di Barbara Marino/ 04/01/2008
Tre mesi dopo la trasmissione "Exit" de La7 l’alto funzionario vaticano ha celebrato per Natale nel suo paese natio. L’ha riferito "L’Adige", che rivela anche alcuni sviluppi nella vicenda e la pubblicazione del suo studio sull'omosessualità.
L’Adige, quotidiano indipendente del Trentino Alto Adige, ha raccontato, che mons. Tommaso Stenico è tornato nella sua Telve a distanza di quasi tre mesi dal terremoto, che l’ha investito dopo la messa in onda, da parte della trasmissione "Exit" di La7. Al centro, un suo incontro di metà ottobre negli uffici vaticani, ripreso con delle telecamere nascoste, con un ragazzo omosessuale conosciuto in una chat room. Da allora, mons. Stenico è sospeso dal suo incarico di capo ufficio della Congregazione per il Clero. Eppure, il diretto interessato si è sempre difeso, spiegando che sua intenzione era lavorare ad una inchiesta privata sul mondo dell'omosessualità, finalizzata alla pubblicazione di un libro.
"Mi sono dichiarato gay per smascherare chi lo è realmente". Così, mons. Stenico aveva smentito in una lunga lettera di essere omosessuale. Spiegava di avere simulato la parte del prete gay e che avrebbe fatto, in base alla sua definizione, il "ladro tra ladri", per smascherare i veri omosessuali nel tentativo di "redimere le vittime" e, soprattutto, per dare il proprio contributo contro la campagna montante sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.
Come di consueto, per l’occasione delle festività natalizie, mons. Tommaso Stenico è tornato a Telve, il suo paese di origine. Ha celebrato sia la Santa Messa della Notte, che quella del Giorno di Natale. Nelle sue omelie non ha accennato le sue vicende personali. "C’è stato solo qualche passaggio per ringraziare le persone che gli sono rimaste accanto. Per il resto - prosegue Attilio Pedenzini il suo racconto su L’Adige, dal titolo Chiesa zeppa con monsignor Stenico - la brillante oratoria di sempre a servizio dei significati più spirituali ed evangelici del Natale, senza nemmeno gli usuali spunti di discussione che l'argomentare mai scontato di Tommaso Stenico lascia solitamente ai fedeli. Che il monsignore fosse emozionato e un po' ‘sottotono’ è stato notato dalle tantissime persone che nella notte di Natale hanno affollato la parrocchiale di Santa Maria Assunta".
"Mai una chiesa così piena - ha confermato a L’Adige il parroco don Franco Torresani, che in un certo senso a cose fatte tira un sospiro di sollievo -. È andata bene. Temevo una fuga dalla chiesa che in realtà non c'è stata. Da parte mia non posso e non voglio assolvere o condannare, non siamo a un processo, ma ho a cuore l'unità e la concordia in paese. Da sempre mons. Tommaso torna in occasione delle festività e io non potevo certo impedirgli di celebrare Messa, anzi, l'ho fatto volentieri".
Durante la sua permanenza a Telve, mons. Stenico ha celebrato la Santa Messe anche il 27 dicembre (alle ore 9.30 a Telve di Sopra) e incontrato i suoi concittadini al teatro oratorio don Bosco, il 28 dicembre alle ore 20. "Vista la sua preparazione e la sua esperienza in Vaticano - ha spiegato don Franco a L’Adige -, abbiamo pensato di chiedergli di illustrare i contenuti della ‘Spe salvi’, la recente enciclica di Benedetto XVI".
Prima di Natale, racconta Attilio Pedenzini sulle pagine per la Valsugana e Primiero del quotidiano L’Adige, quando in paese era girata la notizia dell'imminente ritorno di mons. Stenico, si era alzata qualche voce scandalizzata di chi si dichiarava pronto a rinunciare alla Messa di Natale se a celebrarla fosse stato lui. "In realtà - ha confermato don Franco - solo una sparuta pattuglia di tre o quattro persone ha lasciato la chiesa all'apparire del monsignore e la tanto temuta diserzione di massa non c'è stata".
