venerdì 4 aprile 2008

Pedopornografia, arrestato un ingegnere a Torino

L'operazione delle polizia postale è durata un anno e mezzo

Torino. Arrestato a Torino un ingegnere informatico di 55 anni responsabile di condivisione di materiale pedopornografico in rete. L'operazione è stata condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino che si è infiltrata in una comunità pedofila trasnazionale per un anno e mezzo. Sotto copertura uno degli investigatori è riuscito a concordare uno scambio reale di materiale pedopornografico dopo diversi incontri avvenuti su Internet. L'appuntamento è stato fissato in un autogrill alla periferia di Torino, all'interno di un camper appositamente allestito: il pedofilo si è presentato con 200 giga byte di materiale pedopornografico (decine di migliaia di foto ed immagini) che ha mostrato al poliziotto."Immagini raccapriccianti, molto cruente e nuove anche per noi", così sono state definite dagli investigatori le fotografie e i video che l'ingegnere, residente nel milanese, sposato e con dei figli, portava con sé. Tutto il materiale è stato sequestrato e l'ingegnere arrestato. L'inchiesta, coordinata dalla Procura, era partita nell'ambito dei servizi di monitoraggio della polizia postale per il contrasto della pedopornografia. Il primo aggancio con il pedofilo è avvenuto in una normale chat all'interno della quale l'agente sotto copertura ha iniziato a tenere contatti con l'arrestato che ha incominciato a scambiare con lui fotografie, immagini 'standard' e non nuove nel mondo della pedopornografia online. Dopo mesi di contatti il poliziotto è riuscito a conquistare la fiducia dell'insospettabile ingegnere che gli ha quindi indicato una nuova 'comunità' in Internet, utilizzata molto dagli stranieri, e l'utilizzo di un sistema di trasmissione delle immagini nuovo anche per la polizia. In particolare si tratta di un programma con un sistema criptato che non permette l'intercettazione neanche da parte delle Forze dell'ordine. Dopodiché l'agente sotto copertura è riuscito a stabilire anche un appuntamento reale con il pedofilo per scambiarsi materiale ed esperienze. L'uomo arrestato, sentito dal gip per l'udienza di convalida, ha confessato e dagli accertamenti è emerso che nascondeva gli hard disk con il materiale pedopornografico all'interno di piccoli elettrodomestici in casa e che scambiava il materiale on line soprattutto dall'estero, dove andava spesso per motivi di lavoro. Le indagini proseguono ora sia per identificare i pedofili ripresi nelle immagini sequestrate, che molto spesso mostrano il loro volto proprio per la sicurezza data dal sistema utilizzato per lo scambio delle immagini, sia per cercare di identificare i minori che subiscono gli abusi, sia per capire se l'arrestato abbia esclusivamente scaricato il materiale dalla rete o se non sia, in parte, anche autoprodotto. "L'arresto del pedopornografo torinese conferma la vastità del fenomeno e l'esistenza di vere e proprie centrali di smistamento, vendita e in molti casi di produzione di materiale con protagonisti bambini", ha detto Don Fortunato Di Noto, da sempre in prima linea contro la pedofilia.

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