lunedì 19 maggio 2008

Abusi sessuali sulla figlia minorenne - Sette anni a un autotrasportatore



Casale - 19/05/2008


Sette anni 4 mesi di reclusione. È la pena inflitta ieri in Tribunale a un autotrasportatore monferrino accusato di violenza sessuale continuata ai danni della figlia minorenne. L'uomo, che ha 46 anni - di lui non indichiamo né generalità né luogo di residenza per evitare che venga identificata la ragazzina vittima delle violenze - è stato giudicato con rito abbreviato davanti al gup Rosanna La Rosa.

Una vicenda iniziata nel 2004, quando la figlia aveva solo 15 anni, che aveva avuto il suo epilogo nel settembre scorso con l'ordinanza di custodia cautelare che aveva spedito dietro le sbarre il genitore, il quale si è sempre difeso sostenendo che si trattava di una montatura ideata dalla ex moglie: dichiarazioni rese anche davanti al giudice che lo aveva interrogato in carcere a Vercelli, dove si trova tuttora rinchiuso.

Un episodio maturato non in un ambiente di degrado ma in un contesto famigliare apparentemente normale. Stando agli elementi acquisiti dagli inquirenti nel corso delle indagini, l'uomo avrebbe abusato della figlia in modo sistematico, avendo con lei rapporti sessuali completi. Diviso da alcuni anni dalla moglie, l'autotrasportatore, una volta al mese, come da accordi stabiliti dal Tribunale in fase di separazione, passava il fine settimana con i tre figli che erano stati affidati alla madre. Proprio durante questi momenti l'uomo, secondo l'accusa, avrebbe costretto la ragazzina ad avere rapporti intimi con lui, allontanando i fratelli con una scusa in modo da rimanere soli. La giovane avrebbe sempre taciuto la situazione alla madre, chiudendosi in sé, maturando nel contempo un rapporto di amore odio nei confronti del genitore.

Il primo ad accorgersi che quella ragazza custodiva un terribile segreto era stato, circa un anno e mezzo fa, un suo insegnante. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava e l'aveva convinta a confidarsi, invitandola a scrivergli se non avesse avuto il coraggio di esprime direttamente i suoi problemi.

E così tra la studentessa e il suo professore era iniziato un rapporto epistolare con il quale lentamente la ragazza aveva reso noto il malessere che la affliggeva. Era stata informata la madre della giovane la quale aveva spiegato di essere all'oscuro dei fatti ed era stata avviata un'indagine. Ad agosto dello scorso anno l'ultimo episodio che aveva indotto il p.m. Alessio Marangelli a chiedere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'autotrasportatore, dopo che in seguito ad incidente probatorio, erano emersi elementi positivi di accusa. Una sera l'uomo avrebbe atteso che la figlia, ora maggiorenne, rientrasse a casa e minacciandola, l'avrebbe obbligata a salire in auto con lui, costringendola poi a un rapporto orale. Il gip Enrica Bertolotto aveva accolto la richiesta del magistrato della Procura firmando il provvedimento restrittivo.

Ieri, assistito dai suoi legali - gli avvocati Pier Enrico Arduino e Paolo Panattoni di Casale e Roberto Scheda di Vercelli - è comparso all'udienza preliminare. Il p.m. Valeria Fazio ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione mentre il collegio di difesa l'assoluzione, sostenendo la mancanza di riscontri, scientifici e non, in merito alle accuse mosse all'autotrasportatore. La dott. La Rosa si è presa 45 giorni di tempo per depositare la motivazione della sentenza, contro la quale la difesa ha già annunciato ricorso in appello. Nei prossimi giorni lo stesso magistrato dovrà decidere anche in merito alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali dell'autotrasportatore.

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