giovedì 31 gennaio 2008

Pedofilia online, in 5 anni aumentata del 131%

Solo nell'ultimo anno le segnalazioni sono state 39.418


Rapporto di Telefono Arcobaleno: l'Europa è ormai l’epicentro assoluto di questo crimine, lo scenario dove si consumano in maniera prevalente tutti i passaggi del pedobusiness. E l’Italia fra i maggiori consumatori


Roma, 31 gen. - (Adnkronos/Ign) - La pedofilia on line ha subito negli ultimi cinque anni un incremento del 131%. Solo nell'ultimo anno le segnalazioni sono state 39.418. E l’Europa è ormai l’epicentro assoluto di questo crimine e lo scenario dove si consumano in maniera prevalente tutti i passaggi dell’industria pedofila. E' quanto emerge dal rapporto sulla pedofilia on line 2007 dell'Osservatorio Internazionale di 'Telefono Arcobaleno'.

''Solo nell'ultimo anno - spiega spiega Giovanni Arena, presidente dell'associazione - abbiamo fatto più di 3000 segnalazioni al mese, con punte di oltre 300 in un solo giorno. Particolarmente aggressiva è risultata la presenza, nel 2007, di più di 7000 siti legati al pedobusiness''.

Il dato che emerge in modo preoccupante è che la pedofilia on line risulta essere un crimine prevalentemente europeo. Il 92% dei bambini sfruttati è di razza europea, così come è di razza europea il 61% dei clienti e dei consumatori della pedofilia on line. E ancora, l'86% dei materiali pedofili rilevati in rete è allocato in territorio europeo e il 52% dei siti Internet legati al pedo-business sono in Europa.

"Un altro dato preoccupante e al quale dovrebbe essere riservata la massima attenzione -sottolinea Arena - è che l'Italia, pur non ospitando più dal 2003 siti contenenti materiali pedopornografici, risulta essere tra i Paesi maggiormente coinvolti sul fronte della domanda di materiali illegali e quindi della fruizione e dell'acquisto degli stessi''.

''Nota positiva -continua il Presidente- è che Telefono Arcobaleno nell'anno appena passato, ha ottenuto, con la sua attività di contrasto, una percentuale di chiusura dei siti segnalati del 99,01%, abbattendo la percentuale di 'siti pedofili resistenti' o critici dal 3,8% del 2003 allo 0,99% del 2007''.

Trediecenne violentata da un operaio: fugge buttandosi in una scarpata

VICENZA (31 gennaio) - Un operaio vicentino di 44 anni è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di aver violentato una ragazzina di 13 anni che aveva condotto in un luogo appartato, sulle colline sopra Marostica (Vicenza), dopo averla fatta salire con uno stratagemma sulla propria auto.

La ragazza era stata raccolta ieri sera sulla strada da un automobilista, lacera, ferita e sotto choc; era riuscita a fuggire dal suo aguzzino buttandosi lungo una scarpata erbosa.

L'aggressore non l'aveva più trovata per il buio. L'uomo in stato di fermo, con l'accusa di violenza sessuale aggravata dall'uso di un coltello, è Antonio Bombieri, originario del bassanese, residente ad Arsiè (Belluno); ai carabinieri, che l'hanno prelevato in casa la scorsa notte, ha negato ogni responsabilità. La 13enne ha però riconosciuto una foto di Bompieri come quella del suo violentatore.

Pedofilia Online, lo scandaloso primato dell'Europa

Il rapporto dell’Osservatorio Internazionale di Telefono Arcobaleno. In 5 anni un incremento del 131%. 39.418 segnalazioni nell’ultimo anno. All'europa il triste primato di essere l’epicentro assoluto di questo riprovevole fenomeno e all'Italia quello di essere tra i Paesi maggiormente coinvolti sul fronte della domanda di materiali illegali.
Telefono Arcobaleno, l’Associazione che da ormai dodici anni lotta al fianco delle polizie nazionali e internazionali contro la pedofilia e la pedopornografia in internet, presenta oggi il rapporto sulla pedofilia on line relativo all’ultimo quinquennio 2003/2007.
Il rapporto rappresenta la dinamica quantitativa e qualitativa della pedofilia on line, una mappatura aggiornata della complessa e stratificata comunità pedofila in ogni sua articolazione.
Solo nell’ultimo anno Telefono Arcobaleno ha fatto più di 3000 segnalazioni al mese, con punte di oltre 300 in un solo giorno. Particolarmente aggressiva è risultata la presenza, nel 2007, di più di 7000 siti legati al pedobusiness.
Il dato che emerge in modo preoccupante è che la pedofilia on line risulta essere un crimine prevalentemente europeo
- Il 92% dei bambini sfrutttati è di razza europea
- Il 61% dei clienti e dei consumatori della pedofilia on line è europeo
- L’86% dei materiali pedofili rilevati in rete è allocato in territorio europeo
- Il 52% dei siti internet legati al pedobusiness è allocato in territorio europeo
"Un altro dato preoccupante e al quale dovrebbe essere riservata la massima attenzione” -sottolinea Giovanni Arena - “ è che l’Italia, pur non ospitando più dal 2003 siti contenenti materiali pedopornografici, risulta essere tra i Paesi maggiormente coinvolti sul fronte della domanda di materiali illegali e quindi della fruizione e dell’acquisto degli stessi.” “Nota positiva” continua il Presidente “è che Telefono Arcobaleno nell’anno appena passato, ha ottenuto, con la Sua attività di contrasto, una percentuale di chiusura dei siti segnalati del 99,01%, abbattendo la percentuale di “siti pedofili resistenti” o critici dal 3,8% del 2003 allo 0,99% del 2007.”
Il rapporto completo relativo alla mappatura del fenomeno pedofilo in rete nel quinquennio 2003-2007 è disponibile sul sito di Telefono Arcobaleno.

Pedopornografia, denunciato un deejay di Oderzo

San Donà. L’indagine dei militari ora punta a scoprire eventuali complici

Giovanni Cagnassi
Vendeva i film e i file in discoteca. La Finanza ne sequestra un migliaio SAN DONA’. Pedopornografia, nei guai un 35enne dj di Oderzo. I militari della Guardia di finanza di San Donà lo hanno stanato tra le maglie della rete di internet, ascoltando «soffiate» e segnalazioni nell’attività investigativa mirata inizialmente al contrasto del fenomeno della pirateria audiovisiva e dei diritti d’autore. Mentre cercavano cd taroccati e altro materiale riprodotto illegalmente o «prelevato» dalla rete, si sono imbattuti in immagini raccapriccianti.
Così, attraverso una sofisticata azione di intelligence, sono risaliti ad un noto dj di Oderzo, per ora deferito all’autorità giudiziaria per detenzione di materiale informatico destinato alla vendita.
Hanno anche perquisito la sua casa e i luoghi di lavoro, dove hanno sequestrato 4 computer e 2.500 supporti informatici, serviti al dj per la duplicazione abusiva dei circa 1000 film venduti poi on line. I suoi scratch al mixer attualizzati con i moderni sistemi di pitch control e jog wheel, ovvero moderni strumenti utilizzati dai dj in consolle, gli consentivano una vendita diretta ai numerosi frequentatori dei locali presso i quali lavorava. Per questo le indagini si sono allargate a tutto il territorio nella provincia trevigiana, poi in quella veneziana fino al Basso Piave.
Certe vergognose immagini, che hanno fatto rabbrividire gli stessi finanzieri, coordinati dal capitano Francesco Mirarchi, circolavano dunque anche tra amici e «clienti» delle discoteche e discobar in cui lavorava. Si rifornivano da lui per questo materiale pericoloso e non facile da reperire.
Dall’esame attento e meticoloso del materiale sequestrato, i militari delle fiamme gialle hanno ricostruito un vasto archivio di oltre 200 file pedopornografici che risultavano in suo possesso. Tutte fotografie, immagini e video che ritraevano minori nudi, coinvolti in atti sessuali con altri minori o degli adulti.
Erano furbescamente memorizzati in sottocartelle per cercare di nasconderne l’origine ed evitare problemi o domande pericolose di curiosi. Il dj di Oderzo, 35 anni, è dunque responsabile anche del reato di detenzione di materiale pedopornografico. Le indagini comunque sono ancora in corso e potrebbero dare sviluppi clamorosi.
I finanzieri adesso vogliono raggiungere quel cerchio segreto di persone attratte da una simile pornografia che non esita a sfruttare o obbligare bambini innocenti, con consenguenze fisiche e psicologiche spesso molto gravi e destinate a segnare l’intera vita della vittima.
(La Nuova Venezia 31 gennaio 2008)

Pedofilia - Giustiziati due sauditi

Esecuzioni in Arabia Saudita


Due uomini condannati per abusi sessuali su minore


(ANSA) - RIAD, 30 GEN - Due sauditi accusati di rapimento e abusi sessuali su minore sono stati decapitati in pubblico nei pressi della Mecca. L'esecuzione di Mohammed Hossaoui e Majid ben Jaber porta a 20 il numero delle decapitazioni annunciate in Arabia saudita dall'inizio 2008. L'anno nero e' stato il 2007, con ben 153 esecuzioni. Tra i reati per i quali e' prevista la pena capitale in Arabia Saudita ci sono il furto, l'omicidio, l'apostasia e il traffico di droga.(FOTO ARCHIVIO).
Fonte: www.abusi-pedofili.blogspot.com

Svizzera: Preti pedofili, due nuovi sospetti

Radio Svizzera di Lingua Italiana - 6 ore fa
La Chiesa cattolica ha denunciato ufficilamente, in una lettera alla giustizia friburghese, due nuovi casi di preti sospettati di pedofilia.
Mentre solo qualche giorno fa, dalla Svizzera assicuravano che non vi era nessun altro caso di pedofilia relativo alla chiesa, oggi apprendiamo che vi sarebbero altri due casi. L'articolo del portale RTSI è stato in rete fino a 10 minuti fa, poi è sparito. Non avendo fatto in tempo a salvarlo, se qualcuno lo avesse, lo pregherei di postarlo su questo sito, fra i commenti. Questo è un articolo di una settimana fa che denuncia la scoperta di un nuovo caso. Oggi apprendiamo che i nuovi casi sarebbero due.

Svizzera - Preti pedofili: emerge un nuovo caso in Romandia
Pubblicato il 23 Gennaio 2008, Mercoledì di illuminato
Nella diocesi di Losanna, Ginevra, Friborgo è emerso un nuovo caso di pedofilia. La denuncia alle autorità, che risale a lunedì, è stata fatta da monsignor Nicolas Betticher. “E’ nell’ambito di tutto ciò che viene detto in queste settimane che abbiamo ricevuto una serie di informazioni inquietanti, le quali mi hanno spinto a un simile passo”, ha affermato il vicario giudiziale al telegiornale romando. La curia non ha però voluto rivelare quale è il cantone coinvolto. Questa nuova vicenda di abuso sessuale si aggiunge a quella del frate cappuccino, venuta a galla di recente.
Fonte: Swiss TXT - 23.1.2008 09:25

Bologna, dopo litigio tra fratelli Polizia scopre materiale pedopornografico

Regioni - Emilia Romagna
La voltante è intervenuta su richiesta dei Pompieri, chiamati ad aprire una porta bloccatasi durante la lite

I filmati erano nel computer di uno dei due uomini che ha ammesso di aver scaricato tutto da internet, scagionando l'altro da qualsiasi responsabilità

Bologna, 25 gen. (Adnkronos) - Un intervento per placare una violenta lite tra fratelli ha permesso ieri sera alla polizia di Bologna di scoprire materiale pedopornografico. Verso le 19.30 una voltante e' intervenuta in via Manin su richiesta dei vigili del fuoco chiamati da uno dei due fratelli di 55 e 48 anni. Durante il litigio, infatti, uno dei due e' finito contro la porta rompendo la chiave che era nella serratura. Inevitabile a quel punto la telefonata al 115 per aprire l'infisso. In casa la polizia ha trovato pure la madre di 83 anni dei due. Mentre gli agenti cercavano di calmare il 48enne nel suo computer hanno trovato dei filmati a sfondo sessuale in cui venivano ripresi dei bambini. A quel punto il 48enne, che ha ammesso di aver scaricato tutto da internet scagionando il fratello da qualsiasi responsabilita', e' stato denunciato per detenzione di materiale pedopornografico. La polizia ha poi sequestrato il computer e i numerosi cd, cassette e dvd trovati nell'abitazione e ora posti al vaglio della polizia postale.
30 gennaio 2008

mercoledì 30 gennaio 2008

16:47 VIOLENZA SESSUALE: ABUSI SU MINORE, INIZIATO PROCESSO

16:47

(ANSA) - AOSTA, 30 GEN - Con l'audizione dei testimoni dell'accusa è iniziato questa mattina davanti al Tribunale di Aosta il processo a carico di tre giovani aostani accusati di violenza sessuale nei confronti di una minorenne. L'udienza è stato poi aggiornata al 6 febbraio per affidare l'incarico ad un perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Sotto processo ci sono due ventunenni e un ventiduenne, residneti ad Aosta e nella cintura, difesi dagli avvocati Corrado Bellora, Romano Console e Salvo Lo Greco. I fatti contestati risalgono alla notte del 22 ottobre del 2005 quando gli imputati - come sostenuto dall'accusa - avrebbero abusato di una ragazzina di 14 anni nel parcheggio di un discopub di Sarre. (ANSA).

