giovedì 27 dicembre 2007
Arresto viceparroco. Incidente probatorio per la violenza sul ragazzo
25 Dicembre 2007
CASAL DI PRINCIPE
I legali del minore vittima del sacerdote chiedono tempi breviMARILÙ MUSTOLa decisione del gip Raffaele Piccirillo di convalidare l’arresto di don Marco Cerullo da un lato e la richiesta di arresti domiciliari per il sacerdote avanzata dal difensore dall’altra, sembravano aver chiuso, per il momento, la fase iniziale della vicenda giudiziaria sui presunti abusi commessi dal sacerdote insegnante di religione su un alunno. E invece, l’acquisizione delle prove continua. I difensori della famiglia del minorenne, vittima degli abusi, hanno indirizzato al Pm Antonio Ricci della procura di Santa Maria Capua Vetere un’istanza di incidente probatorio. Si tratta di una mossa studiata per abbreviare i tempi di assunzione della testimonianza dell’alunno in modo da scongiurare i rischi di inquinamento e modificazione delle prove. Ma il secondo motivo che ha spinto gli avvocati Sergio Cavaliere, Costantino Puocci e Agostino D’Alterio a presentare istanza, è stata la prospettiva di avviare al più presto un percorso di recupero psicologico del ragazzino. In questa delicata fase, dal punto di vista medico, potrebbe essere a rischio l’integrità psico-fisica della vittima. «Confidiamo nell’operato della magistratura sammaritana e delle forze dell’ordine», ha fatto sapere ieri la famiglia attraverso i suoi rappresentanti legali che, in un breve comunicato stampa, hanno definito il fatto «una storia triste» ed hanno confidato di «acclarare ogni aspetto della vicenda collaborando con la Procura e avvalendosi del contributo di propri esperti e consulenti medici e psicologi». Un nuovo e importante interrogatorio, dunque, potrebbe essere alle porte. L’acquisizione di possibili prove ha spinto i carabinieri della locale compagnia ad eseguire perquisizioni nell’alloggio del sacerdote trentatreenne ed in chiesa. Si attende l’esito di alcuni dati che potrebbero essere importanti ai fini dell’indagine. Intanto, il tam tam di notizie trapelate in questi giorni anche dai siti internet, ha avuto la prerogativa di mettere in luce, come nei romanzi, il presunto carnefice e non la vittima. Di don Marco, ora, si conosce tutto: la vita in seminario, l’esperienza come insegnante di religione a Villa Literno e persino le lacrime in carcere. Del ragazzino e della sua sofferenza, invece, quasi nessuno ha parlato. L’atmosfera che si respirava sabato sera nella chiesa del Santissimo Salvatore durante l’omelia del vescovo Mario Milano si sarebbe potuta tagliare col coltello: da un lato gli increduli, dall’altra i delusi. Tutti, comunque, in chiesa per ricevere l’ultima benedizione dell’Arcivescovo: «I bambini sono la nostra speranza; la scuola, la famiglia e la chiesa sono le tre maestre di vita», ha dichiarato dall’altare al termine della celebrazione eucaristica Milano. Le parole di don Carlo Aversano, il parroco di Casal Di Principe rimasto solo, hanno espresso l’amarezza e lo sconcerto della comunità di fedeli che, incredula, si appresta a celebrare il Natale.
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