Una seconda richiesta di archiviazione questa volta viene opposta
Roma, 12 Luglio 2007
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E' stata trattata ieri davanti al Gip del Tribunale Penale di Roma Dr. Cersosimo l'udienza di discussione sulla archiviazione dell'ennesima indagine sugli abusi di minori nelle scuole. La richiesta di archiviazione parte dal Pubblico Ministero del Tribunale di Roma Dr. Staffa sulla base delle conclusioni del perito incaricato dalla Procura, Dott.ssa Gigante che ha indicato come non attendibili le deposizioni dei minori esaminati e non in grado quindi di sostenere una attendibile testimonianza. La prova pertanto sarebbe da ritenersi secondo il perito, inattendibile tout court .
-L'indagine, la seconda questa, si articola così da un doppio troncone di accertamento che per ben due volte (l'altra fu di quattro anni fa con altri bambini oggi passati alla scuola elementare) ha coinvolto l'asilo comunale Ada Negri di Roma, IX Municipio, e con essa i suoi due bidelli. La prima a suo tempo, vide l'archiviazione delle indagini a carico dei due operatori scolastici con le stesse conclusioni con cui oggi si chiede l'archiviazione nel Tribunale di Roma. Nel ripercorrere la vicenda sui presunti abusi enunciati dai piccoli dell'asilo Ada Negri, si deve risalire sino al 2005/2006 e prima di essi al 2002/2003 quando, all'interno dei bagni scolastici, e durante l'orario didattico della scuola materna, i due bidelli (solo uno nell'ultimo caso di indagine, poiché il primo lo si trova oggi trasferito ad altro incarico di amministrativo) agendo nelle fasi giornaliere di flusso dei piccoli all'interno dei bagni della scuola, sarebbero stati indicati dai bambini come aver effettuato degli abusi e manipolazioni di tipo sessuale sui minori. Nel contempo i genitori registravano inusuali atteggiamenti casalinghi dei bambini, intenti a giochi di sfondo e profilo sessuale con la giustificativa di averli impararti a scuola da XX (e ne indicavano la persona, il nome e il bidello)
-Ma la prima indagine veniva archiviata. Anche qui per la ferma posizione del perito incaricato dal PM la Dr.ssa Cipriani (stesso studio professionale del secondo perito, la Dott.ssa Gigante) che ha ritenuto anche a quel tempo, i piccoli abusati come non attendibili per una prova testimoniale. Oggi, la medesima ricorrenza dei fatti, contestati in capo – stavolta - ad uno solo dei due stessi bidelli dell'asilo, ha nuovamente condotto il PM a richiedere l'archiviazione. Anche qui, a soli due anni di distanza, con identici fatti, le conclusioni della Dr.ssa Gigante perito del PM sono identiche: i bambini che fanno queste denunce non sono attendibili, perchè non in grado di testimoniare, dato che a quel tempo avevano appena tre/quattro anni. Il PM ritiene irrilevante la censura sollevata dai difensori dei genitori, per via della curiosa ed inusuale prassi inalterata in tutto questo tempo, nonostante le denunce all'asilo “Ada Negri” di Roma, nell'affidare la cura dei minori nei bagni della scuola a personale adulto di sesso maschile .
-Tuona il Pm in udienza: “il lavoro condotto dal perito da me incaricato è stato attento e preciso, e sulla sua persona garantisce questo Ufficio.”
-Il collegio difensivo che ha condotto con articolata determinazione ogni punto contraddittorio delle conclusioni del PM e dei periti è formato dallo Studio siciliano dell'avvocato Vincenzo Basile della Corte d'Appello di Palermo e quello romano dell'Avvocato Francesco Missori. I due legali che hanno rappresentato e sostenuto vigorosamente le ragioni della necessità di un approfondimento di indagine su aspetti in taluna parte contraddittori ed in altra ancora oscuri della vicenda, in una udienza dai toni talvolta alti e vivaci, hanno messo in luce che la rassicurante conclusione del PM che nei bagni dell'asilo non ci fosse una porta di ingresso che potesse celare ogni svolgimento di atto al suo interno, sono contraddette dalle foto effettuate dalla Polizia e dalle dichiarazioni in sommaria rese da alcuni genitori, in cui la presenza di tale porta è accertata. Nel corso dell'udienza è stato evidenziato dai legali, come i metodi adottati dai periti nel condurre all'esame i bambini, non fossero idonei e conformi alle metodiche naturalmente utilizzate per l'attivazione di un contatto medico con un minore di quell'età, visto che come si legge nelle opposizioni, i piccoli furono condotti presso l'ufficio dei periti senza alcun riguardo, accompagnati obbligatoriamente da un soggetto estraneo e sconosciuto ai piccoli, curando opportunamente di escludere, anche nel tragitto la presenza dei genitori o di un parente sin dal loro prelievo dal nido familiare. I legali hanno contestato, ancora, l'assenza in tali operazioni dei periti di fonoregistrazioni o riprese video che possano attestare l'assunto scientifico di quanto da loro affermato.