Pedofilia:Arrestato insegnante scuola media

Un ex insegnante della Media di Moretta, Renato Maltoni, sessantenne, in pensione da alcuni anni, è stato arrestato dalla polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Torino con l’accusa di pedofilia. Una storia allarmante, con contorni da definire.Gli agenti della Pg gli hanno notificato un ordine di custodia cautelare con 35 capi d’imputazione mentre stava per vendere l’abitazione di Moretta nella quale risiedeva in via Cavour 6. Era rientrato in paese dopo una lunga permanenza in Argentina, dove da qualche tempo insegnava presso l’Escuela Italiana XXI April di Mendoza, un istituto finanziato attraverso il Consolato italiano di quella città.Le accuse nei suoi confronti sono di violenza sessuale su minori di 14 anni, di induzione alla prostituzione e di possesso di materiale pedopornografico.Già tre anni fa l’uomo era stato fermato all’aeroporto di Caselle, mentre rientrava dall’Argentina, con una trentina di filmini che lo ritraevano in atteggiamenti inequivocabili.Nei video compariva lui stesso in compagnia di bambini e ragazzini sudamericani nudi e nell’atto di subire atti sessuali.La polizia di frontiera lo aveva denunciato a piede libero.Le indagini erano poi proseguite e l’uomo era stato messo sotto stretto controllo. Le manette ai suoi polsi sono scattate proprio nel momento in cui - sentendosi evidentemente il fiato degli inquirenti sul collo – stava per trasferirsi definitivamente all’estero.Secondo quanto accertato dalla Procura di Torino questo rappresenterebbe il secondo caso di un italiano dedito alla turpe pratica del cosiddetto “turismo sessuale” con bambini del Terzo Mondo.Le mete preferite dall’accusato, che rischia fino a 30 anni di carcere, sarebbero stati, come documentano i timbri sul suo passaporto, in particolare i Paesi del Sud America: Brasile, Colombia, Ecuador e Paraguay.Ancora da chiarire esattamente il ruolo che il Maltoni aveva nella scuola di Mendoza, dove l’insegnante era a contatto con centinaia di bambini e ragazzi, di età compresa tra i 3 e i 14 anni.É probabile che gli inquirenti italiani, per saperne di più, intendano richiedere anche la collaborazione delle autorità giudiziarie argentine.

martedì 29 gennaio 2008

OMICIDIO GEUSA: CASSAZIONE CONFERMA ERGASTOLO A GIORNI

(AGI) - Roma, 29 gen. - Condanna all'ergastolo confermata per Giorgio Giorni, l'imprenditore edile di San Sepolcro, accusato di aver violentato e ucciso la piccola Maria Geusa, morta il 6 aprile del 2004, all'eta' di 2 anni e 7 mesi, a Citta' di Castello. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Piero Mocali, rigettando il ricorso dell'imputato contro il verdetto della Corte d'assise d'appello di Perugia pronunciato il 20 settembre 2006. Giorni, datore di lavoro del padre della piccola Maria, la mattina del 5 aprile 2004 aveva tenuto con se' la bambina, che le era stata affidata dalla mamma, Tiziana Deserto, con la quale l'uomo ha sempre detto di aver avuto una relazione. Fu proprio lui a portare Maria in ospedale, dove la piccola mori' il giorno successivo. L'imputato, pur confessando di aver provocato le lesioni che portarono la bimba alla morte, ha sempre respinto l'accusa di abusi sessuali. Anche la mamma di Maria Geusa, Tiziana Deserto e' stata condannata nel novembre scorso dalla Corte d'assise di Perugia a 15 anni (di cui tre condonati) di reclusione per concorso in omicidio e abusi sessuali. (AGI)
29 GEN 08

Omicidio Maria Geusa, pg Cassazione: confermare ergastolo a Giorgio Giorni

Per la pubblica accusa non merita neppure l'applicazione delle attenuanti generiche

L'imprenditore è accusato anche di abusi sessuali nei confronti della bambina di due anni e mezzo morta a Città di Castello nell'aprile del 2004

Perugia, 29 gen. - (Adnkronos) - Va confermato l'ergastolo a Giorgio Giorni, l'imprenditore 35enne accusato di omicidio pluri aggravato e di abusi sessuali nei confronti di Maria Geusa, la bambina di due anni e mezzo morta a Citta' di Castello nell'aprile del 2004.Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giovanni Palombarini, ai giudici della I sezione penale chiamati a decidere se confermare o meno il carcere a vita a Giorni gia' inflitto dal gip del Tribunale di Perugia il 16 novembre del 2005 e dalla Corte d'Assise d'Appello del capoluogo umbro il 20 settembre del 2006. In particolare, il pg Palombarini, nel chiedere il rigetto del ricorso presentato dalla difesa di Giorgio Giorni, nella sua requisitoria ha sottolineato come da parte del Giorni "oltre al soddisfacimento sessuale", fosse presente anche la "consapevolezza della portata letale di cio' che stava facendo". Giustamente, dunque, a modo di vedere della pubblica accusa della Cassazione i giudici di merito hanno parlato di "dolo diretto". Bocciata anche la richiesta di annullare le aggravanti viste le "modalita' crudeli", ha detto il pg con cui la piccola Maria e' stata uccisa.A modo di vedere del pg inoltre Giorgio Giorni non merita neppure l'applicazione delle attenuanti generiche in quanto il fatto che l'uomo abbia accompagnato la piccola Maria all'ospedale non e' altro che un "soccorso necessitato per evitare che si risalisse a lui visto che la bambina le era stata affidata dalla madre". La piccola Maria, infatti, era stata affidata a Giorgio Giorni dalla madre Tiziana Deserto, che aveva una relazione con lui, nella speranza che tra l'uomo e la bambina si potesse rafforzare il legame in prospettiva di una futura convivenza. Da annotare, ancora, che Tiziana Deserto, lo scorso novembre, e' stata condannata a 15 anni di reclusione, dei quali tre condonati, per concorso in omicidio e abusi sessuali.Da parte sua l'imputato Giorgio Giorni ha sempre negato di avere abusato della piccola Maria. Il verdetto e' atteso in serata.
adnkronos 29 gennaio 2008

Filmava bimbe nude, Marzola a giudizio

Udienza Preliminare

Il webmaster venne arrestato nell'agosto 2006 con l'accusa di pedopornografia minorile: nel suo computer sono state intercettate 30 mila mail. Difesa: gli avvocati intanto annunciano la richiesta di rito abbreviato

Ferrara, 28 gennaio 2008 - IL GIORNO della verità è arrivato. Oggi alle 15, davanti al giudice per le udienze preliminari Silvia Migliori, comparirà Sergio Marzola, 42 anni, di professione webmaster (organizzatore e gestore di siti internet), accusato di pornografia minorile e arrestato nell’agosto 2006 nella sua abitazione di via Pescherie Vecchie. L’imputato — da quel giorno in carcere — è difeso dagli avvocati Aldo e Francesco Andriulli: proprio ieri quest’ultimo ha annunciato che avanzerà richiesta di rito abbreviato per il suo assistito. «Ha confessato tutto — ha sempre sostenuto Andriulli — e ha cercato di dare il suo apporto, per quanto possibile, agli investigatori».

Nella casella di posta elettronica del 42enne, sono state intercettate trentamila mail e un migliaio di contatti. Il suo è stato il primo arresto in Italia di un produttore di larga scala di materiale pedopornografico. L’inchiesta Video child, diretta dai pm Nicola Proto e Filippo Di Benedetto e portata a termine dalla Squadra Mobile, che ha dato poi vita alla Koala (oltre 90 gli arresti in tutta Europa), è partita da un terrificante filmato, girato in Belgio, ma intercettato in Australia. Da quel video, della durata di 30’, dove compaiono due bimbe di 9 e 10 anni ripetutamente oggetto di abusi da parte di un uomo che le stesse chiamano «papà».

Quell’adulto, quel «papà», l’autorità belga lo conosceva molto bene, già alle cronache per una vecchia indagine denominata Hamlet legata alla pedopornografia. Così Taverne P., a luglio 2006, fu il primo a finire in cella per i ripetuti abusi sessuali sulle due figlie, entrambe con gravi problemi psichici. Dietro alla telecamera, per quel filmino, c’era Sergio Marzola. Un diploma di ragioniere, ma anche una denuncia per reati specifici del ‘99 e un licenziamento, due anni fa, da una scuola ferrarese.

Nel corso degli interrogatori è emerso che il webmaster girava per l’Europa dove cercava giovani attrici, tutte under 14, le quali (spesso con la connivenza della famiglie, alle quali andava un compenso fra 250 e 500 euro) venivano utilizzate per i video che poi rivendeva su internet. Nel suo appartamento di Ferrara, nelle valige già pronte per Kiev dove era pronto per trasferirsi definitivamente, sono stati sequestrati dvd, pc, centomila euro in contante, 500 capi di abbigliamento intimo per bambine e una telecamera. Per tutto questo oggi in aula si deciderà il suo futuro.
di Nicola Bianchi Il Resto del Carlino 28 gennaio 2008

lunedì 28 gennaio 2008

Va in carcere, ma al sesto reato

Ubriaco al volante,va in carcere
Era un mezzo miracolato, Josè Antonio Ortis Sanchez, un dominicano di 37 anni. Una condanna a due anni e sei mesi per una violenza sessuale su una tredicenne lericina. Sette mesi di carcere e poi affidamento in prova ai servizi sociali, nonostante una seconda accusa - sempre per violenza su minore - che deve essere ancora dibattuta in aula di giustizia. L’altra sera si è giocato questa misura cautelare, blanda e alternativa, per colpa di qualche bicchiere di troppo. I carabinieri spezzini lo hanno pizzicato alla guida della sua auto completamente ubriaco. Hanno segnalato l’accaduto al tribunale di sorveglianza di Massa, quello che aveva emesso la pena alternativa. Ieri i giudici l’hanno revocata: e per Sanchez si sono riaperte le porte del carcere: dovrà scontare un anno e 11 mesi di reclusione, ma fra qualche mese potrà chiedere di accedere nuovamente alle misure alternative.
Il 9 maggio 2005 Sanchez si avvicinò ad una ragazzina di 13 anni che stava percorrendo il lungomare di Lerici per andare a scuola. La fermò con una scusa, se aveva da accendere una sigaretta. Poi la prese da dietro e le palpò il seno. La teen-ager riuscì a fuggire. Andò a scuola e gli insegnanti diedero l’allarme. Grazie alla descrizione in poco tempo i carabinieri riuscirono a identificare e arrestare Sanchez, che era andato a lavorare in un cantiere edile della zona. Poi, il processo, con il patteggiamento e la condanna a due anni.
Adesso, però, per Sanchez si profilano altri guai giudiziari perchè sono in dirittura d’arrivo altre accuse per lui: quella per violenza sessuale, la seconda (anche questa sarebbe stata commessa su una ragazzina minorenne) e per altri reati di secondo piano.
Fonte: il Secolo IX 26 gennaio 2008

Padre Fedele Bisceglia: "Via Crucis" a Cosenza


Padre Fedele Bisceglia, il frate francescano rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una suora, questa sera ha effettuato una sua personale "Via crucis" attraversando, a Cosenza, il principale Corso Mazzini, sotto gli occhi incuriositi di centinaia di persone. Padre Fedele ha trascinato una pesante croce di legno, di colore bianco, per circa un chilometro, fermandosi piu' volte per pregare e per "gridare" la sua innocenza. A conclusione della "Via crucis" il frate ha letto un comunicato, per ribadire fortemente la sua innocenza sottolineando di essere calunniato. "Ho sempre rispettato tutti, soprattutto le donne - ha detto padre Fedele - questo delicato ed amabile rispetto nasce da un drammatico e dolorosissimo evento, la morte della mia giovane e cara mamma Anna. Io amo tutte le creauture, per questo ho seguito San Francesco. Amo i bambini abbandonato ed i poveri - ha concluso - che sono l'immagine di Cristo. Questo e' padre Fedele". (AGI)


