Tutto era nato dopo una segnalazione dalla scuola frequentata dalla ragazzina.
La sentenza verrà emessa il 31 gennaio
Piacenza - Sei anni e quattro mesi. Il pubblico ministero Gilberto Casari non ha dubbi: il 53enne campano accusato di violenza sessuale nei confronti dei suoi figli, l'ultima dei quali diversamente abile, è colpevole. Lo ha ripetuto ieri mattina davanti al giudice Gianandrea Bussi nel corso della circostanziata requisitoria che ha ripercorso le tappe di una scabrosa vicenda puntando il dito soprattutto sul comportamento del padre nei confronti della figlia disabile. Comportamento in cui, secondo il pubblico ministero, sono ravvisabili gli elementi costitutivi del reato di violenza sessuale.
Il dottor Casari ha sottolineato come la vicenda abbia preso avvio da segnalazioni che sono arrivare dal mondo scolastico. In particolare nel 2001 alcuni operatori che si occupavano della ragazzina disabile si sarebbero accorti dai comportamenti di quest'ultima che c'era qualcosa che non andava. A quel punto era scattata una segnalazione a cui erano seguite indagini concluse con l'arresto del padre della giovane. Secondo il rappresentante dell'accusa gli elementi nei confronti del padre sono stati provati nel corso delle udienze davanti al giudice.
Gli investigatori della questura di Piacenza erano arrivati all'imputato, che dalla Germania si era trasferito in un paese della Bassa Piacentina, dopo un'accurata e complessa indagine. L'uomo avrebbe compiuto molestie sessuali per un lunghissimo arco temporale. Gli anni di orrore ai danni dei tre figli avuti dal primo matrimonio sarebbero compresi dal 1973 al 1992. Secondo l'accusa dopo venti anni di molestie in Germania, cadute in prescrizione, l'uomo si sarebbe trasferito in Italia e anche in questo nucleo famigliare avrebbe perpetrato pesanti molestie sessuali.
Un'indagine coordinata dal pubblico ministero Casari che ha sempre creduto nella possibilità di imputare al sospettato almeno le violenze inflitte all'ultimo dei suoi figli. Se infatti l'imputato credeva ormai di essere sfuggito alla giustizia perché i reati a lui contestati sarebbero stati commessi in Germania ed erano ormai caduti in prescrizione, almeno per l'Italia, per le violenze ai danni della figlia più giovane non avrebbe potuto usufruire della prescrizione.
Ed è stata infatti proprio quest'ultima, oggi 18enne, a riferire le violenze sessuali subite: per il genitore era quindi scattato l'arresto. Il 53enne si professa innocente, secondo lui si tratterebbe di una montatura messa in piedi di sua moglie. Il prossimo 31 gennaio prenderanno la parola l'avvocato di parte civile Elena Abbate e Lorenza Dordoni, difensore dell'imputato. Il giudice pronuncerà quindi la sentenza. Anche ieri mattina il 53enne era presente in aula scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Fulvio Ferrari libertà 22 gennaio 2008
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