martedì 21 ottobre 2008

Pedofilia, Pino la Monica: sit in davanti al tribunale e slogan anti giudici, "E' innocente"

Circa un centinaio di persone hanno manifestato per Pino La Monica, l'educatore accusato di pedofilia. Ex allievi, familiari e genitori con i figli si sono presentati con cartelli e t-shirt, hanno urlato slogan e citato frasi di Gandhi e Rodari. Entrando La Monica abbraccia una bimba che gli regala una dedica. Sconcerto tra i passanti

Reggio Emilia, 16 ottobre 2008 - "Vi voglio bene un sacco, forza, forza". Con queste poche parole, abbracciando e con le lacrime agli occhi una bambina di dieci anni, Pino La Monica, educatore reggiano accusato di pedofilia, ha salutato le quasi cento persone che ieri mattina lo hanno atteso davanti al Tribunale di Reggio per dimostrargli la loro solidarietà. C’erano la sorella Elena, genitori, una bimba della scuola San Giovanni Bosco accompagnata dal padre, ex allievi. Guidati da Francesca Montecchi, responsabile del comitato in sua solidarietà. Un vero e proprio sit-in davanti ai cancelli del tribunale con cartelli e scritte sulle t-shirt, un’iniziativa che ha sconcertato molti che, entrando in tribunale, vi hanno assistito conoscendo già la delicata vicenda: non risulta, a memoria d’uomo, che in passato vi fossero state manifestazioni simili, tra l’altro ancora in una fase preliminare della vicenda giudiziaria.



Citano Gandhi e Rodari coloro che non credono alle accuse di pedofilia contro il giovane educatore."Vogliamo rivedere Pino dopo sette mesi, le accuse sono infondate", dice il diciottenne Claudio Fornaciari ex allievo di La Monica alle scuole medie. "Siamo ex studenti di Pino e vorremmo che si avesse una giustizia vera e non con pregiudizio", dice Davide Montanari, 19enne. Gli fa eco Giulia Rossi, 20 anni. "Sono stata e sono una grande amica di Pino, la lealtà si dimostra in questi momenti, non credo alle accuse". "Pino è stato criminalizzato ma ancora non si conoscono le vere motivazioni contro di lui", aggiunge Michela Rivetti, altra ex allieva alle scuole medie. Parla anche la sorella Elena. "Sono abituata da mesi a vedere tanta gente stretta intorno a Pino ma oggi ci sarà un incontro vero e proprio - dice - in famiglia affrontiamo con coraggio e forza questa vicenda, nessuno può credere alle accuse, è stata calpestata la dignità di un uomo che per dodici anni si è battuto per la giustizia dei bambini".



Prima dell’arrivo di La Monica a calamitare l’attenzione davanti al Tribunale è soprattutto Francesca Montecchi che anima il comitato a sostegno dell’educatore. "Pino ha un metodo di lavoro non usuale, parla al cuore dei bambini, non è colpevole, chi lo conosce veramente lo sa", dice. Se la prende anche con la decisione dei giudici di negare al comitato di incontrarlo agli arresti domiciliari. "E’ assurdo, come se lui potesse perpetrare questi reati, che secondo noi non ha commesso, incontrando noi adulti", dice. Dopo pochi minuti, verso le 9.45 arriva La Monica accompagnato dai suoi legali. Applausi e cori. "Pino, Pino", urlano, seguito da "giustizia, giustizia". Sono tutti commossi. In primis il giovane educatore che accerchiato dai suoi amici, abbraccia la bambina accompagnata dal padre e dice "vi voglio bene un sacco, forza forza". La bimba gli regala una cartella con una dedica che sembra tratta da una favola: "Pino, quando si scrive di te bisogna intingere la penna nell’arcobaleno e asciugare le pagine con la polvere della ali". La Monica si commuove, saluta tutti ed entra in tribunale. Per questo gruppo di amici e persone che hanno incrociato La Monica nella loro vita umana e professionale, come è scritto su un cartello ‘la stima viene prima del giudizio, innocente fino a prova contraria’. L’ultima parola alla giustizia.

Il Resto del Carlino 16 ottobre 2008 di Matteo Incerti

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