lunedì 3 marzo 2008

Spinge minore di 14 anni a toccarsi in webcam. Denunciato dalla Polizia

PESCARA. Voleva fare la modella e lavorare al cinema. Così, dopo essere stata minacciata via web una ragazza minorenne di Pescara è stata costretta a spogliarsi in webcam mentre il presunto regista stava a guardare. Il Compartimento Polizia delle Comunicazioni di Pescara ha denunciato alla Procura della Repubblica, nel corso dell’attività di contrasto del fenomeno della pedofilia on-line, una persona accusata di aver costretto una minorenne di anni 14, adescata via internet «a compiere autonomi atti sessuali su se stessa».In seguito alla segnalazione ricevuta dai genitori della minorenne, gli investigatori della 2° Sezione Area Informatica, Scocco, Ciaschetti e Torlontano, dopo una complessa indagine operata con la collaborazione degli internet service provider, è riuscita ad individuare a Genova un utente che, nascondendosi dietro un nickname, era entrato in contatto con la minorenne spacciandosi per una persona introdotta nel mondo dello spettacolo.Con il tempo, continuando a chattare, ne ha conquistato la fiducia convincendola a partecipare a quello che magari entrambi credevano fosse un gioco invece provocherà strascichi giudiziari.Mentre l’uomo di Genova dava indicazioni, la minore si è spogliata solo dopo aver ricevuto la promessa di essere introdotta nel mondo della moda e di guadagnare molto. Nel corso di successive sessioni di chat, il presunto organizzatore di casting, con la minaccia di diffondere le immagini che ritraevano la ragazza sul web e di mandarle anche alla famiglia l’avrebbe costretta anche a compiere atti sessuali su se stessa davanti alla webcam. La prima attività investigativa è stata in un primo tempo coordinata dalla Procura della Repubblica dei Minori dell’Aquila, pm Picardi, in quanto l’ignoto adescatore aveva riferito di essere minorenne. Risultato invece essere un adulto, l’attività di polizia è passata alla Procura di Pescara ed è stata coordinata dal pm Giuseppe Bellelli, il quale ha disposto una perquisizione domiciliare urgente a carico della persona individuata.La perquisizione è stata eseguita lo scorso 29 febbraio ed ha permesso di individuare con certezza l’autore del fatto, D. A. di anni 30, operaio convivente con due figli piccoli.Nel corso della perquisizione, hanno spiegato gli investigatori, sono stati rinvenuti importati elementi probatori che dimostrerebbero il pieno coinvolgimento dell’uomo nella vicenda nonostante questi abbia tentato di esulare dalle sue responsabilità dichiarando che il suo PC navigava on-line con una connessione Wireless non protetta. E’ stato sottoposto a sequestro tutto il materiale informatico rinvenuto che verrà analizzato per rilevare ulteriori elementi di colpevolezza. I reati ipotizzati a carico del 30enne genovese sono la violenza sessuale, pornografia minorile, minaccia aggravata, violenza privata aggravata. «E’ utile raccomandare uno stretto controllo dei genitori soprattutto sui figli minori quando navigano sul web», ha spiegato il sostituto commissario Davide Zaccone, «sarebbe opportuno non lasciarli mai soli. Quello a cui assistiamo oggi è che i minori sono sempre di più incantati dalle tecnologie ma sono spesso soli davanti al video e in Internet sono moltissimi i pericoli. I genitori dovrebbero acculturarsi e capire le nuove tecnologie per poter meglio seguire e consigliare i figli. Altro consiglio è quello di non cedere mai i propri dati personali e di non accettare conversazioni con persone sconosciute».
Prima di noi 3 marzo 2008
03/03/2008 16.52

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