A Telve sono state raccolte anche alcune voci dissidenti, come riferisce sempre L’Adige nella sua versione telematica. Ne riportiamo due: "Uno si impegna nella povertà, nell'accettazione dei più deboli, nel donare una coperta a chi ne è privo, tutti coloro che ormai interpretano il Vangelo come scritto, entrano in chiesa per la Messa di Natale e chi ti ritrovi a raccontarti di umiltà e povertà di spirito? Un funzionario vaticano indagato per vicende quantomeno poco chiare e dunque torbide che tutto può rappresentare ,dalla bellezza, alla raffinatezza, alla nobiltà, ma di messaggi cristiani originali quali mai potrà citare per coerenza e con coerenza. Attenti con facili definizioni ‘4 atei’ e ‘a parte’ ... visto che poi l'alto prelato ha ‘discusso con le genti’ sull'ultima enciclica papale, che è scritta molto ‘semplicisticamente’ da preferirle sicuramente in necessità e per necessità la verità del Vangelo di Cristo". Un altro lettore scrive: "Monsignor Tommaso ha peccato, eppure è stato riammesso nelle fila dei suoi simili (siano essi preti o compaesani). Mi chiedo allora perché altre persone che hanno ‘peccato’ (separati, divorziati, per esempio) non possano essere riammessi all'interno delle chiese, delle parrocchie e delle persone di Chiesa (preti e parrocchiani). Se perdono deve essere perché fare discriminazioni? In base a che cosa? Ciò dimostra ancora una volta l' ipocrisia dilagante che (purtroppo) caratterizza la Chiesa dei nostri giorni, dove o sei ‘dei loro’ o non sei nessuno ora e sempre. Speriamo che Colui che è nato due giorni fa non la pensi proprio così".
Intanto, Attilio Pedenzini nel suo articolo su L’Adige svela anche alcuni sviluppi nella faccenda che riguarda l’alto funzionario vaticano sospeso: "Il 7 dicembre Tommaso Stenico sarebbe apparso di fronte alla commissione incaricata di indagare sulla vicenda portata all'interesse nazionale dalla trasmissione di Ilaria D'Amico, mentre per quanto riguarda l'annunciata pubblicazione del suo studio sull'omosessualità pare siano già in fase avanzata i contatti con una casa editrice".
Nella foto: mons. Tommaso Stenico nel suo ufficio in Vaticano, prima della sospensione dal suo incarico di capo ufficio della Congregazione per il Clero, mentre è in corso l’inchiesta vaticana sul caso della trasmissione "Exit" de La7 (Foto AP Photo).
Fonte Korazym.org
Tre mesi dopo la trasmissione "Exit" de La7 l’alto funzionario vaticano ha celebrato per Natale nel suo paese natio. L’ha riferito "L’Adige", che rivela anche alcuni sviluppi nella vicenda e la pubblicazione del suo studio sull'omosessualità.
L’Adige, quotidiano indipendente del Trentino Alto Adige, ha raccontato, che mons. Tommaso Stenico è tornato nella sua Telve a distanza di quasi tre mesi dal terremoto, che l’ha investito dopo la messa in onda, da parte della trasmissione "Exit" di La7. Al centro, un suo incontro di metà ottobre negli uffici vaticani, ripreso con delle telecamere nascoste, con un ragazzo omosessuale conosciuto in una chat room. Da allora, mons. Stenico è sospeso dal suo incarico di capo ufficio della Congregazione per il Clero. Eppure, il diretto interessato si è sempre difeso, spiegando che sua intenzione era lavorare ad una inchiesta privata sul mondo dell'omosessualità, finalizzata alla pubblicazione di un libro.
"Mi sono dichiarato gay per smascherare chi lo è realmente". Così, mons. Stenico aveva smentito in una lunga lettera di essere omosessuale. Spiegava di avere simulato la parte del prete gay e che avrebbe fatto, in base alla sua definizione, il "ladro tra ladri", per smascherare i veri omosessuali nel tentativo di "redimere le vittime" e, soprattutto, per dare il proprio contributo contro la campagna montante sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.
Come di consueto, per l’occasione delle festività natalizie, mons. Tommaso Stenico è tornato a Telve, il suo paese di origine. Ha celebrato sia la Santa Messa della Notte, che quella del Giorno di Natale. Nelle sue omelie non ha accennato le sue vicende personali. "C’è stato solo qualche passaggio per ringraziare le persone che gli sono rimaste accanto. Per il resto - prosegue Attilio Pedenzini il suo racconto su L’Adige, dal titolo Chiesa zeppa con monsignor Stenico - la brillante oratoria di sempre a servizio dei significati più spirituali ed evangelici del Natale, senza nemmeno gli usuali spunti di discussione che l'argomentare mai scontato di Tommaso Stenico lascia solitamente ai fedeli. Che il monsignore fosse emozionato e un po' ‘sottotono’ è stato notato dalle tantissime persone che nella notte di Natale hanno affollato la parrocchiale di Santa Maria Assunta".
