mercoledì 7 novembre 2007

Omicidio Parabita: marito dell'insegnante uccisa indagato per abusi sessuali su un minore

La Repubblica Lecce

mercoledì 07 novembre 2007

PARABITA - E' indagato per presunti abusi sessuali su un minore Luigi Compagnone, l'ottantenne marito di Iolanda Provenzano, la maestra uccisa a coltellate dalla mamma di uno dei bambini che frequentava il suo doposcuola. L'ipotesi di reato a carico di Compagnone è scaturita dalla denuncia, fatta dalla madre del bambino, secondo la quale gli abusi si sarebbero ripetuti nel tempo. L'uomo, che è ferito e ricoverato nell'ospedale di Casarano, in provincia di Lecce, è stato interrogato ieri mattina dai carabinieri. La donna non aveva mai raccontato a nessuno dei suoi sospetti. Gli investigatori hanno confermato che il movente della pedofilia resta l'unica pista seguita.

In base al racconto della donna arrestata, all'origine del suo gesto vi sarebbe quanto accaduto lo scorso primo novembre. Da alcuni parenti, lei e il marito avrebbero appreso di voci sul conto dell'anziana insegnante (nella foto) e del marito, secondo le quali quest'ultimo avrebbe prestato attenzioni moleste ai bambini che frequentavano l'asilo. I due genitori hanno interrogato il proprio figlio che all'inizio ha negato, poi - secondo quanto raccontato dalla donna - ha raccontato quanto gli sarebbe capitato al doposcuola: durante una lezione, il marito dell'insegnante, approfittando del fatto che l'asilo comunica con l'abitazione, lo avrebbe chiamato nella sua stanza da letto, molestandolo.

I carabinieri hanno compiuto oggi una perquisizione nell'appartamento del delitto e nei locali, attigui, della scuola. E hanno portato via materiale che verrà visionato alla ricerca di riscontri alle accuse mosse dalla donna arrestata. Il materiale sequestrato è composto per la gran parte da videocassette di cartoni animati e fiabe che venivano utilizzati nell'asilo, e alcuni cd rom.

La vittima era un'"istituzione" a Parabita, amava i bambini e ha cresciuto intere generazioni.
Così i vicini di casa descrivono la maestra uccisa. "Io stessa sono andata a scuola da lei - racconta Giorgia, 65 anni - ci ho mandato i miei figli e ora ci vanno i miei nipoti". La maestra aveva cominciato a lavorare negli anni Sessanta. Si era sposata tardi, non aveva figli e si dedicava ai bambini: la mattina con l'asilo e il pomeriggio col doposcuola, in tutto una decina di bambini per classe. Voleva ottenere il riconoscimento perché la scuola fosse parificata.
"Le famiglie portavano i bambini anche dai paesi vicini - raccontano i conoscenti - in tanti anni nessuno si è lamentato". "E' incredibile - dice il sindaco di Parabita, Adriano Merico - Iole era conosciutissima e da generazioni le famiglie lasciavano qui i figli".

fonte Repubblica.it

Nessun commento:

Sitemeter