sabato 17 maggio 2008

Filma la baby-fidanzata.In carcere ventenne

Lui ha 20 anni, lei 13. Insiste per avere rapporti sessuali con lei, la filma
con il cellulare e invia il filmato agli amici. Per sbaglio finisce anche allo zio



L'audio del video: "Fai così e fammi vedere che sei una donna e non una bambina"


PALERMO - Lui ha 20 anni, lei 13. Sono stati insieme, almeno un po'. Lui ha girato un filmino col telefonino invitandola ad assumere pose pornografiche: "Fammi vedere che sei una donna e non una bambina". La bambina in pose hard e mentre faceva sesso con il giovanotto è poi finita, in formato video, sui cellulari di una serie di amici. Tra cui, per sbaglio, anche l ozio della ragazzina. Oggi il ragazzo, dopo un'indagine lunga e penosa, è stato arrestato per violenza sessuale e per aver prodotto materiale pornografico col proprio telefonino. Accuse per cui il giovane adesso rischia fino a quattrodici anni di carcere.

L'indagine, condotta dagli agenti della squadra mobile di Palermo, è stata avviata dopo la denuncia presentata dai genitori della minore che erano venuti a conoscenza di un video che circolava sui cellulari di numerosi ragazzi, tra cui anche lo zio della baby-fidanzata, in cui la protagonista era proprio la loro figlia.

Sono state raccolte, con l'ausilio di una psicologa, le dichiarazioni della ragazzina che, con grande difficoltà, ha trovato la forza di riferire della breve relazione sentimentale che l'aveva legata ad Gianfranco Scarpaci. Così gli investigatori sono riusciti a risalire al giovane, descritto dalla minorenne come affidabile e dalle buone maniere, ma che, in realtà, piu' volte ed insistentemente aveva preteso rapporti sessuali e, in un' occasione, l'aveva anche filmata con il proprio cellulare.

Non solo: nel video spedito via telefonino, lo zio ha riconosciuto anche l'auto in cui sono avvenute "le riprese". Auito che per l'appunto lui stesso ha venduto a Scarpaci.

Il giovane e' stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palermo, Mario Pino, su richiesta del pm, Adriana Blasco.

(16 maggio 2008)

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