martedì 29 gennaio 2008

Filmava bimbe nude, Marzola a giudizio

Udienza Preliminare

Il webmaster venne arrestato nell'agosto 2006 con l'accusa di pedopornografia minorile: nel suo computer sono state intercettate 30 mila mail. Difesa: gli avvocati intanto annunciano la richiesta di rito abbreviato

Ferrara, 28 gennaio 2008 - IL GIORNO della verità è arrivato. Oggi alle 15, davanti al giudice per le udienze preliminari Silvia Migliori, comparirà Sergio Marzola, 42 anni, di professione webmaster (organizzatore e gestore di siti internet), accusato di pornografia minorile e arrestato nell’agosto 2006 nella sua abitazione di via Pescherie Vecchie. L’imputato — da quel giorno in carcere — è difeso dagli avvocati Aldo e Francesco Andriulli: proprio ieri quest’ultimo ha annunciato che avanzerà richiesta di rito abbreviato per il suo assistito. «Ha confessato tutto — ha sempre sostenuto Andriulli — e ha cercato di dare il suo apporto, per quanto possibile, agli investigatori».

Nella casella di posta elettronica del 42enne, sono state intercettate trentamila mail e un migliaio di contatti. Il suo è stato il primo arresto in Italia di un produttore di larga scala di materiale pedopornografico. L’inchiesta Video child, diretta dai pm Nicola Proto e Filippo Di Benedetto e portata a termine dalla Squadra Mobile, che ha dato poi vita alla Koala (oltre 90 gli arresti in tutta Europa), è partita da un terrificante filmato, girato in Belgio, ma intercettato in Australia. Da quel video, della durata di 30’, dove compaiono due bimbe di 9 e 10 anni ripetutamente oggetto di abusi da parte di un uomo che le stesse chiamano «papà».

Quell’adulto, quel «papà», l’autorità belga lo conosceva molto bene, già alle cronache per una vecchia indagine denominata Hamlet legata alla pedopornografia. Così Taverne P., a luglio 2006, fu il primo a finire in cella per i ripetuti abusi sessuali sulle due figlie, entrambe con gravi problemi psichici. Dietro alla telecamera, per quel filmino, c’era Sergio Marzola. Un diploma di ragioniere, ma anche una denuncia per reati specifici del ‘99 e un licenziamento, due anni fa, da una scuola ferrarese.

Nel corso degli interrogatori è emerso che il webmaster girava per l’Europa dove cercava giovani attrici, tutte under 14, le quali (spesso con la connivenza della famiglie, alle quali andava un compenso fra 250 e 500 euro) venivano utilizzate per i video che poi rivendeva su internet. Nel suo appartamento di Ferrara, nelle valige già pronte per Kiev dove era pronto per trasferirsi definitivamente, sono stati sequestrati dvd, pc, centomila euro in contante, 500 capi di abbigliamento intimo per bambine e una telecamera. Per tutto questo oggi in aula si deciderà il suo futuro.
di Nicola Bianchi Il Resto del Carlino 28 gennaio 2008

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