"Mai una chiesa così piena - ha confermato a L’Adige il parroco don Franco Torresani, che in un certo senso a cose fatte tira un sospiro di sollievo -. È andata bene. Temevo una fuga dalla chiesa che in realtà non c'è stata. Da parte mia non posso e non voglio assolvere o condannare, non siamo a un processo, ma ho a cuore l'unità e la concordia in paese. Da sempre mons. Tommaso torna in occasione delle festività e io non potevo certo impedirgli di celebrare Messa, anzi, l'ho fatto volentieri".
Durante la sua permanenza a Telve, mons. Stenico ha celebrato la Santa Messe anche il 27 dicembre (alle ore 9.30 a Telve di Sopra) e incontrato i suoi concittadini al teatro oratorio don Bosco, il 28 dicembre alle ore 20. "Vista la sua preparazione e la sua esperienza in Vaticano - ha spiegato don Franco a L’Adige -, abbiamo pensato di chiedergli di illustrare i contenuti della ‘Spe salvi’, la recente enciclica di Benedetto XVI".
Prima di Natale, racconta Attilio Pedenzini sulle pagine per la Valsugana e Primiero del quotidiano L’Adige, quando in paese era girata la notizia dell'imminente ritorno di mons. Stenico, si era alzata qualche voce scandalizzata di chi si dichiarava pronto a rinunciare alla Messa di Natale se a celebrarla fosse stato lui. "In realtà - ha confermato don Franco - solo una sparuta pattuglia di tre o quattro persone ha lasciato la chiesa all'apparire del monsignore e la tanto temuta diserzione di massa non c'è stata".
A Telve sono state raccolte anche alcune voci dissidenti, come riferisce sempre L’Adige nella sua versione telematica. Ne riportiamo due: "Uno si impegna nella povertà, nell'accettazione dei più deboli, nel donare una coperta a chi ne è privo, tutti coloro che ormai interpretano il Vangelo come scritto, entrano in chiesa per la Messa di Natale e chi ti ritrovi a raccontarti di umiltà e povertà di spirito? Un funzionario vaticano indagato per vicende quantomeno poco chiare e dunque torbide che tutto può rappresentare ,dalla bellezza, alla raffinatezza, alla nobiltà, ma di messaggi cristiani originali quali mai potrà citare per coerenza e con coerenza. Attenti con facili definizioni ‘4 atei’ e ‘a parte’ ... visto che poi l'alto prelato ha ‘discusso con le genti’ sull'ultima enciclica papale, che è scritta molto ‘semplicisticamente’ da preferirle sicuramente in necessità e per necessità la verità del Vangelo di Cristo". Un altro lettore scrive: "Monsignor Tommaso ha peccato, eppure è stato riammesso nelle fila dei suoi simili (siano essi preti o compaesani). Mi chiedo allora perché altre persone che hanno ‘peccato’ (separati, divorziati, per esempio) non possano essere riammessi all'interno delle chiese, delle parrocchie e delle persone di Chiesa (preti e parrocchiani). Se perdono deve essere perché fare discriminazioni? In base a che cosa? Ciò dimostra ancora una volta l' ipocrisia dilagante che (purtroppo) caratterizza la Chiesa dei nostri giorni, dove o sei ‘dei loro’ o non sei nessuno ora e sempre. Speriamo che Colui che è nato due giorni fa non la pensi proprio così".
Intanto, Attilio Pedenzini nel suo articolo su L’Adige svela anche alcuni sviluppi nella faccenda che riguarda l’alto funzionario vaticano sospeso: "Il 7 dicembre Tommaso Stenico sarebbe apparso di fronte alla commissione incaricata di indagare sulla vicenda portata all'interesse nazionale dalla trasmissione di Ilaria D'Amico, mentre per quanto riguarda l'annunciata pubblicazione del suo studio sull'omosessualità pare siano già in fase avanzata i contatti con una casa editrice".
Nella foto: mons. Tommaso Stenico nel suo ufficio in Vaticano, prima della sospensione dal suo incarico di capo ufficio della Congregazione per il Clero, mentre è in corso l’inchiesta vaticana sul caso della trasmissione "Exit" de La7 (Foto AP Photo).
Fonte Korazym.org
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