mercoledì 30 aprile 2008

Pedofilia Trento, per De Barba funzionario della Provincia chiesti 7 anni

Il funzionario della Provincia era stato arrestato una seconda volta con l'accusa di produzione di immagini pedofile durante i suoi viaggi in Thailandia, prostituzione minorile, atti sessuali su una ragazzina con meno di 14 anni
Pena giusta o leggera?
19/04/2008 09:54

Sette anni e otto mesi di reclusione, 40 mila euro di multa, l'interdizione dai pubblici uffici e la confisca del materiale pedo pornografico. Questa la pena richiesta dal pubblico ministero Alessandra Liverani per Franco De Barba, che ieri mattina ha affrontato il processo con rito abbreviato davanti al giudice Corrado Pascucci, il quale si è riservato di decidere. Il funzionario del Servizio anti incendi della Provincia (ora sospeso) era stato arrestato una seconda volta con l'accusa di produzione di immagini pedofile durante i suoi viaggi in Thailandia, prostituzione minorile, atti sessuali su una ragazzina con meno di 14 anni e peculato. Secondo l'accusa, infatti, De Barba portava a casa sua il video del computer dell'ufficio e nei suoi viaggi utilizzava la macchina fotografica della Provincia, una Nikon digitale, che avrebbe usato per scattare anche fotografie a sfondo pedofilo. La procura, grazie alle indagini della polizia postale, sarebbe riuscita a dimostrare che almeno una parte delle migliaia di immagini trovate sul computer di De Barba erano state scattate da lui stesso. La prova sarebbe stata raggiunta confrontando la data di creazione dei file fotografici con le trasferte del dipendente provinciale, che una o due volte all'anno faceva le valigie e partiva per il Sud Est Asiatico. I viaggi di cui è stata trovata traccia iniziano nel 1998 e vanno fino al 2005, ma le contestazioni si riferiscono solo al periodo che va dal 2001 al 2005. A tradire De Barba sarebbero state anche le fotografie che lo ritraggono in pose inequivocabili, scattate probabilmente in camere d'albergo di Patong, uno dei più celebri quartieri del divertimento per le vacanze. A tradire De Barba, sarebbe stata proprio la meticolosità con cui catalogava le sue fotografie: sul suo computer sarebbero state trovate immagini di ragazzine, soprattutto thailandesi, con accanto alcune sigle. Dati in «codice» - «12y», «14y, 16y» - che secondo gli inquirenti altro non indicherebbero che l'età delle vittime. Reati per i quali, come detto, il pm Liverani ha chiesto una pena pesante, sette anni e otto mesi. A rafforzare il quadro indiziario, oltre alle statistiche sulle sue vacanze in Asia, vi sarebbe in particolare una fotografia scattata - secondo gli inquirenti - dallo stesso uomo durante un rapporto con una ragazzina. Sulla mano sinistra dell'uomo che appare nella foto si vedono due nei, gli stessi che si vedrebbero in altri ritratti «innocenti» di De Barba. De Barba, che si trova rinchiuso nel carcere di Verona, era stato arrestato una prima volta già nel marzo del 2006 con l'accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedo pornografico. Il funzionario era stato sorpreso dagli agenti della polizia postale mentre scaricava immagini attraverso le linee telefoniche veloci del suo ufficio di piazza Centa. Per questi reati De Barba, nei mesi scorsi, aveva patteggiato una pena di un anno e undici mesi di reclusione per possesso e scambio di immagini pedo pornografiche ed aveva versato un'offerta di duemila euro al Villaggio del fanciullo sos. Ma proprio quando i guai giudiziari sembravano chiusi, De Barba era stato raggiunto da una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere legata ai presunti viaggi del piacere in Thailandia. Il filone penale non è l'unico in corso. Gli atti della prima inchiesta erano infatti stati inviati alla magistratura contabile. La Corte dei conti dovrà stabilire se vi siano stati comportamenti che danneggiarono le Casse dello Stato: De Barba, infatti, avrebbe trascorso parecchio tempo a scaricare fotografie mentre era al lavoro.

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