giovedì 31 gennaio 2008

Pedopornografia, denunciato un deejay di Oderzo

San Donà. L’indagine dei militari ora punta a scoprire eventuali complici

Giovanni Cagnassi
Vendeva i film e i file in discoteca. La Finanza ne sequestra un migliaio SAN DONA’. Pedopornografia, nei guai un 35enne dj di Oderzo. I militari della Guardia di finanza di San Donà lo hanno stanato tra le maglie della rete di internet, ascoltando «soffiate» e segnalazioni nell’attività investigativa mirata inizialmente al contrasto del fenomeno della pirateria audiovisiva e dei diritti d’autore. Mentre cercavano cd taroccati e altro materiale riprodotto illegalmente o «prelevato» dalla rete, si sono imbattuti in immagini raccapriccianti.
Così, attraverso una sofisticata azione di intelligence, sono risaliti ad un noto dj di Oderzo, per ora deferito all’autorità giudiziaria per detenzione di materiale informatico destinato alla vendita.
Hanno anche perquisito la sua casa e i luoghi di lavoro, dove hanno sequestrato 4 computer e 2.500 supporti informatici, serviti al dj per la duplicazione abusiva dei circa 1000 film venduti poi on line. I suoi scratch al mixer attualizzati con i moderni sistemi di pitch control e jog wheel, ovvero moderni strumenti utilizzati dai dj in consolle, gli consentivano una vendita diretta ai numerosi frequentatori dei locali presso i quali lavorava. Per questo le indagini si sono allargate a tutto il territorio nella provincia trevigiana, poi in quella veneziana fino al Basso Piave.
Certe vergognose immagini, che hanno fatto rabbrividire gli stessi finanzieri, coordinati dal capitano Francesco Mirarchi, circolavano dunque anche tra amici e «clienti» delle discoteche e discobar in cui lavorava. Si rifornivano da lui per questo materiale pericoloso e non facile da reperire.
Dall’esame attento e meticoloso del materiale sequestrato, i militari delle fiamme gialle hanno ricostruito un vasto archivio di oltre 200 file pedopornografici che risultavano in suo possesso. Tutte fotografie, immagini e video che ritraevano minori nudi, coinvolti in atti sessuali con altri minori o degli adulti.
Erano furbescamente memorizzati in sottocartelle per cercare di nasconderne l’origine ed evitare problemi o domande pericolose di curiosi. Il dj di Oderzo, 35 anni, è dunque responsabile anche del reato di detenzione di materiale pedopornografico. Le indagini comunque sono ancora in corso e potrebbero dare sviluppi clamorosi.
I finanzieri adesso vogliono raggiungere quel cerchio segreto di persone attratte da una simile pornografia che non esita a sfruttare o obbligare bambini innocenti, con consenguenze fisiche e psicologiche spesso molto gravi e destinate a segnare l’intera vita della vittima.
(La Nuova Venezia 31 gennaio 2008)

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