(opera in esposizione in una delle mostre curate da Riva)
Il critico d’arte, ex consulente di Sgarbi, avrebbe molestato 5 bimbe
MILANO 22/11/2008 - Nove anni di carcere. Alessandro Riva, il critico d’arte ed ex consulente di Sgarbi all’assessorato, è stato condannato per violenze sessuali su 5 bambine di nemmeno dieci anni. «È stato un processo nato sui pettegolezzi - ha commentato il critico dopo la lettura della sentenza - è la vittoria dell’irrazionalità più totale. Altrimenti non sarebbe possibile una sentenza del genere».
Riva, che dal giugno 2007, quando per lui sono scattati gli arresti domiciliari, vive con la madre, si è difeso fuori dall’aula: «Dal processo non è venuto fuori nulla di oggettivo, è stata una suggestione interna. Evidentemente così si fanno le sentenze in Italia: sulla base di un isterismo antipedofilo ». Ma per i giudici della nona sezione penale è lui il “mostro” che abusava delle bambine, è lui che allungava le mani sui corpicini delle piccole. Il pubblico ministero Laura Amato aveva chiesto addirittura 12 anni di carcere, i giudici gliene hanno “abbonati” tre, stabilendo una condanna di 9 anni.
«Sto scrivendo un lungo romanzo sugli isterismi sociali che ovviamente parte da questa vicenda, perché oggi qualsiasi diversità viene intesa come criminale ». E lui che «diverso» lo è sempre stato, si è ritrovato dipinto come un criminale. «Il mio è un modello di vita differente, forse un modello di comportamento con i bambini confusivo - si è sfogato il critico d’arte - quel che ho capito è che io peccavo di infantilismo in un periodo in cui anche fare una carezza passa per pedofilia».
Ma a smentirlo ci sono i racconti delle piccole vittime che hanno descritto vere e proprie violenze sessuali. Non ingenue carezze. Ma Riva è già pronto ad impugnare la sentenza: «Ora mi auguro che la Corte d'Appello sia un po' meno cieca, miope e irrazionale».
Cronaca qui 23 novembre 2008
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