Telereggio 28 gennaio 2008

Violenza sessuale sulla figlia, in manette due coniugi

Somma Lombardo - L'accusa che ha portato in carcere un uomo ed una donna è grave: tra il 2002 ed il 2005 avrebbero violentato la figlia portatrice di handicap della donna

Violenza sessuale. È l’accusa che ha portato in carcere due conviventi, 58 anni lui e 55 lei, entrambi di Somma Lombardo, per le violenze ripetute tra il 2002 e il 2005 ai danni della figlia della donna, portatrice di handicap. I due soggetti per gli stessi fatti erano già sottoposti a misure restrittive della libertà personale (lui era agli arresti domiciliari e lei aveva l’obbligo di dimora). Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati portati in carcere a Busto Arsizio e a Monza.
Fonte: Varese News 28 gennaio 2008

Stuprava una bambina di 12 anni::in manette uomo delle pulizie

MILANO (28/01/2008) - Prima di andare a scuola veniva avvicinata da quell'uomo, che abitava nella sua stessa casa, e stuprata. È finito in manette un collaboratore domestico di 42 anni accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una dodicenne straniera.L'uomo era pronto a lasciare l'Italia e raggiungere suo figlio, dodicenne, quando è stato bloccato dagli uomini del Nucleo operativo della guardia di finanza. L'operazione ribattezzata «Pollicino», coordinata dal sostituto procuratore Angelo Renna, ha portato alla convalida dell'arresto. Il quarantaduenne è rinchiuso nel carcere di San Vittore.
Fonte Cronaca Qui Milano 28 gennaio 2008

Pedofilia, a Palermo aumentano i casi di violenza sessuale su minori

Aumentano a Palermo i reati di violenza sessuale nei confronti di minori. E' uno dei dati sconcertanti che emergono dall'inaugurazione dell'anno giudiziario, in corso al Palazzo di giustizia del capoluogo siciliano. In particolare, i reati sono lievitati dai 157 del 2006 ai 194 del 2007. Si sono registrati anche 33 casi di pedofilia e di pedopornografia. E ancora, in aumento anche i casi di violenza: dai 187 dell'anno scorso ai 270 di quest'anno.
Ansa 27 gennaio 2008

domenica 27 gennaio 2008

Don Marco Cerullo, 33 anni. La sua biografia

Villa Literno, chi è il viceparroco arrestato per violenza sessuale circa due mesi fa.

Stralcio articolo Caserta Oggi:
"....Il sacerdote arrestato era stimato e benvoluto
per il suo impegno.Il religioso è stato sorpreso
in flagranza di reato dai carabinieri di Casal di
Principe tre giorni fa, mercoledì, a mezzogiorno.
Si trovava con lui mentre stava compiendo
un rapporto orale al minore...."

don Marco Cerullo, 33 anni. La sua biografia
http://www.ilmattino.it/...S.xml&type=STANDARD
Di umili origini, ma appartenente ad una famiglia di lavoratori, il giovane entra, infatti, nel seminario vescovile di Aversa per frequentare gli ultimi anni del liceo. Poi si trasferisce a Napoli, dove presso la pontificia facoltà di teologia si laurea e consegue anche una specializzazione sempre nello stesso settore.Nel 2000 l'agognata ascesa al ruolo sacerdotale, con nomina a cura del vescovo di Aversa. Immediatamente dopo, per un anno scolastico, il sacerdote rimane all'interno del seminario normanno nel ruolo di assistente spirituale dei giovani seminaristi che frequentano le scuole medie ed il liceo-ginnasio presso la struttura religiosa aversana. Subito dopo passa come vice parroco presso la parrocchia principale del proprio paese di nascita, quella dedicata a San Tammaro.Accanto a questo anche l'impegno come insegnante di religione presso l'istituto onnicomprensivo (un istituto che comprende tutte le classi dalle materne alle medie inferiori) di Villa Literno.

PEDOFILIA: CONDANNA DEFINITIVA PER AGRICOLTORE PINEROLESE

(ANSA) - PINEROLO (TORINO), 25 GEN -
Un anziano agricoltore di 77 anni, condannato nel 2005
a 7 anni e 8 mesi per pedofilia, dovra' ora scontare la sua
pena, dopo che la sentenza e' diventata esecutiva.
La vicenda risale a otto anni fa: Romano Ainardi di Cavour
spesso trascorreva alcune ore della giornata con una bimba di
otto anni, che lo considerava come un nonno. Neppure i
genitori si erano mai accorti degli abusi sulla loro figlioletta,
ma la situazione non era sfuggita alle maestre che avevano
capito che qualcosa non andava ed avevano avvertito
l'assistente sociale.
L'uomo e' stato rinchiuso nel carcere di Saluzzo. (ANSA).

Pedofilia: Asilo Vallo della Lucania, chiesto rinvio a giudizio per suor Soledad

PEDOFILIA:VALLO LUCANIA,CHIESTO GIUDIZIO PER SUORA PERUVIANA

(ANSA) - VALLO DELLA LUCANIA (SALERNO),
25 GEN - Rinvio a giudizio per Suor Soledad, archiviazione per gli altri indagati.
Queste le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di
Vallo della Lucania al Gip del Tribunale vallese a proposito
dell'inchiesta su un presunto giro di pedofilia nel piccolo
centro cilentano.

Al centro delle indagini, avviate due anni fa, la suora
peruviana Carmen Verde Bazan, di 25 anni, nota come suor
Soledad, finita in carcere con l'accusa di violenza sessuale nei
confronti di 27 bambini tra i 3 e i 5 anni che frequentavano un
asilo di Vallo della Lucania gestito da religiose.
Richiesta di archiviazione, al contrario, per gli altri
indagati, almeno dieci, tra i quali un muratore e un fotografo
del posto; tra le ipotesi d'accusa, la prostituzione minorile,
la pornografia minorile e la detenzione di materiale
pornografico. (ANSA).

Domani la ricostruzione completa del caso su: www.bambinicoraggiosi.com

PEDOFILIA: MONS. EGGER, DON RIGGER SI DIFENDERA'

(ANSA) - BOLZANO, 24 GEN - Hansjoerg Rigger, il prete
condannato recentemente per foto pedofile su internet, si
difendera'. Lo ha detto il vescovo Wilhelm Egger.
Il vescovo ha ricordato che il prete, ''ritenendo che le
accuse non lo rendessero necessario, non aveva nemmeno
nominato un avvocato difensore''. ''Ora - ha detto Egger,
parlando in un incontro con i giornalisti in occasione
della festa di San Francesco di Sales - Rigger si e' reso
conto del diritto - dovere di difendersi''. Egger ha ricordato
che la chiesa ha adottato nei confronti del sacerdote i
provvedimenti del caso richiesti - ha detto -
dalle leggi umane e divine - e che ora e' giunto anche
il momento di una ''umana comprensione per lo stato
di depressione'' nel quale il sacerdote era caduto
dopo la condanna.
(ANSA).

Ecco la sua storia:

INSEGNANTE DI TEOLOGIA, INFLITTI UN ANNO E MEZZO DI RECLUSIONE
Fonte: L’Alto Adige
Immagini pedofile, prete condannato.
Fu denunciato due anni fa a seguito di connessioni internet con scaricamento di foto BOLZANO. Un noto sacerdote altoatesino è stato condannato ieri dal tribunale di Siracusa ad un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa) per detenzione di immagini pedopornografiche. Si tratta di don Hansjorg Rigger, decano dello studio teologico accademico di Bressanone dove è professore ordinario di «Nuovo testamento» e «Sacra scrittura». Il religioso era finito nei guai due anni fa a seguito di indagini dei carabinieri sugli scambi di materiale pedopornografico via internet. Gli inquirenti erano riusciti a individuare un sito proibito identificando e denunciando 186 utenti dotati di password d’accesso.Don Hansjorg Rigger non ha mai voluto entrare nel ruolo di indagato prima e di imputato poi. Si è sempre comportato come se l’accusa formulata dalla Procura di Siracusa non lo riguardasse, anche se aveva dovuto prendere atto che proprio sul suo computer (che all’epoca del blitz dei carabinieri era stato sequestrato) erano state rinvenute un centinaio di foto pedopornografiche, cioè di bambini e ragazzini in pose sessuali. I carabinieri del nucleo investigativo telematico erano arrivati al suo computer seguendo la connessione al sito proibito con password con contestuale «scaricamento elettronico» delle immagini. Il sito conteneva anche filmati di abusi sessuali, maltrattamenti e torture nei confronti di bambine di età compresa tra i 4 e gli 8 anni.La storia di questa complessa inchiesta condotta dalla magistratura (che ha coinvolto altri due sacerdoti italiani) non ha però mai visto il prete altoatesino impegnato a difendersi in maniera adeguata. Don Rigger non ha neppure ritenuto opportuno o necessario nominare un avvocato difensore di fiducia e non ha mai voluto presenziare ad alcuna udienza ritenendo, probabilmente, di non essere toccato dall’imputazione. In realtà tutti gli accertamenti di carattere tecnico hanno permesso di appurare che effettivamente nella memoria del computer in uso al sacerdore erano state scaricate immagini proibite. La sentenza di ieri ha accolto in pieno le richieste del procuratore aggiunto di Siracusa Giuseppe Toscano e del sostituto Antonio Nicastro. Oltre alla pena detentiva, don Rigger è stato anche condannato al pagamento di una multa di 2 mila euro. Dovrà anche risarcire il danno e le spese sostenute dall’associazione «Telefono arcobaleno» che si è costituita parte civile nel procedimento.L’inchiesta dei carabinieri era stata denominata «video prive’» ed aveva riguardato uno «stato profondo» della rete cui erano in grado di accedere soltanto gli utenti ben inseriti nei sodalizi internazionali di promozione e scambio di immagini pedopornografiche. A questo punto si attende la reazione di don Hansjorg Rigger che anche ieri non ha rilasciato alcuna dichiarazione ma che dovrà a questo punto decidere come affrontare l’eventuale processo di secondo grado. (ma.be.)(16 novembre 2007)

Ferrara abusi all'asilo: i fatti che hanno portato a processo il sacerdote anonimo

Nella storia di questo sacerdote che era legale rappresentante di un asilo in provincia di Ferrara, mi hanno colpito alcune cose. Primo: l'anno scorso le parti civili hanno citato la curia come responsabile dei danni causati dal sacerdote accusato di violenza sessuale nei confronti di una decina di bambini e la loro richiesta è stata respinta. La Curia non risponderà in solido dei danni. In un caso avvenuto in Spagna, ad esempio, e in altri casi è avvenuto il contrario.

Spagna: prete condannato per pedofilia, chiesa responsabile civile


MADRID - Il Tribunale supremo di Madrid ha condannato un prete,
di 74 anni, per aver abusato sessualmente di un minore.
Le violenze sono accadute tra il 1999 e il 2001, sia nella
casa privata del sacerdote sia all'interno della parrocchia.
Proprio per mancata vigilanza il tribunale ha dichiarato
l'Arcivescovado di Madrid responsabile civile sussidiario,
in quanto lo stesso Codice del diritto canonico esige il
controllo dei parroci della propria diocesi.
L'Arcivescovado si era rivolto al Tribunale supremo dopo la
condanna di primo grado. (Agr)


Altro aspetto che mi ha colpito è che non viene mai citato il paese in cui era l'asilo, nè il nome del sacerdote. Tutti i giornali lo chiamano "un parroco del ferrarese". E' forse l'unico caso in cui non ci sia stata una fuga di notizie.

A denunciare il prete sono state due educatrici e una cuoca. Non appena hanno sporto denuncia, il prete le ha licenziate.
Di seguito troverete alcuni articoli con tutti i particolari della ennesima triste storia.


Ferrara: sacerdote accusato di pedofilia
5 ottobre 2005
Un sacerdote 60enne è stato posto agli arresti domiciliari nella canonica della sua parrocchia, nel Ferrarese, con l'accusa di violenza sessuale. Il sacerdote, secondo quanto denunciato alla Procura da educatrici e personale scolastico, avrebbe molestato diverse bambine tra i 4 e i 6 anni che frequentano la scuola materna parrocchiale, della quale il sacerdote è responsabile. I casi sarebbero una decina.

