sabato 17 novembre 2007

Don Di Noto indagato per falso


Don Di Noto indagato per falso

«E' un attacco al cuore di Meter» risponde il sacerdote che da anni combatte la pedofilia senza risparmio. L'accusa per il furto di 100 euro nella sede dell'associazione

PALERMO – «E' un attacco al cuore dell’associazione. Non riesco a darmi altra spiegazione». Don Fortunato di Noto, presidente dell’associazione antipedofilia Meter commenta così l’indagine su di lui per procurato allarme.
«Do due notizie – continua – un gruppo di deputati presenterà un’interrogazione parlamentare e chiederà un’ispezione alla procura di Catania. E io denuncerò tutto al Csm: è ingiusto che lo Stato invece di proteggermi mi attacchi».
«Sono entrati – prosegue – il 5 novembre nella sede dell’associazione di Acicastello. Hanno rubato 126 euro e hanno messo in disordine. Io ho dato la solidarietà ai volontari e ho denunciato il caso specificando che mi auguravo che si trattasse solo di un furto e non di altro. Che allarme avrei procurato?».

Don Di Noto, prete di Avola (Siracusa), venne alla ribalta della cronaca con diverse iniziative pubbliche contro le armi (organizzò falò in cui venivano bruciate pistole e fucili giocattolo) e poi intraprese la via dell’associazionismo, prima con Telefono Arcobaleno (di cui ora non vuole sentir parlare, dice) e poi con Meter per combattere la pedopornografia indagando sul web e denunciando migliaia di siti. Per questo, nel tempo, è stato consulente di diversi ministeri. Ora dirige una struttura che ha 250 persone che lavorano in Italia.
«Due persone – dice don Di Noto – a Vercelli e Brescia sono state condannate perchè mi hanno minacciato di morte: erano pedofili che avevo denunciato. Meter subisce un furto con scasso e io sono indagato per procurato allarme. Perchè non indagano su chi ha procurato l’allarme a Meter?».

LA MOTIVAZIONE
La guardia di finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di Catania, ha perquisito la sede di Avola (Siracusa) dell’associazione antipedofilia Meter, presiedutia da don Fortunato di Noto, nell’ambito di un’inchiesta su diffusione di notizie false e tendenziose.
Il procuratore aggiunto Enzo Serpotta ha iscritto nel registro degli indagati il sacerdote perchè, secondo l’ipotesi dell’accusa, il 6 novembre scorso, all’indomani di un furto di 100 euro nella sede di Aci Castello (Catania) di Meter, avrebbe diffuso un comunicato stampa nel quale si accreditata falsamente la tesi che era stato un raid vandalico, un grave gesto intimidatorio ai danni di un’associazione fortemente esposta nella lotta contro la pedofilia. Dopo la diffusione della notizia a don Di Noto e Meter arrivarono attestati pubblici di solidarietà da personalità della politica e delle istituzioni.

17/11/2007

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