lunedì 14 gennaio 2008

Rignano Flaminio: i racconti dei bambini






Avvertenza:
questo articolo è molto lungo e molto crudo, qui ne sono riportate solo alcune parti. Chi volesse continuarne la lettura può farlo su: http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/118




Rignano Flaminio: i racconti dei bambini


Data la particolare crudezza di questa sintesi dei racconti dei bambini, si consiglia la lettura dell’articolo a persone in grado di sopportarne il forte impatto emotivo. E’ costata una grande fatica anche a me riunire queste dichiarazioni e se l’ho fatto è stato solo perché si ricordasse da cosa è partita l’indagine sulla pedofilia alla scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio.

In una società dove le notizie vengono triturate con molta più facilità dei rifiuti o archiviate come “vecchie” un minuto dopo essere state divulgate e i media sono sempre in cerca di qualcosa di nuovo da dare in pasto alle nostre bocche curiose e alle nostre orecchie affamate, ci si dimentica troppo spesso delle vittime dei fatti di cronaca per concentrarsi sui contorni e sui particolari marginali delle varie vicende. Si invocano prove certe quando in altri fatti di cronaca recente abbiamo visto che non bastano comunque ad incriminare. Il DNA di Sollecito sul reggiseno di Meredith secondo la difesa non prova nulla, così come non è prova di omicidio il fatto che Alberto Stasi avesse nel suo computer materiale pedopornografico e che non si siano trovate tracce di altre persone in casa di Chiara Poggi. La differenza, nel caso di Rignano, è che le vittime possono parlare e raccontare la loro verità. Verità che non si può trascurare per parlare di spese, guasti dei computer, polemiche sterili. Negli ultimi articoli sulla rinuncia ad acquisire gli atti da parte della difesa, a quanto mi risulta un solo giornalista ha sentito la necessità di chiedere un parere anche a un avvocato di parte civile, il giornalista de Il Tempo. A prescindere da chi la magistratura individuerà come colpevoli, i bambini si tutelano soprattutto ricordandosi tutti i giorni che esistono. Il resto sono solo parole messe insieme per riempire spazi che, alla fine, risulteranno comunque vuoti.
I racconti dei bambini di Rignano Flaminio
Fonti: quotidiani, ordinanza di custodia cautelare, incidente probatorio, perizie.Note: gli stralci delle testimonianze dei bambini sono riportati senza un ordine preciso, le lettere che indicano le iniziali dei minori sono di fantasia e messe a caso, perché non è importante “chi ha detto cosa”ma quali cose sono state rese pubbliche tra quelle dette finora da una decina di bambini di Rignano Flaminio. Bambini che narrano fatti vissuti in un’età compresa tra i tre e i cinque anni.
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“Una "scuola delle cose brutte" e ancora qualche ricordo delle "cose belle". La parziale novità di un percorso "fuori dalla scuola" compiuto con gli occhi chiusi, forse con un "cappuccio sulla testa". Ma per tutti i ricordi, le parole, la diagnosi è chiara: sono frutto di uno stress post trauma.” “Quando andavo all'asilo mi menavano, mi dicevano cose brutte oppure mi portavano dentro una casa che era di una maestra. Noi passavamo sotto la palestra poi c'erano delle scalette - si legge in un passaggio del corposo dossier consegnato stamane al gip di Tivoli Cecilia Angrisano - salivamo le scalette, uscivamo da una porta nera, attraversavamo la strada e arrivavamo a casa della maestra io e i miei amici".
“…..Interrogata in merito a chi la picchiasse, la bambina più grande ha riferito che a "menarla erano tutti: Patrizia (potrebbe essere l'insegnante Patrizia Del Meglio, uno degli indagati, ndr), l'incappucciato, il marito e la maestra". In merito alle modalità con cui veniva portata a casa della maestra, la bambina ha poi riferito: "C'era un bidello che si chiamava Giulio a cui le maestre chiedevano se erano pronte le scatole. Ci mettevano lì dentro. Arrivati in palestra uscivamo dalle scatole per andare dalle maestre cattive".
(Fonte Il Tempo, Il Messaggero)
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"Dice che sono successe 'cose bruttissime' all'interno della scuola 'brutta', in una stanza in fondo, ma poi non vuole descriverle". Così l'avvocato Franco Merlino, legale di parte civile, spiega l'andamento dell'incidente probatorio con la testimonianza della seconda bambina presunta vittima di abusi all'asilo 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio, alle porte di Roma. I legali sono usciti dal Tribunale di Tivoli per pochi minuti poco prima delle 13, quando c'è stata una breve sospensione dell'udienza.Come spiega l'avvocato, la bambina ha detto che all'interno della scuola sono accadute "cose faticose. Non le voglio raccontare, se le sente mia madre...". Riguardo alle maestre, invece, la piccola ha finora detto che la sua si chiama Marisa. Poi avrebbe fatto riferimento al 'gioco delle statue'.
(fonti “Il Tempo, Il Messaggero, La Stampa)


Maurizio e "faceva i giochi della scuola con loro", "si mascherava da scoiattolo, mentre loro bambini si mascheravano da lupo", "i bambini vestiti da lupo dovevano inseguire lo scoiattolo e morderlo senza fargli male".Precisava che “Maurizio” era spogliato ed aveva un "pisello grosso". Apre le mani per indicare che erano tanti gli adulti a partecipare ai "giochi"- la maestra Patrizia, la bidella Cristina, la maestra Marisa, Giovanni (che descrive come persona anziana con capelli bianchi), Maurizio (che indica nella persona che sta al benzinaio) e bambini più grandi di lei che facevano "giochi brutti". Racconta che "i grandi" si tagliano con un coltello sulle braccia e il sangue che esce viene raccolto in un bicchiere e fatto bere ai bimbi, precisando che una volta l'aveva sputato perché era cattivo, ma "i grandi" l'avevano costretta a berlo. Descrive una casa grande dove si svolgevano questi giochi e due grandi cani…..


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“Continua in casa a simulare l'amplesso sessuale dicendo che è obbligata a farlo altrimenti la uccidono e che loro (i genitori) non possono guardare quel "gioco" insegnatole dalla maestra Patrizia e dagli altri "grandi": è un segreto ed ha paura che li possano uccidere ("mamma queste cose le dico solo a te e deve rimanere un segreto da non dire neanche a papà altrimenti ci uccidono", perché- così l'hanno minacciata -i "grandi" ripetendole che "loro sono tanti e forti").”..........continua su http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/118





Roberta Lerici 14 gennaio 2008-

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