Il sacerdote, che proviene da un paesino del Bolognese, si è professato estraneo alle accuse, dicendosi certo che, nel corso dell'interrogatorio davanto al gip, la vicenda verrà chiarita. Il sacerdote si trova ora agli arresti domiciliari, e gli è vietato qualsiasi contatto esterno, se non con la perpetua: non può nemmeno celebrare la messa.

Nel frattempo i carabinieri, che per diversi mesi hanno svolto le indagini sul caso, stanno contattando i genitori dei bimbi che frequentano l'asilo, e che finora non avrebbero sporto alcuna denuncia.

Le indagini sono iniziate infatti dopo le segnalazioni alla Procura da parte delle insegnanti che, secondo l'accusa, sarebbero addirittura state minacciate di licenziamento se avessero sporto denuncia.

fonte: http://www.agenews.it/notizia.php?c=22&in=22852



La Repubblica 5 ottobre 2005

Due educatrici e la cuoca che avevano segnalato presunti abusi
su una decina di bambine hanno impugnato i licenziamenti


Prete arrestato per atti sessuali licenzia tre dipendenti dell'asilo


Per il sacerdote, agli arresti domiciliari, chiesto il rinvio a giudizio

FERRARA - Tre dipendenti di un asilo parrocchiale sono state licenziate dopo aver accusato un sacerdote di atti sessuali su una decina di bambine. E' accaduto in un istituto della provincia di Ferrara: due educatrici e la cuoca che segnalarono per prime quei fatti sospetti sono state licenziate con una lettera firmata dallo stesso religioso.

Le due educatrici e la cuoca hanno ricevuto la lettera il 3 settembre, due giorni prima dell'apertura dell'asilo. Tutte e tre hanno però impugnato i licenziamenti e tramite il loro legale attendono la fissazione dell'udienza di conciliazione con la controparte, la curia che di fatto gestiva la struttura.

La vicenda è esplosa nel marzo scorso con l'arresto del sacerdote, di fatto gestore dell'asilo nonché rappresentante legale, che venne accusato di comportamenti, atteggiamenti e gesti ambigui che penalmente, dopo un'indagine durata mesi, si sono trasformati in un'accusa di violenza sessuale: per il prete, infatti, il pubblico ministero Filippo Di Benedetto ha chiesto il rinvio a giudizio e l'udienza preliminare è fissata per i primi di dicembre.

Il sacerdote dopo oltre sei mesi è ancora agli arresti domiciliari, ed è stato trasferito recentemente dalla canonica della parrocchia vicino all'asilo stesso in una struttura religiosa nel bolognese.

Nella lettera di licenziamento contro le tre dipendenti dell'asilo, il sacerdote scrive che "in qualità di legale rappresentante della scuola (...) a causa degli eventi imprevedibili che hanno determinato l'impossibilità di proseguire l'attività (...) e trovandosi lo stesso ancora agli arresti domiciliari, fatto da Lei ben conosciuto (...), comunica che Ella cesserà definitivamente il rapporto di lavoro".

Una "lettera beffa", secondo le tre licenziate e una decina di genitori dei bambini dell'asilo, che hanno solidarizzato con loro. Una lettera di licenziamento "frutto di una decisione presa dall'alto, mentre il sacerdote si è limitato a firmare le lettere come rappresentate legale della parrocchia", spiega il legale del religioso.

Di fatto, i licenziamenti sono stati giustificati con la cessazione da parte della parrocchia di ogni attività di gestione dell'asilo, la cui chiusura è stata scongiurata perché è stata delegata a un altro ente ferrarese, la Fondazione Braghini Rossetti.

(5 ottobre 2005)

La notizia degli arresti
Sacerdote di 60 anni gli arresti domiciliari a Ferrara con l'accusa di violenza sessuale per molestie a bambine della scuola materna. Il sacerdote, al quale sono stati concessi i 'domiciliari' nella canonica della sua parrocchia, e' il responsabile della scuola. Le indagini dei carabinieri duravano da alcuni mesi. Secondo le educatrici della scuola, il prete avrebbe rivolto attenzioni morbose su diverse bambine piccole tra i 4 e i 6 anni: i casi sarebbero una decina.

Ferrara: sacerdote accusato di pedofilia

Un sacerdote 60enne è stato posto agli arresti domiciliari nella canonica della sua parrocchia, nel Ferrarese, con l'accusa di violenza sessuale. Il sacerdote, secondo quanto denunciato alla Procura da educatrici e personale scolastico, avrebbe molestato diverse bambine tra i 4 e i 6 anni che frequentano la scuola materna parrocchiale, della quale il sacerdote è responsabile. I casi sarebbero una decina.

Il sacerdote, che proviene da un paesino del Bolognese, si è professato estraneo alle accuse, dicendosi certo che, nel corso dell'interrogatorio davanto al gip, la vicenda verrà chiarita. Il sacerdote si trova ora agli arresti domiciliari, e gli è vietato qualsiasi contatto esterno, se non con la perpetua: non può nemmeno celebrare la messa.

Nel frattempo i carabinieri, che per diversi mesi hanno svolto le indagini sul caso, stanno contattando i genitori dei bimbi che frequentano l'asilo, e che finora non avrebbero sporto alcuna denuncia.

Abusi sessuali sugli alunni dell'asilo:''Il prete accusato di violenze sessuali va assolto''

Ieri in tribunale ha parlato la difesa del sacerdote

''Il prete accusato di violenze sessuali va assolto''

Le accuse non sono fondate e l’imputato va assolto con formula piena. È la richiesta che dopo tre ore di udienza a porte chiuse l’avvocato Milena Catozzi ha chiesto per il suo assistito, il prete che gestiva negli anni passati un asilo in provincia di Ferrara e che nel marzo di due anni fa è stato accusato di violenze sessuali (atti di libidine, molestie, ma senza giungere a rapporti completi) nei confronti di alcuni bambini che gli erano affidati. Per lui il pm Filippo Di Benedetto aveva chiesto lo scorso 5 dicembre la condanna a sei anni di carcere per colui che, giusto per riportare alcune testimonianze, era stato visto infilare caramelle nelle mutandine di una bambina e averne baciato un’altra sulla bocca. Ieri pomeriggio, nell’aula B del tribunale di Ferrara, ha terminato la sua arringa l’avvocato di parte civile Carlo Bergamasco. Dopo è stato il turno della difesa, che ha ricostruito tassello per tassello dall’inizio della vicenda fino alla formulazione dell’accusa tutti i particolari che hanno portato alla formulazione delle accuse contro il prete, “smontando – sostiene l’avvocato Catozzi – tutti i capi di imputazione – che si rivelano così infondati”. Il sacerdote, 60 anni, che ora vive in una struttura religiosa del Bolognese, era stato denunciato da una educatrice che lavorava all'interno dell’organizzazione e che insieme ad altre 27 persone aveva testimoniato per l'accusa e per le parti civili nel giugno scorso, quando sono stati sentiti anche i 10 testimoni della difesa.


La prossima udienza è fissata per il 27 febbraio, alle 9, quando di fronte al tribunale collegiale (composto da Caruso, Oliva e Bighetti) parlerà l'atro avvocato della difesa, Giuseppe Pavan.

Estense.com

sabato 26 gennaio 2008

Faenza: condannato insegnante

sabato, 26 gennaio 2008

Dura condanna per il professore di 53 anni, insegnante dell’Istituto d'arte Ballardini di Faenza, accusato di violenza sessuale da una studentessa di 16 anni.
Il tribunale, dopo le indagini della Squadra Mobile, lo ha condannato a 4 anni di reclusione con l'interdizione all'insegnamento.
Il professore - secondo l’accusa - avrebbe infastidito ripetutamente la giovane con messaggi al cellulare, gesti e sguardi inequivocabili. L’insegnante, che si è sempre detto estraneo ai fatti, ha preannunciato ricorso in appello.
A suo favore le testimonianze di alcuni colleghi.

Fonte Tele 1 news

venerdì 25 gennaio 2008

SPAGNA/ 51 ARRESTI PER PEDOPORNOGRAFIA, TROVATI 1 MILIONE DI FILE

Perquisizioni a tappeto, scoperto mega archivio online
3 ore fa da APCOM


Madrid, 25 gen. (Apcom) - Una vasta operazione condotta dalla polizia spagnola in tutto il Paese ha portato all'arresto di 51 persone, accusate di possedere materiale di pornografia infantile, mentre altre ventuno risultano già indagate per corruzione di minore in un'inchiesta aperta da marzo 2006.
Le autorità spagnole hanno perquisito una settantina di abitazioni raccogliendo oltre un milione di file pedopornografici. L'inchiesta è cominciata in seguito ad un reclamo di un abitante della città di Cordova, nel sud della Spagna, che aveva scoperto involontariamente su internet delle immagini pornografiche con protagonisti dei bambini.
La Spagna ha intensificato negli ultimi anni le operazioni contro la pedofilia su internet. I suoi ricercatori specializzati utilizzano in particolare un software chiamato 'Hispalis' che permette di individuare e fornire i nomi e gli indirizzi degli internauti che si collegano sui siti porno.

