venerdì 7 marzo 2008

Pedofilia Treviso, si allarga l’inchiesta della su un traffico di scatti a luci rosse: riprese adolescenti scuola media

Si allarga l’inchiesta della Procura su un traffico di scatti a luci rosse gestito da due adulti: riprese negli scatti le adolescenti di una scuola cittadina

Foto hard alle ragazzine delle medie

Un tredicenne avrebbe spedito col cellulare immagini sue e delle amiche nude Indagato per il reato di pedopornografia anche un mediatore culturale inserito in ambienti artistici
Le foto porno non erano solo quelle del ragazzino, ma anche delle sue amichette, forse compagne di classe. Si allarga l’inchiesta della Procura su un giro di immagini a luci rosse con minori trevigiani come soggetti, trasmesse via cellulare ad adulti della zona. Ad essere coinvolto negli scatti hard non ci sarebbe solo il tredicenne, ma anche alcune coetanee che gli investigatori stanno ora cercando di identificare. Il timore è che si tratti di compagne di classe del ragazzino, appartenente a una famiglia bene di Treviso e che, all’epoca dei fatti, frequentava la terza media in una scuola cittadina. All’esame del pm Barbara Sabattini c’è ora il materiale sequestrato nel corso di alcune perquisizioni eseguite nei giorni scorsi.Due, almeno fino a questo momento, le persone iscritte nel registro degli indagati per i reati di pornografia minorile e di sostituzione di persona. Si tratta del trevigiano M.V., finito in carcere lo scorso settembre per violenza sessuale su una minore e di un mediatore culturale straniero, M.Y., perfettamente inserito nella realtà cittadina e in particolare in quella artistica.I due, entrambi difesi dall’avvocato Alessandra Nava, sono sospettati di aver avuto contatti la scorsa estate, a cavallo tra luglio e agosto, con il tredicenne: il ragazzino avrebbe trasmesso loro, via cellulare, foto a luci rosse di minori. In quelle immagini ci sarebbero sia lui che alcune sue coetanee. Le ragazzine sono state riprese nude, in posizioni a luci rosse. Gli investigatori stanno ora tentando di identificarle per capire se le foto sono state scaricate da Internet o se invece le adolescenti sono amiche e compagne di classe del tredicenne. Che, all’epoca dei fatti, aveva appena finito di frequentare la terza media in una scuola con sede in città.A mettere in moto l’inchiesta della polizia postale, coordinata dal procuratore capo Antonio Fojadelli e dal sostituto Barbara Sabattini, è stata la denuncia presentata dai genitori del tredicenne. Che si erano insospettiti dopo aver ricevuto una singolare telefonata da parte di uno dei due adulti indagati. L’uomo faceva riferimento a presunti rapporti tra l’adolescente e una minorenne che, a detta dell’uomo, il ragazzino avrebbe infastidito. Il tenore della chiamata ha allarmato i genitori che hanno chiesto spiegazioni al figlio. Il tredicenne avrebbe infine raccontato di essere stato costretto a trasmettere le immagini sue e di alcune amiche via cellulare all’uomo, usando appunto il telefonino. Nelle foto i ragazzini figuravano nudi.E’ emersa così l’esistenza nella Marca di un traffico di immagini pedopornografiche con protagonisti gli adolescenti del territorio.Una rivelazione drammatica che ha convinto i genitori a chiedere immediatamente l’intervento delle forze dell’ordine denunciando l’accaduto. L’inchiesta si è presentata subito piuttosto complessa viste le difficoltà di risalire all’effettiva identità al telefonista e a quelle dei suoi presunti complici. Difficoltà legate al fatto che gli uomini coinvolti si erano presentati ai ragazzini usando identità fasulle e professioni fittizie (di qui la contestazione del reato di sostituzione di persona).Nei giorni scorsi sono scattate le perquisizioni disposte dalla Procura nei confronti di due sospettati. Gli agenti della polizia postale hanno sequestrato svariato materiale, ora all’esame degli investigatori. I primi accertamenti su alcuni cellulari proverebbero l’esistenza dei contatti tra gli adulti coinvolti nell’indagine e il tredicenne trevigiano.Molti gli interrogativi ai quali gli investigatori si trovano ora a dover rispondere, a cominciare dalle modalità con cui gli adulti hanno contattato il tredicenne e di come lo hanno successivamente indotto a inviare il materiale pornografico.A preoccupare gli inquirenti sono soprattutto le dimensioni del traffico di immagini hard nella Marca: quanti sono i ragazzini coinvolti nella vicenda? Si tratta di adolescenti di 13-14 anni che la scorsa estate avevano appena finito le scuole medie: è possibile che sia stato loro offerto del denaro per le foto di nudi? Gli atti potrebbero essere trasmessi anche alla Procura dei Minori di Venezia.
(Tribuna di Treviso 07 marzo 2008)

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