giovedì 3 aprile 2008

Baby-schiave, tratta umana gestita da donne

ANTONIO MANZO Ora si risale all’arrivo di Belicka e Magda, della mamma e del papà in Italia agli inizi di marzo. Due donne, indagate e a piede libero, sarebbero stater al centro della mediazione tra la povera famiglia bulgara appena giunta in Italia ed il mondo del circo. L’Antimafia ricostruisce i passaggi di quella che appare dai contorni sempre più definiti come una tratta umana tra la Bulgaria e l’Italia. Per le ragazze bulgare schiavizzate nel circo Marino, ci sarebbero state anche violenze fisiche dopo il rifiuto di esibirsi in quei «numeri» così pericolosi. Bastonate, prese a botte, schiaffegiate solo per aver tentato di rappresentare al titolare del circo ed ai suoi uomini, tuttora in galera, la pericolosità dei numeri da alligator show, Belicka fatta immergere, anche con violenza, nelal vascacon i pirahna e Magda, costretta alla teca con i serpenti velenosi. Ci sono anche queste drammatiche pagine nel racconto delle due ragazze, tuttora con il padre e la mamma protette in una nuova struttura di accoglienza. «Mi sanguinava il tallone sinistro, pensavo al taglio di un vetro sul fondo della vasca ma era il morso del piranha. Ho sofferto per una intera notte, ho piano, accanto a me solo mia sorella...» ci ha raccontato Belicka. Le ragazze non potevano neppure ribellarsi allo stato di soggezione e di schiavitù condita perfino da giorni trascorsi con i crampi allo stomaco per fame. «Non avevano neppure una scatoletta di tonno, piselli, avevamo finito tutto, chiedevamo cibo e ce lo rifiutavano...» ci hanno detto ancora le ragazze. Ma ora l’indagine dell’Antimafia, dopo gli interogatori di papà Nevian, mamma Paulina e delle due ragazze, si intreccia con alcune già esplorate ed altre in via di definizione da parte dell’Interpol. Ci sono due cittadine bulgare, indagate e a piede libero, che condurebbero l’Antimafia sulla nuova ipotesi investigativa per scoprire una tratta di esseri umani tra Italia e Bulgaria. Sono due cittadine bulgare che hanno fatto da intermediarie nella collocazione della famiglia di Sofia prima al circo Bizzarro e poi al circo Marino. Interrogatori, contatti continui con l’Interpol anche dopo l’indagine a Milano su una ragazza salvata da un giro di abusi. L’interrogatorio di sabato scorso della famiglia rumena, durato dalle prime ore della giornata fino a tarda serata con il rientro sabato notte nella località protetta, ha determinato una svolta. Le ragazze rumene non sarebero state sottoposte solo alle sevizie per costringerle ad esibirsi in situazioni pericolose (Belicka, diciannove anni, nella vasca con acqua gelida e i pirahna; Magda, sedici anni, nella teca con serpenti velenosi) ma anche bastonate e picchiate. Quel che sarebbe capitato per caso - grazie alla denuncia di una coraggiosa donna-spettatrice di Sicignano degli Alburni dove il circo aveva fatto tappa prima di giungere a Petina - ha aperto uno spiraglio molto interessante nelle indagini sulla tratta di esseri umani dalla Bulgaria. Per ora sono in carcere Enrico Raffaele Ingrassia, 57 anni, il figlio Willian di 33, entrambi originari i Santa Croce di Magliano in provincia di Campobasso, e il genero Gaetano Belfiore, originario del foggiano. Per loro le accuse sono nette: traffico internazionale di esseri umani e riduzione in schiavitù. L’accusa contenuta nel fermo disposto di carabinieri la sera di Pasqua al momento del blitz nella piazza di Petina - dove tuttora sono in stato di sequestro i camion del circo, gli animali affidati in custodia giudiziale al comune - è stata poi accolta dal gip del tribunale di Sala Consilina, Rosaria Morrone. Accusa, successivamente, confermata in sede di Riesame. Ma nell’inchiesta dell’Antimafia salernitana, nelle prossime ore, potrebbero aprirsi altri capitoli su condizioni di sfruttamento e di schiavitù che esistono in altre aree del Salernitano. A partire dalla piana del Sele dove per poci euro al giorno viene sfruttata manodopera agricola in alcune aziende di proprietà di personaggi contigui alla criminalità organizzata.
Il Mattino 1 aprile 2008

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