La perizia psicologica con minori: tra empatia e gelida neutralità

SERVIZI GIURIDICI

Forse oggi nessuno mette più in dubbio che per giudicare un minorenne o per tutelarne i diritti e i bisogni nel corso del suo sviluppo, siano indispensabili conoscenze e risorse operative che rinviino alla psicologia. L'utilizzazione di consulenze e perizie psicologiche nei procedimenti giudiziari riguardanti minori ha avuto di recente un sensibile incremento.
Ma qual è la funzione della perizia e della consulenza tecnica?
Si pone innanzi tutto un problema terminologico: consulenza tecnica e perizia si riferiscono, rispettivamente, a istituti del processo civile e del processo penale, ma la loro funzione è sostanzialmente identica. Per capire meglio in cosa realmente si sostanzino, possiamo usare la nozione accolta nel nuovo codice di procedura penale (art. 220): "la perizia è disposta quando occorre svolgere indagini o acquisire dati o valutazioni che richiedano competenze tecniche, scientifiche o artistiche". Quindi, sia il perito che il consulente tecnico svolgono il medesimo ruolo di ausiliari del giudice.
Inoltre i compiti affidati al consulente tecnico e al perito rispondono all'esigenza di tutelare un diritto imprescindibile: il diritto alla prova, richiamato dall'art. 24 della costituzione. Dal diritto alla prova, sorge una questione di fondamentale importanza: se il giudice sia obbligato a disporre consulenza tecnica o perizia anche quando sia personalmente in possesso delle conoscenze tecniche necessarie. Per quanto riguarda il processo civile è ormai assodato che il giudice possa prescindere dalla consulenza tecnica quando in concreto abbia la capacità tecnica o scientifica necessaria. Diversa sembrerebbe essere invece la procedura seguita nel processo penale, infatti con la riforma processuale del 1995 la facoltà del giudice si trasforma in obbligo.
Naturalmente lo psicologo funge da semplice consulente, dal momento che il giudice rimane libero di attenersi, o meno, ai risultati della perizia, con l'onere però, di motivarne il dissenso, qualora la sentenza sia incompatibile con le conclusioni dell'esperto. Un simile atteggiamento di distacco da parte del giudice sicuramente non è da considerarsi illogico per il fatto che questi, prima, ricorra alla perizia, ammettendo la propria lacuna culturale, e poi, si arroga il diritto di criticarne le valutazioni. Il giudice, infatti, potrebbe adottare una posizione di opposizione nei confronti della perizia, nel caso in cui questa non soddisfi i controlli sulla legalità del procedimento, sulla correttezza dell'attività peritale, nonché nel caso in cui la ricostruzione dei fatti accolta dal perito non sia rispondente ad altre acquisizioni probatorie già accolte.
Ma l'importanza del perito psicologico risiede soprattutto nel rapporto collaborativo che necessariamente questi intreccia con il giudice. Nella giurisdizione minorile la collaborazione tra giudice e psicologo, infatti, è sempre stata molto intensa, tanto che comunemente vengono mosse ai giudici minorili infondate accuse di eccesso di psicologismo, ignorando che la legge impone loro di valorizzare al massimo gli aspetti psicologici delle vicende di cui si occupano, in quanto obiettivo del giudice è proprio l'interesse del minore. La giurisprudenza e la dottrina da tempo hanno individuato il ruolo centrale che il concetto di "interesse del minore" svolge nel diritto minorile, ma nella legge, solo in epoca recente, si rinvengono affermazioni esplicite. A tal proposito importanza decisiva riveste l'art. 147 c.c. che definisce l'interesse dei minori come "il rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni personali". Proprio per questa particolare finalità è molto difficile che il giudice possa svolgere correttamente il suo lavoro senza farsi affiancare da un consulente psicologo: il giudice è esperto di diritto, ma il diritto sostanziale e processuale che applica il giudice specializzato è prevalentemente costituito da norme che gli lasciano ampi margini di intervento. Tali modalità di intervento non possono essere normativamente predeterminate, perché variano da caso a caso, anzi da minore a minore, quindi è proprio a questo punto che diviene necessario il ruolo del consulente psicologico, chiamato ad indicare al giudice quale sia la giusta via da percorrere.
La collaborazione tra giudici e psicologi è caratterizzata da un rapporto regolamentato, non tanto da norme puntuali e precise, quanto da un rapporto dialettico tra saperi e professionalità diverse che si fonda su uno scambio di esperienze autonomamente maturate. Ciò non toglie che da tale collaborazione possano nascere delle problematiche difficilmente risolvibili, dovute alle esigenze contrastanti che caratterizzano i due tipi di prestazione. Gli psicologi sono portati a rivendicare un tipo di rapporto con il soggetto che non si discosti troppo da quello che accompagna il loro usuale tipo di intervento e le finalità cui esso tende. Si ritrovano, invece, a dover fare i conti col fatto anomalo di incontrare soggetti che non si rivolgono loro per scelta o motivazioni proprie, ma perché indotti dal giudice sotto la spada di Damocle della sua decisione. Una perizia è un'indagine, in questo caso, fondata sull'osservazione dei rapporti tra le persone, perciò, da parte di chi è osservato può essere considerata come un'invasione della propria vita privata. Quindi la situazione è diversa a seconda che l'individuo da osservare sia consenziente o meno a che qualcuno indaghi nella propria sfera intima: nel primo caso si crea un rapporto collaborativo tra cliente e operatore psicologico (in quanto è lo stesso cliente ad aver voluto e cercato tale rapporto); nel secondo caso, invece, tutto è più complicato poiché mancando il consenso manca anche la legittimazione dello psicologo ad invadere la sfera privata dell'individuo.
La situazione diventa ancora più difficile nel momento in cui il perito è chiamato ad indagare su casi di abuso nei confronti di minori, quando a dover essere ascoltato è proprio il minore. Nell'intervento penale nei casi di abuso e maltrattamento in danno a minori, infatti, gli obiettivi da perseguire sono diversi e a volte contrastanti: c'è l'interesse a garantire un giusto processo e la ricerca della verità, nonché la tutela della vittima perché non sia vittima anche nel processo.
Attualmente le regole processuali salvaguardano e considerano solo il primo di questi valori.
Si chiede al perito di adottare atteggiamenti distaccati, imparziali nell'ascoltare il minore, per evitare di influenzarlo. In realtà l'assenza di empatia nei confronti dell'osservato, sia che si tratti di un adulto sia che si tratti di un minore, può falsare, ancora di più di un atteggiamento empatico, l'esito della perizia. Nessuno confiderebbe la propria esperienza traumatica ad uno sconosciuto se questi si mostrasse freddo o distaccato. Quell'empatia, quell'atteggiamento di presa in carico che spesso viene tacciata di non neutralità o di scarsa neutralità è, al contrario, una condizione indispensabile al fine di ottenere risultati attendibili. Un atteggiamento di distanza, di assenza di empatia, di gelida neutralità, corrisponde ad un corretto atteggiamento "super partes", ma non può in alcun modo rappresentare un fattore di rassicurazione per un minore maltrattato. In molti casi la relazione che si instaura, tra colui che interroga e colui che è interrogato, è determinante ai fini della raccolta della sua testimonianza.
A volte l'assenza di empatia dell'adulto che pone le domande al testimone non è causata da insensibilità, ma dalla paura di non essere giudicati sufficientemente neutrali, da chi sta osservando dietro lo specchio unidirezionale o, anche in assenza di osservatori diretti, da un "Super Io" che pretenderebbe di non influenzare in alcun modo il testimone anche solo con un sorriso, o con rinforzi positivi. Per esempio, quante volte il magistrato, spesso consigliato dai propri ausiliari esperti in psicologia infantile, decide di condurre l'audizione protetta del testimone senza aver prima incontrato il bambino in questione, in nome di una neutralità, invocata peraltro anche dal codice di procedura penale, che sarebbe considerata una colossale sciocchezza in qualunque altro contesto in cui si debba avere a che fare con un bambino o un adolescente spaventato.
Chiunque si appresti a far raccontare ad un bambino un suo problema, anche ben meno grave di un abuso sessuale, inizierebbe col fare la sua conoscenza ed instaurare con lui una relazione che consenta al minore di potersi aprire. Nessuno psicologo immaginerebbe mai di chiedere ad un bambino a cui è morto il papà di raccontare il suo dramma nel corso dei primi minuti del primo colloquio. Eppure sembra che la psicologia giuridica sia più preoccupata di auto-tutelarsi e di tutelare lo psicologo da eventuali attacchi, che dei bisogni dei bambini e, di conseguenza, dell'accertamento della verità.
Fonte Solidarietà Salento

Pietra Ligure, quarantacinquenne accusato di pedofilia patteggia due anni

Pietra Ligure. Due anni di reclusione, pena sospesa e scarcerazione per Riccardo Rossini, 45 anni, il tecnico telefonico arrestato nel luglio dell’anno scorso dai carabinieri con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di minore. Ieri, assistito dagli avvocati Andrea Carminati e Paola Allaria, l’imputato ha deciso di patteggiare la pena. Dal momento del suo arresto, per questi mesi l’uomo è rimasto rinchiuso in carcere in quanto il pm che aveva coordinato l’indagine, il sostituto procuratore Ubaldo Pelosi, aveva negato la possibilità degli arresti domiciliari.I legali difensori hanno spiegato che il loro assistito aveva conosciuto una ragazzina di 14 anni attraverso una chat sul web, aveva tenuto i contatti con lei via internet e messaggini telefonici, quindi l’aveva incontrata nel suo laboratorio. Le perizie mediche sulla parte offesa hanno dimostrato che in quella occasione erano avvenute soltanto effusioni, non un rapporto sessuale.
IVG.IT 25 GENNAIO 2008

giovedì 24 gennaio 2008

Violenza sessuale sulla figlia monturanese finisce in carcere.

Una riflessione prima di leggere questo articolo è d'obbligo. La pena a quest'uomo riconosciuto colpevole di violenza sessuale sulla figlia minorenne, è stata ridotta in appello da 5 a 2 anni e sei mesi per "minore gravità". Ovvero sono state riconosciute delle attenuanti. Attenuanti alla violenza, che non era grave come in primo grado? Che ripensandoci non era poi tutta questa cosa? In base a quali principi una violenza viene considerata più o meno grave a seconda di chi deve giudicare?

Il Resto del Carlino 25 gennaio 2008
Arrestato dopo la sentenza d’appello. Pena ridotta da cinque anni a due anni e sei mesi. L'avvocato Andrea Tassi ha già presentato ricorso in cassazione perché la pena venga scontata con i servizi sociali

Monte Urano (Fermo), 24 gennaio 2008 - Era accusato di violenza sessuale ai danni della figlia 17enne ed finito in carcere in seguito ad un mandato emesso dalla Procura generale della Repubblica di Ancona. Stiamo parlando di G.D.C., un 60enne di Monte Urano che nel 1996 era stato denunciato dalla figlia, allora minorenne, a seguito degli abusi sessuali subiti. Ad occuparsi delle indagini, coordinate dalla Procura di Fermo, erano stati i carabinieri, che avevano minuziosamente raccolto testimonianze ed elementi utili alla ricostruzione della vicenda.
Indagini che erano state determinanti per il rinvio a giudizio dell’uomo e per il conseguente processo di primo grado che, nel 1998, si era concluso con una condanna a cinque anni. C’era stato poi il ricorso alla Corte d’Appello di Ancona, che dopo otto anni si è espressa con la riduzione della pena, accogliendo la richiesta delle attenuanti e condannando G.D.C. a due anni e sei mesi di reclusione. Nel primo pomeriggio di ieri i carabinieri di Monte Urano hanno tratto in arresto l’uomo, che è stato rinchiuso nel carcere di Fermo. "Il fatto è stato ritenuto di minore gravità – spiega il legale dell’uomo, l’avvocato Andrea Tassi – e quindi la pena ridotta. Noi però avevamo fatto istanza perché venisse scontata con i servizi sociali, ma è stata respinta. A tal proposito abbiamo già presentato ricorso in Cassazione, ma il problema è che prima di un anno non ci sarà alcun pronunciamento e, intanto, il mio assistito resterà in carcere". L’avvocato Tassi sottolinea come G.D.F. sia sempre stato descritto positivamente da tutti: "Non aveva mai avuto problemi di sorta prima della denuncia di sua figlia e anche i carabinieri hanno presentato una relazione positiva nei sui confronti. In questi anni ha prestato servizio a lungo in un’associazione di volontariato e sulla base di ciò abbiamo fatto un’altra istanza per chiedere nuovamente l’affidamento in prova ai servizi sociali".
Fabio Castori

Svizzera:Preti pedofili? Nessun altro caso pendente in Svizzzera

Querelle sulla pedofilia tra laRegioneTicino e il Giornale del Popolo

BERNA - Oltre ai due casi venuti alla luce di recente in Svizzera romanda, nessun´altra indagine nei confronti di sacerdoti sospettati di atti pedofili è attualmente in corso. È quanto emerge da un sondaggio effettuato dall´Agenzia Telegrafica Svizzera presso le sei diocesi svizzere.
Il dibattito intanto si concentra in particolare sulle direttive interne alla Chiesa cattolica, che fissano il comportamento da seguire in caso di preti sospettati di pedofilia. Le regole introdotte nel 2002 dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) prevedono che il vescovo ascolti le vittime di un presunto prete pedofilo. Se i fatti trovano conferma, al prete viene chiesto di autodenunciarsi.
Per i responsabili di una diocesi l´obbligo di denuncia alla magistratura è prevista soltanto "se esiste un forte rischio di recidiva che non può essere scongiurato in altro modo". W Müller, portavoce della CVS, non è stato in grado di dire oggi se le autorità ecclesiastiche intendano introdurre direttive più vincolanti su questo argomento. "Sono forse necessarie formulazioni più chiare", ha ammesso Müller. "Ma prima di deciderle, dobbiamo esaminare i casi recenti".
Il vicario generale giudiziario della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, Nicolas Betticher, aveva reso pubblico ieri il caso di un prete della sua diocesi che è stato denunciato alla magistratura per sospetti di pedofilia. Betticher non ha però reso noto altri particolari.
L´altro caso, di cui la stampa ha riferito nelle ultime settimane, riguarda un prete pedofilo di 67 anni che attualmente vive nel convento di Montcroix a Delémont (JU). Il sacerdote, che è ritornato in Svizzera nel 2005, è indagato dalla magistratura giurassiana ed ha ammesso palpeggiamenti a carattere sessuale commessi nel 1992 in Francia, nella regione di Grenoble, su un suo nipote di 12 anni. Il religioso ha inoltre confessato di aver abusato di un ragazzino di dieci anni a Lully (FR) nel periodo 1985/1986. Per questo motivo era stato trasferito in Francia

