martedì 4 dicembre 2007

LE ORGE SATANICHE : Rifugiati all’estero i bimbi dell’orrore

Adesso il magistrato vuole ascoltarli

Di Barbara Cangiano

Il fratellino più piccolo aveva solo diciotto mesi al momento degli abusi La mamma solleva un caso internazionale sui ritardi della Procura Per appurare la veridicitá di quanto raccontato dai tre fratellini, vittime di presunti abusi sessuali consumati durante orge pseudo "sataniche", e per suffragare quanto documentato negli ampi dossier dei periti, la Procura ha richiesto l’esame probatorio: il pubblico ministero, che sul caso ha aperto un fascicolo di inchiesta, ha infatti chiesto di ascoltare direttamente i minori coinvolti nell’inquietante vicenda. Ma l’accertamento giudiziario rischia di saltare per decorrenza dei termini, che scadono a gennaio. Il pm potrebbe richiedere una proroga per evitare che l’accertamento irripetibile "scada". In caso contrario, la vicenda salernitana potrebbe letteralmente esplodere e diventare un caso internazionale. La mamma dei bambini (che all’epoca dei fatti avevano dai diciotto mesi ai sei anni) è infatti straniera ed è intenzionata ad andare fino in fondo per capire cosa sia successo ai suoi figli. E a ricorrere, se necessario, anche ad altri tribunali. La donna è pronta a investire della vicenda l’apparato giudiziario del suo Paese d’origine dove, da quando è venuta a galla la sequela dei presunti orrori che hanno visto tra le vittime i suoi bambini, si è trasferita con loro. Per portarli al riparo da sguardi e voci indiscrete. Per allontanarli da chi avrebbe abusato di loro. E per aiutarli, lontano da ricordi spiacevoli, a ricominciare daccapo e a costruirsi il proprio futuro partendo dalla ricostruzione della propria identitá minata. La donna vuole vederci chiaro. I suoi figli le hanno raccontato - e lo stesso hanno fatto a diversi periti - di incontri con adulti travestiti, verie e proprie orge, con sevizie a catena e strane pozioni da dover ingurgitare. Orrori a cui, sempre secondo il racconto dei ragazzini avrebbero partecipato il padre, altri familiari e degli amici. Tutti salernitani, appartenenti ad un ceto sociale medio-alto: liberi professionisti e commercianti, lontani dai disagi economici. Una storia difficile, combattuta a colpi di lettere di avvocati e appuntamenti in Procura, di indagini e perizie. (La Città 03 dicembre 2007)
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