una ragazzina, all’epoca dei fatti minorenne, che quei rapporti li aveva dovuti accettare perché la sua famiglia aveva bisogno dello stipendio per vivere e che cadeva preda di continue malattie per l’inconscio rifiuto a tornare a lavorare. «Vieni a letto con me altrimenti ti licenzio», era la formula che poi l’ha tradito.Alla polizia sono arrivati diversi esposti. Decine e decine di donne si sono presentate per confermare, ma nessuna ha voluto querelare per paura o vergogna verso il fidanzato, la famiglia o gli amici. La vicenda si è poi sostanzialmente chiusa con un nulla di fatto. E’ tornata a galla in questi giorni per una vicenda analoga che vede protagonista la stessa persona. L’uomo è ora accusato di pedofilia per gli abusi su quattro bimbe, denunciati da una di queste in una struggente lettera alla propria madre.
(Espresso Local11 marzo 2008)

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