Savona, udienza preliminare per il tecnico telefonico accusato di pedofilia

Savona. E’ fissata per oggi l’udienza preliminare del procedimento a carico di Riccardo Rossini, il tecnico telefonico di 45 anni, residente a Pietra Ligure, finito agli arresti con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale su due minori. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Albenga e della stazione pietrese, l’uomo avrebbe intrattenuto rapporti con ragazzine al di sotto dei 14 anni, in particolare due, di cui avrebbe abusato. I militari la scorsa estate hanno effettuato una perquisizione nella sua abitazione sequestrando i telefoni che utilizzava per chiamare le ragazzine e un computer dove erano custodite una serie di immagini pornografiche. Era quindi scattato l’arresto in flagranza.Tutto il materiale sequestrato è passato al vaglio degli specialisti del Ris di Parma. La posizione dell’imputato dipende dagli accertamenti, tesi a chiarire la natura dei rapporti avuti con le minorenni e se le immagini e i filmati pedopornografici rinvenuti nel computer fossero destinati anche alla distribuzione in rete. Rossini viveva da solo in un’abitazione di Pietra Ligure. La sua famiglia, conosciuta e stimata nel comprensorio, è completamente estranea alla vicenda.
Fonte www.ivg.it

mercoledì 23 gennaio 2008

Palermo: colpo di scena al processo contro padre Turturro

I tre ragazzi che avevano accusato padre Paolo Turturro hanno fatto marcia indietro al processo. I tre, nel corso delle indagini condotte sull’ex parroco della chiesa di Santa Lucia a Palermo nel quartiere del Borgo Vecchio, ora imputato per violenza sessuale, avevano accusato il parroco di aver perpetrato delle violenze ai danni di due ragazzini. I ragazzi, interrogati ieri mattina dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo hanno negato tutto quello che avevano precedentemente dichiarato al pubblico ministero Alessia Sinatra, quattro anni fa.
Non è la prima volta che nel processo dell’ex parroco, si verificano ritrattazioni da parte di persone che avevano precedentemente deposto per l’accusa durante le indagini.
Durante l’inchiesta i tre testimoni avevano confermato le dichiarazioni dei due ragazzini che sarebbero stati vittime delle violenze. Non erano testi oculari ma coetanei delle due presunte vittime che avevano ricevuto le confidenze dei due amici. Ieri mattina i testi hanno detto di non aver mai ricevuto le confidenze intime dei loro compagni e di fronte alle contestazioni del pm hanno detto di essere stati fraintesi quattro anni fa o, addirittura, di non aver mai dichiaro quanto era scritto, invece, nei verbali.
A Turturro sono contestati due fatti: un abuso vero e proprio e un contatto sessuale che all’epoca dei fatti la legge definiva come atto di libidine (un bacio intimo). I protagonisti delle vicende, vittime e testi, vivono ancora quasi tutti al Borgo Vecchio.
Eco matrix 23 / 01 / 2008

ARRESTI DOMICILIARI PER LO SCICLITANO PALLAVICINO



Inserita il 23/01/2008 alle ore 22.36.24 F

onte: Saro Cannizzaro

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, ha accolto la richiesta dell'avvocato Francesco Riccotti, difensore del principale indagato del gruppo di "nonnini", arrestati la scorsa settimana dai Carabinieri della Compagnia di Modica con la pesante accusa di violenza sessuale su una ventiduenne minorata psichica. Il magistrato inquirente ha, infatti, concesso gli arresti domiciliari a Guglielmo Pallavicino, 61 anni, il proprietario del negozio di fiori e piante dove si sarebbe consumata, secondo le indagini, la prima violenza. L'uomo, com'è noto, non si era trincerato come Giovanni Borsa e Vincenzo Mirabella, entrambi di 76 anni; Antonino Magro, 75 anni, Antonino Fidone, 79 anni, dietro il silenzio. Aveva dato la sua versione e questo, certamente, avrà influito sulla decisione assunta dal Gip. Anche il più anziano di tutti, Giovanni Trovato, ottantatreenne, aveva risposto alle domande del giudice, respingendo ogni accusa. Oltre che dall'avvocato Riccotti, la linea difensiva è costituita dagli avvocati Pino Pitrolo, Matteo Gentile, Raffaele Rossino e Alessandro Settinieri. Martedì prossimo, intanto, si celebrerà l'udienza di riesame davanti al Tribunale di Catania. A questo punto, i sei arrestati sono tutti ai domiciliari visto che anche l'unico che avevano dovuto varcare il cancello dell'Istituto Penitenziario di Modica Alta è potuto tornare a casa. Le accuse complessivamente riguardano violenza sessuale aggravata, lesioni, sequestro di persona e minacce aggravate con uso di coltello.
Radio Trasmissioni Modica 23 gennaio 2008

Reggio Emilia: arrestato dai carabinieri per molestie ad una bambina

Un 42enne residente a Reggio Emilia è stato arrestato questa mattina per violenza sessuale aggravata da parte dei carabinieri della Compagnia di Guastalla che hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti e chiesto dalla pm Maria Rita Pantani.Secondo l'accusa l'uomo l'avrebbe fermata in due distinte occasioni sulle scale di casa costringendola a subire atti sessuali. La piccola ha riferito quanto le era accaduto alla mamma e la donna ha fatto partire l'inchiesta con l'aiuto dei servizi sociali.
Modena 2000 23 gennaio 2008

PEDOFILIA: MOLESTA RAGAZZINO, SETTANTENNE ARRESTATO A PERUGIA

(AGI) - Perugia, 23 gen. - Lo ha avvicinato proponendogli un incontro a casa sua dove giocare con la play station e fare l'amore. Cosi' un settantenne si e' proposto ad un ragazzino stamani a Perugia, al capolinea dell'autobus presso la stazione di piazza Partigiani. Il minore, secondo la ricostruzione dei fatti da lui stesso fornita ai carabinieri, impaurito dall'approccio, nel cercare di dileguarsi per far perdere le sue tracce ha incrociato un carabiniere della stazione di Perugia-Fortebraccio che, capita la situazione, con il supporto dei colleghi dell'aliquota radiomobile della compagnia, ha fermato l'anziano pedofilo che e' stato arrestato con l'accusa di tentata violenza sessuale a danno di minore. (AGI)

martedì 22 gennaio 2008

Belgio: condannato parroco

Notizie Ansa

L'accusa e' di stupro e attentato al pudore


(ANSA) - BRUXELLES, 22 GEN - Condannato a 5 anni di carcere il parroco Robert Borremans, riconosciuto colpevole di stupro e attentato al pudore su un minorenne. La vittima, della quale avrebbe abusato per 7 anni fra il 1994 e il 2001, era un suo figlioccio e aveva 11 anni. Il tribunale ha condannato il religioso anche all'obbligo di seguire una terapia, oltre al divieto di frequentare minorenni. Per Borremans, sospesi anche i diritti politici.

22 Gen 21:42

«Ha abusato della figlia, 6 anni e 4 mesi»

Tutto era nato dopo una segnalazione dalla scuola frequentata dalla ragazzina.
La sentenza verrà emessa il 31 gennaio

Piacenza - Sei anni e quattro mesi. Il pubblico ministero Gilberto Casari non ha dubbi: il 53enne campano accusato di violenza sessuale nei confronti dei suoi figli, l'ultima dei quali diversamente abile, è colpevole. Lo ha ripetuto ieri mattina davanti al giudice Gianandrea Bussi nel corso della circostanziata requisitoria che ha ripercorso le tappe di una scabrosa vicenda puntando il dito soprattutto sul comportamento del padre nei confronti della figlia disabile. Comportamento in cui, secondo il pubblico ministero, sono ravvisabili gli elementi costitutivi del reato di violenza sessuale.
Il dottor Casari ha sottolineato come la vicenda abbia preso avvio da segnalazioni che sono arrivare dal mondo scolastico. In particolare nel 2001 alcuni operatori che si occupavano della ragazzina disabile si sarebbero accorti dai comportamenti di quest'ultima che c'era qualcosa che non andava. A quel punto era scattata una segnalazione a cui erano seguite indagini concluse con l'arresto del padre della giovane. Secondo il rappresentante dell'accusa gli elementi nei confronti del padre sono stati provati nel corso delle udienze davanti al giudice.
Gli investigatori della questura di Piacenza erano arrivati all'imputato, che dalla Germania si era trasferito in un paese della Bassa Piacentina, dopo un'accurata e complessa indagine. L'uomo avrebbe compiuto molestie sessuali per un lunghissimo arco temporale. Gli anni di orrore ai danni dei tre figli avuti dal primo matrimonio sarebbero compresi dal 1973 al 1992. Secondo l'accusa dopo venti anni di molestie in Germania, cadute in prescrizione, l'uomo si sarebbe trasferito in Italia e anche in questo nucleo famigliare avrebbe perpetrato pesanti molestie sessuali.
Un'indagine coordinata dal pubblico ministero Casari che ha sempre creduto nella possibilità di imputare al sospettato almeno le violenze inflitte all'ultimo dei suoi figli. Se infatti l'imputato credeva ormai di essere sfuggito alla giustizia perché i reati a lui contestati sarebbero stati commessi in Germania ed erano ormai caduti in prescrizione, almeno per l'Italia, per le violenze ai danni della figlia più giovane non avrebbe potuto usufruire della prescrizione.
Ed è stata infatti proprio quest'ultima, oggi 18enne, a riferire le violenze sessuali subite: per il genitore era quindi scattato l'arresto. Il 53enne si professa innocente, secondo lui si tratterebbe di una montatura messa in piedi di sua moglie. Il prossimo 31 gennaio prenderanno la parola l'avvocato di parte civile Elena Abbate e Lorenza Dordoni, difensore dell'imputato. Il giudice pronuncerà quindi la sentenza. Anche ieri mattina il 53enne era presente in aula scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Fulvio Ferrari libertà 22 gennaio 2008

Cosenza: padre Bisceglia, Marcerò da solo con croce sulle spalle

22 Gennaio 2008, 10:56

COSENZA - Sabato prossimo, a Cosenza, "con la croce sulle spalle marcerò da solo per la giustizia e contro ogni violenza". Lo ha detto padre Fedele Bisceglia, rinviato a giudizio insieme al suo segretario Antonio Gaudio con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una suora, avvenuta nell'Oasi Francescana di Cosenza. "Sappia il mondo intero - è scritto sul manifesto del frate - che sono innocente come innocente è il mio segretario. Ovunque, anche nelle aule giudiziarie, ho udito e letto calunnie gravi, mentre pesanti silenzi hanno confermato l'ipotesi del complotto. Hanno infangato Cosenza e l'Oasi francescana, definita la più bella e funzionante struttura d'accoglienza d'Europa". Il processo per violenza sessuale inizierà l'11 marzo. (Agr)

Processo a don Mauro: in aula anche le lacrime della mamma

lunedì 21 gennaio 2008
Tanta tensione oggi in tribunale a Como nell'ennesima udienza del processo all'ex parroco di laglio, Don Mauro Stefanoni. Oggi in aula la madre del sacerdote che ha risposto alle domande del Pm e degli avvocati difensori. Non sono mancati momenti di agitazione, la donna ha avuto anche una crisi di pianto e l'udienza è stata interrotta. Sostanzialmente la donna ha difeso l'operato del figlio dicendo che il ragazzino che lo accusa di violenza sessuale era troppo ossessivo nei suoi confronti, spesso entrava in casa senza preavviso. Udienza comunque dai toni forti con i difensori che si sono battuti strenuamente per cercare di fare passare la loro tesi, spesso il presidente Bianchi ha dovuto rigettare le loro domande. Nel pomeriggio poi le dichiarazioni spontanee di Don Mauro che ha attaccato con violenza gli inquirenti che hanno condotto, a suo giudizio, in modo del tutto sbagliato le indagini sul suo conto. Qualche giorno di pausa. Si tornerà in aula il 7 febbraio quando toccherà ai testi della difesa.

Ciao Como 21 gennaio 2009

A giudizio l'ex bidello che adescava bambini a scuola

22/1/2008 (9:19)

La vicenda di abusi sessuali nei confronti di bambini delle scuole del paese, aveva provocato un vero terremoto tra le famiglie
(IVREA) TORINO
È stato rinviato a giudizio dal Gup Marta Criscuolo di ivrea l’ex bidello della Valchiusella (Torino) accusato di pedofilia. La prima udienza dibattimentale, davanti al collegio giudicante, è stata fissata per il 20 maggio. L’ imputato, che ha 36 anni, difeso dall’avvocato Ferdinando Ferrero, da 10 mesi è agli arresti domiciliari.

La vicenda di abusi sessuali nei confronti di bambini delle scuole del paese, aveva provocato un vero terremoto tra le famiglie. Contro l’operatore scolastico, che ha rassegnato le dimissioni, ci sono tre denunce circostanziate e ritenute molto attendibili dal pm Saverio Pelosi. Tre bambini, tra i sei e gli otto anni, nel novembre 2006 avevano incominciato a raccontare ai genitori le attenzioni particolari ricevute del bidello nei bagni della scuola.

