Accusato di pedopornografia
Le indagini L'operazione è partita dalla Procura di Reggio Calabria
Marina Mingarelli
Pedopornografia. Queste le accuse mosse nei confronti di un 40enne del capoluogo che deteneva nella sua abitazione centinaia e centinaia di foto che ritraevano bambini nudi in atteggiamenti che non lasciavano assolutamente spazio alla fantasia.
Gli agenti della polizia Postale agli ordini dell'ispettore Tiziana Belli hanno lavorato per lunghi mesi prima di poter stringere il cerchio intorno a questa persona alla quale sarebbero stati addebitati alcuni casi di pedofilia.
Bocche cucite da parte degli investigatori che hanno preso parte alle indagini. Di certo si sa che l'uomo, scapolo, e di professione impiegato, trascorreva numerose ore della sua giornata davanti al computer per collegarsi con siti pedopornografici e per scaricare foto che soddisfavano la sua perversione.
A suo carico risulterebbe una denuncia a piede libero. Ma le indagini degli uomini della Postale non sono ancora concluse. Si sta scavando nel vissuto dell'uomo, si sta cercando di capire che tipo di personalità abbia e quanti dei casi di pedofilia accertati negli ultimi tempi, potrebbero avere la sua «firma».
Da sottolineare che l'operazione, partita dalla procura di Reggio Calabria, ha fatto scattare anche un arresto a Viterbo. L'operazione, denominata «Private Disk», ha portato all'esecuzione, di 28 provvedimenti di perquisizione. Segnalate agli organi competenti circa 500 attività illecite commesse all'interno degli spazi web italiani da soggetti stranieri residenti in 48 stati. L'articolata operazione ha portato 15 persone iscritte sul registro degli indagati. Gli investigatori, monitorando alcuni siti, hanno individuato degli spazi web dove chiunque poteva immettere delle cartelle private per poterne diffondere il contenuto ad altri utenti del web. I siti, pur presenti su noti provider italiani, non erano raggiungibili facilmente.
Il Tempo 18/01/2008
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