-Ma la vicenda si tinge di giallo quando appare dal fascicolo di indagine - portato in evidenza della difesa che si è opposta all'archiviazione - che il primo dei due bidelli indagati nel primo troncone di indagine già archiviata, ma presente al fascicolo della seconda chiesta archiviazione, aveva partecipato ad una puntata del programma Rai “Al posto tuo” presentato dalla nota conduttrice Alda D'Eusanio in cui, da ospite, ammetteva il proprio disagio esistenziale per essere stato nell'infanzia, lui, vittima di un abuso sessuale. Il particolare assume una fosca rilevanza proprio da quello che emerge sempre nel fascicolo in ordine ai successivi fatti colà annotati. Siamo nell'ottobre del 2003, al tempo di corso della prima indagine. Una insegnante dell'asilo “Ada Negri” riporta di avere ricevuto in consegna da uno dei due bidelli la registrazione in video-cassetta della citata trasmissione perchè simpaticamente incuriosita ed interessata a visionarla. La videocassetta viene dunque custodita nel suo armadietto all'interno dell'asilo. Ma qualche giorno dopo l'apertura delle prime indagini, ignoti risulta che si siano introdotti all'interno della scuola senza alcun segno di scasso, mettendo a soqquadro armadi e cassetti, spargendo tutto a terra, e lasciando traccia del passaggio nei registri di classe trovati l'indomani aperti alla pagina elenco degli iscritti, ma senza rubarne alcuno. Ne risulta rubata soltanto la nota cassetta della trasmissione della D'Eusanio insieme ad altre due cassette contenenti riprese di feste di classe.
-Una denuncia del periodo riporta integralmente in questa indagine la circostanza
-C'era qualcosa nella cassetta che non doveva essere vista? Intanto i due avvocati ne hanno chiesto l'acquisizione al Gip.
L'età dei minori di questo ennesimo caso di abuso scolastico torna a ricadere come in tutti gli altri innumerevoli casi italiani, su piccoli in età compresa fra i tre e i quattro anni di vita. I piccoli destinatari degli abusi della scuola materna “Ada Negri” di Roma al IX Municipio, non superano i quattro anni, sembrano avere curiosamente un entroterra familiare, culturale disagiato per certi versi un passato dai disagi familiari di separazione o divorzio, di provenienza extra-comunitaria immigrata o di genitori dalla contrastata relazione affettiva e comunque sempre dal debole rapporto affettivo. Una caratteristica comunemente ricorrente che ci viene evidenziata leggendo proprio la perizia delle psicologhe delle due indagini che per loro verso in analoga direzione controvertono sull'aspetto, riconducendo la probabilità degli atteggiamenti dei bambini alla lacuna affettiva familiare che a loro modo vi se ne indica la causa: la direzione della ricerca peritale quindi si sposta sui genitori che denunciano e non sui denunciati. Ma alla scuola Ada Negri non furono forse trovati i registri di scuola aperti sui tavoli, dove è rilevabile ogni nota caratteristica di ciascun bambino? E non ha provveduto qualche tempo fa la Polizia ad arrestare e sequestrare intere banche dati di nominativi di minorenni assieme a materiale pedo pornografico di un ramo di una fitta rete pedofila? Le vicende degli ultimi tempi inducono a pensare che il fenomeno sia più fitto e organizzato di quanto non appaia allo scoperto e che le Istituzioni ancora incredule di fronte ai crudi fatti muovano i loro passi ancora disadatte. I genitori dell'asilo Ada Negri di Roma sono pronti a dar battaglia e a non fermarsi: “agiremo con ogni mezzo istituzionale nel rispetto delle prerogative che ci impongono di essere padri e madri e per l'amore di tutti i bambini indifesi che dobbiamo tutelare assieme ai nostri figli. I nostri avvocati – continuano - possono svolgere le indagini per conto loro quando la giustizia si dovesse trovare nell'imbarazzo di saper formulare una adeguata risposta .Il Giudice, sulla richiesta del PM e degli imputati ad archiviare e sulla opposizione dei difensori dei minori, si è riservato di comunicare la propria decisione in questi giorni .
NOTA: L’11 LUGLIO 2007 IL CASO E’ STATO ARCHIVIATO
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