I genitori hanno presentato denuncia ai carabinieri. Nel febbraio 2007 il pm ha ascoltato le piccole vittime in un’audizione protetta. Nonostante le continue dichiarazioni di innocenza da parte dell’operatore scolastico, il pm ha sempre ritenuto le testimonianze dei bambini, non solo attendibili, ma precise.
La Stampa 22 gennaio 2008

lunedì 21 gennaio 2008

PEDOFILIA, SUBITO A PROCESSO IL CRITICO D'ARTE ALESSANDRO RIVA


IL CRITICO, AGLI ARRESTI DOMICILIARI DA GIUGNO PER PRESUNTI ABUSI SU BAMBINE, HA CHIESTO IL GIUDIZIO IMMEDIATO

MILANO (21/01/2008) - Il critico d'arte Alessandro Riva, agli arresti domiciliari da giugno per presunti abusi su alcune bambine, ha chiesto il giudizio immediato e sarà processato direttamente a dibattimento.

Il processo comincerà il 6 marzo davanti alla nona sezione penale. Lo rendono noto i suoi difensori, gli avvocati Guglielmo Gulotta e Michele Gentiloni. Salta dunque l'udienza preliminare prevista per venerdì prossimo davanti al gup Paola Di Censo. Come preannunciato dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Laura Amato, i difensori hanno chiesto per l'ex collaboratore dell'assessorato comunale alla Cultura accusato di violenza sessuale aggravata il giudizio immediato, che dispone immediatamente il dibattimento saltando l'udienza preliminare.

Nel comunicato con cui avevano preannunciato questa scelta processuale, i legali scrivevano: "Il signor Riva, da oltre sei mesi ingiustamente detenuto con il divieto a conferire con chiunque, compresi i propri figli anche telefonicamente, ribadisce di essere totalmente estraneo alle accuse, e ha deciso di rinunciare all' udienza preliminare e chiedere il rito immediato per essere sottoposto, quanto prima, a un giusto processo".

Per i difensori, le accuse contestate al loro assistito sono "frutto di equivoci e pettegolezzi determinati dallo stile di vita del signor Riva - eclettico critico d'arte contemporanea - sempre espansivo e socievole con tutti". Tuttavia, i legali si dicono certi che a dibattimento "dimostrerà, con le garanzie del contradditorio, l'assoluta infondatezza delle accuse e farà emergere la propria innocenza, avendo piena fiducia dell'operato dei giudici del Tribunale di Milano".
Cronaca Qui Milano

VIOLENZA SESSUALE A SCICLI. INIZIATI GLI INTERROGATORI DEI SEI ARRESTATI.

TRE DI LORO SI AVVALGONO DELLA FACOLTA' DI NON RISPONDERE
Sono ripresi stamattina gli interrogatori delle persone accusate di aver compiuto violenza sessuale in danno della giovane minorata mentale di Scicli nello scorso mese di ottobre. Il giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, stamattina ha ascoltato Giovanni Borsa (assistito dall’avvocato Giuseppe Pitrolo), Antonio Magro (assistito dall’avvocato Teo Gentile) e Vincenzo Mirabella (assistito dall’avvocato Raffaele Gentile). I tre imputanti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; i rispettivi legali aspetteranno di conoscere le carte, tutti gli addebiti che vengono mossi nei confronti dei loro assistiti, prima di rilasciare eventualmente dichiarazioni. Il magistrato dovrà sentire ancora Antonio Fidone e Giovanni Trovato, lo farà domani pomeriggio. Anche in questo caso, probabilmente, i due imputati si avvarranno della facoltà di non rispondere. Finiti gli interrogatori i tre di oggi sono tornati agli arresti domiciliari mentre i legali hanno avanzato richiesta di riesame del provvedimento. Ad aprire gli interrogatori era stato il principale indiziato Gugliemo Pallavicino, che avrebbe, secondo l'accusa, per primo "approfittato" dalla giovane, il quale è stato ascoltato sabato mattino. Pallavicino è il solo, tra i sei arrestati che non beneficia dei domiciliari. Assistito dall'avvocato Francesco Riccotti, il Pallavicino ha respinto in maniera categorica le accuse, rispondendo ai quesiti del Gip. L’imputato ha ritenuto inverosimili, illogiche e contraddittore le accuse che gli sono mosse, Ha ammesso di conoscere la vittima perché a Scicli la conoscono tutti e perché passava spesso davanti al proprio negozio. L'avvocato Riccotti ha chiesto al magistrato inquirente la concessione dei domiciliari per il sessantunenne, nonostante abbia già proposto istanza di scarcerazione al Tribunale per il Riesame di Catania.

Vicenda prete pedofilo: conferenza vescovi

21.01.08 10:42

La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), nell'ambito della vicenda del 67enne prete pedofilo di cui la stampa elvetica ha riferito nelle ultime settimane, intende rivedere le proprie direttive interne.

Il caso è ancora poco chiaro, ma la CVS intende rivedere le proprie regole interne che fissano il comportamento da seguire in caso di preti sospettati di pedofilia, ha affermato Walter Müller, portavoce della Conferenza alla radio svizzerotedesca DRS. Le ultime direttive in materia risalgono al 2002.

Ieri, per la prima volta un membro della gerarchia cattolica svizzera ha ammesso una responsabilità della Chiesa nella vicenda. Nicolas Betticher, portavoce e, dal primo gennaio, anche vicario generale giudiziario della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo ammette persino una "complicità" nella recidiva.
Ticino news 21 gennaio 2008

domenica 20 gennaio 2008

Bambina accusa di violenza sessuale maresciallo dell'aeronautica

VIAREGGIO - Una bambina di 10 anni ha confermato al gip del tribunale di Agrigento di essere stata oggetto di violenza sessuale da parte dell'ex maresciallo dell'Aeronautica Antonio de Nicola, di Viareggio.
L'uomo era stato arrestato il 24 novembre scorso ed attualmente e' agli arresti domiciliari a Viareggio. Il sottufficiale era in servizio alla base Loran, in Sicilia. La conferma della violenza subita da parte della bambina e' arrivata nel corso dell'incidente probatorio celebrato al Tribunale di Agrigento.

Noi Tv 19 gennaio 2008

RESPINGE LE ACCUSE UNO DEI SEI PENSIONATI ARRESTATI A SCICLI PER VIOLENZA SESSUALE

Il giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, ha avviato ieri mattina gli interrogatori riguardanti la violenza sessuale che avrebbe subito una ventiduenne sciclitana, minorata psichica. Davanti al magistrato è comparso il principale indiziato, Guglielmo Pallavicino, 61 anni, il fioraio che avrebbe, secondo l'accusa, per primo "approfittato" dalla giovane. In effetti è stato l'unico della giornata anche perché l'uomo è il solo che non beneficia, come gli altri cinque(per loro se ne parlerà lunedì), dei domiciliari. Assistito dall'avvocato Francesco Riccotti, il Pallavicino ha respinto in maniera categorica le accuse, rispondendo ai quesiti del Gip. Ha ritenuto inverosimili, illogiche e contraddittore le accuse che gli sono mosse, Ha ammesso di conoscere la vittima perché a Scicli la conoscono tutti e perché passava spesso davanti al proprio negozio. L'avvocato Riccotti ha chiesto al magistrato inquirente la concessione dei domiciliari per il sessantunenne, nonostante abbia già proposto istanza di scarcerazione al Tribunale per il Riesame di Catania. Il Gip deciderà tra lunedì e martedì, sicuramente dopo avere concluso tutti gli interrogatori e cioè quelli di Giovanni Borsa, Antonino Magro, Vincenzo Mirabella, Antonino Fidone, 78 anni e Giovanni Trovato, 83 anni. La famiglia della giovane è assistita dall'avvocato Rinaldo Occhipinti.
Fonte: radio trasmissioni Modica

sabato 19 gennaio 2008

Bologna, violentò le due figlie piccole: condannato a 9 anni

Un camionista originario dell'Africa di 41 anni

Ma l'uomo è latitante

Bologna, 18 gen. - (Adnkronos) - Il Tribunale Bologna presieduto dal giudice Liviana Gobbi l'ha condannato a nove anni di carcere per aver abusato per lungo tempo delle sue due figlie, una delle quali non aveva neppure 10 anni. Ma l'uomo, un camionista originario dell'Africa di 41 anni, probabilmente non finira' mai in carcere perche' e' latitante da quando praticamente questa squallida vicenda e' venuta a galla, nel 2005. Il pm d'udienza Stefano Orsi aveva chiesto otto anni, mentre i giudici gli hanno comminato una pena piu' pesante.

Le due ragazzine, nel frattempo, stanno cercando di ricostruirsi una vita grazie a una famiglia che le ha adottate. Il 41enne e' stato denunciato quando gia' la famiglia viveva in Gran Bretagna. E dato che le bambine erano nate in Italia e i fatti erano accaduti a Bologna, tramite le autorita' diplomatiche la vicenda venne segnalata alla Procura felsinea. La sorellina piu' grande, si e' appreso, rimase anche incinta durante un rapporto incestuoso a cui fu costretta dall'uomo e venne accompagnata in ospedale per essere sottoposta a un intervento di interruzione della gravidanza. In quella circostanza i genitori raccontarono che la giovane aveva avuto una relazione con un suo coetaneo.

venerdì 18 gennaio 2008

Pedofilia, cedeva i suoi figli al fratello che ne abusava in cambio di denaro

Il caso è scoppiato all'inizio dello scorso anno quando a scuola i due ragazzini, un maschio e una femmina, hanno iniziato a mostrare comportamenti disinvolti in materia di sesso. In carcere lo zio. Il padre dei due bambini è latitante

Como, 18 gennaio 2008 - 'Vendeva' i suoi figli al fratello: permetteva ciòè che si potesse abusare dei suoi figli in cambio di denaro. Il gup di Como ha rinviato a giudizio due fratelli residenti in Brianza. Il genitore è accusato di sfruttamento della prostituzione dei propri figli, da quando essi avevano cinque anni.

Il caso è scoppiato all'inizio dello scorso anno quando a scuola i due ragazzini, un maschio e una femmina, hanno iniziato a mostrare comportamenti disinvolti in materia di sesso. Le insegnanti hanno segnalato i loro sospetti alla procura e hanno avvisato la madre che non si era accorta di nulla.

Al termine delle indagini sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare: in carcere è finito lo zio accusato di violenza sessuale, da allora il padre dei due bambini è latitante. Oggi l'udienza preliminare: entrambi gli imputati si sono protestati innocenti attraverso le memorie dei loro avvocati, ma il giudice Pietro Martinelli li ha rinviati a giudizio davanti al tribunale.
Quotidiano.net 18 gennaio 2008

VIOLENZA SESSUALE - Arresto nella notte per i 6 pensionati indagati








Arresto nella notte di 6 dei sette indagati per lo stupro di gruppo e violenza ai danni di una giovane disabile mentale. Uno dei sei è stato portato in carcere; arresti domiciliari per gli altri cinque. Nulla di fatto per il settimo indagato contro cui non sono state trovate prove.


Scicli - Epilogo con arresto da parte dei Carabinieri della Stazione di Scicli e dei colleghi di Ragusa, per la faccenda relativa ad uno degli episodi di cronaca giudiziaria più crudi dell’ultimo periodo: lo stupro di gruppo con finale di violenza aggravata ai danni di una giovane vent’enne affetta di disturbi psichici.

All’alba di oggi, i Carabinieri di Scicli hanno bussato alle case dei 6 indagati per comunicare un ordine di arresto. Del gruppo però solo il sig. Pallavicino è stato effettivamente tradotto in carcere. Gli altri, godendo dei benefici dati dall’avanzata età, hanno avuto la concessione degli arresti domiciliari.

Si conclude questa fase della vicenda iniziata lo scorso mese di ottobre (vedi articolo) quando, a seguito di un ricovero per lesioni, la giovane fu interrogata per determinare i fatti. Dopo un primo momento di diniego di quanto avvenuto, la realtà è emersa nel suo fragore con la conferma che almeno da circa 6 mesi un gruppetto di anziani di Scicli erano riusciti a convincere la giovane ad avere rapporti sessuali. A gruppo o a turno utilizzavano abitazioni a loro disposizione per gli atti sessuali.
Le prime fase di indagini hanno cercato di verificare il contesto dei fatti. E non sembra sia stato facile per la obiettiva difficoltà della ragazza a ricostruire con senso logico e con la giusta sequenza temporale,quanto accaduto. I Carabinieri di Scicli, insieme con gli assistenti sociali del comune, hanno allora avviato un percorso di contatto con la ragazza per ricostruire il senso logico dei fatti, necessari per intendere il clima entro cui era nata tutta la faccenda.

Da queste indagini, incrociate con i riscontri fatti dagli uomini del m.llo Spadaro di Scicli, si è arrivati a capire che la ragazza era stata avvicinata proprio nei dintorni della piazza Italia, centro di Scicli, anche attraverso numerose telefonate fatte proprio al cellulare della ragazza. Da questi primi approcci - ed ovviamente per le condizioni di ritardo mentale della giovane - gli anziani oggi inquisiti hanno, a diverse riprese, avuto rapporti sessuali con lei ingraziandosela con oggettini e regalini e con la, ovvia, promessa di non rivelare nulla.

Probabilmente le cose sarebbero andate oltre se non si fosse verificato quella violenza che portò la disabile in ospedale dando così il via alle indagini ed all’epilogo di oggi.

Non facili le indagini dei carabinieri che in un primo momento hanno ovviamente usato tutte le cautele del caso. Di fatto però, durante il periodo, sono stati oltre 30 le persone interrogate, al fine di appurare al meglio l’ambito entro cui il tutto si è svolto, chi era coinvolto, chi sapeva, le case dove le violenze si effettuavano.

Stamattina, dopo gli arresti, erano ancora all’opera i Carabinieri di Ragusa, specializzati nel prelievo di reperti da eventualmente utilizzare come prova. Già all’avvio delle indagini, i Carabinieri avevano prelevato reperti organici da confrontare con quelli ritrovati nei luoghi oggetto degli atti sessuali. Oggi ancora erano in via Roma, a Scicli, abitazione (nella foto) di uno degli arrestati, per repertare altri elementi. Elementi che saranno poi inviati a Messina al reparto dei R.I.S. per l’analisi di laboratorio.

La parola adesso passa al procedimento giudiziario e quindi alla verifica dei fatti in sede di processo. Da cui probabilmente potrebbe anche emergere un giro di prostituzione - più o meno a pagamento - con il coinvolgimento anche di donne di colore che a più riprese sembrano sia state viste bazzicare nell’abitazione di uno degli arrestati.
Fonte Reporterone 16 gennaio 2008

Pedopornografia: Un uomo di 40 anni residente nel capoluogo è stato denunciato dagli agenti della polizia postale

Accusato di pedopornografia
Le indagini L'operazione è partita dalla Procura di Reggio Calabria

Marina Mingarelli
Pedopornografia. Queste le accuse mosse nei confronti di un 40enne del capoluogo che deteneva nella sua abitazione centinaia e centinaia di foto che ritraevano bambini nudi in atteggiamenti che non lasciavano assolutamente spazio alla fantasia.

Gli agenti della polizia Postale agli ordini dell'ispettore Tiziana Belli hanno lavorato per lunghi mesi prima di poter stringere il cerchio intorno a questa persona alla quale sarebbero stati addebitati alcuni casi di pedofilia.
Bocche cucite da parte degli investigatori che hanno preso parte alle indagini. Di certo si sa che l'uomo, scapolo, e di professione impiegato, trascorreva numerose ore della sua giornata davanti al computer per collegarsi con siti pedopornografici e per scaricare foto che soddisfavano la sua perversione.
A suo carico risulterebbe una denuncia a piede libero. Ma le indagini degli uomini della Postale non sono ancora concluse. Si sta scavando nel vissuto dell'uomo, si sta cercando di capire che tipo di personalità abbia e quanti dei casi di pedofilia accertati negli ultimi tempi, potrebbero avere la sua «firma».
Da sottolineare che l'operazione, partita dalla procura di Reggio Calabria, ha fatto scattare anche un arresto a Viterbo. L'operazione, denominata «Private Disk», ha portato all'esecuzione, di 28 provvedimenti di perquisizione. Segnalate agli organi competenti circa 500 attività illecite commesse all'interno degli spazi web italiani da soggetti stranieri residenti in 48 stati. L'articolata operazione ha portato 15 persone iscritte sul registro degli indagati. Gli investigatori, monitorando alcuni siti, hanno individuato degli spazi web dove chiunque poteva immettere delle cartelle private per poterne diffondere il contenuto ad altri utenti del web. I siti, pur presenti su noti provider italiani, non erano raggiungibili facilmente.
Il Tempo 18/01/2008

Pedofilia, ricercato per abusi su minori arrestato dai Carabinieri a Roma

Si tratta di un italiano di 42 anni

L'uomo, tra il 2001 ed il 2002, aveva abusato sessualmente di bambini di eta' compresa tra i 4 e i 7 anni

Roma, 17 gen. - (Adnkronos) - Un italiano di 42 anni e' stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci in esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Roma, nel mese di novembre dello scorso anno, per i reati di atti sessuali con minori e corruzione di minori. L'uomo, tra il 2001 ed il 2002, aveva abusato sessualmente di bambini di eta' compresa tra i 4 e i 7 anni. Ora si trova nel carcere di Rebibbia, dove dovra' scontare la pena di 4 anni di reclusione.

Pedofilia:abusò di due ragazzi dodicenni,condannato anziano

Nove anni di reclusione per uomo di 71 anni di Firenze

(ANSA) - FIRENZE, 17 GEN - Nove anni di reclusione per Mauro Cecchi, fiorentino di 71 anni, ritenuto colpevole di violenza sessuale e corruzione di minori. Con l'aggravante che l'eta' delle vittime e' inferiore a 14 anni. Il pm di Firenze aveva chiesto una condanna a dieci anni. L'uomo aveva adescato due dodicenni del suo quartiere con la promessa di mostrargli filmati pornografici, ma una volta entrati nella sua abitazione, i due ragazzini erano stati costretti a subire atti sessuali.
17 gennaio 2008

giovedì 17 gennaio 2008

Pedofilia caso Mammoli, K.S. assolta per difetto di imputabilità

17/01/2008 19:05
CIVITAVECCHIA - E’ stata assolta per difetto di imputabilità K.S., la madre accusata di aver permesso gli incontri sessuali tra Angelo Mammoli e suo figlio, tredicenne al momento dei fatti. Immediatamente dopo l’arresto dell’ex marittimo da parte dei carabinieri, la donna venne accusata di aver tollerato gli incontri sessuali tra lo stesso Mammoli e suo figlio, in cambio di regali, denaro e delle attenzioni che l’uomo le dedicava. Un risultato praticamente scontato dopo che il consulente tecnico, a cui il giudice aveva affidato il compito di effettuare una perizia sullo stato mentale di K.S., aveva riscontrato l’assoluta mancanza di capacità di intendere e volere della donna. Sono bastate queste dichiarazioni per indurre lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione della donna. Argomentazione a cui si è riportata anche l’avvocato difensore Daniela Salerni per escludere qualsiasi ipotesi di colpevolezza della propria assistita. Resta ora in piedi il processo per pedofilia a carico del Mammoli, la cui prossima udienza è stata fissata per il 31 gennaio prossimo, per l’esame dell’imputato. B.L.R.
Fonte: civonline notizie

PEDOFILIA:adescava minori su internet,condannato a due anni

Due anni e quattro mesi di reclusione. Questa la condanna per il vigile del fuoco 40enne che lo scorso aprile era finito in manette per aver offerto soldi a ragazzini 'incontrati' in chat-line in cambio di prestazioni sessuali

Ancona, 9 gennaio 2008 - Raffaele S., il vigile del fuoco di 40 anni accusato del tentativo di indurre alla prostituzione e ad atti sessuali, corruzione di minorenni, detenzione e cessione di materiale pedopornografico, è stato condannato a due anni e quattro mesidi reclusione.

Gli episodi contestati dall'imputato sono scesi da nove a cinque ma il giudice per le indagini prelimari di Ancona, Paula Mareddu, gha accolto le richieste del pubblico ministero Mariangela Farneti. E' stata inoltre esclusa l'ipotesi iniziale di una divulgazione del materiale.

Attualmente il pompiere si trova agli arresti domiciliari e sta seguendo un percorso di recupero. I fatti risalgono allo scorso aprile, quando Raffaele finì in manette per aver offerto soldi a minorenni contattati in chat-line in cambio di atti sessuali. Il quarantenne, difeso dall'avvocato Ennio Tomassoni, che ha già preannunciato appello contro accuse che ritiene ''infondate, sia in fatto sia in diritto'', si era difeso sostenendo di non aver sfiorato mai un ragazzino in vita sua.

La stessa polizia aveva accertato che quelle avances erano rimaste virtuali senza sfociare in incontri. Dopo un periodo di detenzione in carcere, il gip aveva concesso all'indagato gli arresti in una casa di campagna con il divieto di utilizzare la rete informatica. Il fermo era stato eseguito dopo lunghe indagini della polizia postale, partite dalla denuncia della madre di uno dei minorenni contattati, insospettita da alcune prolungate conversazioni via internet del figlio.

I poliziotti erano in seguito entrati in azione intercettando le e-mail del quarantenne e scoprendo che corteggiava adolescenti tra gli 11 e i 17 anni sul web per convincerli ad avere rapporti sessuali con lui. Erano stati sequestrati un pc e un centinaio di cd.

Pedofilia:operazione di polizia postale in 9 regioni

17-GEN-08 08:56

Reggio Calabria, 17 gen. - (Adnkronos) - Dalle prime ore della mattina il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria sta eseguendo un'operazione internazionale contro il fenomeno della pedofilia su Internet. Sono in corso 28 perquisizioni in nove regioni italiane (Sardegna, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Lombardia, Lazio, Trentino, Veneto e Calabria), che hanno gia' portato all'arresto di una persona a Roma e al rinvenimento di importante materiale informatico.
(Zcl/Zn/Adnkronos)

Web e pedofilia: MySpace sigla accordo con 49 Stati Usa per proteggere i minori dai predatori sessuali

Furti d’identità, pedofilia, cybercriminalità. Le reti sociali non sono un universo a sé, e come tutto il resto della rete, sono funestate da ogni sorta di pericolo non proprio virtuale.
Ed è per questo che MySpace, uno dei più visitati siti di social networking al mondo, ha siglato un accordo con 49 Stati americani e si è impegnato a intensificare il controllo sulla rete, al fine di evitare che i frequentatori più giovani e inesperti cadano nelle maglie dei criminali.

I membri di MySpace sono oltre 110 milioni, e la loro età media è inferiore a quella di altri siti come FaceBook (che di utenti ne conta circa 60 milioni): molti di loro hanno appena iniziato le superiori.

Oltre che a far conoscere musica nuova di band emergenti e di permettere ad adolescenti e non di interagire creando reti di amicizie virtuali interconnesse, ovviamente questi siti si sono trasformati in terreno di scorribanda per i cosiddetti ‘predatori sessuali’ a caccia di avventure. E cosa c’è di meglio di queste piazze virtuali per adescare bambini e adolescenti fingendosi loro coetanei?
I mezzi a disposizione per mettere in atto le proprie nefandezze via internet sono tanti: email, instant messaging, chat, ma i siti di social networking, dove i giovani mettono online pagine piene di informazioni e dettagli strettamente personali, sono una miniera di informazioni per chi intende molestare, senza contare che l’anonimato garantito dalla rete spinge a far uscire allo scoperto anche i ragazzini più timidi, quelli che fanno più fatica degli altri a stabilire relazioni sociali.
La sicurezza degli utenti più piccoli è sempre stata molto a cuore a MySpace, più di qualsiasi altro sito di interazione sociale. Lo scorso anno, ad esempio, la società ha ingaggiato in qualità di chief security officer Hemanshu Nigam, ex procuratore federale contro lo sfruttamento dell'infanzia su Internet e anche ex direttore alla sicurezza di Microsoft, per mettere in guardia gli utenti – soprattutto i più giovani - contro i pericoli di avance sessuali.
Cosciente però che bisogna fare di più per affrontare il problema, e sotto il fuoco incrociato delle critiche provenienti da molti genitori in ansia, MySpace ha iniziato il 2008 sotto il segno della tutela dei minori, adottando anche una serie di linee guida - relative agli strumenti di sicurezza, alle tecnologie di protezione, all’educazione e alla cooperazione - che si spera vengano adottate allo stesso modo da tutti gli altri siti di social networking.
L’accordo appena siglato con 49 Stati americani (tutti tranne il Texas) prevede altresì la creazione di una task force incaricata di identificare i mezzi più efficaci per contrastare pratiche odiose come l’adescamento sessuale nei confronti di minorenni. Il gruppo di lavoro include altri siti di social networking, ma anche associazioni per la protezione dei minori e player dell’industria informatica.

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